Sara cap. 7

di
genere
saffico

Ogni anno alla fine di luglio, la “Mycity agenzie immobiliari”, organizzava una convention di due giorni, sia per fare il bilancio di un anno di lavoro, che per ‘cementare lo spirito di gruppo’, ma che per quasi tutti era solo l’occasione di passare un fine settimana pagato dall’azienda.
Anche se dovevo ricevere un premio come la miglior ‘debuttante’ dell’anno, in cuor mio non vedevo l’ora che quel circo finisse, per potermene andare in vacanza e rilassarmi prendendo il sole tutto il giorno, sperando che poi la sera ci fosse da divertirsi magari in compagnia di qualche bel ragazzo.
Quell’anno la convention fu organizzata in un grande albergo sulla costa, e anche se i lavori iniziavano alle quattro del pomeriggio, arrivammo tutti subito dopo pranzo per cercare d’avere le stanze migliori.
Quando fu il mio turno mi ritrovai a dividere una doppia con Grazia, una biondina tuttopepe di Milano col seno chiaramente rifatto, e un sorriso che sembrava non le tramontasse mai dalla faccia.
Dopo le presentazioni di rito, ci ritrovammo nella nostra camera per sistemare quanto c’eravamo portate nei trolley, e Grazia sembrava quasi non volesse altro che metter in mostra il suo bel sedere. Il suo abito verde era sì molto semplice, ma sembrava fatto apposta per esaltarne le forme giunoniche, e quello stare col fondoschiena in bella mostra mi fece nascere ben più d’uno strano pensiero.
Anche se avevo in mente di provarci con un collega di Napoli conosciuto in rete, l’idea d’iniziare la giornata con un bel rapporto saffico non mi dispiaceva per nulla, senza dimenticare che con suo dimenarsi era fin troppo chiaro che stava cercando di capire le mie intenzioni.
Così per curiosità mi avvicinai a lei per poterle sfiorare un fianco con una mani, e Grazia non solo non disse nulla, ma si spostò in modo che finissi per toccarle proprio il sedere.
“Guada che non c’è scritto guardare ma non toccare.” mi disse con voce suadente.
“Neanche qui ?” le risposi mettendo l’altra mano nello scollo del vestito.
La bionda prese la mia mano e se la portò su un seno, e così non ci rimase che baciarci, finendo con lo stringerci l’un l’altra con fin troppa foga.
“Ma voi al nord siete tutte così ?” le chiesi staccandomi per un attimo da lei “Perchè volendo mi posso trasferire anche domani mattina.”
“Lascia perdere, in ufficio è pieno di uomini che parlano tanto, ma poi quando si tratta di passare ai fatti sono solo una delusione.”
Quasi senza che me ne accorgessi, Grazia mi spinse verso il letto, ma una volta arrivate sul bordo, fu lei a caderci sopra, ed io non persi un attimo nel saltarle sopra.
Mentre la baciavo feci scivolare prima le spalline del vestito e subito dopo quelle del reggiseno, per poterle prendere in mano le tette rifatte, scendendo poi con la bocca sino ai capezzoli.
“Ma sei peggio d’un uomo !” mi disse ridendo
“Hai ragione ma con te è difficile non esserlo.” le risposi allungando una mano fra le sue gambe.
“Allora vedi di farlo per bene.” mi disse alzandosi il vestito sino a scoprire un minuscolo tanga.
Anche se in realtà non avevamo problemi di tempo, ero io ad avere fretta di vederla godere, se non altro perché volevo diventare al più presto il centro delle sue attenzioni.
Ripresi a baciarla mentre con due dita m’impadronivo del suo clito facendola gemere, ma come mi resi conto che avevo la mano piena dei suoi umori, lasciai la sua bocca per la passera, che era come un fiume in piena.
Le spalancai lo cosce per poter bene tutto quel nettare, che però era come non finire mai, tanto che fra le sue gambe persi la concezione del tempo. Lei si dimenava in preda agli spasmi del piacere, tanto che dovetti usare tutta la mia forza per poter continuare a leccarle la passera, sino a portarla ad un breve ma intenso orgasmo.
“Mio Dio ma sei una furia !” esclamò Grazia forse sorpresa dal fatto d’esser venuta così in fretta “Non m’è mai successa una cosa del genere, e pensare che credevo fossi etero !”
“Detta fra noi il cazzo non mi dispiace, però anche la fica ha il suo fascino.” le riposi ridacchiando.
“Ora però tocca a me divertirmi, quindi in piedi e non fare storie.”
Non compresi perché mi dovevo alzare, ma lo feci per poi ritrovarmi davanti lei che aveva finito di spogliarsi, mostrandosi così nuda in tutta la sua bellezza.
Grazia fece subito volare via la mia maglietta ed il reggiseno, per potermi baciare le tette ma soprattutto giocare coi capezzoli che prese a mordicchiare, quando non ci girava intorno con la lingua, col risultato che divennero tanto turgidi da farmi quasi male. Muovendosi con maestria mi girò intorno un paio di volte, prima di mettersi dietro di me e aprirmi i jeans che scivolarono per terra insieme al perizoma che avevo indossato prima di partire.
“Lo sai che hai un culo che è uno spettacolo ?” mi disse facendo passare le dia nel solco delle chiappe, mentre coll’altra mano mi palpava delicatamente un seno.
“Anche il tuo non è niente male, bisogna solo vedere se ti piace usarlo.”
“Secondo te ?” mi rispose premendo un dito contro il mio buchetto, ma facendo attenzione a non entrarci dentro.
Così mentre io mi piegavo un pochino in avanti appoggiando le mai contro un mobile per non perdere l’equilibrio, Grazia s’accuccio dietro di me ed iniziò a far passare la lingua dall’inizio dello spacco della passera, sin sopra l’ano, che era diventato ormai il suo obbiettivo principale. Anche quando m’infilò due dita dentro il sesso, non smise mai di leccarmi dietro, donandomi così un piacere sottile ma intenso, di quelli che solo una donna può dare, finendo col far avere anche a me un orgasmo molto appagante.
“Se continuiamo così chi scende più per sentire i grandi capi.” le dissi dopo che si sdraiò al mio fianco passandole un dito sul labbro inferiore “Peccato che debba prendere un premi altrimenti potevo anche non presentarmi.”
“Intanto abbiamo un’altra ora tutta per noi, e inoltre io ho un paio di sorprese.” mi rispose prima d’alzarsi per andare a prendere un dildo dal suo trolley.
“Ma tu giri sempre con un vibratore nella valigia ?” le chiesi ridendo.
“No è che doveva venire una mia collega con la quale ci siamo viste diverse volte, però lei oggi ha avuto un problema in famiglia, ed io avevo già chiuso la valigia.”
“Bah allora vediamo di usare i tuoi giocattoli, almeno non te li sarei portata dietro invano.” le dissi mettendomi carponi sul letto.
Grazia mi diede il dildo che iniziai a leccare, per poi mettersi dietro di me e riprendere ad eccitarmi usando lingua e dita, ma ben presto non volli esser l’unica a godere.
“Non è che di questi ne hai portati due ?”
“Sì perché ?”
“Allora prendilo così ci divertiamo insieme.”
Lei prese un altro dildo quasi uguale a quello che avevo in mano io, e si sdraiò al centro del letto.
“Ora cosa dovrei fare ?”
“Prova un po’ a indovinare.” le risposi mettendomi sopra di lei facendo sì che si trovasse la mia passera proprio davanti alla faccia.
Non ci fu bisogno di dire altro che entrambe iniziammo ad usare il dildo nella fica dell’altra, passando la lingua intorno a quel cilindro di silicone, in modo da far godere il più possibile l’altra. Siccome non c’era nessuna fretta, quando una s’avvicinava troppo all’orgasmo, l’altra rallentava o si fermava del tutto, in modo da ritardare il picco del piacere per allungarlo. Solo quando continuare quel gioco non aveva più senso, tutte e due accelerammo le mani sino a venire quasi contemporaneamente, per poi ritrovarci stese sul letto alquanto sfinite, ma decisamente appagate.
“Credo sia meglio darci una bella rinfrescata, anche perché credo di puzzare e non poco.” mi disse Grazia non appena si fu ripresa.
“Hai proprio ragione, ma facciamo in fretta perché è tardi.” le risposi dopo aver visto l’ora.
Ci preparammo entrambe in meno di mezz’ora con tanto di doccia, trucco veloce e vestizione da aspirante manager, per poi scendere e prender posto nella sala principale dell’albergo.
Quando fu il turno della mia premiazione ringraziai come da prassi tutto il mio ufficio, con un discorso fin troppo coinciso, ma non volevo perder troppo tempo in inutili chiacchiere e andare il prima possibile a cena.
Una volta arrivate a tavola fummo raggiunte da due colleghi veneti che ci provarono fin troppo maldestramente, col risultato di prendere entrambi un bel due di picche.
“Secondo me quelli volevano fare una cosa a quattro.” mi confessò Grazia quando restammo sole.
“Anche per me, peccato che non avessero un minimo di classe per proporre una cosa del genere. Ma poi non ti basto io ?”
“Certo che sì, solo aspettiamo che se ne vada via qualcuno prima di noi per non dare troppo nell’occhio.”
Annuii e così ci mettemmo a parlare dei nostri uffici, prendendo un po’ in giro i personaggi più buffi, e Grazia si dimostrò una vera comica quando si trattava di caratterizzare qualcuno.
Per esser più tranquille, e soprattutto sperando che nessuno ci venisse ad importunare, ci spostammo in un tavolo isolato, quasi in fondo alla sala da pranzo, ed approfittando delle lunghe tovaglie che sfioravano quasi al pavimento, iniziammo a farci il piedino a vicenda.
Più passava il tempo e più il nostro gioco diventava audace, tanto che alla fine quasi le massaggiavo la passera con le dita, ricevendo da lei un trattamento simile. Anche i discorsi si spostarono dal lavoro al sesso, con particolare riferimento alle nostre avventure legate alla nostra attività, dove la ‘scappatella’ era sempre dietro l’angolo.
Poco dopo le dieci, gli agenti e manager iniziarono ad andare nelle rispettive camere, e una volta finito quello che avevamo nei bicchieri, salimmo anche noi verso la nostra piccola alcova.
Feci appena in tempo a chiudere la porta che Grazia mi strinse a sé per baciarmi, e una volta compreso che non voleva perder in alcun modo tempo nei preliminari, le infilai la lingua in bocca allungando una mano sul suo bel sedere.
Lei però era forse troppo eccitata per quello che era successo giù nella sala da pranzo, infatti quasi mi spinse contro il muro per poi farmi salire la gonna e arrivare così al mio perizoma, che spostò per potermi toccare la passera.
“Lo sai che ti stai comportando come uno di quegli sfigati che abbiamo mandato via prima ?” le chiesi cercando anche di calmare i suoi bollenti ardori.
“Quelli non hanno avuto un piede fra le gambe per non so quanto tempo, e poi perché perder tempo quando ho una voglia pazzesca di te ?” mi rispose prima d’abbassarsi e baciarmi il monte di Venere.
Grazia non aveva nessuna intenzioni di farmi godere troppo in fretta, così prese a giocare col mio perizoma, che mi ritrovai spesso fra le grandi labbra, o spinto dentro la passera da un dito.
“Girati ti voglia tutta per me.” mi disse forse ancora più eccitata di me.
Mi voltai dandole così campo aperto anche sul mio sedere, che però all’inizio lei considerò ben poco, preferendo continuare la parte anteriore, almeno sino a quando non riuscii più a stare in piedi e mi buttai sul letto, con lei dietro.
“Prendi quel cazzo di vibratore e scopami.” le dissi facendo volare via il mio vestito.
“Ma io voglio il tuo culo.” mi rispose con un sorriso alquanto perverso.
“Allora mettimelo nel culo ma fammi godere.”
Dissi quelle parole quasi mettendomi carponi come si dà un ordine, ma del resto volevo l’orgasmo e poco m’importava come ci sarei arrivata.
Lei si tolse l’abito prima di prendere il dildo e mettersi dietro di me, poi fece roteare velocemente la lingua intorno al mio ano prima di infilarci dentro quello che aveva in mano.
“Più forte inculami più forte.” le dissi prossima all’orgasmo.
“Eccotelo tutto.” mi rispose aumentando il movimento del braccio, sino ad arrivare ad un ritmo quasi folle “Anche perché dopo voglio godere anch’io.”
Per farmi godere ancor di più Grazia mi penetrò la passera con tre dita, e a quel punto fui travolta da un orgasmo così intenso che mi tolse il respiro. Lei mi tolse allora il vibratore dal retto per leccarlo, e non appena ripresi un minimo di forze ricambiai ben volentieri quanto ricevuto, facendo esattamente tutto quello che aveva fatto lei a me.
Per poi continuare per ore in quella che sarebbe diventata la serata lesbo per eccellenza della mia vita.


Per commenti : miss.serenasdx@yahoo.com
(quelli volgari saranno subito cestinati)

Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/
scritto il
2025-08-18
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