Per gioco 2

di
genere
incesti

Per gioco 2
Mi scuso per gli eventuali errori e per il mio modo di scrivere

Kya quando ebbe finito di sorridere osservando il mio pene ergersi, mi guardò negli occhi, e capendo le domande che avevo in mente e quello che stava succedendo disse –scusa papà non pensavo a cosa poteste fare mentre io innocentemente sono a fare jogging la prossima volta cercherò di mandare un messaggio, ma se sono a casa è perché mi sono fatta male correndo, ho bisogno di te Papà, mi hanno accompagnato qui le mie amiche mentre la mamma usciva e sembrava incavolata, mi accompagni alla doccia e per favore mi porti in bagno l’asciugamano e un cambio, e prepari in camera del ghiaccio per favoreeeee!- per abbreviare i tempi mi convinse a portala subito in bagno mentre il mio batocchio sbatteva tra le gambe nel tragitto e lei osservava rossa in volto e divertita, quando la lasciai all’ingresso del bagno mi diede un bacio a stampo in bocca e si dileguò.
Mentre faceva la doccia preparai nella borsa del ghiaccio dei cubetti che sovente usavamo per qualche drink estivo per poi lasciarlo in freezer, andai in camera di Kya e mi ritrovai a fugare nei cassetti trovando biancheria che non mi sarei aspettato, e che per fortuna non avevo visto finora, optai per un set normale con pantaloncini e maglietta, , bussai alla porta dicendo che era tutto pronto, mi invitò ad entrare e lasciare tutto sul mobiletto del bagno, la porta non era mai stata chiusa, e mentre aprivo mi sembrò sentire scorrere anche l’anta del bagno all’unisono, nel girarmi per appoggiare i vestiti osservai il box aperto in parte mentre lei era parzialmente girata, si lavava la testa e faceva sporgere il suo seno in fuori, la schiuma le accarezzava la schiena sino ad arrivare al suo magnifico culo, mi persi un attimo –grazie papà poi ti chiamo per accompagnarmi in camera- la sua voce mi destò da quel corpo e quel essere chiamato papà mi era entrato oggi in una maniera che non avevo mai previsto.
Cercai di distogliere i miei pensieri guardando la tv finché non sentii Kya chiamarmi, mi resi conto di non sapere che programma stavo seguendo scombussolato dai pensieri di quella situazione, bussai prima di entrare e al suo invito entrai, lei era zoppicante ad attendermi le feci mettere un braccio sulla spalla, e mi sentii premere un seno sul torace, voltandomi ne ebbi la conferma, mia figlia non aveva indossato il reggiseno. Mi sentii solleticare per tutto il tragitto tra l’eccitato per quel contatto, e il preoccupato per i mugolii di sofferenza che sfuggivano a Sara, la appoggiai sul letto, e sotto sua indicazione le sistemai il cuscino, per farla appoggiare sullo schienale del letto, presi una pomata che usava in quei casi, le feci un massaggio alla caviglia, mentre continuava a mugolare.
Non sapevo se fosse per eccitazione o dolore, osservandola però potevo notare i suoi capezzoli segnare eretti la maglietta, che purtroppo o per fortuna, senza pensarci avevo preso bianca, e il fatto che non si fosse asciugata bene avevano bagnato la stoffa rendendo più visibile il suo seno, mi resi conto che i miei ricordi su di esso ormai erano obsoleti, il suo seno era diventato più grande come anche i suoi capezzoli, ma questo era di certo colpa dell’eccitazione, avvolsi con del Domopak la caviglia perché l’unguento fosse assorbito dalla pelle più che dal panno che avevo messo per assicurarmi di non sporcare le lenzuola, stavo per alzarmi per andare a prendere il ghiaccio, mentre la mia erezione era tornata furente, Sara mi chiamò, mi avvicinai a lei, che prendendomi pe la maglietta mi portò a se soffermandosi in un bacio più intenso del precedendo, ringraziandomi per l’aiuto.
Andai a prendere la borsa del ghiaccio, quando tornai mostravo ancora la mia tenda, appoggiai un ginocchio sul letto posizionando la borsa meglio possibile, prima di andare la guardai chiedendo se potessi fare altro, kya mi fissava sogghignante, e portò il suo piede buono proprio sopra il mio inguine, adagiando la sua pianta contro la mia erezione, non poteva certo non accorgersi di cosa stesse facendo, mi pregò di massaggiarle un po' anche l’atra caviglia che a dir suo, un po’ dolorante per averla sforzata nel tornare a casa, cercai di prendere la caviglia per toglierla da quella situazione, ma lei la premette ancora di più dicendo che voleva lasciarla così che si rilassava meglio, entrambi ci mettemmo al lavoro, io con la caviglia e lei col la pianta sul mio pacco, ferreo.
Le mie palle erano ormai blu, era da tempo che ero eccitato ancora non avevo trovato sollievo, mentre la situazione si faceva più calda e lei gemeva tra il piacere del massaggio e la situazione che aveva creato mentre i miei sguardi cadevano tra i seni semi esposti, e il suo inguine le sue gambe semi aperte sembravano invitarmi a osservarla, o a immaginare cosa ci fosse lì sotto quei pantaloncini e le mutante visibili in parte , il mio cazzo sta cominciando ad avere gli spasmi che mi avrebbero portato all’orgasmo, e lei con sempre quel ghigno furbesco, tolse il suo piede dal grembo, lasciandomi insoddisfatto e disse-grazie Pà ora sto meglio e cercherò di riposare. Dicendolo portò una mano su un seno ma non sembrava fosse per pudore più un gesto che sarebbe continuato insieme ad altri per placare l’eccitazione che le stava forando la maglietta.
Di lì a poco Anna tornò, e come faceva di solito si fingeva incavolata io le chiedevo scusa, e ci saremmo riappacificati sul letto cerando di soddisfare quelle che erano le sue fantasie, quando l’accolsi le feci sentire subito quel bisogno che avevo di rilasciare, le mie pulsioni, la trascinai a letto e quando cercai di entrare in lei , Anna continuò il suo gioco –se non mi Chiami Chiara, non vai da nessuna parte- stanco di quei giochi la baciai passionatamente, e le risposi- Chiara figlia mia per favore fatti amare da tuo padre- fu come la parola magica che le fece aprire le gambe entrai in lei, bisognoso giocando inizialmente col clitoride per scaldarla e per permettermi di andar e più forte, finalmente anche lei mi implorò di aumentare il ritmo non potendone più venni n lei, gorgogliando Kya vengo, credo che lei mi seguì nel suo orgasmo in preda dall’idea, da quell’immaginazione, che ormai persisteva e martellava la mia mente con le immagini di quel pomeriggio
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scritto il
2025-12-08
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