Sara cap. 5

di
genere
saffico

Fin dal primo istante in cui era entrata in ufficio, avevo capito che Penelope era lesbica, ma che a differenza di altre colleghe come lei cercava di non palesarlo. Quanto a me oramai avevo capito che ero una bisessuale fin troppo disinibita, e che m’importava più godere del sesso di chi mi portavo a letto. Nonostante questa profonda differenza eravamo diventate fin da subito buone amiche, anche se passavamo il nostro tempo libero lontana l’una dall’altra.
Un sabato ci ritrovammo però per caso in un centro commerciale, e quasi per gioco si decise di comprarci due vestitini simili, ma di colore diverso, io d’un giallo che ben s’abbinava alla mia pelle olivastra, lei di un azzurro molto acceso.
“Ora però bisognerebbe decidersi su quando indossarli insieme.” mi disse dopo che ognuna ebbe pagato il suo.
“Se vuoi ti passo a prendere domani mattina e andiamo al mare, ho una casa piccolissima che però è proprio davanti alla spiaggia.” le proposi sperando che accettasse.
“Ok così mi porto un costume che ho preso giusto qualche giorno fa.”
Pensai che il costume glielo avrei strappato non appena l’avesse messo, ma poi tornai in me, mi feci dare il suo indirizzo e tornai a casa.

L’indomani mattina trovai Penelope con in mano un piccolo trolley, pronta ad aspettarmi sotto casa.
“Guarda che non ti porto in vacanza per un mese.” le dissi mettendo nel bagagliaio l’ingombrante valigia.
“Lo so è che non sapevo cosa portare, così ho preso un po’ di tutto.” mi rispose quasi vergognandosi per aver fatto un vero e proprio bagaglio.
Durante il viaggio in macchina parlammo tantissimo, soprattutto spettegolando delle colleghe e delle storie più o meno lecite che c’erano in ufficio.
Una volta arrivate a destinazione scaricai il suo trolley, per poi farle strada lungo il vialetto di ciottoli che conduceva alla mia micro-villetta, che in pratica era formata da ingresso, cucina, una camera da letto e bagno, ma che per lei mie esigenze era quasi fin troppo grande.
Non appena entrate mi andai a sedere sulla mia poltrona preferita, che non solo era abbastanza grande da poterci far stare quasi due persone, ma che era oltremodo comoda, pensando che Penelope avrebbe preso posto in quella più piccola.
La ragazza invece alzò il suo vestito sino a scoprire il piccolo tanga che aveva addosso, per poi mettersi a cavalcioni sopra di me dandomi le spalle.
“Che ne dici se lasciamo perdere i preliminari e passiamo subito al sodo.” mi disse cogliendomi non poco di sorpresa.
“Per me va benissimo.” le risposi facendole passare la mano fra i capelli e portare le mie labbra contro le sue.
Quel bacio fu lunghissimo, come se volessimo recuperare tutti quelli che non c’eravamo mai dati in ufficio, e si concluse solo quando lei si girò sustessa, ritrovandosi seduta sulle ginocchia davanti a me. A quel punto fu quasi istintivo metterle una mano dentro le mutandine, e sentire quanto fosse morbida la sua passera, mentre non riuscivo a staccare le labbra dal suo collo.
Quando s’alzò le sfilai lentamente il tanga per poi darle un bacio su una chiappa, ma non potei andare oltre perché lei si girò per inginocchiarsi fra le mie gambe.
“Sai che non credevo di piacerti ?” mi disse mentre mi baciava iniziando dalla bocca e finendo sul decolté “Vedevo che mi guardavi, ma avevo paura di fare il primo passo.”
“Togliti il vestito e siediti davanti a me, che ti faccio vedere quanto non mi piaci.”
In modo estremamente sensuale, Penelope s’alzò per togliersi l’abito che oramai era tutto piegato sulla pancia, per poi quasi sdraiarsi su di me donandosi completamente. Le mie mani passarono dalle spalle alle piccole tette per giocare coi capezzoli già turgidi, poi una scese sempre più in basso sino al suo monte di Venere che iniziava a bagnarsi.
Le mie dita divennero quasi frenetiche non solo per massaggiarle la passera facendola eccitare a dismisura, ma soprattutto quando iniziarono ad entrare e uscire da quella porta di puro piacere, mentre il suo respiro si faceva sempre più affannoso.
“Mio Dio così mi fai venire subito !” esclamò quasi fosse un peccato avere un orgasmo.
“Meglio così dopo lo potrai fare di nuovo.” le risposi spingendo con forza tre dita dentro il suo sesso.
Penelope ebbe il suo primo orgasmo, ma quasi non diede a sé stessa il tempo di rifiatare, che si buttò nuovamente fra le mie gambe, questa volta con propositi molto più bellicosi. La sua bocca partì come prima col baciare la mia, poi però non si fermò sul collo, ma mi scoprì il seno per girarci intorno, scendendo quindi sull’ombelico che quasi mi scopò usando la lingua, per finire in mezzo alle mie gambe. Le mie mutandine volarono via, seguite a ruota dal vestito, e una volta che entrambe ci liberammo dei sandali fummo finalmente del tutto nude. Iniziando un gioco perverso Penelope prese a baciarmi l’interno delle cosce, tenendosi però ben lontana dal bersaglio grosso, al quale s'avvicinava lentamente per poi ritornare da dov’era partita e riiniziare da capo.
Quando non ne potei più tanto ero eccitata, le presi la testa e quasi con forza la schiaccia sulla mia passera.
“Fammi godere !” le urlai quasi con rabbia “Ho la fica in fiamme e tu fai i giochini !”
Lei non solo m’infilò la lingua dentro le grandi labbra, ma c’unì anche due dita che mi mandarono ben presto fuori di testa, facendomi pronunciare le peggiori sconcerie possibili.
“Mm brava la mia troietta… leccami tutta che dopo ti voglio ancora… sì ancora leccami ancora...”
“Dai girati ti voglio leccare tutta.” mi disse tirandosi un po’ indietro con la testa.
Mi misi quindi carponi sulla poltrona e non appena allargai le gambe, Penelope mi penetrò il buchetto con la lingua, quasi mi volesse scopare in quel modo. Come provai a portare la mano sul mio sesso lei me la schiaffeggiò, come a dirmi che voleva esser la sola a donarmi piacere, così la ritirai e subito dopo mi riempì la passera con tre dita.
Sotto quel fuoco incrociato di lingua e falangi non impiegai molto a venire, per trovare subito dopo la sua bocca vicino alla mia.
“Andiamo al mare ?” mi domandò fra un bacio e l’altro.
“No ho un’idea migliore e non ci vuole neanche il costume.” le risposi prendendola per mano e portandola in bagno.

Una delle caratteristiche che m’avevano portata a comprare quell’immobile, era la grande vasca da bagno che occupava buona parte di quella stanza. Riempirla poi richiedeva poco tempo e così era diventata uno dei miei giocattoli preferiti, non solo perché poteva essere un sensualissimo preliminare, ma anche perché mi ci potevo rilassare quanto volevo, finendo spesso col masturbarmici dentro.
“Cavolo ma è davvero grande.” disse Penelope mentre la vasca si riempiva ed i sali da bagno iniziavano a produrre una profumatissima schiuma color rosa.
“Lo so sembra fatta apposta per starci in due.” le risposi accarezzandole da dietro i fianchi.
Una volta che la vasca si riempì vi entrammo insieme, con Penelope che si sedette davanti a me dandomi ancora una volta le spalle. Presi allora una spugna ed iniziai a passargliela prima sulle spalle, per poi scendere sul seno, e nonostante tutto dovesse portare a rilassarsi, crebbe in me l’irresistibile desiderio di veder godere nuovamente Penelope.
“Mettiti davanti.” le dissi dopo averle baciato il collo.
Il solo vederla in piedi, con quel culo perfetto che passava vicino alla mia testa, mi eccitò ancor di più, e come poggiò le natiche sulla vasca m’inginocchiai davanti a lei per poter continuare a baciarle la bocca.
“Ma sei proprio assatanata !” esclamò ridendo.
“Perché ti dispiace ?” le risposi scendendo con le labbra su un capezzolo.
“No ma solo se mi fai godere.”
La mia mano destra arrivò come un fulmine fra le sue gambe, per impossessarsi di quella fonte di piacere che penetrai più volte, facendo gemere Penelope sino a farla quasi urlare.
“Se vuoi la mia fica eccotela.” mi disse alzandosi qual tanto che bastava per potersi sedere sul bordo della vasca.
Il suo corpo coperto solo da un velo d’acqua e un po’ di schiuma, era quanto di più sensuale potessi immaginare, e buttarmici contro fu l’epilogo naturale. Così mentre le tenevo chiusa la bocca premendoci contro la mia, presi a masturbarla quasi con furore, penetrandole la passera ora con più dita, ora solo col pollice che però facevo ruotare a più non posso.
Con calma scesi con la lingua lungo il suo corpo sino ad arrivarle fra le gambe, dove l’odore dolce dei frutti di bosco dei sali, s’univa a quello ancor più dolce de suo piacere, e leccarle la passera fu un piacere anche per me.
Penelope ebbe un orgasmo molto più lungo e per certi versi violento di quello avuto nell’ingresso, tanto che quasi mi schiacciò la testa fra le sue gambe per come le strinse quando arrivò all’apice del piacere.
Mi alzai convinta che lei volesse ricambiare quanto ricevuto, ma la presi in contropiede mettendomi in piedi dietro di lei e stringendola a me.
“Lo sai che mi fai impazzire.” le sussurrai all’orecchio passandole le mani lungo i fianchi.
“E che tu sei un demonio ?” mi rispose quasi spingendo il sedere contro la mia passera “Ma soprattutto che sono sicura che hai qualche diavoleria per scoparmi e che non chiedo altro che tu lo faccia.”
Effettivamente avevo messo in borsa il mio Feeldoe preferito, uno strap-on che aveva l’originale caratteristica di non aver cinghie, ma un piccolo plug che la donna che voleva essere attiva, si doveva inserire nella passera. Quel modello poi non era solo la taglia large, ma era anche dotato di una vibrazione non da poco, che rendeva ancor più piacevole il suo utilizzo.
Presi Penelope per mano e incurante della scia d’acqua che lasciavamo per terra, la portai prima a prendere la mia borsa e poi in camera, dove lei si sistemò languidamente carponi proprio al centro del letto. Tirai fuori dalla borsa lo strap-on, ma invece di usarlo iniziai a palparle le natiche per finire coll’avere entrambe le mani fra le sue gambe. Con calma sistemai il plug del Feeldoe dentro la mia passera, per poi puntare la punta del fallo contro la sua, che lei si teneva ben aperta usando le dita.
“Cos’aspetti a mettermelo dentro ?” mi domandò lasciando trapelare una certa impazienza “O vuoi che faccia tutto da sola ?”
Le poggiai le mani sulle chiappe ed iniziai quindi a spingere piano, come se potessi sentire la sua intimità che si apriva all’ingresso del fallo, fermandomi solo quando le nostre due passere erano una contro l’altra.
All’inizio la scopai con calma, gustandomi ogni suo gemito che si faceva sempre più intenso mentre il respiro diventava quasi affannoso.
“Non smettere ti prego, non ho mai goduto così.” mi disse iniziando a spingere anche lei verso di me.
“E chi smette !” le risposi “Proprio ora che inizia il bello ?”
Le afferrai i fianchi e presi a scoparla con sempre più forza, alzando il ritmo per poi abbassarlo per pochi affondi, e quindi riprendere alla massima intensità.
Penelope diventò quasi una furia, tanto che diverse volte il fallo le uscì dalla passera per come si dimenava, ma subito dopo era lei stessa a prenderlo in mano e rinfilarselo dentro.
Mi fermai solo poco dopo che ebbe l’ultimo orgasmo della giornata, quello sicuramente più intenso, che però non la lasciò senza forze. Infatti subito dopo aver raggiunto il picco del piacere m tolse il plug dalla passera, per metterselo dentro la sua.
“Ma come fai a non farlo uscire ?” mi chiese guardandosi fra le gambe “Sai io ho un po’ di paura, più che altri di farti male.”
“Sdraiati e lascia fare a me, la pratica la farai un altro giorno.”
Penelope si sdraiò al centro del letto, e subito dopo mi misi sopra di lei, per poi infilarmi il fallo dentro la fica pregna d’umori. Lei portò immediatamente le mani sulle mie chiappe, quasi a voler rimarcare il fatto che in quel momento era lei a possedere me, così non mi rimase che iniziare a cavalcarla.
Nonostante sapessi che il Feeldoe non le sarebbe mai uscito dalla passera, all’inizio mi mossi quasi con cautela, facendo lunghi e lenti dentro e fuori, con lei che mi baciava le tette. Quando però volli arrivare anch’io all’orgasmo, mi misi un po’ di traverso rispetto a Penelope, ed inizia a muovermi più velocemente, urlando a pieni polmoni il piacere che stavo provando.
“Cazzo sei bellissima quando godi.” mi parve di sentire poco prima di venire.
Alla fine mi diedi due colpi violenti e finalmente ebbi il mio meraviglioso orgasmo, ma lei non mi diede tempo di dire una sola parola, che mi prese la testa fra le mani per poi darmi un bacio lunghissimo.
“Sai che potrei innamorarmi di te.” mi disse dopo che mi sdraiai al suo fianco.
“Perché ti dispiacerebbe ?” le domandai cercando le sue labbra.
“No ma solo se lunedì porti quel coso in ufficio.” mi rispose ridendo.
Non rise però quando lunedì sera, dopo che tutti furono usciti dall’ufficio, presi il Feeldoe dalla borsa e la scopai sulla mia scrivania, ma questa è un’altra storia.


Per commenti : miss.serenasdx@yahoo.com
(quelli volgari saranno subito cestinati)

Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/
scritto il
2025-08-18
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