La direttrice del carcere 9 Esame finale
di
Kyknox
genere
etero
Qualche giorno dopo, Carla convocò tutti i detenuti nella sala comune. Stavolta entrò con passo sicuro, tacchi che risuonavano sul pavimento, camicetta leggermente sbottonata e gonna che ondeggiava ad ogni passo.
«Signori,» disse, fermandosi al centro, «oggi faremo il vostro esame finale.»
I detenuti trattennero il fiato. Non era solo una lezione: era un test… con la direttrice a fare le regole.
Sul tavolo c’erano banane, cetrioli, profilattici e altri oggetti scelti con malizia. Carla si avvicinò, prese una banana e la mostrò:
«Dimostrerete ciò che avete imparato. Ma attenzione… ci sono dei criteri rigorosi.»
I detenuti furono subito divisi in gruppi e iniziarono le prove:
• Far scivolare il profilattico sul frutto senza farlo cadere.
• Tenere il ritmo mentre gonfiavano i profilattici a tempo di musica.
• Inventare poesie maliziose senza ridere o perdere il controllo.
Ogni volta che qualcuno sbagliava, Carla si avvicinava, si chinava con movimenti lenti e sensuali, sfiorando la mano o il braccio dell’imbranato di turno, e sussurrava:
«Non così… con delicatezza. Impara a maneggiare le cose importanti…»
I sospiri si mescolavano alle risate. Qualcuno arrossiva, qualcun altro non riusciva a smettere di fissarla.
Alla fine, Carla si alzò sul tavolo, alzando le braccia come una regina sul suo trono.
«Bene,» disse con voce calda e provocante, «avete tutti superato… ma ricordate, il vero premio è… saper controllare il desiderio.»
I detenuti, esausti, la guardavano come se fosse la loro regina assoluta. E Carla, con un ultimo sorriso malizioso, concluse:
«Adesso sapete cosa significa seguire le regole… e cosa significa quando sono io a dettarle.»
E mentre usciva dalla sala, i ragazzi rimanevano lì, tra eccitazione e risate, consapevoli di aver vissuto il loro “esame finale” più eccitante di sempre.
«Signori,» disse, fermandosi al centro, «oggi faremo il vostro esame finale.»
I detenuti trattennero il fiato. Non era solo una lezione: era un test… con la direttrice a fare le regole.
Sul tavolo c’erano banane, cetrioli, profilattici e altri oggetti scelti con malizia. Carla si avvicinò, prese una banana e la mostrò:
«Dimostrerete ciò che avete imparato. Ma attenzione… ci sono dei criteri rigorosi.»
I detenuti furono subito divisi in gruppi e iniziarono le prove:
• Far scivolare il profilattico sul frutto senza farlo cadere.
• Tenere il ritmo mentre gonfiavano i profilattici a tempo di musica.
• Inventare poesie maliziose senza ridere o perdere il controllo.
Ogni volta che qualcuno sbagliava, Carla si avvicinava, si chinava con movimenti lenti e sensuali, sfiorando la mano o il braccio dell’imbranato di turno, e sussurrava:
«Non così… con delicatezza. Impara a maneggiare le cose importanti…»
I sospiri si mescolavano alle risate. Qualcuno arrossiva, qualcun altro non riusciva a smettere di fissarla.
Alla fine, Carla si alzò sul tavolo, alzando le braccia come una regina sul suo trono.
«Bene,» disse con voce calda e provocante, «avete tutti superato… ma ricordate, il vero premio è… saper controllare il desiderio.»
I detenuti, esausti, la guardavano come se fosse la loro regina assoluta. E Carla, con un ultimo sorriso malizioso, concluse:
«Adesso sapete cosa significa seguire le regole… e cosa significa quando sono io a dettarle.»
E mentre usciva dalla sala, i ragazzi rimanevano lì, tra eccitazione e risate, consapevoli di aver vissuto il loro “esame finale” più eccitante di sempre.
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