Voglio essere la protagonista di un teatro sadomaso;il curriculum, la prova.
di
Maktero
genere
sadomaso
Dopo aver assistito allo spettacolo teatrale in stile bdsm che mi ha tanto entusiasmata ed eccitata; sono stata tormentata per giorni da quanto avevo assistito.
Mi ero eccitata ad assistere, ma giorno dopo giorno mi eccitavo sempre di più a pensare di essere una protagonista.
L'idea di essere torturata su un palco mentre dei depravati come me si eccitavano e si masturbavano assistendo alle mie sofferenze mi entusiasmava.
Passai molti giorni di incertezza, sapendo che non sarebbe stato facile calcare quel palco del dolore; ma ora dopo ora, giorno dopo giorno, mi convinsi.
Contattai l'organizzatore teatrale per un incontro.
Lui mi rispose molto gentilmente e sorpredentemente mi diede un appuntamento.
Temevo che non mi avrebbe risposto e se risposto non mi avrebbe invitata.
Invece il mio sogno di attrice teatrale bdsm stava prendendo forma; o perlomeno questo avveniva nella mia mente.
Passai i pochi giorni mancanti all'appuntamento facendomi un mucchio di fantasie e tormendandomi la mente con dubbi.
Sarei stata all'altezza di quanto richiesto da quel palco di depravati?
Il mio corpo sarebbe stato in grado di sopportare quanto necessario per realizzare uno spettacolo entusiasmante, oppure avrei fatto "fiasco".
Mi tormentai per giorni finchè arrivò il giorno della verità.
Puntualissima mi presentai il 14 settembre alle 8;30 davanti alla casa del produttore teatrale.
Mi accolse una tizia, completamente nuda, mi chiese il nome verificando che ero attesa.
Entrammo ma nell'atrio della casa la tizia, che mi dise di chiamarsi Letizia, con fare indifferente mi chiese di spogliarmi.
Si spiegò dicendo che nella casa del padrone, nessun schiavo o schiava, attivo od aspirante poteva entrare vestito.
Questa filosofia mi piaceva e si acordava con i miei desideri; mi piaceva mostrarmi nuda in varie situazioni.
Dopo che mi ero spogliata Letizia mi accompagnò in un salotto raccondamandosi di camminare a quattro zampe.
Entrate nel salotto vidi il produttore ed una donna, vestiti con abiti orientali.
Lui suonava una chitarra e lei melodiava delle canzoncine sul ritmo della chitarra.
Letizia mi impose di inginocchiarmi al centro de salotto e poi le fece lo stesso ponendosi accanto a me.
Il produttore mentre suonava cominciò ad osservarmi con attenzione.
Senzaltro notava e valutava i segni sul mio corpo; le striature delle frustate, gli ematomi.
Mentre mi studiava continuava a squadrarmi con attenzione.
Poi smise di suonare e mise da parte la chitarra.
Dopo qualche istante si rivolse a me dicendomi che cosa mi aveva porta lì.
Io gli risposi esponendo sinceramente tutto il mio animo e le tribolazioni mentali che mi avevano portato lì opo aver visto il suo ultimo spettacolo.
Lui continuando a squadrarmi mi chiese se ero una vera masochista e su quanto fossi intenzionata a diventare una protagonista del suo spettacolo.
Io confermai che ero veramente convinta della mia decisione e che sarei stata veramente contenta di essere la protagonista di un suo spettacolo.
Ero ansimante, paurosa di un suo rifiuto.
Lui sempre sotto il suo sguardo investigtivo mi chiese delle mie esperienze; io gli risposi che i segni sul mio corpo parlavano per me.
Lui annuì.
Mi chiese a quale altre pratiche ero stata soggetta e a quali ero disponibile; mi propose bruciature, scorticature, spezzature delle ossa, io entusiasta risposi di sì a tutte le sue proposte.
Poi dopo un lungo silenzio mi disse che mi avrebbe messo alla prova per verificare di aver per davvero un buon attore masochista che avrebbe fatto buona figura in un suo spettacolo.
Aggiunse che se avessi superato la prova la mia partecipazione ad no spettacolo sarebbe stata presa in considerazione.
Io lo ringrazai sentitamente, promettendoli che ero veramente intenzionata a sopportare qualunque cosa pur di essere protagonista di un suo spettacoolo.
Lui si mostrò contento del mio entusiasmo e disse a Letizia di portarmi di sotto per sottopormi ad una prova delle mie intenzioni.
Ero fibrillante per poter essere stata accettata per la prova; sorridevo comeuna scema mentre Letizia mi portava nel sottoscala.
Era un posto buio e sporco, notai che c'erano delle celle minute da dove venivano dei gemiti, senzaltro degli schiavi imprigionati.
Arrivammo al fondo del corridoio; sul pavimento, lercio pieno di fanghiglia e sporcizia c'era della ghiaia in cui Letizia mi invitò ad affondare i miei piedi scalzi.
Che piacevole dolore per una masochista e feticista dei piedi come me affondare i piedi in una massa marcia di ghiaia.
Ero eccittatissima il mio cazzo era allo spasimo, per la situazione in cui mi trovavo, per la prova che avrei dovuto affrontare e per quanto volevo dimostrare sulla mia natura masochistca.
Letizia apprezzo la mia erezione dicendomi che il mio cazzo eretto sarebbe stato punito per primo.
Poi lei agguantò le mie braccia e le attaccò a delle catene pendenti dal sofitto.
Dicendomi che mi avrebbe fatto gustare il gusto della frusta.
Cominciò a massacrare il mio cazzo eretto con un frustino sottile; i colpi su lcazzo arrapato erano veramente dolorosi.
Urlavo come una bestia; il dolore sul cazzo eretto è terribile;molto di più che sul cazzo moscio.
Urlavo e piangevo, lacrimando, per il dolore.
Letizia, fù molto profossionale masscrandomi il cazzo per verificare a mia resistenza al dolore.
Poi dopo avermi ridotto il cazzo ad un aggeggio sanguinolento; si fermò un attimo osservando la situazione e complimentandosi con me per il dolore che avevo subito senza implorare troppa pietà.
A tutti gli effetti seppur intontita dal dolore tremendo non mi sembrava di avergli implorato pietà.
Mi venne il dubbio che Letizia volesse barare sul mio esame facendomi sembrare una debole.
Ma ero troppo intontita per ragionare razionalmente; soprattutti quando cominciarono ad arrivare lefrustate sulla schiena e sul culo.
Letizia colpiva duro ed io mi contorcevosotto i suoi colpi.
Era veramente brava sapeva donarmi del vero dolore, massacrando la mia povera carne.
Urlai e piansi disperatamente subendo quella tempesta di colpi violenti e selvaggi.
Oramai roca per le urla e quasi semi inconscente Letizia terminò di tormentarmi.
Mi sciolse da legami e mi spinse verso uno dei loculi che avevo individuato prima.
Era uno spazio di non più di sessanta centimetri per sessanta per altri sessanta.
Venni spinto aforza dentro quello stretto spazio.
Mentre Letizia mi diceva che avrebbe sottoposto al padrone, rgista, il risultato del mio esame.
Io soffrendo come una bestia, fremendo per il dolore delle frustate mi trovai rinchiusa in quell'ambito ristretto che scortiva la carne del mio corpo.
Vomitai aggiungendo sporcizia a quel pavimento gia pieno di resti di vomito, feci e piscio.
Mi trovai a gemere come gli altri che sentivo a me.
Mentre soffrivo in quella situazione mi auguravo solamente di aver superato la prova e che Letizia mi avesse approvata per lo spettacolo.
Mi ero eccitata ad assistere, ma giorno dopo giorno mi eccitavo sempre di più a pensare di essere una protagonista.
L'idea di essere torturata su un palco mentre dei depravati come me si eccitavano e si masturbavano assistendo alle mie sofferenze mi entusiasmava.
Passai molti giorni di incertezza, sapendo che non sarebbe stato facile calcare quel palco del dolore; ma ora dopo ora, giorno dopo giorno, mi convinsi.
Contattai l'organizzatore teatrale per un incontro.
Lui mi rispose molto gentilmente e sorpredentemente mi diede un appuntamento.
Temevo che non mi avrebbe risposto e se risposto non mi avrebbe invitata.
Invece il mio sogno di attrice teatrale bdsm stava prendendo forma; o perlomeno questo avveniva nella mia mente.
Passai i pochi giorni mancanti all'appuntamento facendomi un mucchio di fantasie e tormendandomi la mente con dubbi.
Sarei stata all'altezza di quanto richiesto da quel palco di depravati?
Il mio corpo sarebbe stato in grado di sopportare quanto necessario per realizzare uno spettacolo entusiasmante, oppure avrei fatto "fiasco".
Mi tormentai per giorni finchè arrivò il giorno della verità.
Puntualissima mi presentai il 14 settembre alle 8;30 davanti alla casa del produttore teatrale.
Mi accolse una tizia, completamente nuda, mi chiese il nome verificando che ero attesa.
Entrammo ma nell'atrio della casa la tizia, che mi dise di chiamarsi Letizia, con fare indifferente mi chiese di spogliarmi.
Si spiegò dicendo che nella casa del padrone, nessun schiavo o schiava, attivo od aspirante poteva entrare vestito.
Questa filosofia mi piaceva e si acordava con i miei desideri; mi piaceva mostrarmi nuda in varie situazioni.
Dopo che mi ero spogliata Letizia mi accompagnò in un salotto raccondamandosi di camminare a quattro zampe.
Entrate nel salotto vidi il produttore ed una donna, vestiti con abiti orientali.
Lui suonava una chitarra e lei melodiava delle canzoncine sul ritmo della chitarra.
Letizia mi impose di inginocchiarmi al centro de salotto e poi le fece lo stesso ponendosi accanto a me.
Il produttore mentre suonava cominciò ad osservarmi con attenzione.
Senzaltro notava e valutava i segni sul mio corpo; le striature delle frustate, gli ematomi.
Mentre mi studiava continuava a squadrarmi con attenzione.
Poi smise di suonare e mise da parte la chitarra.
Dopo qualche istante si rivolse a me dicendomi che cosa mi aveva porta lì.
Io gli risposi esponendo sinceramente tutto il mio animo e le tribolazioni mentali che mi avevano portato lì opo aver visto il suo ultimo spettacolo.
Lui continuando a squadrarmi mi chiese se ero una vera masochista e su quanto fossi intenzionata a diventare una protagonista del suo spettacolo.
Io confermai che ero veramente convinta della mia decisione e che sarei stata veramente contenta di essere la protagonista di un suo spettacolo.
Ero ansimante, paurosa di un suo rifiuto.
Lui sempre sotto il suo sguardo investigtivo mi chiese delle mie esperienze; io gli risposi che i segni sul mio corpo parlavano per me.
Lui annuì.
Mi chiese a quale altre pratiche ero stata soggetta e a quali ero disponibile; mi propose bruciature, scorticature, spezzature delle ossa, io entusiasta risposi di sì a tutte le sue proposte.
Poi dopo un lungo silenzio mi disse che mi avrebbe messo alla prova per verificare di aver per davvero un buon attore masochista che avrebbe fatto buona figura in un suo spettacolo.
Aggiunse che se avessi superato la prova la mia partecipazione ad no spettacolo sarebbe stata presa in considerazione.
Io lo ringrazai sentitamente, promettendoli che ero veramente intenzionata a sopportare qualunque cosa pur di essere protagonista di un suo spettacoolo.
Lui si mostrò contento del mio entusiasmo e disse a Letizia di portarmi di sotto per sottopormi ad una prova delle mie intenzioni.
Ero fibrillante per poter essere stata accettata per la prova; sorridevo comeuna scema mentre Letizia mi portava nel sottoscala.
Era un posto buio e sporco, notai che c'erano delle celle minute da dove venivano dei gemiti, senzaltro degli schiavi imprigionati.
Arrivammo al fondo del corridoio; sul pavimento, lercio pieno di fanghiglia e sporcizia c'era della ghiaia in cui Letizia mi invitò ad affondare i miei piedi scalzi.
Che piacevole dolore per una masochista e feticista dei piedi come me affondare i piedi in una massa marcia di ghiaia.
Ero eccittatissima il mio cazzo era allo spasimo, per la situazione in cui mi trovavo, per la prova che avrei dovuto affrontare e per quanto volevo dimostrare sulla mia natura masochistca.
Letizia apprezzo la mia erezione dicendomi che il mio cazzo eretto sarebbe stato punito per primo.
Poi lei agguantò le mie braccia e le attaccò a delle catene pendenti dal sofitto.
Dicendomi che mi avrebbe fatto gustare il gusto della frusta.
Cominciò a massacrare il mio cazzo eretto con un frustino sottile; i colpi su lcazzo arrapato erano veramente dolorosi.
Urlavo come una bestia; il dolore sul cazzo eretto è terribile;molto di più che sul cazzo moscio.
Urlavo e piangevo, lacrimando, per il dolore.
Letizia, fù molto profossionale masscrandomi il cazzo per verificare a mia resistenza al dolore.
Poi dopo avermi ridotto il cazzo ad un aggeggio sanguinolento; si fermò un attimo osservando la situazione e complimentandosi con me per il dolore che avevo subito senza implorare troppa pietà.
A tutti gli effetti seppur intontita dal dolore tremendo non mi sembrava di avergli implorato pietà.
Mi venne il dubbio che Letizia volesse barare sul mio esame facendomi sembrare una debole.
Ma ero troppo intontita per ragionare razionalmente; soprattutti quando cominciarono ad arrivare lefrustate sulla schiena e sul culo.
Letizia colpiva duro ed io mi contorcevosotto i suoi colpi.
Era veramente brava sapeva donarmi del vero dolore, massacrando la mia povera carne.
Urlai e piansi disperatamente subendo quella tempesta di colpi violenti e selvaggi.
Oramai roca per le urla e quasi semi inconscente Letizia terminò di tormentarmi.
Mi sciolse da legami e mi spinse verso uno dei loculi che avevo individuato prima.
Era uno spazio di non più di sessanta centimetri per sessanta per altri sessanta.
Venni spinto aforza dentro quello stretto spazio.
Mentre Letizia mi diceva che avrebbe sottoposto al padrone, rgista, il risultato del mio esame.
Io soffrendo come una bestia, fremendo per il dolore delle frustate mi trovai rinchiusa in quell'ambito ristretto che scortiva la carne del mio corpo.
Vomitai aggiungendo sporcizia a quel pavimento gia pieno di resti di vomito, feci e piscio.
Mi trovai a gemere come gli altri che sentivo a me.
Mentre soffrivo in quella situazione mi auguravo solamente di aver superato la prova e che Letizia mi avesse approvata per lo spettacolo.
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