Il mio successo come bonus al sexy shop

di
genere
dominazione

Il cliente mi sta inculando brutalmente nel camerino accanto alla cassa.
Noto che la cassiera volge lo sguardo verso di me e si eccita; si tocca; evidentemente eccitata.
Sono dubbiosa se è più eccitata per vedermi sottometere a quella maniera o se le piace di più pensando di essere al mio posto.
E' una curiosità molto forte che vorrei appoffondire con Rossana la cassiera; intanto il cliente finisce arriva al suo piacere e mi arriva dentro, riempiendo il mio culo della sua sborra.
Quando quello esce non ho tempo libero pechè una coppia che ha speso abbastanza per meritarsi il bonus entra nello stanzino, pronta ad approffitare del benefit offerto dal sexy shop.
Il tizio si cla i pantaloni mostrandomi il suo cazzo; poi mi dice che era la prima volta che provava a farsi succhiare il cazzo da un maschio.
Io agguantai in bocca quell'organo orgogliosa di farli uno stupendo pompino che lo avrebbe fatto ricredere sui suoi dubbi.
Mentre lo spompinavo delicatamente, e mentre quel cazzo si espandeva nella mia bocca, osservavo la sua donna che con uno sguardo incerto tra il geloso ed il curioso, giudicava le mie capacità di pompinara.
Feci uno splendido lavoro facendo godere il cliente in maniera mastodontica; mi riempì la bocca di una quantità enorme di sborra calda e densa.
Mentre ingoiavo quella quantità enorme di sperma osservavo lo sguardo arrabbiato della sua donna, che senz'altro mi avrebbe voluto uccidere per la gelosia.
Lui si ricompose; mi disse che avevo una bella bocca e che ci sapevo fare e che sarebbe ritornato.
Poi la donna tutta irritata gli disse qualcosa all'orecchio e se ne andarono.
Rimasta sola mi accorsi che alla cassa non c'era più nessuno ed uscii dal camerino per coricarmi sul divanetto dietro alla cassa.
Speravo di fare due chiacchiere con Rossana; ma arrivvò una cliente che aveva fatto un buon acquisto e che voleva provare gli articoli su di me.
Rossana con un grande sorriso le disse che poteva utilizzare il bonus del negozio e la invitò a recarsi nel camerino insieme a me.
La donna che mi disse di chiamarsi Irene e che affermò di essere una sadica voleva provare alcuni degli articoli che aveva comprato.
Io le risposi che poteva fare ciò che voleva; aveva ottenuto il bonus!
Scartò una scatoletta con dei particolari morsetti per capezzoli.
Erano dei cerchi di acciaio con delle viti a punta.
Me le applico ai capezzoli e poi cominciò a stingere le viti; il dolore fù terribile e cominciai a gemere.
Le molto tecnicamente mi chiese quanunto soffrissi; come se i miei lamenti non fosssero sufficienti a chiarirle l'efficenza di quegli ordigni.
Continuò a massacrarmi i capezzoli continuando a chiedermi delle mie sensazioni; devo dire che mi piaceva quella collaborazione.
Io gli manifestavo il dolore che subivo e lei insistiva per farmi soffrire di più chiedendomi ciò che provavo.
Arrivai a piangere per il dolore; lei si sentii sodddisffatta per quegli arnesi che aveva comprato.
Poi volle provare un nuovo oggetto, scartò un dildo molto grosso e dotato di asperità ed umboni sulla superficie; aprì anche un altro scchettino che conteneva una sostanza irritante con cui ricoprì il dildo.
Poi senza tanta garzia me lo infilò nel culo.
Urlai per il dolore.
Girando lo sguardo disperata per la sofferenza, vidi Rossana che mi osservava mentre serviva dei clienti e gli spiegava chele mie urla erano dovute ad una cliente che stava utilizzando il bonus.
Soffrì come una bestia mentre quella sadica agitava con cattiveria il dildo nel mio culo.
Mi resi conto che si era tolta i fuseaux e si masturbava mentre mi faceva soffrire.
Ero contenta di provocarle del piacere con la mia sofferenza.
Poi arrivò diverse volte.
Calmata mi tolse i speciali morsetti dai capezzoli, ed il dildo dal culo.
Me lo fece pulire dalla merda che lo ricopriva con la la bocca.
Poi mise tutto in una borsa e si allontanò velocemente senza nemmeno sentire il saluto di Rossana.
Io esausta mi ributtai sul divanetto dietro alla cassa; non c'erano clienti in quel momento e finalmente riuscì ad avere un dialogo con Rossana.
Eccitata per i capezzoli ed il culo in fiamme mi masturbavo oscenamente sotto lo sguardo di Rossana.
Lei mi consigliò di andare in bagno a masturbarmi per non sporcare la cassa che avrebbe dovuto ripulire
Io me ne fregai e dicendogli che ero troppo eccitata, non potevo andare in bagno e che stavo per venire.
Lei un pò per piacere un po per evitare di sporcare con la mia sborra l'ambiete, si chinò verso il mio cazzo ed accolse nella mia bocca la mia sborra.
In quel momento di stanca per la mancanza di clienti le chiesi cosa pensava di me; le dissi che l'avevo notata toccarsi mentre venivo stuprata dai clienti.
Lei arossì e rimase in silenzio per qualche istante ovviamente incerta su cosa rispondermi.
Poi con fare incerto cominciò a dirmi che provava una controversa attrazione per la mia attività; da una parte le piaceva come venivo trattata, da un certo punto le facevo pena.
Non sapeva decidersi.
Io le dissi che la avevo vista toccarsi mentre venivo seviziata.
Lei vergognosamente ammise che lo aveva fatto e che non capiva se le piaceva di più la mia sottommisione o pensare di essere al mio posto.
La discussione fù interrotta da un cliente che avendo pagato la cifra sufficiente meritava il bonus.
Rossana con il sorriso ampio di una ottima cassiera disse al cliente di accomodarsi nel camerino, dove avrebbe trovato il suo bonus.
Io mi alzai dal divanetto e raggiunsi il cliente nel camerino; quello si tiro va i pantaloni e le mutande.
Cominciai a masturarlo per far ingrossare il suo cazzo.
Mentre esercitavo il mio dovere di bonus osservavo Rossana alla cassa che mi osservava con uno sguardo commisto tra compassione e desiderio.
Quando il tizio fu abbastanza duro mi inculò bestialmente.
Guardando verso la cassa, mentre venivo inculata bestialmente, vidi Rossana che serviva altri clienti riservandomi di tanto in tanto qualche sguardo.
Il tizio ebbe la soddisfazione nel mio culo mentre guardavo Rossana che mi osservava toccandosi.
Uscito il cliente era arrivato l'orario di chiusura; la padrona del negozio chiuse le porte e mi mise il guinzaglio al collo per portarmi al mio giaciglio.
Rossana fermò la padrona e le chiese di poter avere del tempo per interloquire con me.
La padrona rimase stupita dalla richiesta di Rossana.
Poi gentilmente le diede il guinzaglio a cui ero legata e le disse di portarmi fuori a pisciare e cagare, ma poi subito dopo di riportarmi a casa.
Rossanna prese il guinzaglio e mi portò fuori nel cortile del negozio; io al guinzaglio di Rossana potei pisciare, e scaricare per terra la sborra che mi aveva riempito il culo.
Mentre io eseguivo quelle oscene incombenze; Rossana mi dsse che cominciava ad avere dei sentimenti particolari verso di me.
Io mi sentii entusiasmato da quel discorso, e di essere al centro dei sentimenti di qualcuna.
Ma risposi che ero di proprietà della padrona e che Rossana avrebbe dovuto chiedere a lei per qualunque mio utilizzo.
Rossana rimase entusiasmata dalla mia fedeltà ma era sicura che sarebbe riuscita a riscattarmi dalla mia schiavitù.
Intanto eccitatta dalla situazione si tolse i pantaloni e chiese di prenderla.
Abbandonò il guinzaglio che mi costringeva; ed io eccitata la presi.
Presi la sua figa e la asseccondai nel suo godimento mentre la penetravo.
La feci godere più volte rallentando il mio godimento.

Soddisfatti tuttti e due, Rossana mi riportò alla mia cella; prima di chiudere la porta mi inviò un bacio con la mano.
Poi chiusa la porta mi ritrovai all'oscuro per riposare per una succesiva giornata di sottomissione.










scritto il
2025-12-17
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