Io e la mia "amica" schifosa

di
genere
feticismo

E' una bella serata per dare sfogo alle nostre perversioni.
Mi sono preparata bene, sono perfetta come una bellissima femmina, nonostante il mio cazzo; ho curato il mio corpo privandolo di ogni pelo e sulla mia morbida e bianca carne ho posto uno stupendo ed elegante qipao che mi fà sentire tanto femmina.
Vestita solamente di quell'indumento; scalza con i piedi elegantemente ornati da cavigliere, anelini e smalto nero, salgo in macchina per prendere la mia "amica" di giochi
Lei si fà chiamare Manuela, ma in realtà si chiama Giorgio; ed è un frocio depravato quanto e più di me.
Quando quella merda sale in macchina in un discutibile vestitino rosa, esamino la sua rasatura; non sopporto i peli.
E' sufficientemente liscio; bene!
Gli chiedo se si è depilato a sufficienza, lui mi dice di sì.
Io passo la mano tra le sue gambe, sotto il vestitino da frocia che ha indossato.
Le sue gambe sono lisce, arrivo al suo cazzo ed alle sue palle; quella frocia di merda geme di piacere mentre passo la mia mano sui suoi genitali; ma anche quell'area è liscia e morbida.
Esamino il petto niente peli neanchè lì; quel frocio si eccitta ulteriormente mentre gli esamino le tettine e provocariamente gli strizzo i capezzoli per farlo gemere di eccittazione ancora di più.
Lui comincia a maneggiarsi il cazzo; lo lascio fare; mentre lui ansima dando piacere al suo organo gli dico che è pronto per la nostra serata.
Lo bacio!
Lui lascivo continua a masturbarsi.
Avviò la macchina; partiamo.
La nostra meta è un posto frequentato da froci, trans e puttane; dopo una nottata di lavoro quelle persone abbandonano per terra ogni genere di oggetti disgutosi.
Preservativi pieni di sborra, fazzolletti pieni di sborra, talora di merda.
E' il nostro tesoro; il materiale che ci fà eccitare.
Alla fine della notte, quando quelle attività sono di fatto terminate, ed il sole comincia ad emergere ad oriente, rimangono sul terreno quegli osceni residui che stimolano i nostri sensi depravati.

Arrivate in quello che per noi è un paradiso scendiamo di macchina.
Scaravento a terra Manuela che sebbene si sia masturbata per tutto il percorso non è ancora arrivata.
Le sputo in faccia.
Le impongo di spogliarsi del suo ridicolo vestitino rosa; e poi una volta nuda la prendo a calci finchè non vedo il suo cazzo arrapato ammosciarsi.
Mi sento potentemente femmina e piena della sicurezza che mi dà il mio elegante, splendido qipao; una terribile,furiosa, padrona cinese.
Come mi eccittò a sentirmi così.
Manuela intimidita dalla mia irruente possenza, subisce i miei calci con una evidente espressione di piacere negli occhi.
Quella maiala gode per come la sto trattando male.
La obbligo di mettersi a quattro zampe e poi le piscio addosso.
Manuela geme di piacere mentre sente scorrere il mio liquido caldo scorrere sul suo corpo.
Ansima ed abbaia come una cagnetta quando le chiedose le piace.
Poi, terminata la piscita, le dò due o tre calci nei coglioni, facendola contorcere per il dolore.
Quando quella merda si riprende per il dolore, le dò un paio di calci per avviarla verso il "Viale della merda".
Sono estremamente eccittata a condurre quella frocia verso il suo destino depravato, e poi perchè no, condividerlo con lei.
La bestiola lentamente si avvià a quattro zampe
Nella semiluce dell'alba incontriamo molti fazzolletti sporchi di sperma.
Io li calpesto con i miei piedi scalzi, fino a ridurli ad una massa informe con la fanghiglia del terreno.
Poi obbligo la bestiolina ad ingoiarli; lei lo fà sorridendo per la contentezza.
Continuaimo la nostra passegiata; incontriamo dei preservativi usati pieni d sborra.
Li raccanto e li svuoto nella bocca della mia cagnolina.
Lo faccio delicatamente centillanando ogni goccia.
Lei mi guarda con occhi di ammirazione mentre la umilio così, e si masturba per il degrado che subisce.
I preservativi vuoti glieli infilo nel culo.
Ad un certo punto mi sembra di sentirla piangere, gemere con un tono particolare.
Mi sembra di avvertire qualcosa di insolito, le chiedo se c'è qualcosa che non và.
La frocia mi risponde che ha un momento di debolezza; di stanchezza.
Comprendo che è necessario farle comprendere la sua condizione, ovvero ciò che per sua natura è destinata, e pertanto le dò la lezione necessaria e comincio a prenderla a calci e pugni.
Dopo tanti lamenti e pianti lei supera il suo momento di debolezza.

Il sole è oramai alto; Manuela giace ai miei piedi letteralmente.
Le impongo il mio piede destro sul suo corpo nudo e sporco.
Mi sento possente; imponente mentre il sole giallo e rosa dell'alba mi illumna come una dea.
Il mio cazzo è ferocemente eretto; mi sembra quasi di sprecare quella splendida erezione per Manuela; ma alla fine mi risolvo ad incularla.
E selvaggiamente penetro quella bestia, che gode prima di me; ma io continuo finchè non gli sborro nel culo come una fontana.











Esclamo che



scritto il
2025-11-14
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