Anastasia e Martina. Capitolo 6: Oltre la Superficie

di
genere
saffico

Il piccolo ovetto vibrava contro di me, ma la curiosità, quella forza inarrestabile che mi spingeva sempre un po' più in là, mi suggeriva di osare di più. La commessa aveva detto che era discreto e versatile, e la mia mente, già in fermento, interpretava "versatile" come un invito a esplorare. Con un respiro tremante, ma carico di determinazione, spinsi delicatamente l'ovetto dentro la mia figa.
Fu una sensazione sorprendente. La superficie liscia del silicone scivolò facilmente, aiutata dalla naturale lubrificazione del mio corpo e, in parte, dal lubrificante che avevo comprato insieme all'ovetto. Una volta dentro, le vibrazioni si intensificarono, non più solo un formicolio esterno, ma un'eco profonda che risuonava dentro di me, raggiungendo punti che non sapevo nemmeno esistessero. Era un piacere più avvolgente, più totalizzante, che mi faceva arcuare leggermente la schiena sul materasso. Le gambe lunghe si strinsero inconsciamente, cercando di amplificare quella sensazione inebriante.
La mano, però, non si fermò lì. L'esplorazione era appena iniziata. Ricordai vagamente qualcosa che avevo letto online, o forse sentito in qualche conversazione sussurrata tra ragazze più grandi. Il lubrificante, quello stesso tubetto che avevo usato per l'ovetto, era ancora lì, sul comodino. Ne spremetti una piccola quantità sul dito indice, rendendolo lucido e scivoloso.
Il pensiero di quello che stavo per fare mi fece trattenere il respiro. Era un territorio completamente nuovo, una zona che non avevo mai osato esplorare, nemmeno con la fantasia più sfrenata. Ma la spinta del desiderio, quella stessa che mi aveva portato nel sexy shop e poi a spingere l'ovetto dentro, era troppo forte per essere ignorata. Lentamente, con un misto di timore e eccitazione, portai il dito lubrificato verso il mio culo.
Il primo contatto fu una sensazione strana, di pressione e una leggera resistenza. Procedetti con cautela, ascoltando il mio corpo, permettendo al muscolo di rilassarsi. Poi, con una spinta delicata ma ferma, il dito scivolò dentro.
Fu come aprire una porta su una stanza inesplorata. Una sensazione completamente diversa da qualsiasi cosa avessi mai provato. Non era il piacere vibrante e pulsante dell'ovetto nella mia figa, ma un tipo di pienezza, una pressione interna che si irradiava, toccando nervi che sembravano collegati direttamente al mio centro di piacere. Era una sensazione più profonda, quasi viscerale, che mi fece gemere piano.
Le due sensazioni si combinarono in un'armonia inaspettata. L'ovetto che vibrava dentro di me, e il dito che esplorava quella nuova, inaspettata sensibilità. Il mio corpo si tendeva e si rilassava in un ritmo crescente, mentre la mia mente era completamente assorbita da quel vortice di sensazioni. Non c'era spazio per la vergogna o il giudizio, solo per il puro, ininterrotto piacere. Era un'esperienza che mi portava oltre i confini che avevo sempre conosciuto, un viaggio intimo nella scoperta del mio stesso corpo, guidato dal desiderio silenzioso per Martina e dalla mia crescente audacia.
scritto il
2025-07-08
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