Doppia coppia

di
genere
scambio di coppia

Trascino Osvaldo per il cazzo. La sua pelle tra le dita è calda, pulsante. Lo porto in salotto, lo sento tremare. Lo voglio spettatore e vittima. Appena la porta si apre, il tanfo del desiderio ci investe: Nora, la moglie di Osvaldo, è in ginocchio, col culo per aria e la bocca piena della carne di Giuliano. Succhia, mastica, sbava. Il cazzo di Giuliano scompare e riappare tra le sue labbra, umido, sporco della sua saliva. Nessuno si copre. Nessuno si vergogna. Nora gode, Giuliano gode, io rido dentro.

Osvaldo vorrebbe urlare, reagire, ma lo tengo stretto. Lo stringo ancora più forte, la sua erezione pulsa, lo costringo a guardare sua moglie ridotta a bocca e lingua, puttana e niente altro. La sua vita di uomo corretto si sbriciola davanti a me. Sento il cazzo che gli si affloscia e lo stringo ancora, più crudele.

— No, — gli sibilo, — questa scena ti deve far venire, non svenire.

Lo spingo più vicino, fino a fargli respirare l’odore di umori e sudore. Nora lo guarda, non chiede perdono: schiaffeggia il cazzo di Giuliano sulle labbra, lo inghiotte di nuovo, affamata, come una bestia lasciata a digiuno. Sento il sangue di Osvaldo riprendere ritmo nella mia mano: il suo disgusto non può nulla contro la fame che gli brucia dentro.

Ora so di avere il controllo. Io e Nora dominiamo la scena, schiacciamo i nostri uomini sotto il peso della nostra sfrontatezza. Chiedo spazio sul divano. Giuliano si sposta appena, Nora resta attaccata al suo cazzo come se respirasse da lì. Si accomoda sulle ginocchia di Giuliano, lancia a Osvaldo uno sguardo di sfida, gelido. Osvaldo è in balia della follia. Ma quando sente il primo mugolio di Nora, il cazzo di Giuliano tutto dentro, qualcosa in lui si spezza e si incendia: mi arriva addosso come un’ondata, lo sento di nuovo duro, lo sento mio.

Cagna. Puttana. Nora non è più sua moglie, è solo una femmina affamata di cazzo. E questo pensiero lo eccita e lo schiaccia. Sento la sua resa, smette di combattere. Ora accetta: se Giuliano si prende sua moglie, io prendo lui. Nessuno guarderà. Nessuno giudicherà. La vergogna resta chiusa qui, tra sudore e carne.

La voce di Giuliano è bassa, taglia la stanza:

— Rilassati, goditi lo spettacolo.

Osvaldo non ha mai scopato un’altra donna da quando sta con Nora. Ora sono io sopra di lui. Lo sento tremare, il suo cazzo si fa strada dentro la mia figa, sento la pelle scivolosa, pronta. Mi abbasso su di lui, lo prendo tutto, non lascio niente fuori. Un gemito mi taglia in due. Lui guarda Giuliano, lo vede eccitato, forse per la prima volta capisce che sotto il vestito da impiegato c’è un animale.

Mi muovo senza ritegno. Sbatto il bacino, affondo, ansimo, sento la mia figa schioccare. Osvaldo non riesce a guardare Nora, ma i suoi gemiti riempiono la stanza, lo costringono a sentire.

Lo voglio provocare, lo voglio oltre il limite.

— Senti che caldo? Non trattenerti. Non è tradimento se tua moglie ci guarda. Guarda là, Giuliano si mangia la tua. Goditi tutto.

Lui stringe le mie cosce, mi scava le unghie nella pelle. Gemo più forte. Alla fine, trova il coraggio di guardare: vede Nora cavalcare Giuliano, scopata come una troia felice, senza più niente di pudico. Sento la rabbia di Osvaldo sciogliersi nel desiderio.

Nora viene, le gambe tremano, le urla tagliano la stanza, il cazzo di Giuliano affonda in quella figa aperta e lei gode senza limiti. Sorridono, lei e Osvaldo. La complicità è una ferita che li unisce.

Mi riprendo la scena. Gemiti, ordine, possesso:

— Delizioso. Bello vedere un orgasmo. Ma ora tocca a me.

Quando Nora si riprende, la fisso, le chiedo permesso con gli occhi, poi mi arrampico su Giuliano. Lo prendo dentro, affondo piano, poi più forte, la schiena mi si tende dall’eccitazione.

— Osvaldo, vieni dietro… Voglio entrambi, adesso.

Nora sorride a Osvaldo:

— Dai, coglione, si vede che ti scoppia la voglia. Vai…

Lui mi penetra piano, la mano stretta sui miei fianchi, la sua foga mi strappa un urlo. Giuliano alza lo sguardo, mi chiama sua moglie viziosa, mi adora.

Mi sento piena, infilzata, invasa, io sono il punto dove tutto si unisce. Mi giro verso Nora, sono fuori di me:

— Amica mia… Non immagini che sensazione. Riempita fino all’orlo… E Giuliano lo sa, quanto mi piace.

Osvaldo mi spinge più forte, Giuliano risponde, io perdo ogni controllo.

— Sì, così… Non fermatevi… Uno davanti, uno dietro… Sto per venire… Giuliano, godrò…

Crollo sul petto di Giuliano, trafitta dal piacere, ancora Osvaldo che mi scava dietro. Vedo Nora, i seni stretti, le labbra strappate dai morsi. Quando mi svuoto, Nora reclama il suo turno:

— Voglio anch’io…

Credevo di aver visto tutto. Invece è Nora a comandare: spinge Osvaldo a sdraiarsi, lo monta, lo fissa negli occhi col fuoco addosso, poi chiama Giuliano:

— Vieni, Giuliano… Voglio provare anche così… Vi voglio entrambi… Ma piano. Con mio marito non ho mai preso il cazzo nel culo.

Guardo Giuliano che la prepara. La lingua, la saliva, le dita. Osvaldo sotto la bacia, le mani le stringono il viso. Giuliano preme la punta, entra piano nel buco vergine, Nora si apre, si lascia andare. Osvaldo le succhia i capezzoli, la spinge su. Giuliano si muove lento, Osvaldo sale di ritmo, Nora accoglie entrambi, abbandonata, offerta.

Quando Osvaldo la tira a sé, le bacia i capezzoli, la vedo venire di nuovo. L’urlo, la pelle madida, la mia amica dissolta nel piacere, animale e santa insieme.
scritto il
2025-12-21
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