Sonia & Tommaso - Capitolo 32 - Profumo di Casa

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tradimenti

Siamo arrivati a casa nel primo pomeriggio. Un senso di straniamento mi colse, come se stessi atterrando su un altro pianeta. Salutai Tommaso con un bacio casto sulla guancia, prima che lui proseguisse per casa sua, a un paio di chilometri dalla mia. Vederlo andare via, così ignaro, così normale, rafforzò il mio senso di libertà.
I miei genitori mi strinsero forte, il profumo familiare della casa mi avvolse. Perfino quella smorfiosa di mia sorella parve contenta di vedermi, il suo solito broncio trasformato in un sorriso forzato. Risposi con calore ai loro saluti, mentre dentro di me un'ondata di pensieri osceni e ricordi proibiti mi travolgeva. La "brava ragazza borghese" era tornata, ma la "puttana in calore" era più viva che mai, nascosta sotto la pelle, pronta a esplodere di nuovo.
Dopo i soliti convenevoli, aver raccontato un poco della vacanza e il rimprovero per essermi fatta sentire poco o niente, riuscii a liberarmi e salire in camera mia. Varcando quella porta avvertii una strana vibrazione; nonostante non fosse cambiato nulla, tutto sembrava diverso. Sprofondai tra i cuscini che sapevano di casa e di pulito, sentendomi come dopo il risveglio da un sogno bellissimo, di quelli che ti lasciano con il cuore in gola e la pelle d'oca. Così vivido che quasi non credevo fosse finito. Eppure, il leggero indolenzimento al mio culetto, la percezione persistente di un allargamento insolito, mi ricordava che no, non era stato un sogno. Era tutto vero.
E proprio per avere la conferma, per sentire ancora quel brivido di realtà proibita, afferrai il telefono. Dovevo mandare un messaggio a Mario. La sua volgarità, quella sfrontatezza, erano la rassicurazione che cercavo. Sapevo già che la nostra chat sarebbe stata un gioco perverso, un balletto di parole capace di riaccendere ogni mia fantasia
Io: Ciao Mario... Sono a casa. 😊 Mario: Già?! Non vedevo l'ora che mi scrivessi, puttanella! 😈 Mi manchi... Io: Ahaha! Sei il solito. 😉 Sono appena arrivata, sai? Ma mi sono già buttata sul letto. È strano essere qui. Mario: Strano? No, zoccola. È normale che ti senti strana, dopo quello che t'abbiamo fatto... 😏 Ti brucia ancora il culo? 🍆💦 Io: Mario! 😳 Ma cosa dici! Non essere volgare. E comunque... sì, un pochino. Ma non è per quello. È che... mi sembra di aver vissuto un'altra vita, ecco. Mario: E l'hai vissuta, cagna. La vita vera, quella che ti piace. 😉 E l'hai vissuta bene, eh? Con noi e tutto il resto. 🍑 Ti è piaciuto vero? Dillo! Io: Non ti rispondo su questo. 🤫 Ma sì, è stata... un'esperienza. Indimenticabile, diciamo. Siete stati davvero... generosi. 😇 Mario: Generosi?! Ti abbiamo inculato come una cagna in calore, ti abbiamo riempito di sborra e ti abbiamo fatto leccare le fighe! E tu dici "generosi"? 😂 Non fare la finta tonta, lo so che ti è piaciuto da morire. Io: Ma smettila! 😒 Sei davvero insopportabile quando fai così. Mi fai arrossire. 🤭 Mario: E il pupo! 😴 Gli hai dato il bacio della buonanotte, mentre avevi ancora il sapore del mio cazzo in bocca! 😈 Ti ha baciato la fica che avevamo appena inondato di sborra? Io: Non ti dico cosa ha fatto. Ma immagina pure. ✨ Sai, ogni tanto mi viene in mente qualcosa di quelle notti... e mi sento la fica bagnata. 💦 È normale? Mario: Normalissimo, puttana. È il desiderio che ti sale. La mia sborra ti è entrata nel cervello, ti ha fatto diventare la zoccola che sei sempre stata. 👅 E la prossima volta che ci vediamo, voglio vedere quanto sei diventata sfacciata. Io: Ah, quindi ci sarà una prossima volta? Non è che mi hai già dimenticata, vero? Dopo tutto quello che ho fatto... 🥺 Mario: Dimenticata? Mai. Una come te non si dimentica. 😉 La tua fica e il tuo culo sono un ricordo indelebile. Preparati, perché la prossima volta le cose diventeranno ancora più interessanti. 😈 Farai cose che neanche sogni. Ti va? Io: Mh... mi fai paura. 😱 Ma anche all’idea mi ecciti. 😈 Vedremo, Mario. Vedremo. Certo che a Cremona... è più difficile, sai? Mario: Niente è difficile per una cagna in calore come te. 😉 Solo questione di tempo. Verrai a cercarmi, strisciando. 🚶‍♂️💨 Ti aspetto. Io: Sei un mostro! 😜 A presto, allora. Ma fai il bravo. Mario: Come no! Il bravo ragazzo... per te, solo il peggio. 😉 Ciao, puttanella. Io: Ciao, Mario. ❤️
Posai il telefono, il cuore che mi batteva all'impazzata. Un sorriso incontrollabile mi si stampò sul viso. Quella chat era stata un'iniezione di pura adrenalina, la conferma che la mia vera vita non era un sogno. Mario era reale, e la nostra perversione lo era ancora di più.
La chat con Mario mi aveva lasciata elettrizzata, la fica in fiamme, le gambe che tremavano leggermente. Sentivo un formicolio lungo la schiena, un brivido che mi spingeva a cercare qualcosa, qualsiasi cosa che potesse prolungare quella sensazione.
Corsi in bagno: dovevo fare pipì. La luce fioca filtrava dalla finestra, illuminando appena l'ambiente. Sul cesto della biancheria, c’erano le mutandine di Chiara. La solita disordinata. Un pensiero fugace, ma in un istante la mia mente volò a Daria, Lidia, Maria e le altre a cui avevo leccato la fica. I loro odori, le loro intimità esposte, quel gioco perverso nella stalla...
Senza pensarci due volte, presi le mutandine. Erano slip semplici, di cotone bianco, un po' sgualciti. Le portai al naso, annusandole profondamente. Erano leggermente umide, con un odore intimo, acidulo, di pelle e di secrezioni naturali. Non l'odore forte e acre che ricordavo di Lidia, ma comunque un aroma che mi eccitò immediatamente. Le osservai attentamente: una leggera macchia giallina, quasi invisibile sul cavallo, segno di una pipì sfuggita o di secrezioni vaginali essiccate. Passai un dito su quella macchia; la sensazione era appena percettibile, ma nella mia mente la fantasia amplificò ogni dettaglio. Immaginai Chiara, le sue gambe che si stringevano, la sua fica umida, il suo odore che si mescolava al mio.
I miei capezzoli si indurirono all'istante, premendo contro la canotta, mentre la fica iniziò a pulsare; una sensazione di umidità sempre più intensa. Chiusi gli occhi e i ricordi di quelle notti folli mi invasero. L'odore delle ragazze, Maria, il loro piscio... E poi, le mutandine di mia sorella tra le mani, come un ponte che collegava la mia vita "normale" a quel mondo di perversione.
Non resistetti. Sentivo il calore salire, la mia fica che ormai grondava desiderio. Il prurito era insopportabile. Abbassai i miei shorts di jeans, li feci cadere ai piedi. Sfilai il tanga, ormai fradicio, e lo gettai nel cesto. Rimasi in piedi, nuda dalla vita in giù, con il mio triangolino pubico scuro che fremeva.
Accarezzai la fica, sentendo le labbra gonfie e calde. Erano così bagnate da far scivolare le dita con facilità. Allargai leggermente le gambe, piegandomi un po'. Con l’altra mano, premetti contro la bocca le mutandine di Chiara, che emanavano ancora quel loro odore caratteristico. Un dito, poi due, a entrare e uscire, sentendo la pressione aumentare a ogni spinta. Il respiro si fece affannoso, un piccolo gemito sfuggì al mio controllo. Pensavo a Mario, a Nicola, a tutti i cazzi che mi avevano riempita. La percezione dell’ano ancora leggermente dilatato amplificò il godimento, come se ogni affondo delle dita riportasse a galla quelle emozioni estreme.
Raggiunsi l'orgasmo rapidamente, un'ondata di piacere che mi fece tremare. La fica fu scossa da spasmi, rilasciando umore caldo e denso. Mi aggrappai al lavandino, le gambe che si fecero molli, il mio corpo in estasi, ma già desideroso di altro.
Tirai su i miei shorts, il tanga rimase lì, con le mutandine di Chiara. Mi sentii appagata e, allo stesso tempo, ancora più in balia dei miei desideri.
Tornata in camera mia, il telefono vibrò. Un nuovo messaggio, una nuovo fremito che mi percorse l'anima. Era Luca. Giusto in tempo, il mio piccolo, ossessivo Luca. Voleva sapere se ero a casa, se avevo detto qualcosa a Tommaso... il solito Luca, così prevedibile nella sua insistenza, così follemente innamorato.
scritto il
2025-12-28
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