Le corna saffiche - Terza parte vista dall'altra
di
Miss Serena
genere
tradimenti
Per me Anna era tutto tranne che un mistero, come credeva d’esser lei stessa e quel genio del marito, che di fatto me l’aveva consegnata su un piatto d’argento.
Anna molto semplicemente non credeva che quelle fatte con un’altra donna fossero vere corna, e di conseguenza tirava fuori la sua vera sessualità, quella di dove predominava il sottile piacere della sottomissione, che però doveva essere prima mentale e solo dopo anche fisica, pur senza andare verso il vero masochismo.
Se al primo incontro s’era lasciata andare ma solo in parte, al secondo senza il marito presente si era concessa senza freni, facendosi legare, eccitare a dismisura ed infine scopare a mio piacimento, senza mai chiedermi di fermarmi.
Ora mi bastava aspettare qualche giorno, meglio se almeno una ventina, per farla tornare alla sua routine per poi rifarmi viva ben sapendo che non mi avrebbe detto di no, e coinvolgerla in un triangolo saffico, con lei unica protagonista solamente passiva. Avendo già deciso che avrei coinvolto nel nuovo incontro Greta, una donna per certi aspetti molto simile a me, anche se lei era molto più feticista, ma non per questo non amante della sottile dominazione lesbo.
Chiamai Greta solo per sapere se avesse impegni regressi, e una volta avuta la sua disponibilità per diverse sere, mandai un messaggio ad Anna, semplice quanto efficace.
“Ti voglio da me venerdì sera alle dieci da sola per farti fare nuove esperienze.”
Lei impiegò qualche ora per rispondermi, credo impegnate a convincere più sé stessa che il marito sul perché doveva accettare il mio invito, per poi mandarmi un anonimo ok fatto da un’emoticon.
Greta venne un’oretta prima per potermi dare una mano a preparare il rapporto, anche se poi si trattava di piccolezze e quindi passammo quasi tempo a parlare di Anna. Con la mia amica avevo convenuto che era meglio adottare un look piuttosto simile, per certi versi aggressivo fatto di t-shirt e mini quasi total black, con un trucco marcato col rosso ed il nero come colori predominanti. Poco prima delle dieci accendemmo diverse candele, e misi a scaldare dell’olio per massaggi, che aveva anche notevoli proprietà lubrificanti.
Puntuale come una cambiale arrivò Anna, che quasi per fare da contraltare a me e la mia amica, indossa un semplice quanto banale vestitino a fiori, abbinato a un trucco leggero e una borsetta da bancarella. Come Anna vide Greta ebbe un attimo di perplessità non aspettandosi una terza persona, ma mi bastò prenderle la mano e farla poi sedere al centro del divano, per toglierle ogni dubbio su cos’era meglio fare.
“Greta ti presento Anna, la puttanella che diventa tale solo se è con una donna; quindi, con due dovrebbe diventare una troia di prima grandezza, altrimenti vuol dire che la matematica è un’opinione.” dissi alla mia amica mettendomi alla destra della donna sposata.
“Se poi ci metti che non siamo due verginelle il tuo ragionamento andrebbe ancora ampliato.” mi rispose Greta facendo sì che Anna si trovasse in mezzo a noi due “inoltre sai come si dice, santa col marito e puttana con l’amante, e se sono due tanto meglio.”
Anna non ebbe tempo neanche di capire cosa le stesse succedendo, che Greta ed io iniziammo a baciarla sul collo o sfiorare le sue labbra con le nostre, senza dimenticare di stimolare i lobi che erano un punto molto sensibile della donna. Anche quando io le scoprii il seno lei rimase in silenzio, quasi a sottolineare la sua inferiorità nei nostri riguardi, che non era certamente fisica ma solo mentale.
Solo dopo che Greta ed io ci sedemmo ai suoi lati, Anna iniziò a gemere molto sommessamente, alzando un po’ il volume dopo che le tolsi le mutandine ed allargato per bene le gambe. Di fatto nuda in mezzo a noi, sembrava più un agnello sacrificale in mezzo a due tigri, che una donna fra due sue simili, con le nostre mani che correvano su tutto il suo corpo, mentre le sue rimanevano ferme lungo i fianchi.
“Ma davvero sei sposata ? Perché a me sembri parecchio lesbica, e credimi di donne ne capisco e parecchio.” le chiese Greta prima d’infilarle due dita dentro la passera e la lingua in bocca.
“Sì e amo mia marito, ma Franca tira fuori da dentro di me cose che non sapevo ci fossero.” le rispose Anna quasi vergognandosi “E tu so che non sei da meno.”
Ci spogliammo lentamente sino a rimanere completamente nude, con la più giovane che quasi smaniava per diventare il centro dell’attenzione, non dando alcuna importanza al come lo sarebbe stata. Così la feci mettere carponi sul divano, per poi prendere l’olio leggermente caldo e farne cadere un po’ sul solco delle chiappe, con Greta che già le toccava la passera con notevole trasporto. Senza bisogno di dire nulla con la mia vecchia amica iniziammo a massaggiare la zona intorno alle due porte del piacere di Anna, senza però violare nessuna apertura, facendo sì che l’eccitazione salisse in lei in modo lento e costante, sino a quando non iniziò a muoversi quasi alla ricerca delle nostre dita. A quel punto penetrarla fu quasi un gioco, e poco importava chi delle due le violasse la fica o il culo, quando non lo si riempivano entrambi gli orifizi usando entrambe le mani.
Anche se non avevo detto nulla al riguardo, Anna sapeva che non poteva venire senza il mio consenso, e vederla contorcersi dal piacere senza poter avere l’orgasmo mi dava un sottile piacere, che poi era quello della dominazione.
“Che ne dici di scaldare per bene la puttanella.” mi propose Greta ben sapendo che avrei detto di sì.
“E secondo te perché ho acceso tutte queste candele” le risposi prendendone un paio e facendo subito scendere un po’ di cera sulla schiena di Anna.
Una delle mie doti è quella di capire subito da che altezza far cadere la cera, in base alla sensibilità della pelle della donna che la riceve, e con Anna mi bastò una candela per sapere la giusta distanza, subito seguita da Greta che fece lo stesso con altre candele.
Entrambe lasciavamo che la cera si solidificasse, per poi farla volare via con piccoli schiaffetti sulla schiena, o un pochino più forti se si trattava di colpire le natiche, ma senza mai esagerare, perché in fondo quello era solo un gioco diverso dal solito.
Anna quando sentiva la cera sulla sua pelle, tendeva a muoversi all’indietro, forse sapendo che sarebbe bastata una piccola manata per farla tornare nella posizione iniziale, ma durante tutto quello strano preliminare non disse nulla, pur essendo chiaro che la stava eccitando parecchio.
“Non credi che la troia abbia goduto abbastanza, e che sia giunto il momento che ricambi ?” domandai a Greta che invece di rispondermi fece girare Anna per poi sedersi sulla sua faccia e quindi ordinarle di leccare la passera.
A quel punto non mi rimase che inginocchiarmi vicino alle due donne per poter baciare Greta, ma soprattutto masturbare con poca delicatezza l’altra, che aveva un lago fra le gambe.
Con la mia vecchia amica iniziammo una perversa danza per far sì che Anna rimanesse sempre sotto una di noi, mentre l’altra teneva alta la sua eccitazione giocando con la sua passera che sembrava quasi dovesse esplodere per quanto si era gonfiata.
“Secondo me questa non aspetta altro che ce la scopiamo.” mi disse Greta mentre era seduta sull’altra donna, alla quale tirava anche i capezzoli per marcare ancor di più il suo dominio “E non credo che non abbia mai concesso il culo visto che ne ha uno notevole.”
“Non solo ha un bel culo, ma è pure stretto.” le risposi andando a prendere i due strap-on più grossi che avessi “Però se al marito l’ha dato ben poco, con me non s’è fatta alcun problema, anzi non vedo l’ora di riempirglielo di nuovo con uno di questi, e sia ben chiaro che il marito ha un cazzo più piccolo.”
Indossai molto velocemente lo strap-on, dopodiché Anna si mise carponi ed iniziò a simulare un pompino in piena regola, mentre anche Greta indossava il suo pene finto.
Quando vidi il fallo ben ricoperto di saliva lasciai il posto alla mia amica, per sistemarmi con tutta calma dietro Anna, e strusciarle la punta dello strap-on contro la passera. Lei cercò quasi istintivamente di spingere il sedere indietro, ma io fui molto lesta nel fare lo stesso, lasciandola a bocca asciutta.
“Franca ti prego scopami, non resisto più !” mi disse girando la testa verso di me.
“Non ho capito bene, vuoi che chiamo tuo marito per farti scopare.” le risposi quasi ridendo.
“No voglio che mi scopi tu, voglio essere la tua troia, anzi la vostra troia.”
Le diedi giusto il tempo di finire la frase, che affondai dentro di lei mezzo fallo facendola quasi venire all’istante, per poi tirarmi indietro lasciando nella sua passera solo la punta dello strap-on, ma solo il tempo per prendere fiato ed infilarlo tutto con una sola potente spinta.
Anna venne senza quasi rendersene conto, e del resto l’avevamo portata al limite massimo dell’eccitazione, ma non per questo mi fermai, anzi la scopai come se niente fosse, e Greta fece lo stesso dopo di me, solo facendola sdraiare per poterla vedere godere.
E vedere Anna godere era uno spettacolo meraviglioso.
La donna infatti sembrava non avesse mai avuto un vero rapporto degno di questo nome, e con due donne che la scopavano senza darle un attimo di respiro, ciò era ancor di più amplificato, fra urla poco strozzate ed orgasmi che si succedevano uno dopo l’altro.
Anche quando dopo averla fatta rimettere a carponi, violai il suo ano la musica non cambiò di una nota, tanto che mi venne il dubbio d’averla realmente sodomizzata. Anche Greta si prese il suo bel culo, solo con maggior vigore, e forse per questo con lei ebbe una smorfia di dolore, che però durò giusto un battito di ciglia, prima di riprendere a godere esattamente come prima.
Con la mia amica ci scambiammo uno sguardo d’intesa, prima di passare a quello che non poteva che essere l’ultimo passaggio nel cammino della sottomissione di Anna.
Greta dopo essersi sdraiata le disse di mettersi sopra di lei, cosa che Anna fece fin troppo velocemente forse già sapendo cosa l’aspettava, ma non desiderando altro che finire in mezzo a noi due.
Non ebbi alcuna esitazione nel fermarla giusto quell’attimo che mi serviva per farle entrare la punta dello strap-on nell’ano, per poi quasi sincronizzarmi con Greta per penetrarla a fondo insieme.
Per un attimo fu come se Anna fosse sospesa per aria, col suo corpo in mezzo ai nostri, ma con lo spirito un palmo sopra di noi, ma quando quello strano effetto svanì lei urlò a pieni polmoni tutto il suo piacere.
“Sì due cazzi insieme ! Sì, li voglio dentro così ! Scopatemi e poi ancora scopatemi voglio godere !”
“Certo che ti scopiamo troia che non sei altro, e quasi mi dispiace che non ci sia quel gran cornuto di tuo marito a vederti con un cazzo nella fica e un altro nel culo.” le risposi iniziando a muovermi come un toro inferocito.
Greta da parte sua spingeva dal basso per quello che le era possibile, mentre io avevo tutto lo spazio che volevo, e non mi feci alcuno scrupolo a usarlo, anzi quasi mi dispiacque di non avere uno strap-on ancora più grande.
Non so quanto tempo andammo avanti, e neppure alla fine chi fra le tre fosse la meno esausta, ma solo che si sentivano i nostri respiri affannati anche quando finimmo tutte sdraiate una vicina all’altra.
“Cazzo m’avete distrutta.” disse Anna rompendo un silenzio che stava diventando imbarazzante.
“Cazzo se sei puttana dentro.” le rispose Greta mettendosi a ridere “Solo dimmi davvero non t’è mai passato per la testa d’andare con due uomini ? Insomma, con noi sembravi una ninfomane a cui il cazzo non basta mai.”
“Con Franca è diverso, sarà che mi sento più libera.” ci confessò senza alcun pudore “Non è solo una questione di scopare, ma di come mi ci fa arrivare, mentre con gli uomini ed intendo anche quelli avuti prima di sposarmi, è quasi la totalità del rapporto, e poi quando vengono finisce lì, al limite ne fai un’altra ma dopo un po’.”
Ci mettemmo così a parlare della differenza fra il sesso fra donne e quello con gli uomini, anche se Greta ed io eravamo scarse in quanto a rapporti etero avendone avuti ben pochi.
Alla fine, andammo tutte e tre sotto la doccia, e solo la stanchezza ci impedì di riniziare a toccarci per finire poi di nuovo a letto.
Non volli più chiamare Anna, e le non cercò mai più me, mentre con Greta ancora ricordiamo la serata a tre un po’ folle con un’altra donna che forse cerca ancora sé stessa.
Per commenti : miss.serenasdx@yahoo.com
(quelli volgari saranno subito cestinati)
Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/
Anna molto semplicemente non credeva che quelle fatte con un’altra donna fossero vere corna, e di conseguenza tirava fuori la sua vera sessualità, quella di dove predominava il sottile piacere della sottomissione, che però doveva essere prima mentale e solo dopo anche fisica, pur senza andare verso il vero masochismo.
Se al primo incontro s’era lasciata andare ma solo in parte, al secondo senza il marito presente si era concessa senza freni, facendosi legare, eccitare a dismisura ed infine scopare a mio piacimento, senza mai chiedermi di fermarmi.
Ora mi bastava aspettare qualche giorno, meglio se almeno una ventina, per farla tornare alla sua routine per poi rifarmi viva ben sapendo che non mi avrebbe detto di no, e coinvolgerla in un triangolo saffico, con lei unica protagonista solamente passiva. Avendo già deciso che avrei coinvolto nel nuovo incontro Greta, una donna per certi aspetti molto simile a me, anche se lei era molto più feticista, ma non per questo non amante della sottile dominazione lesbo.
Chiamai Greta solo per sapere se avesse impegni regressi, e una volta avuta la sua disponibilità per diverse sere, mandai un messaggio ad Anna, semplice quanto efficace.
“Ti voglio da me venerdì sera alle dieci da sola per farti fare nuove esperienze.”
Lei impiegò qualche ora per rispondermi, credo impegnate a convincere più sé stessa che il marito sul perché doveva accettare il mio invito, per poi mandarmi un anonimo ok fatto da un’emoticon.
Greta venne un’oretta prima per potermi dare una mano a preparare il rapporto, anche se poi si trattava di piccolezze e quindi passammo quasi tempo a parlare di Anna. Con la mia amica avevo convenuto che era meglio adottare un look piuttosto simile, per certi versi aggressivo fatto di t-shirt e mini quasi total black, con un trucco marcato col rosso ed il nero come colori predominanti. Poco prima delle dieci accendemmo diverse candele, e misi a scaldare dell’olio per massaggi, che aveva anche notevoli proprietà lubrificanti.
Puntuale come una cambiale arrivò Anna, che quasi per fare da contraltare a me e la mia amica, indossa un semplice quanto banale vestitino a fiori, abbinato a un trucco leggero e una borsetta da bancarella. Come Anna vide Greta ebbe un attimo di perplessità non aspettandosi una terza persona, ma mi bastò prenderle la mano e farla poi sedere al centro del divano, per toglierle ogni dubbio su cos’era meglio fare.
“Greta ti presento Anna, la puttanella che diventa tale solo se è con una donna; quindi, con due dovrebbe diventare una troia di prima grandezza, altrimenti vuol dire che la matematica è un’opinione.” dissi alla mia amica mettendomi alla destra della donna sposata.
“Se poi ci metti che non siamo due verginelle il tuo ragionamento andrebbe ancora ampliato.” mi rispose Greta facendo sì che Anna si trovasse in mezzo a noi due “inoltre sai come si dice, santa col marito e puttana con l’amante, e se sono due tanto meglio.”
Anna non ebbe tempo neanche di capire cosa le stesse succedendo, che Greta ed io iniziammo a baciarla sul collo o sfiorare le sue labbra con le nostre, senza dimenticare di stimolare i lobi che erano un punto molto sensibile della donna. Anche quando io le scoprii il seno lei rimase in silenzio, quasi a sottolineare la sua inferiorità nei nostri riguardi, che non era certamente fisica ma solo mentale.
Solo dopo che Greta ed io ci sedemmo ai suoi lati, Anna iniziò a gemere molto sommessamente, alzando un po’ il volume dopo che le tolsi le mutandine ed allargato per bene le gambe. Di fatto nuda in mezzo a noi, sembrava più un agnello sacrificale in mezzo a due tigri, che una donna fra due sue simili, con le nostre mani che correvano su tutto il suo corpo, mentre le sue rimanevano ferme lungo i fianchi.
“Ma davvero sei sposata ? Perché a me sembri parecchio lesbica, e credimi di donne ne capisco e parecchio.” le chiese Greta prima d’infilarle due dita dentro la passera e la lingua in bocca.
“Sì e amo mia marito, ma Franca tira fuori da dentro di me cose che non sapevo ci fossero.” le rispose Anna quasi vergognandosi “E tu so che non sei da meno.”
Ci spogliammo lentamente sino a rimanere completamente nude, con la più giovane che quasi smaniava per diventare il centro dell’attenzione, non dando alcuna importanza al come lo sarebbe stata. Così la feci mettere carponi sul divano, per poi prendere l’olio leggermente caldo e farne cadere un po’ sul solco delle chiappe, con Greta che già le toccava la passera con notevole trasporto. Senza bisogno di dire nulla con la mia vecchia amica iniziammo a massaggiare la zona intorno alle due porte del piacere di Anna, senza però violare nessuna apertura, facendo sì che l’eccitazione salisse in lei in modo lento e costante, sino a quando non iniziò a muoversi quasi alla ricerca delle nostre dita. A quel punto penetrarla fu quasi un gioco, e poco importava chi delle due le violasse la fica o il culo, quando non lo si riempivano entrambi gli orifizi usando entrambe le mani.
Anche se non avevo detto nulla al riguardo, Anna sapeva che non poteva venire senza il mio consenso, e vederla contorcersi dal piacere senza poter avere l’orgasmo mi dava un sottile piacere, che poi era quello della dominazione.
“Che ne dici di scaldare per bene la puttanella.” mi propose Greta ben sapendo che avrei detto di sì.
“E secondo te perché ho acceso tutte queste candele” le risposi prendendone un paio e facendo subito scendere un po’ di cera sulla schiena di Anna.
Una delle mie doti è quella di capire subito da che altezza far cadere la cera, in base alla sensibilità della pelle della donna che la riceve, e con Anna mi bastò una candela per sapere la giusta distanza, subito seguita da Greta che fece lo stesso con altre candele.
Entrambe lasciavamo che la cera si solidificasse, per poi farla volare via con piccoli schiaffetti sulla schiena, o un pochino più forti se si trattava di colpire le natiche, ma senza mai esagerare, perché in fondo quello era solo un gioco diverso dal solito.
Anna quando sentiva la cera sulla sua pelle, tendeva a muoversi all’indietro, forse sapendo che sarebbe bastata una piccola manata per farla tornare nella posizione iniziale, ma durante tutto quello strano preliminare non disse nulla, pur essendo chiaro che la stava eccitando parecchio.
“Non credi che la troia abbia goduto abbastanza, e che sia giunto il momento che ricambi ?” domandai a Greta che invece di rispondermi fece girare Anna per poi sedersi sulla sua faccia e quindi ordinarle di leccare la passera.
A quel punto non mi rimase che inginocchiarmi vicino alle due donne per poter baciare Greta, ma soprattutto masturbare con poca delicatezza l’altra, che aveva un lago fra le gambe.
Con la mia vecchia amica iniziammo una perversa danza per far sì che Anna rimanesse sempre sotto una di noi, mentre l’altra teneva alta la sua eccitazione giocando con la sua passera che sembrava quasi dovesse esplodere per quanto si era gonfiata.
“Secondo me questa non aspetta altro che ce la scopiamo.” mi disse Greta mentre era seduta sull’altra donna, alla quale tirava anche i capezzoli per marcare ancor di più il suo dominio “E non credo che non abbia mai concesso il culo visto che ne ha uno notevole.”
“Non solo ha un bel culo, ma è pure stretto.” le risposi andando a prendere i due strap-on più grossi che avessi “Però se al marito l’ha dato ben poco, con me non s’è fatta alcun problema, anzi non vedo l’ora di riempirglielo di nuovo con uno di questi, e sia ben chiaro che il marito ha un cazzo più piccolo.”
Indossai molto velocemente lo strap-on, dopodiché Anna si mise carponi ed iniziò a simulare un pompino in piena regola, mentre anche Greta indossava il suo pene finto.
Quando vidi il fallo ben ricoperto di saliva lasciai il posto alla mia amica, per sistemarmi con tutta calma dietro Anna, e strusciarle la punta dello strap-on contro la passera. Lei cercò quasi istintivamente di spingere il sedere indietro, ma io fui molto lesta nel fare lo stesso, lasciandola a bocca asciutta.
“Franca ti prego scopami, non resisto più !” mi disse girando la testa verso di me.
“Non ho capito bene, vuoi che chiamo tuo marito per farti scopare.” le risposi quasi ridendo.
“No voglio che mi scopi tu, voglio essere la tua troia, anzi la vostra troia.”
Le diedi giusto il tempo di finire la frase, che affondai dentro di lei mezzo fallo facendola quasi venire all’istante, per poi tirarmi indietro lasciando nella sua passera solo la punta dello strap-on, ma solo il tempo per prendere fiato ed infilarlo tutto con una sola potente spinta.
Anna venne senza quasi rendersene conto, e del resto l’avevamo portata al limite massimo dell’eccitazione, ma non per questo mi fermai, anzi la scopai come se niente fosse, e Greta fece lo stesso dopo di me, solo facendola sdraiare per poterla vedere godere.
E vedere Anna godere era uno spettacolo meraviglioso.
La donna infatti sembrava non avesse mai avuto un vero rapporto degno di questo nome, e con due donne che la scopavano senza darle un attimo di respiro, ciò era ancor di più amplificato, fra urla poco strozzate ed orgasmi che si succedevano uno dopo l’altro.
Anche quando dopo averla fatta rimettere a carponi, violai il suo ano la musica non cambiò di una nota, tanto che mi venne il dubbio d’averla realmente sodomizzata. Anche Greta si prese il suo bel culo, solo con maggior vigore, e forse per questo con lei ebbe una smorfia di dolore, che però durò giusto un battito di ciglia, prima di riprendere a godere esattamente come prima.
Con la mia amica ci scambiammo uno sguardo d’intesa, prima di passare a quello che non poteva che essere l’ultimo passaggio nel cammino della sottomissione di Anna.
Greta dopo essersi sdraiata le disse di mettersi sopra di lei, cosa che Anna fece fin troppo velocemente forse già sapendo cosa l’aspettava, ma non desiderando altro che finire in mezzo a noi due.
Non ebbi alcuna esitazione nel fermarla giusto quell’attimo che mi serviva per farle entrare la punta dello strap-on nell’ano, per poi quasi sincronizzarmi con Greta per penetrarla a fondo insieme.
Per un attimo fu come se Anna fosse sospesa per aria, col suo corpo in mezzo ai nostri, ma con lo spirito un palmo sopra di noi, ma quando quello strano effetto svanì lei urlò a pieni polmoni tutto il suo piacere.
“Sì due cazzi insieme ! Sì, li voglio dentro così ! Scopatemi e poi ancora scopatemi voglio godere !”
“Certo che ti scopiamo troia che non sei altro, e quasi mi dispiace che non ci sia quel gran cornuto di tuo marito a vederti con un cazzo nella fica e un altro nel culo.” le risposi iniziando a muovermi come un toro inferocito.
Greta da parte sua spingeva dal basso per quello che le era possibile, mentre io avevo tutto lo spazio che volevo, e non mi feci alcuno scrupolo a usarlo, anzi quasi mi dispiacque di non avere uno strap-on ancora più grande.
Non so quanto tempo andammo avanti, e neppure alla fine chi fra le tre fosse la meno esausta, ma solo che si sentivano i nostri respiri affannati anche quando finimmo tutte sdraiate una vicina all’altra.
“Cazzo m’avete distrutta.” disse Anna rompendo un silenzio che stava diventando imbarazzante.
“Cazzo se sei puttana dentro.” le rispose Greta mettendosi a ridere “Solo dimmi davvero non t’è mai passato per la testa d’andare con due uomini ? Insomma, con noi sembravi una ninfomane a cui il cazzo non basta mai.”
“Con Franca è diverso, sarà che mi sento più libera.” ci confessò senza alcun pudore “Non è solo una questione di scopare, ma di come mi ci fa arrivare, mentre con gli uomini ed intendo anche quelli avuti prima di sposarmi, è quasi la totalità del rapporto, e poi quando vengono finisce lì, al limite ne fai un’altra ma dopo un po’.”
Ci mettemmo così a parlare della differenza fra il sesso fra donne e quello con gli uomini, anche se Greta ed io eravamo scarse in quanto a rapporti etero avendone avuti ben pochi.
Alla fine, andammo tutte e tre sotto la doccia, e solo la stanchezza ci impedì di riniziare a toccarci per finire poi di nuovo a letto.
Non volli più chiamare Anna, e le non cercò mai più me, mentre con Greta ancora ricordiamo la serata a tre un po’ folle con un’altra donna che forse cerca ancora sé stessa.
Per commenti : miss.serenasdx@yahoo.com
(quelli volgari saranno subito cestinati)
Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/
8
voti
voti
valutazione
6.6
6.6
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Sara cap. 3racconto sucessivo
Sara cap. 4
Commenti dei lettori al racconto erotico