Anastasia e Martina. Capitolo 2: I Sussurri della Mente

di
genere
saffico

La mia mano si muoveva con una lentezza quasi rituale, ogni tocco un'onda che si propagava in tutto il corpo. Non c'era fretta, solo un desiderio di prolungare quel momento, di assaporare ogni sensazione che mi travolgeva. I miei occhi rimanevano chiusi, ma non era il buio che vedevo. Era lei. La sua immagine era talmente vivida che potevo quasi sentire il profumo della sua pelle, un misto leggero di fiori e qualcosa di indescrivibile, unicamente suo.
Mi immaginavo con lei, non in un luogo specifico, ma in una bolla di intimità creata solo per noi. Forse eravamo su un divano, la luce soffusa, o magari sdraiate sull'erba di un prato estivo, le stelle sopra di noi. Non importava il contesto; l'unica cosa che contava era la sua presenza. Sentivo il calore del suo corpo vicino al mio, le sue braccia che mi avvolgevano, la sua testa che si appoggiava alla mia spalla. Ogni volta che la immaginavo così vicina, un sospiro profondo mi sfuggiva, quasi a voler catturare quell'aria che non c'era, quell'atmosfera che desideravo più di ogni altra cosa.
La mia mente vagava, tessendo scenari sempre più dettagliati. Sentivo le sue dita che accarezzavano i miei capelli, poi scendevano lungo la mia schiena, provocando una scia di brividi. Immaginavo il suo respiro sul mio collo, un soffio caldo e leggero che mi faceva tremare. Era un gioco pericoloso, questo, un equilibrio precario tra fantasia e realtà, dove il desiderio diventava quasi dolore per la sua intensità. Ma non potevo fermarmi. Non volevo fermarmi.
Le mie dita si fecero più decise, rispondendo al ritmo che il mio corpo mi chiedeva. Il piacere cresceva, un'ondata calda che mi risaliva dalle gambe lunghe fino al petto, facendomi vibrare. Ogni muscolo si tendeva, ogni nervo era in allerta. La bocca si schiudeva leggermente, cercando aria, o forse un gemito che non osavo lasciare sfuggire troppo forte, per paura di rompere l'incantesimo del silenzio.
Improvvisamente, la mia mente si focalizzò su un dettaglio: i suoi occhi. Quelli verdi come i miei, ma con una profondità che mi attirava, un luccichio di intelligenza e dolcezza. Li immaginavo posarsi sui miei, pieni di comprensione, di affetto, di un desiderio reciproco. E in quel momento, il picco arrivò, una scossa elettrica che mi attraversò da capo a piedi, facendomi arcuare leggermente la schiena. Un lungo, silenzioso sospiro mi lasciò, mentre il mio corpo si rilassava lentamente, ma la sua immagine, il suo ricordo, rimanevano impressi nella mia mente, più vividi che mai.
scritto il
2025-07-08
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