Anastasia e Martina. Capitolo 7: L'Esplosione dei Sensi

di
genere
saffico

Le sensazioni che provavo, con l'ovetto che pulsava dolcemente dentro di me e il dito che esplorava il mio ano, erano un vortice. Sentivo la necessità di cambiare posizione, di cercare un angolo che intensificasse ulteriormente quel piacere crescente. Senza pensarci troppo, mi spinsi in avanti, portandomi in ginocchio sul letto. La testa si chinò in avanti, appoggiandosi sui cuscini morbidi, mentre le spalle si incurvavano leggermente. Era una posizione di sottomissione al mio stesso corpo, ai desideri che mi stavano travolgendo.
La mano destra, quasi per istinto, si posò direttamente sul mio clitoride. Le dita premevano e massaggiavano delicatamente, aggiungendo un nuovo strato di piacere, un'attenzione mirata al punto più sensibile. Era una sinfonia di stimoli: le vibrazioni interne dell'ovetto, la pressione profonda nell'ano e il tocco diretto sul clitoride. Ogni singolo nervo sembrava essere in festa, vibrando all'unisono. Il respiro si fece più irregolare, quasi dei piccoli ansimi che mi sfuggivano tra le labbra socchiuse.
La mano sinistra non era da meno. Con il lubrificante ancora presente, continuava a massaggiare l'ano, a volte spingendo delicatamente, a volte semplicemente accarezzando il contorno. Non era un dolore, ma una sensazione intensa, al limite del sopportabile, che mi spingeva sempre più a fondo in quel vortice di piacere. Era come se ogni parte del mio corpo fosse in perfetta armonia, tutta tesa verso un unico obiettivo.
Le fantasie su Martina si fecero più intense, più audaci. Non era più solo la sua immagine, ma le sue mani, la sua bocca, il suo corpo contro il mio. Immaginavo le sue dita che si sostituivano alle mie, i suoi sussurri che mi riempivano le orecchie. Il calore nel mio ventre si trasformò in un fuoco ardente, una pressione insostenibile che prometteva un'imminente liberazione.
Il mio corpo iniziò a tremare leggermente, piccole scosse che mi attraversavano dalla testa ai piedi. Il piacere si accumulava, diventando una marea montante, inarrestabile. Mi sentivo sul punto di esplodere. Le dita sul clitoride si fecero più veloci, più insistenti, mentre il massaggio anale aumentava la pressione. Un gemito lungo e strozzato mi sfuggì dalla gola, e poi, fu come un'ondata.
Sentii una contrazione profonda, potente, che partiva dal centro del mio essere e si irradiava verso l'esterno. I muscoli si tesero, la schiena si inarcò ancora di più, e un'ondata di liquido caldo si sprigionò dalla mia figa. Era una sensazione di liberazione assoluta, un piacere così intenso da togliere il fiato, facendomi sussultare violentemente. Tremavo, la mia mente completamente svuotata di ogni pensiero che non fosse l'eco di quella scarica.
Rimasi lì per qualche minuto, ansimando, il corpo scosso dai brividi post-orgasmo. Lentamente, la morsa del piacere si allentò, lasciando il posto a una sensazione di profondo rilassamento. Era come se ogni tensione, ogni ansia, fosse stata spazzata via. Mi sentii leggera, quasi fluttuante.
Quando finalmente decisi di alzarmi e andare in bagno per pulirmi, scoprii che le mie gambe tremavano in modo incontrollabile. Ogni passo era incerto, come se avessi appena corso una maratona. Mi aggrappai ai mobili, barcollando leggermente mentre raggiungevo la porta della mia camera. Era chiaro che avevo spinto il mio corpo al limite, ma il sorriso soddisfatto che mi si disegnò sulle labbra, nonostante la fatica, mi fece capire che ne era valsa la pena.
scritto il
2025-07-08
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