Africa addio 4.
di
Battocchiolo.
genere
etero
Fu proprio Teresa a farsi visitare per un dolorino alla gamba. Io ero convinto fossi lì da me per farsi non visitare ma spupazzare, invece in realtà aveva un gran dolore e dovetti perciò fare seriamente e non giocando al Medico. Dopo che le palpai la gamba in ogni suo punto, dedussi che era un intenso crampo e preparai subito una siringa con antidolorifico e mi avvicinai a lei chiedendole di girarsi in un fianco per farle la puntura al bel culetto ma lei quando vide il temutissimo ago si rimise in stato di difesa a pancia sopra, impedendomi così di praticarle l'iniezione ed allora sperimetai una nuova tecnica: posai la siringa ed andai ad accarezzarla sul viso, baciandola in bocca ma intanto, con l'altra mano le strinsi un laccetto di plastica sulle caviglie immobilizzandogliele e feci poi sempre velocemente la stessa cosa sui polsi e lei inizià ad insultarmi con tutto il suo fiato in gola ma fui velocissimo e, dopo una breve massaggiata sulla natica, le bucai il culetto col finissimo ago e potei constatare che non se ne era minimamente accorta e lo intuì solo quando sentì scorrere il farmaco nella natica ma lentissimamente. Tolsi l'ago dalla natica e strofinai ancora cotone massaggiandola ,olto. A quel punto lei mi guardò con un senso di colpa e si scusò per come mi aveva trattato prima della temutissima puntura e mi elogiò per la mia bravura a fare punture senza neanche sentirle minimamente. Le tolsi subito i laccetti e la abbracciai e baciai poi la sdraiai sul mio letto in camera e l'avvisai che avrebbe anche dormito un poco e così fu. Quando si risvegliò venne in ambulatorio e mi chiese se desideravo un bocchino per ringraziamento ma le risposi che volevo assai di più: il suo culetto, tondo e sodo. Chiamai col telefono interno la Superiora, chiedendole l'autorizzazione ad uscire di collegio con Teresa per una radiografia in Ospedale alla gamba. L'autorizzazione mi fu concessa e quindi presi Teresa accompagnandola alla mia auto per andare in Ospedale. Andammo chiaramente a casa mia e ci spogliammo subito. Prima le leccai la figa facendola godere più volte ma dopo cambiai tono ordinandole di girarsi a pancia sotto e divaricare le gambe. Le infilai due dita intrise di gel nell'ano forzatamente e lei lì si lamentò piangendo ma ero troppo ingrifato e, spalmai il gel sul cazzone poi lo misi davanti allo strettissimo ano spingendo senza pietà e così lei grido affannosamente piangendo di nuovo e lì non ci vidi più dal desiderio di sentirla protestare e le infilai lentamente il batacchione lentissimamente e interamente nell'ano e rimasi poi fermo dentro di lei mentre Teresa m'implorava di sfilarle il cazzo dal culo e, per tutta risposta le iniziai a scoparla con un su e giù senza sosta. e mi fermai solo dopo averle schizzato dentro un fiume di sborra. Ero ancora ingrifato ed allora, senza chiederlglielo la rigirai e la penetrai forzatamente in figa e la scopai per due volte e dopo me ne venni intensamente, Dopo la doccia insieme, ce ne ritornammo al collegio dove la Madre Superiora ci attendeva al portone, facendomi presente di avere telefonato all'Ospedale ma nessuno sapeva di me e Teresa. Non battei ciglio e spiegai subito che avevo portato Teresa da un mio amico e collega radiologo al suo studio privato ma non aveva rilevato nulla alla gamba. Così tutto si chiarì ed io ripresi il mio "stancante" lavoro in ambulatorio. Venne da me più tardi Suor Donata che mi disse di volere essere ben visitata e...conclusione...la visitai scopandola più volte!!
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