In sauna

di
genere
gay

Sono nudo in sauna, rilassato e in attesa. Ho la pelle liscia e sudata, ieri mi sono fatto depilare dappertutto, sono più glabro di una verginella. Con l’ultima dieta ho perso dieci chili, ora non ne peso neppure sessanta, ho le braccia sottili e le gambe affusolate. Entra un tipo sulla quarantina, grosso, muscoloso, un po’ di pancia, tanto pelo sul petto, sulle gambe, sul taglio del culo. Il cazzo, peloso e rosso, è un grosso salsicciotto che ballonzola. Entra e mi fissa, si siede accanto a me e mi fissa. “Come ti chiami, bellezza?” mi dice.
“Alessio”, rispondo.
“Sei proprio carina Alessia” mi fa lui.
“Grazie”
Mi mette una mano sulla gamba e lo lascio fare, anzi lo guardo fisso come per incoraggiarlo a non fermarsi, ma non ce n’è bisogno, ha già risalito tutta la coscia e mi sta accarezzando la fichetta anale con un dito.
“Ti piace, Alessia, vero?”
Annuisco, lui allora mi divarica bene le gambe, fissa il mio buco che pulsa impaziente, si avvicina con la testa e inizia a leccarlo. Sento la sua lingua che mi bagna l’ano e la sua barba ispida che mi gratta le cosce e i glutei. Poi si succhia l’indice, lo punta sul mi buco e lo spinge dentro. Sento la fichetta anale che cede, si dilata un po’ e si riempie. Gemo, lui mi fissa, e infila un secondo dito, senza bagnarlo prima. Fa un po’ di resistenza ma entra e lo sento muoversi dento. Mi sento pieno e aperto, con quello sconosciuto che mi fissa e mi usa, senza troppe cerimonie. Lui ha capito che ho voglia e mi lascio scopare, quindi, dopo avere dilatato per un po’ il buco con le dita, le sfila e infila il suo uccello già bello duro.
Lo sento entrare dentro facilmente, la pre sborra l’ha forse lubrificato, e ora è tutto dentro di me. Vedo il suo viso eccitato a pochi centimetri dal mio, annuso l’odore di quello sconosciuto che si sta accoppiando con me: sa di un qualche profumo speziato, ma anche di sudore e di sesso. Apro bene le gambe e spingo sulla fica per aprirla bene, e lo sento pomparmi dentro il suo cazzo duro e grosso. Mando dei gemiti a ogni botta e lui mi dice: “Prendilo tutto, Alessia”, oppure “Sei una troia”. Sì, lo sono, sono una troia in calore, ma mi piace farmi montare dagli sconosciuti. Mi ficca la lingua in bocca, ora ho tutti i buchi pieni di quell’uomo che non so neppure come si chiami. Ansima sempre più velocemente, poi all’improvviso si blocca, ruggisce, lo sento irrigidirsi e grida “Sborro!”.
Ora è calmo ma ancora dentro di me. Poi sfila il cazzo, mi dice “Grazie Alessia” e lo vedo dirigersi verso la doccia.
Non ho voglia di seguirlo, né di chiedergli il suo nome, rimango là, con le gambe ancora aperte e con la sensazione che dello sperma mi stia colando dal buco un po’ slabbrato.
scritto il
2025-12-07
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