Pubblico e privato. 2

di
genere
esibizionismo

Il video

Quella sera Nicola non riusciva a dormire. Lo schermo del portatile illuminava la stanza buia mentre scorreva con svogliatezza tra le cartelle video che un amico gli aveva passato — un circuito ristretto, quasi sotterraneo, di contenuti “proibiti”. Tra le categorie, una attirò subito la sua attenzione: Mature / Anonymous. Una curiosità vaga… o forse no. Forse era colpa di quella donna che, quella mattina, lo aveva turbato fino alle viscere. Un desiderio non per un corpo giovane e scontato, ma per una presenza femminile più piena. Come Sandra.
Click.
Titolo: “Sue – 56 anni e una fame che non passa”
Descrizione:
Dirigente. Moglie. Ex tutto. Ora interprete di sé stessa. Troia regina. Non più disposta a fingere. Pronta a prendere. Sempre.

Nome: Sue M.
Età: 56 Altezza: 1.62 cm
Peso: 56 kg
Misure: 100-62-92 Piede: 38
Era iniziato come un gioco. Ma bastarono pochi secondi. La maschera copriva il volto, ma non la voce. Quella voce. La stessa voce che poche ore prima lo aveva fatto eccitare in una sala conferenze. Fu come un pugno nello stomaco. O in mezzo alle gambe.
Calda, dolce, lenta. Le esse morbide, l’accento romagnolo che di solito era appena accennato, si intensificava durante il piacere, come se l’orgasmo disgregasse il controllo, rivelando la parte più autentica, più istintiva di Sandra/Sue, come se durante il sesso non potesse più recitare, e le sue radici, la sua vera voce, uscissero senza filtri.
Rimase lì, impietrito, a fissare lo schermo.
Lei — Sue — era in ginocchio. Ingoiava un cazzo enorme, senza esitazione. Lo succhiava co n piacere evidente.
Il corpo, tonico, pieno, mammelle sontuose.
La pelle chiara, ancora soda.
E poi quel dettaglio.
Una cicatrice sottile, lungo la clavicola sinistra — esito della rimozione di un piccolo lipoma — , la stessa che lui aveva intravisto sotto la camicetta di Sandra, quando lei si era chinata per firmare un documento. Non era più un sospetto, una fantasia.
La dirigente, la donna che parlava di prevenzione, che stringeva mani, che inaugurava convegni.
E adesso stava lì, in un video, con la bocca piena di cazzo e gli occhi in estasi. Nicola guardò tutto. Fino alla fine. Poi rivide più volte.
Scorse altri video, eccitato.
Sue col vibratore. Con un gigantesco africano:
— Sì, porco… fammi male con quel cazzo nero. Riempimi l’intestino… spaccami il culo, sì… così, così!
Sue con due uomini contemporaneamente, con ragazze, da sola, in orge, spalancata, impudica. Sue che si fa venire in faccia.
Il cazzo di Nicola era duro come acciaio, ma non si toccò subito. Restò fermo, ipnotizzato.
Sue si leccava le dita, si apriva la figa con due mani, gemeva, rideva, ordinava.
«Vienimi in bocca, porco. Riempimi come un lavandino otturato.»
«Ti piace questa troia matura, eh? Guarda come ti si mangia il cazzo!»
Nicola trattenne il fiato, poi esplose.
Una sega furiosa, gli occhi sbarrati, il cuore impazzito.
Aveva appena eiaculato in direzione del volto della sua direttrice. La mente era in corto circuito.
Il cazzo no, il cazzo aveva capito tutto benissimo.


scritto il
2025-07-17
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