La spia (parte 5)
di
Ripe (with decay)
genere
tradimenti
Ho tempo, non ho sonno. Esploro le videocamere una per una, sottoponendomi ad una tortura spietata.
Ingresso. 12:57. Dopo l’approccio che mia moglie ha gradito scompaiono. Vi tornerà l’amica da sola alle 15:16. Non ha mai lasciato casa mia così tardi. E questo è solo il preambolo.
Cucina. 13:09. Dopo la masturbazione le voglie non sono finite. Con stupore le osservo spogliarsi, lasciar cadere per terra ogni indumento. L’altra la assalta come farebbe un maschio infoiato. Mia moglie si siede sul tavolo, si aggrappa all’amica e la bacia con un trasporto e una voluttà che non ricordo di aver mai ricevuto. Forse è lo shock a turbare la memoria, a confondere le cose. Scopro che mia moglie, che la madre dei miei figli, che la donna con cui ho avuto migliaia di rapporti sessuali apparentemente consenzienti, è omosessuale – è lesbica – e forse lo è sempre stata, e forse ha giocato con il fuoco, e forse per convenienza sociale ha accettato un ruolo di genere non riconosciuto intimamente come suo per non incorrere in primordiali anatemi.
Si sfregano l'una con l’altra. Mia moglie al climax si lascia andare all’indietro, inarcando la schiena in modo che il seno possa essere raggiunto dalla bocca vogliosa della partner. Che vorrebbe andarsene, ma due gambe poderose la trattengono. Dolce e mansueta mia moglie abbraccia la donna. È scossa dall'affanno. Io e lei continuiamo a non avere rapporti. La scena si sposta.
Raggiungono il bagno. 13:33. Scorre l’acqua. Il piatto doccia è lungo due metri. Si insaponano a vicenda. Non smettono di baciarsi. Si parlano. Ridono sommessamente. Vorrei sentire il miele di quelle parole. Gli uomini sono rudi, sporchi, largheggiano nella violenza verbale. Tra donne non funziona allo stesso modo. L'amica si sdraia, allontana le cosce per permettere a mia moglie di regalarle un appassionato cunnilingus. Poi si scambiano di posto. Mia moglie ha un terzo orgasmo. Finiscono di lavarsi. E si baciano, si baciano. Provo invidia.
Quando il rubinetto si chiude sono le 13:55. Quasi mezz’ora di petting e di sesso dopo il preludio in cucina. Per tanta dedizione, lo so, esiste una sola emozione: amore. Mia moglie la ama, ricambiata.
Camera da letto. 14:02. Dopo essersi asciugate a vicenda si sdraiano nude e felici, muse della gioia di vivere. Parlano. Sorridono. Scherzano. Ridono. Poi da un lato del letto viene preso il pacchetto, l’amica indossa il sex toy. Il gioco cambia prospettiva. Mia moglie si fa penetrare, si fa scopare da un fallo finto, indossato da una donna, e anche se posso soltanto immaginarlo, so che le brilla lo sguardo. Individuo dalle contorsioni del corpo il momento in cui ha l’orgasmo.
Soggiorno. 14:27. Non si fanno mancare nulla. L’amica non accetta ruoli passivi. La sdraia sul divano, mette le ginocchia su un morbido cuscino, riprende a fotterla. Vedo come mia moglie gode. E so che gode perché fa l’amore con la persona che ama. Era così anche con me. Ora so cosa è accaduto nel frattempo. So che ha smesso di amarmi.
L’altra le alza le gambe, se le appoggia sulle spalle, si prende cura di baciare ciò che riesce a raggiungere con le labbra, fa guizzare la lingua. E senza tregua entra ed esce dalla fica della compagna, entra ed esce finché non le fa raggiungere l’ennesimo orgasmo. Ho perso il conto. Restano a lungo in quella posizione. Mia moglie rifiuta di interrompere l’incantesimo.
Frastornato, guardo più e più volte la verità contenuta in quelle immagini. Riguardo quella maratona sessuale che si snoda tra la cucina il bagno la camera il soggiorno così spesso che la notte lascia il posto all’alba. Figli e moglie dormono. Chiuso nello studio, nessuno osa disturbarmi. Un tempo mi ci chiudevo per lavoro, ora per scoprire gli altarini di colei che mi ha professato fedeltà. A pensar male sembro un iper sessuale annegato nei gorghi della pornografia. Chi oserebbe negarlo spingendo lo sguardo attraverso la serratura. I mugolii di piacere della coppia si possono solo intuire. Restano le immagini. Solo da vicino si scopre qual è l’identità di una delle due partner.
Architetto con bramosia di farmi scoprire da lei. Potrei permetterle uno spiraglio compromettente da cui introdurre una svagata curiosità. Farmi trovare a masturbarmi di fronte ad un filmato amatoriale. Le invettive, la condanna, le minacce. E poi quand'è troppo vicina per scansare la trappola, mostrare lo sfondo, la scenografia, le attrici, la storia che c'è dietro. Di nuovo invettive, condanne, minacce. Da parte mia. Ho sposato una donna che conduce una doppia vita. Ma questa doppia vita non le richiede che qualche telefonata (ho nel frattempo appurato che i loro contatti giornalieri sono lunghi, ripetuti e molteplici) e circa un’ora in cui ogni tanto ci scappa la soddisfazione di impellenti desideri sessuali, motivati da un amore profondo. Potrei quasi sopportare le corna con un altro uomo. La riconquisterei con la forza e la virilità del maschio. Buttandola sul letto, cacciando la mia lingua in fondo alla sua gola fino a soffocarla, forzando le sue gambe ad aprirsi, scopandola contro la sua volontà finché non mi riconosce il diritto di amarla e non si concede al suo uomo, al suo amore, al suo amante, a suo marito. Perché io sono tutto questo.
Troppo tardi. Lo capisco: è troppo tardi.
Mi mordo una mano a sangue per ricacciare in gola la rabbia e la disperazione. Vorrei esplodere in urla terrificanti e svegliare tutti in casa, tutti nel quartiere – far sapere a tutti in che inferno sono precipitato.
P.s.: a seguire l'ultima parte.
Chi ha letto e vuole gentilmente muovere appunti, opinioni o altro, è benvenuto all'ultima parte.
Grazie.
Ingresso. 12:57. Dopo l’approccio che mia moglie ha gradito scompaiono. Vi tornerà l’amica da sola alle 15:16. Non ha mai lasciato casa mia così tardi. E questo è solo il preambolo.
Cucina. 13:09. Dopo la masturbazione le voglie non sono finite. Con stupore le osservo spogliarsi, lasciar cadere per terra ogni indumento. L’altra la assalta come farebbe un maschio infoiato. Mia moglie si siede sul tavolo, si aggrappa all’amica e la bacia con un trasporto e una voluttà che non ricordo di aver mai ricevuto. Forse è lo shock a turbare la memoria, a confondere le cose. Scopro che mia moglie, che la madre dei miei figli, che la donna con cui ho avuto migliaia di rapporti sessuali apparentemente consenzienti, è omosessuale – è lesbica – e forse lo è sempre stata, e forse ha giocato con il fuoco, e forse per convenienza sociale ha accettato un ruolo di genere non riconosciuto intimamente come suo per non incorrere in primordiali anatemi.
Si sfregano l'una con l’altra. Mia moglie al climax si lascia andare all’indietro, inarcando la schiena in modo che il seno possa essere raggiunto dalla bocca vogliosa della partner. Che vorrebbe andarsene, ma due gambe poderose la trattengono. Dolce e mansueta mia moglie abbraccia la donna. È scossa dall'affanno. Io e lei continuiamo a non avere rapporti. La scena si sposta.
Raggiungono il bagno. 13:33. Scorre l’acqua. Il piatto doccia è lungo due metri. Si insaponano a vicenda. Non smettono di baciarsi. Si parlano. Ridono sommessamente. Vorrei sentire il miele di quelle parole. Gli uomini sono rudi, sporchi, largheggiano nella violenza verbale. Tra donne non funziona allo stesso modo. L'amica si sdraia, allontana le cosce per permettere a mia moglie di regalarle un appassionato cunnilingus. Poi si scambiano di posto. Mia moglie ha un terzo orgasmo. Finiscono di lavarsi. E si baciano, si baciano. Provo invidia.
Quando il rubinetto si chiude sono le 13:55. Quasi mezz’ora di petting e di sesso dopo il preludio in cucina. Per tanta dedizione, lo so, esiste una sola emozione: amore. Mia moglie la ama, ricambiata.
Camera da letto. 14:02. Dopo essersi asciugate a vicenda si sdraiano nude e felici, muse della gioia di vivere. Parlano. Sorridono. Scherzano. Ridono. Poi da un lato del letto viene preso il pacchetto, l’amica indossa il sex toy. Il gioco cambia prospettiva. Mia moglie si fa penetrare, si fa scopare da un fallo finto, indossato da una donna, e anche se posso soltanto immaginarlo, so che le brilla lo sguardo. Individuo dalle contorsioni del corpo il momento in cui ha l’orgasmo.
Soggiorno. 14:27. Non si fanno mancare nulla. L’amica non accetta ruoli passivi. La sdraia sul divano, mette le ginocchia su un morbido cuscino, riprende a fotterla. Vedo come mia moglie gode. E so che gode perché fa l’amore con la persona che ama. Era così anche con me. Ora so cosa è accaduto nel frattempo. So che ha smesso di amarmi.
L’altra le alza le gambe, se le appoggia sulle spalle, si prende cura di baciare ciò che riesce a raggiungere con le labbra, fa guizzare la lingua. E senza tregua entra ed esce dalla fica della compagna, entra ed esce finché non le fa raggiungere l’ennesimo orgasmo. Ho perso il conto. Restano a lungo in quella posizione. Mia moglie rifiuta di interrompere l’incantesimo.
Frastornato, guardo più e più volte la verità contenuta in quelle immagini. Riguardo quella maratona sessuale che si snoda tra la cucina il bagno la camera il soggiorno così spesso che la notte lascia il posto all’alba. Figli e moglie dormono. Chiuso nello studio, nessuno osa disturbarmi. Un tempo mi ci chiudevo per lavoro, ora per scoprire gli altarini di colei che mi ha professato fedeltà. A pensar male sembro un iper sessuale annegato nei gorghi della pornografia. Chi oserebbe negarlo spingendo lo sguardo attraverso la serratura. I mugolii di piacere della coppia si possono solo intuire. Restano le immagini. Solo da vicino si scopre qual è l’identità di una delle due partner.
Architetto con bramosia di farmi scoprire da lei. Potrei permetterle uno spiraglio compromettente da cui introdurre una svagata curiosità. Farmi trovare a masturbarmi di fronte ad un filmato amatoriale. Le invettive, la condanna, le minacce. E poi quand'è troppo vicina per scansare la trappola, mostrare lo sfondo, la scenografia, le attrici, la storia che c'è dietro. Di nuovo invettive, condanne, minacce. Da parte mia. Ho sposato una donna che conduce una doppia vita. Ma questa doppia vita non le richiede che qualche telefonata (ho nel frattempo appurato che i loro contatti giornalieri sono lunghi, ripetuti e molteplici) e circa un’ora in cui ogni tanto ci scappa la soddisfazione di impellenti desideri sessuali, motivati da un amore profondo. Potrei quasi sopportare le corna con un altro uomo. La riconquisterei con la forza e la virilità del maschio. Buttandola sul letto, cacciando la mia lingua in fondo alla sua gola fino a soffocarla, forzando le sue gambe ad aprirsi, scopandola contro la sua volontà finché non mi riconosce il diritto di amarla e non si concede al suo uomo, al suo amore, al suo amante, a suo marito. Perché io sono tutto questo.
Troppo tardi. Lo capisco: è troppo tardi.
Mi mordo una mano a sangue per ricacciare in gola la rabbia e la disperazione. Vorrei esplodere in urla terrificanti e svegliare tutti in casa, tutti nel quartiere – far sapere a tutti in che inferno sono precipitato.
P.s.: a seguire l'ultima parte.
Chi ha letto e vuole gentilmente muovere appunti, opinioni o altro, è benvenuto all'ultima parte.
Grazie.
8
voti
voti
valutazione
7.6
7.6
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
La spia (parte 4)
Commenti dei lettori al racconto erotico