Perdere l’innocenza in famiglia 2
di
Marcela1979
genere
incesti
Mia mamma entra e chiude la porta, ma non dice una parola. Ci guarda, si passa la lingua sulle labbra, s’infila una mano sotto la gonna e comincia a masturbarsi davanti a noi, senza vergogna. Le dita si muovono decise, bagnate già di suo, e negli occhi ha quella voglia che non accetta limiti.
Mio fratello Walter le si avvicina, nudo, con il cazzo ancora duro che le sfiora la coscia. Mia mamma non aspetta: si inginocchia davanti a lui, lo prende in mano e lo sbatte in bocca, affamata, come se aspettasse solo quello da sempre. Succhia forte, rumorosa, si fa sentire fino in fondo alla gola, le labbra sporche della mia fica e del suo stesso desiderio. Walter la tiene per i capelli, la spinge più giù, le infila tutto, fino a soffocarla. Sputa, tossisce, si lecca le labbra e lo guarda dritto negli occhi, poi ride.
Zio Franco si avvicina alle sue spalle, le solleva la gonna, le strappa via le mutande già bagnate. Le spalanca il culo, lo lecca una volta, poi la penetra dritto, senza avvertire, il cazzo che sparisce dentro mia mamma, forte, profondo. Mia mamma geme, ma non chiede pietà: spinge il culo contro Zio Franco e la bocca contro Walter, che la scopa in faccia senza rallentare.
Io guardo, nuda, il corpo pieno di sperma, il sesso che pulsa. Non riesco a stare ferma: mi inginocchio accanto a loro, le lecco il clitoride mentre la vedo scopata da tutte le parti, le dita che affondano dentro, la lingua che cerca il suo sapore misto a quello degli altri.
Mia mamma urla, viene, scuote la testa, non si ferma più. Zio Franco la scopa forte, schiaffi sul culo che risuonano nella stanza. Walter le sborra in bocca, mamma ingoia tutto, si pulisce le labbra e ride ancora, più sfrontata di prima. Si volta verso di me, mi prende per i capelli, mi tira sulla bocca il sapore di lui e poi mi spinge sul letto.
«Voglio vederti aperta», mi dice. Zio Franco la prende ancora da dietro, il suo cazzo duro che scivola dentro senza fatica. Io mi spalanco tra le lenzuola, le dita di mamma nella mia figa, la lingua che mi assaggia. Walter mi si stende sopra, mi afferra le gambe, entra senza pietà, colpi secchi e profondi.
Diventiamo un mucchio di corpi che si intrecciano, voci che bestemmiano il piacere, fiati caldi e mani che non si fermano. Mia mamma urla, Zio Franco la riempie, Walter mi sbrana, io godo, forte, senza più ritegno.
Alla fine, cadiamo sfiniti, sudati, pieni del nostro odore. Ma so già che basta un gesto, uno sguardo, per far ricominciare tutto da capo. Qui dentro nessuno si sazia mai.
Non c’è bisogno di parlare. Il fiato di tutti è corto, la pelle ancora madida. Ma basta uno sguardo, una mano che stringe una coscia, un’erezione che non muore, e tutto riparte senza esitazioni.
Mia mamma si volta, il viso sporco di sperma, la bocca che si spalanca sul mio sesso ancora umido, lo lecca come fosse assetata, infila due dita e si succhia tutto il succo che cola. Mi tiene ferma, le unghie che graffiano le cosce, si infila più a fondo, affonda la lingua dentro di me. Sento Zio Franco che la prende ancora alle spalle, il cazzo che non accenna a mollare, la sbatte sul bordo del letto con colpi decisi, glielo ficca in culo e la fa urlare come una puttana.
Mio fratello Walter mi prende i seni tra le mani, li morde, li succhia fino a lasciarli rossi, poi mi entra dentro da sopra, la sua pelle che sbatte sulla mia, il cazzo che mi riempie fino in fondo. Mi divarica le gambe, le alza sulle sue spalle e spinge sempre più forte. Mi sento squarciare, mi sento viva.
Mia mamma ride, si stacca da me, si inginocchia sopra Zio Franco e si fa sbragare la fica, lo prende tutto fino all’osso, si dondola sopra di lui urlando che la scopi più forte, che la spacchi. Zio Franco le allarga le chiappe, le schiaffeggia il culo, la prende con rabbia, la fa gemere senza tregua. Walter mi spinge ancora, i colpi che mi scuotono, mi sento perdere il controllo, il piacere che sale, che mi spezza in due.
Veniamo di nuovo tutti insieme: Mia mamma che strilla, il corpo che si tende e si bagna; io che mi afferro alle lenzuola, il fiato mozzato, l’orgasmo che mi toglie la vista; Zio Franco che sborra dentro mia mamma la riempie fino a farla colare sulle cosce, le mani che la tengono stretta; Walter si svuota dentro di me, mi morde il collo e bestemmia dal piacere.
Non c’è fine. Restiamo abbracciati, sudati, tremanti. Mia mamma si stende sopra di me, mi bacia la bocca, mi passa la lingua sulle labbra, mi sorride ancora sporca, fiera di quello che siamo.
Sento di appartenere a questa stanza, a queste mani, a questi corpi che non si stancano mai di usarsi, di prendere, di dare. Sento che qui dentro niente è proibito, niente è troppo.
Li guardo, li voglio ancora, voglio sentirli entrambi dentro, voglio essere riempita e sfondata, voglio che non smettano, che mi usino di nuovo, insieme, senza pietà.
Mi alzo, le gambe ancora tremano, il corpo grondante di piacere e sudore. Mi metto in mezzo a loro, prendo le mani di entrambi, le porto sulle mie cosce, sulle mie tette, pretendo attenzione. Li guardo negli occhi, ordino:
«Voglio avervi dentro, tutti e due. Subito. Uno davanti e uno dietro. Riempitemi, voglio sentirmi squarciare.»
Non serve altro, si avventano su di me. Zio Franco mi bacia, mi spinge sul letto, mi allarga le cosce senza delicatezza. Walter mi prende le mani, le porta sopra la testa, le stringe forte mentre mi lecca il collo, mi morde le spalle, mi scivola giù con la bocca sul petto, i denti che affondano nei capezzoli, mi fa urlare.
Mi spalancano, Zio Franco che si inginocchia tra le mie gambe, il cazzo grosso, duro, che mi scava la figa già gonfia e bagnata. Mio fratello Walter mi si mette dietro, le dita che mi allargano il culo, la lingua che mi lecca fino a farmi fremere, poi la punta del suo cazzo che preme e spinge, decisa, senza pietà.
Mi arrendo, li voglio entrambi dentro. Sento Zio Franco che entra, il cazzo che mi divarica, mi sfonda, mi riempie. Walter mi prende il culo, spinge, forza l’ingresso, entra con un colpo che mi toglie il fiato. Mi sento piena, strapiena, squarciata, le mani che stringono le lenzuola, la testa che ruota, la voce che urla senza controllo.
«Sì, sì, così, scopatemi, voglio tutto, non fermatevi mai…»
I colpi si fanno più forti, più profondi. Zio Franco mi afferra le gambe, le tiene spalancate, mi scopa con violenza, la carne che sbatte contro la carne, il letto che scricchiola sotto il peso dei nostri corpi. Walter mi tiene ferma il bacino, mi sfonda il culo, mi entra sempre più in fondo, i suoi colpi che mi risuonano dentro la spina dorsale.
Vengo, vengo urlando, mi sento svanire, il piacere che mi fa perdere ogni contatto con il mondo. Loro non si fermano, mi usano ancora, mi ribaltano, mi prendono a turno, mi vogliono tutta, mi svuotano, mi riempiono, mi trattano da puttana, ed è quello che ho sempre desiderato.
Sento le loro mani ovunque, le loro voci che bestemmiano il piacere, i loro corpi che si mescolano al mio. Zio Franco mi riempie la figa, Walter mi scoppia nel culo, un’ondata calda che mi cola tra le gambe, mi macchia, mi sporca.
Cado sul letto, sfinita, la bocca piena di fiato, la pelle ancora bruciante.
Ma so che potrei ricominciare da capo. Non c’è fine, non c’è pace, solo voglia, solo fame.
E li voglio ancora.
Mio fratello Walter le si avvicina, nudo, con il cazzo ancora duro che le sfiora la coscia. Mia mamma non aspetta: si inginocchia davanti a lui, lo prende in mano e lo sbatte in bocca, affamata, come se aspettasse solo quello da sempre. Succhia forte, rumorosa, si fa sentire fino in fondo alla gola, le labbra sporche della mia fica e del suo stesso desiderio. Walter la tiene per i capelli, la spinge più giù, le infila tutto, fino a soffocarla. Sputa, tossisce, si lecca le labbra e lo guarda dritto negli occhi, poi ride.
Zio Franco si avvicina alle sue spalle, le solleva la gonna, le strappa via le mutande già bagnate. Le spalanca il culo, lo lecca una volta, poi la penetra dritto, senza avvertire, il cazzo che sparisce dentro mia mamma, forte, profondo. Mia mamma geme, ma non chiede pietà: spinge il culo contro Zio Franco e la bocca contro Walter, che la scopa in faccia senza rallentare.
Io guardo, nuda, il corpo pieno di sperma, il sesso che pulsa. Non riesco a stare ferma: mi inginocchio accanto a loro, le lecco il clitoride mentre la vedo scopata da tutte le parti, le dita che affondano dentro, la lingua che cerca il suo sapore misto a quello degli altri.
Mia mamma urla, viene, scuote la testa, non si ferma più. Zio Franco la scopa forte, schiaffi sul culo che risuonano nella stanza. Walter le sborra in bocca, mamma ingoia tutto, si pulisce le labbra e ride ancora, più sfrontata di prima. Si volta verso di me, mi prende per i capelli, mi tira sulla bocca il sapore di lui e poi mi spinge sul letto.
«Voglio vederti aperta», mi dice. Zio Franco la prende ancora da dietro, il suo cazzo duro che scivola dentro senza fatica. Io mi spalanco tra le lenzuola, le dita di mamma nella mia figa, la lingua che mi assaggia. Walter mi si stende sopra, mi afferra le gambe, entra senza pietà, colpi secchi e profondi.
Diventiamo un mucchio di corpi che si intrecciano, voci che bestemmiano il piacere, fiati caldi e mani che non si fermano. Mia mamma urla, Zio Franco la riempie, Walter mi sbrana, io godo, forte, senza più ritegno.
Alla fine, cadiamo sfiniti, sudati, pieni del nostro odore. Ma so già che basta un gesto, uno sguardo, per far ricominciare tutto da capo. Qui dentro nessuno si sazia mai.
Non c’è bisogno di parlare. Il fiato di tutti è corto, la pelle ancora madida. Ma basta uno sguardo, una mano che stringe una coscia, un’erezione che non muore, e tutto riparte senza esitazioni.
Mia mamma si volta, il viso sporco di sperma, la bocca che si spalanca sul mio sesso ancora umido, lo lecca come fosse assetata, infila due dita e si succhia tutto il succo che cola. Mi tiene ferma, le unghie che graffiano le cosce, si infila più a fondo, affonda la lingua dentro di me. Sento Zio Franco che la prende ancora alle spalle, il cazzo che non accenna a mollare, la sbatte sul bordo del letto con colpi decisi, glielo ficca in culo e la fa urlare come una puttana.
Mio fratello Walter mi prende i seni tra le mani, li morde, li succhia fino a lasciarli rossi, poi mi entra dentro da sopra, la sua pelle che sbatte sulla mia, il cazzo che mi riempie fino in fondo. Mi divarica le gambe, le alza sulle sue spalle e spinge sempre più forte. Mi sento squarciare, mi sento viva.
Mia mamma ride, si stacca da me, si inginocchia sopra Zio Franco e si fa sbragare la fica, lo prende tutto fino all’osso, si dondola sopra di lui urlando che la scopi più forte, che la spacchi. Zio Franco le allarga le chiappe, le schiaffeggia il culo, la prende con rabbia, la fa gemere senza tregua. Walter mi spinge ancora, i colpi che mi scuotono, mi sento perdere il controllo, il piacere che sale, che mi spezza in due.
Veniamo di nuovo tutti insieme: Mia mamma che strilla, il corpo che si tende e si bagna; io che mi afferro alle lenzuola, il fiato mozzato, l’orgasmo che mi toglie la vista; Zio Franco che sborra dentro mia mamma la riempie fino a farla colare sulle cosce, le mani che la tengono stretta; Walter si svuota dentro di me, mi morde il collo e bestemmia dal piacere.
Non c’è fine. Restiamo abbracciati, sudati, tremanti. Mia mamma si stende sopra di me, mi bacia la bocca, mi passa la lingua sulle labbra, mi sorride ancora sporca, fiera di quello che siamo.
Sento di appartenere a questa stanza, a queste mani, a questi corpi che non si stancano mai di usarsi, di prendere, di dare. Sento che qui dentro niente è proibito, niente è troppo.
Li guardo, li voglio ancora, voglio sentirli entrambi dentro, voglio essere riempita e sfondata, voglio che non smettano, che mi usino di nuovo, insieme, senza pietà.
Mi alzo, le gambe ancora tremano, il corpo grondante di piacere e sudore. Mi metto in mezzo a loro, prendo le mani di entrambi, le porto sulle mie cosce, sulle mie tette, pretendo attenzione. Li guardo negli occhi, ordino:
«Voglio avervi dentro, tutti e due. Subito. Uno davanti e uno dietro. Riempitemi, voglio sentirmi squarciare.»
Non serve altro, si avventano su di me. Zio Franco mi bacia, mi spinge sul letto, mi allarga le cosce senza delicatezza. Walter mi prende le mani, le porta sopra la testa, le stringe forte mentre mi lecca il collo, mi morde le spalle, mi scivola giù con la bocca sul petto, i denti che affondano nei capezzoli, mi fa urlare.
Mi spalancano, Zio Franco che si inginocchia tra le mie gambe, il cazzo grosso, duro, che mi scava la figa già gonfia e bagnata. Mio fratello Walter mi si mette dietro, le dita che mi allargano il culo, la lingua che mi lecca fino a farmi fremere, poi la punta del suo cazzo che preme e spinge, decisa, senza pietà.
Mi arrendo, li voglio entrambi dentro. Sento Zio Franco che entra, il cazzo che mi divarica, mi sfonda, mi riempie. Walter mi prende il culo, spinge, forza l’ingresso, entra con un colpo che mi toglie il fiato. Mi sento piena, strapiena, squarciata, le mani che stringono le lenzuola, la testa che ruota, la voce che urla senza controllo.
«Sì, sì, così, scopatemi, voglio tutto, non fermatevi mai…»
I colpi si fanno più forti, più profondi. Zio Franco mi afferra le gambe, le tiene spalancate, mi scopa con violenza, la carne che sbatte contro la carne, il letto che scricchiola sotto il peso dei nostri corpi. Walter mi tiene ferma il bacino, mi sfonda il culo, mi entra sempre più in fondo, i suoi colpi che mi risuonano dentro la spina dorsale.
Vengo, vengo urlando, mi sento svanire, il piacere che mi fa perdere ogni contatto con il mondo. Loro non si fermano, mi usano ancora, mi ribaltano, mi prendono a turno, mi vogliono tutta, mi svuotano, mi riempiono, mi trattano da puttana, ed è quello che ho sempre desiderato.
Sento le loro mani ovunque, le loro voci che bestemmiano il piacere, i loro corpi che si mescolano al mio. Zio Franco mi riempie la figa, Walter mi scoppia nel culo, un’ondata calda che mi cola tra le gambe, mi macchia, mi sporca.
Cado sul letto, sfinita, la bocca piena di fiato, la pelle ancora bruciante.
Ma so che potrei ricominciare da capo. Non c’è fine, non c’è pace, solo voglia, solo fame.
E li voglio ancora.
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