Pietro e Paolo

di
genere
gay

Di Paolo mi piacciono le mani grosse e tozze, che sembrano quelle di un muratore - anche se mi pare che faccia l’impiegato in una qualche azienda informatica - la voce profonda e cavernosa, che quando mi sussurra frasi sconce all’orecchio mi dà i brividi, e il cazzo sempre duro, non molto lungo ma tozzo e con una cappella paonazza e sporgente.
Quando mi invita a casa sua, so che ha voglia di scoparmi, quindi mi preparo pulito e depilato, e arrivo sempre con un po’ di lubrificante. Anche oggi non ha fatto molti complimenti, dopo un po’ che eravamo sul divano a chiacchierare, mi ha detto che aveva voglia di scopare, mi ha spogliato, mi ha lubrificato un po’ il buco e me l’ha messo dentro.
Ora lo sento che mi ansima a pochi centimetri dalla faccia, mentre mi infila il suo grosso arnese tra le gambe. Il buco mi si sta dilatando ad ogni colpo, le prime spinte mi hanno fatto un po’ male, ma ora comincia il piacere e basta, e mi abbandono all’eccitazione di vederlo sudato ed arrapato sopra di me, che mi sussurra “maiala”, “puttana”, “troia” all’orecchio, con la sua voce calda e virile, che mi dà i brividi lungo la schiena.
“Ho invitato un amico, oggi, con noi”, mi dice mentre mi apre bene le gambe e mi infila il cazzo tutto in pancia, fino alle palle.
“Come? Un amico… e io?” rispondo un po’ perplesso, mentre sento il suo arnese risalirmi a colpi decisi l’intestino. “Che c’entra, è uno attivo come me, gli ho parlato di te e ti vuole conoscere…”. Non dico niente, chiudo gli occhi e mi godo la sensazione di pieno che il suo cazzo mi dà ogni volta che raggiunge il punto più profondo del mio retto.
Quando suonano alla porta, Paolo mi dice: “Non ti muovere, rimani qui, deve essere Pietro”. Sfila il cazzo, lo sento andare verso l’ingresso, aprire la porta, salutare un amico, fare qualche risata, poi sento le voci avvicinarsi e vedo Pietro sopra di me, mentre sono ancora steso sul divano con le cosce aperte e il buco che mi pulsa. “Pietro, questo è Alessio, ma puoi chiamarlo Alessia, a lui piace. Vedi che bella troietta? Avevo ragione o no?” Pietro mi guarda con interesse, mi tocca la fichetta anale ancora dilatata e lubrificata, mi infila un dito, lo muove e lo gira. “Dai provala”, gli dice Paolo. Pietro non si fa pregare, si spoglia nudo e mi entra dentro. Non ho fatto a tempo a esaminare bene il suo uccello, ma mi pare più lungo di quello di Paolo, almeno lo sento più lungo quando mi entra tutto. Si eccita subito, mi pompa con forza il suo palo in pancia, mi dice che gli piaccio e che ho una bella fica. Paolo per un po’ ci guarda e si sega, poi mi mette il cazzo vicino alla bocca e me lo fa succhiare. Lui e Pietro si baciano, mentre i loro sessi mi entrano dentro e mi riempiono la bocca e il culo. Mi piace essere infilzato allo spiedo da questi due bei maschi, anche se di Pietro so ben poco, ma mi sembra un tipo a posto, di sicuro gli piace scopare. Ci mette più passione ed energia di Paolo, a ogni colpo di cazzo lo sento grugnire, gli vedo la faccia contrarsi, sento del sudore gocciolarmi sulla faccia o sul corpo. Mi ha detto, a un certo punto: “Girati Alessia che ti scopo a pecora”. Ho obbedito e ora lo sento montarmi con forza da dietro, mentre continuo a succhiare il grosso uccello di Paolo. Si scambiano il posto un paio di volte: sì, decisamente Pietro ha il cazzo più lungo, ma quello di Paolo è più largo.
Pietro si è steso, mi ha fatto salire sopra di lui, mi sono impalato sul suo cazzone, che ormai entra facilmente nel mio buco dilatato, ma vedo Paolo che prende il lubrificante, se lo spalma bene sul cazzone, e mi si piazza dietro. Ho appena il tempo di immaginare quello che ha intenzione di fare, quando sento la sua cappella gonfia e liscia che si appoggia agli orli del mio buco, dentro il quale pulsa il cazzo di Pietro. “Paolo, che cosa vuoi fare?”, gli chiedo debolmente, ma so già cosa vuole fare, o almeno lo immagino. Da un po’ mi parla di questa cosa, di questa fantasia che ha. “Oggi ti sfondiamo per bene, Alessia. E’ quello che vuoi anche tu, vero, puttana?” Annuisco, sì, è vero, anch’io lo voglio e sono una puttana, ma ho un po’ di paura di quegli uccelli venosi e vogliosi. Paolo spinge, il buco resiste, Paolo spinge di più, il buco inizia a cedere, Paolo spinge ancora di più, il buco si dilata e la cappella entra. Sento una fitta per un attimo, poi i muscoli si rilassano, il dolore va scemando, mentre sento il suo cazzo risalire lentamente il tunnel già occupato dalla virilità del suo amico. Ora mi sento davvero pienissimo, il buco del culo tesissimo, l’intestino apertissimo. Paolo comincia ad andare su e giù, mi sembra una follia, con quei due salami in culo, ma invece funziona. E’ una sensazione strana ma piacevole ed eccitante avere entrambi quei maschi dentro di me, soddisfare entrambe le loro libidini, sentirli muovere. Sono arrapatissimi, non capisco più chi mi dice “Troia aprilo”, o “muoviti puttana”, o ancora “Che vacca che sei Alessia”. Come si fa a non essere una vacca con due tori come questi che hanno bisogno di sfogarsi?
Paolo cede per primo e mi sborra dentro, Pietro sfila il suo cazzo sborrato e me lo fa succhiare. Mentre mi scopa la bocca sborra anche lui, sento tre, quattro schizzi del suo sperma scendermi in gola; ha un buon sapore il suo seme, diverso da quello più forte di Paolo, ma buono. Io non sono venuto, ancora, allora Pietro mi infila quattro dita nel buco aperto e lubrificato e inizia a masturbarmelo. Paolo si accorge di quello che sta accadendo, mi prende il cazzo e me lo sega con una mano, sempre più velocemente. Non resisto a lungo, vengo mentre le loro voci mi dicono “godi troia”, e “squirta cagna”.
In doccia Pietro mi racconta che lavora nello stesso ufficio di Paolo, in un’azienda informatica di cui non ricordo il nome. Paolo mi lava la schiena, ogni tanto la sua mano indugia tra i miei glutei e il dito gli scivola dentro al buco. Sento che è contento di me, gli ho fatto fare bella figura, è particolarmente affettuoso e premuroso. Io insapono e scappello il cazzo di Pietro, gli massaggio le palle e le sciacquo. Mi chiedo se capiterà ancora che questo trio si componga, poi sento che Paolo si sta mettendo d’accordo con Pietro per un'altra sessione, la settimana prossima. Io non dico niente, chiudo gli occhi e mi godo le dita nodose e robuste di Paolo che mi ispezionano dietro mentre parla di me, di quanto sono troia, di come lo prendo bene, col suo amico.

scritto il
2025-12-07
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