Mia cognata
di
Angelo B
genere
tradimenti
Una cucina avvolta da luce e segreti
proibiti: Angelo e Gis cedono a desideri
irrefrenabili in un gioco di dominazione e
passione segreta che cambia tutto.
La cucina era immersa in una luce calda e soffusa, filtrata attraverso le tende di lino che ondeggiavano
leggermente per via della brezza estiva. Angelo, sessantenne ma ancora vigoroso, era seduto su uno sgabello
vicino al bancone, le mani intrecciate intorno a una tazza di caffè ormai tiepido. Il suo sguardo era perso nel
vuoto, ma i suoi pensieri erano tutt’altro che tranquilli. Gis, sua cognata di 45 anni, era lì con lui, il suo corpo
sinuoso e la pelle ambrata che sembravano emanare un’aura di desiderio repressa. Il marito di lei, ignaro di tutto,
era in giardino, intento a potare le siepi, lasciando i due soli in quella cucina che improvvisamente sembrava
troppo piccola per contenere la tensione sessuale che si stava accumulando.
Gis si muoveva con grazia, i suoi passi leggeri sul pavimento di piastrelle. Indossava un abito estivo leggero, che
aderiva perfettamente alle sue curve, mettendo in risalto il suo seno sodo e i fianchi generosi. I suoi occhi scuri
brillavano di un’intensità che Angelo non poteva ignorare. Si avvicinò a lui, il suo profumo floreale che lo avvolse
come una promessa silenziosa. “Angelo,” mormorò, la sua voce roca e seducente, “sei così distante. Non pensi
che sia ora di rilassarsi un po’?”
Angelo la guardò, i suoi occhi azzurri che si posarono su di lei con un misto di desiderio e cautela. Sapeva che
quello era un gioco pericoloso, ma Gis era una tentazione a cui non riusciva a resistere. “Rilassarsi?” rispose, la
sua voce profonda e leggermente rauca. “Con te vicino, Gis, è difficile pensare a qualcos’altro.”
Lei sorrise, un sorriso malizioso che gli accese un fuoco nello stomaco. Senza dire una parola, si inginocchiò
davanti a lui, le sue mani esperte che si mossero con rapidità per slacciare i pantaloni di Angelo. Il cuore di lui
accelerò, il sangue che gli affluì al basso ventre mentre i suoi occhi si abbassarono a guardare la scena che si
stava svolgendo. Gis estrasse il suo cazzo, già duro e pulsante, e lo guardò con occhi pieni di desiderio. “Sei
sempre pronto per me, vero, Angelo?” sussurrò, la sua voce che era un misto di sfida e promessa.
Non rispose. Non c’era bisogno di parole. Gis si chinò in avanti, la sua bocca calda e umida che avvolse il suo
cazzo con una avidità che lo fece gemere. La sua lingua era abile, leccando e succhiando con una passione che lo
fece sentire come se stesse per esplodere. Le sue mani si affondarono nei suoi capelli scuri, guidando il suo viso
avanti e indietro mentre lei lo ingoiava fino in fondo, la sua gola che si stringeva intorno a lui in un ritmo che lo
portava sull’orlo dell’orgasmo.
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Il pompino di Gis era infinito, la sua bocca una prigione di piacere da cui Angelo non voleva liberarsi. I suoi gemiti
riempivano la cucina, il suono della sua voce che si mescolava al respiro affannoso di lei. “Gis… sei una troia
incredibile,” ansimò, le sue dita che si strinsero nei suoi capelli mentre lei continuava a succhiare, a leccare, a
torturarlo con il suo talento.
Ma Gis non era soddisfatta. Dopo averlo portato sull’orlo, si alzò, il suo corpo che si muoveva con una grazia
felina. La sua figa era gonfia e bagnata, le sue labbra socchiuse mentre lo guardava con occhi pieni di desiderio.
“Non è abbastanza, Angelo,” sussurrò, la sua voce che era una promessa di piacere ancora più intenso. “Voglio
di più.”
Si appoggiò al tavolo della cucina, il suo culo sodo e invitante che si offriva a lui come un dono. Angelo non riuscì
a resistere. Si alzò, i suoi passi decisi mentre si posizionava dietro di lei. Le sue mani afferrarono i suoi fianchi, le
sue dita che si strinsero nella carne morbida mentre si preparava a prenderla. “Sei pronta, Gis?” chiese, la sua
voce che era un misto di avvertimento e promessa.
“Sì,” ansimò lei, il suo corpo che tremava di anticipazione. “Scopami, Angelo. Fammi sentire il tuo cazzo dentro
di me.”
Non ci furono altre parole. Angelo la penetrò con un colpo profondo, il suo cazzo che scivolò nella sua figa
stretta e calda come se fosse stato fatto per lei. Gis gemette, il suo corpo che si arcuò all’indietro mentre lui
iniziava a pomparla con forza, i suoi colpi ritmici che la facevano urlare di piacere. La cucina era riempita dai
suoni dei loro gemiti, il legno del tavolo che scricchiolava sotto il peso dei loro corpi.
Gis era una troia insaziabile, la sua figa che si stringeva intorno al suo cazzo come se volesse trattenerlo per
sempre. E poi, improvvisamente, il suo corpo si contrasse, i suoi muscoli che si tesero mentre un getto potente
schizzava sul pavimento della cucina. Era il suo primo squirt, un’esplosione di piacere che la fece urlare il suo
nome mentre Angelo continuava a scoparla senza sosta.
Ma non era finita. Angelo la girò, spingendola contro il tavolo, il suo culo invitante che si offriva a lui come una
sfida. “Ora è il turno del tuo culo, Gis,” sussurrò, la sua voce che era un misto di desiderio e dominazione.
Lei annuì, il suo respiro affannoso mentre lui si posizionava dietro di lei. Il suo cazzo scivolò nel suo buco stretto,
la resistenza iniziale che cedette alla sua forza mentre la penetrava con violenza. Gis gemette, il suo corpo che
tremava mentre lui la scopava con una ferocia che la fece sentire viva come mai prima.
E poi, di nuovo, il suo corpo si contrasse, un secondo squirt che esplose mentre il suo culo veniva preso con
forza. Il suo corpo tremava, i suoi gemiti che si mescolavano ai suoi mentre la cucina diventava il teatro di un
piacere che sembrava non avere fine.
Alla fine, Angelo la riempì, il suo cum caldo che esplose dentro di lei mentre Gis gemeva soddisfatta, la sua figa
che pulsava intorno al suo cazzo. Si ritirarono, i loro corpi sudati e soddisfatti, mentre il marito di lei era ancora
ignaro in giardino, intento a potare le siepi. La cucina, che era stata il teatro di una passione sfrenata, tornò al
silenzio, ma i loro corpi e le loro menti erano ancora intrecciati in un segreto che solo loro conoscevano.
proibiti: Angelo e Gis cedono a desideri
irrefrenabili in un gioco di dominazione e
passione segreta che cambia tutto.
La cucina era immersa in una luce calda e soffusa, filtrata attraverso le tende di lino che ondeggiavano
leggermente per via della brezza estiva. Angelo, sessantenne ma ancora vigoroso, era seduto su uno sgabello
vicino al bancone, le mani intrecciate intorno a una tazza di caffè ormai tiepido. Il suo sguardo era perso nel
vuoto, ma i suoi pensieri erano tutt’altro che tranquilli. Gis, sua cognata di 45 anni, era lì con lui, il suo corpo
sinuoso e la pelle ambrata che sembravano emanare un’aura di desiderio repressa. Il marito di lei, ignaro di tutto,
era in giardino, intento a potare le siepi, lasciando i due soli in quella cucina che improvvisamente sembrava
troppo piccola per contenere la tensione sessuale che si stava accumulando.
Gis si muoveva con grazia, i suoi passi leggeri sul pavimento di piastrelle. Indossava un abito estivo leggero, che
aderiva perfettamente alle sue curve, mettendo in risalto il suo seno sodo e i fianchi generosi. I suoi occhi scuri
brillavano di un’intensità che Angelo non poteva ignorare. Si avvicinò a lui, il suo profumo floreale che lo avvolse
come una promessa silenziosa. “Angelo,” mormorò, la sua voce roca e seducente, “sei così distante. Non pensi
che sia ora di rilassarsi un po’?”
Angelo la guardò, i suoi occhi azzurri che si posarono su di lei con un misto di desiderio e cautela. Sapeva che
quello era un gioco pericoloso, ma Gis era una tentazione a cui non riusciva a resistere. “Rilassarsi?” rispose, la
sua voce profonda e leggermente rauca. “Con te vicino, Gis, è difficile pensare a qualcos’altro.”
Lei sorrise, un sorriso malizioso che gli accese un fuoco nello stomaco. Senza dire una parola, si inginocchiò
davanti a lui, le sue mani esperte che si mossero con rapidità per slacciare i pantaloni di Angelo. Il cuore di lui
accelerò, il sangue che gli affluì al basso ventre mentre i suoi occhi si abbassarono a guardare la scena che si
stava svolgendo. Gis estrasse il suo cazzo, già duro e pulsante, e lo guardò con occhi pieni di desiderio. “Sei
sempre pronto per me, vero, Angelo?” sussurrò, la sua voce che era un misto di sfida e promessa.
Non rispose. Non c’era bisogno di parole. Gis si chinò in avanti, la sua bocca calda e umida che avvolse il suo
cazzo con una avidità che lo fece gemere. La sua lingua era abile, leccando e succhiando con una passione che lo
fece sentire come se stesse per esplodere. Le sue mani si affondarono nei suoi capelli scuri, guidando il suo viso
avanti e indietro mentre lei lo ingoiava fino in fondo, la sua gola che si stringeva intorno a lui in un ritmo che lo
portava sull’orlo dell’orgasmo.
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Il pompino di Gis era infinito, la sua bocca una prigione di piacere da cui Angelo non voleva liberarsi. I suoi gemiti
riempivano la cucina, il suono della sua voce che si mescolava al respiro affannoso di lei. “Gis… sei una troia
incredibile,” ansimò, le sue dita che si strinsero nei suoi capelli mentre lei continuava a succhiare, a leccare, a
torturarlo con il suo talento.
Ma Gis non era soddisfatta. Dopo averlo portato sull’orlo, si alzò, il suo corpo che si muoveva con una grazia
felina. La sua figa era gonfia e bagnata, le sue labbra socchiuse mentre lo guardava con occhi pieni di desiderio.
“Non è abbastanza, Angelo,” sussurrò, la sua voce che era una promessa di piacere ancora più intenso. “Voglio
di più.”
Si appoggiò al tavolo della cucina, il suo culo sodo e invitante che si offriva a lui come un dono. Angelo non riuscì
a resistere. Si alzò, i suoi passi decisi mentre si posizionava dietro di lei. Le sue mani afferrarono i suoi fianchi, le
sue dita che si strinsero nella carne morbida mentre si preparava a prenderla. “Sei pronta, Gis?” chiese, la sua
voce che era un misto di avvertimento e promessa.
“Sì,” ansimò lei, il suo corpo che tremava di anticipazione. “Scopami, Angelo. Fammi sentire il tuo cazzo dentro
di me.”
Non ci furono altre parole. Angelo la penetrò con un colpo profondo, il suo cazzo che scivolò nella sua figa
stretta e calda come se fosse stato fatto per lei. Gis gemette, il suo corpo che si arcuò all’indietro mentre lui
iniziava a pomparla con forza, i suoi colpi ritmici che la facevano urlare di piacere. La cucina era riempita dai
suoni dei loro gemiti, il legno del tavolo che scricchiolava sotto il peso dei loro corpi.
Gis era una troia insaziabile, la sua figa che si stringeva intorno al suo cazzo come se volesse trattenerlo per
sempre. E poi, improvvisamente, il suo corpo si contrasse, i suoi muscoli che si tesero mentre un getto potente
schizzava sul pavimento della cucina. Era il suo primo squirt, un’esplosione di piacere che la fece urlare il suo
nome mentre Angelo continuava a scoparla senza sosta.
Ma non era finita. Angelo la girò, spingendola contro il tavolo, il suo culo invitante che si offriva a lui come una
sfida. “Ora è il turno del tuo culo, Gis,” sussurrò, la sua voce che era un misto di desiderio e dominazione.
Lei annuì, il suo respiro affannoso mentre lui si posizionava dietro di lei. Il suo cazzo scivolò nel suo buco stretto,
la resistenza iniziale che cedette alla sua forza mentre la penetrava con violenza. Gis gemette, il suo corpo che
tremava mentre lui la scopava con una ferocia che la fece sentire viva come mai prima.
E poi, di nuovo, il suo corpo si contrasse, un secondo squirt che esplose mentre il suo culo veniva preso con
forza. Il suo corpo tremava, i suoi gemiti che si mescolavano ai suoi mentre la cucina diventava il teatro di un
piacere che sembrava non avere fine.
Alla fine, Angelo la riempì, il suo cum caldo che esplose dentro di lei mentre Gis gemeva soddisfatta, la sua figa
che pulsava intorno al suo cazzo. Si ritirarono, i loro corpi sudati e soddisfatti, mentre il marito di lei era ancora
ignaro in giardino, intento a potare le siepi. La cucina, che era stata il teatro di una passione sfrenata, tornò al
silenzio, ma i loro corpi e le loro menti erano ancora intrecciati in un segreto che solo loro conoscevano.
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