Mia cugina: Parte 24
di
Catartico
genere
incesti
Verso le nove e mezzo di sera sono al bar con gli amici. Ilaria non c'è. Mi ha chiamato un’ora prima per dirmi che aveva una riunione di lavoro e che ci saremmo visti alla sua villa verso le undici. Mi sarebbe piaciuto vederla anche qui, ma pazienza.
Il mio amico stasera ha portato la sua ex, nonché attuale fidanzata. Li osservo mentre parlano con gli altri. Anzi, mentre lui lo fa. Lei si tiene sulle sue, ma non ha motivo per esserlo. La conosciamo da anni. Forse si sente a disagio e incolpa per lui. Ne avrebbe ben donde. L’ha cornificato un milione di volte con il suo amico di infanzia. E credo che continuerà a farlo. Lei è un po' come la mia ex assistente. È ossessionata dal suo amico, ma non può starci insieme. Quindi si accontenta di farci l’amore.
Sinceramente non capisco perché è tornata con lui. Per non restare sola? Poco probabile. Ha una fila di uomini che le vanno dietro. E se devo essere sincero, il mio amico non è bello quanto lei. Anzi, direi bruttino. Quindi non so perché lei continui a mettersi con lui.
Il mio cellulare squilla. Lo pesco dalla tasca dei pantaloni e guardo lo schermo. È mia cugina. Dico agli altri che devo rispondere e mi faccio largo tra la calca di gente che affolla il bar e la musica dance sparata a tutto volume.
Esco dal locale e mi siedo su una panchina. Porto il cellulare all'orecchio. — Sì?
— Dove sei?
— Al Bar. Al Destiny.
— Ti raggiungo.
— Aspetta…
Riaggancia.
Fisso interdetto lo schermo del cellulare per un po’. Mi alzo. Perché sta vendendo da me? Non ha senso. Sta male? È successo qualcosa?
Mi risiedo e aspetto una decina di minuti, i veicoli che sfrecciano lungo la strada, il marciapiede gremito di persone, la musica dance che giunge dal bar.
Un taxi si ferma quasi davanti a me. Sarah scende dall’auto e mi raggiunge. Non sembra stare male. — Ehi — dice.
— Ehi. Tutto bene?
Si siede accanto a me. — L’ho fatto.
— Fatto cosa?
— Oronzo. L’ho mollato.
— Ah, beh… Brava.
Mia cugina si acciglia perplessa. — Non sei felice per me?
— Sì, certo, ma… Insomma, così di punto in bianco? Ieri sei venuta da me in lacrime e…
Abbassa lo sguardo. — Avevi ragione. Ho sbagliato.
— Su cosa?
— Su Oronzo. Mi ha usata. Non ci teneva a me. Ero solo… una scopata.
Mi acciglio. — Una scopata? Te l’ha detto lui?
Annuisce. Non risponde.
— Beh, è una testa di cazzo. Non dargli troppo peso. Certa gente è meglio perderla che averla vicina.
Alza gli occhi su di me con un sorriso. — Grazie.
— Per cosa?
— Per avermi ascoltata, per essere qui.
Sorrido. — Lo sai che ci sarò sempre. — Merda, che cazzo ho appena detto? Se l'avesse sentito Ilaria, mi avrebbe fatto a pezzi.
Sarah posa una mano sulla mia, mi fissa. Uno sguardo intenso, pieno di parole non dette. Che diavolo succede? Perché mi sta guardando così?
Distolgo lo sguardo verso la strada. — Vuoi venire dentro? Ti presento ai miei amici. Alcuni li conosci già. Sono venuti come me alla trattoria. Le cene di lavoro. Hai presente?
Mi fa un altro sorriso. C'è qualcosa in quelle labbra. Qualcosa che potrebbe distruggermi. — No, grazie. Voglio restare qui.
Restiamo in silenzio a lungo.
Non so cosa dire. La mia mente è un turbinio di pensieri senza senso. E il mio pene è duro come il marmo e pulsa dal desiderio. Voglio fare l'amore con mia cugina. No, voglio scoparla. Voglio distruggerla sessualmente. Che cazzo ho che non va?
Sarah posa la testa sulla mia spalla. — So a cosa stai pensando.
— Eh? Cosa?
— Anche per me è così.
— Non ti seguo.
Smorza un sorrisetto. — Non fingere di non sapere. Lo vorrei anch’io. Adesso.
— Non so di cosa parli.
Mi osserva con un sorriso e si volta a guardare la strada.
Restiamo in silenzio per un pezzo. Vorrei restare così per sempre. Io e mia cugina. No, no, no, che cazzo sto dicendo? Sto insieme a Ilaria. Non posso avere quei pensieri. Non è giusto. Io amo davvero Ilaria, ma anche mia cugina. Vorrei tirare un lungo sospiro. Mi trattengo.
— Sarah — dice una voce maschile alle nostre spalle.
Ci voltiamo.
È Oronzo. Ci guarda in modo turbato e confuso. Pensa che stiamo insieme? E poi che diavolo ci fa qui? Non l’ho mai visto da queste parti. Ha seguito Sarah? È quel tipo di uomo?
Mia cugina lo fissa in malo modo. — Che ci fai qui?! Mi hai seguita?
Lui fa il giro della panchina e si ferma accanto a lei. — Ti ho chiamato un casino di volte. Perché non mi hai risposto?
— Non voglio più vederti — dice Sarah con tono acido.
— Perché? Cosa ho fatto!?
Lei incrocia le braccia sul petto. — Hai anche il coraggio di dirmi cosa hai fatto?
Oronzo mi guarda. — Puoi lasciarci da soli?
Non rispondo. Sposto lo sguardo su mia cugina per decidere cosa fare.
Lei mi guarda, poi si volta verso il suo ex. — Vattene! Abbiamo chiuso.
— Ma io…
— Ti ho detto di andartene!
— Ma io voglio stare con te! Ti amo!
Merda, mi sembra di risentirmi con Ilaria. Solo che io lo penso veramente.
Sarah lo fissa carica di rabbia. — Per te ero solo una scopata! Parole tue! Quindi vai a fare in culo!
Gli occhi di Oronzo si iniettano di sangue. — Sei una puttana!
— Ehi! — urlo. — Bada a come parli. È mia cugina.
Sarah mi guarda un po' sorpresa.
Lui fa un sorrisetto divertito, lo sguardo spiritato. — Perché? Non è così?! Non è una troia!? Una pompinara di…
Scatto in piedi e gli sferro un pugno in faccia. Lui indietreggia stordito e urta la schiena contro il tronco di un albero.
Gli punto il dito, il viso rosso dalla rabbia. — Ripetilo un’altra volta e ti ammazzo!
Alcuni passanti si avvicinano incuriositi.
Sarah si alza e mi blocca con il corpo. — Fermo! Non ne vale la pena.
Oronzo abbozza un sorrisetto, il labbro spaccato e sanguinante. Si avvicina verso di me per colpirmi, ma tre uomini gli bloccano la strada. Lui agita la mano verso di me, la faccia stravolta dalla rabbia. — Vieni qui se hai la palle! Ti spacco la faccia, stronzo!
Mi agito tra le braccia di mia cugina. — Chi hai chiamato stronzo!?
I miei amici mi raggiungono e mi allontanano con la forza fino alla fine della via. Ho le mani che mi tremano. Voglio ammazzarlo. I miei amici mi dicono di calmarmi, ma non ci riesco. Sono troppo su di giri, troppo incazzato. Faccio avanti e indietro per un pezzo. Alla fine mi siedo su uno scalino di una casa.
Mia cugina si siede accanto a me. — Calmati, ok?
Non rispondo, lo sguardo fisso sul pavimento.
I miei amici dicono a Sarah di badare a me e ritornano davanti al bar. Oronzo è ancora lì che discute con gli altri. Stringo la mano a pugno per il nervoso, serro la mascella.
Mia cugina mi prende il viso con le mani e mi costringe a guardarla negli occhi. — Non guardarlo. Guarda me, ok? — Mi sorride. — Fammi vedere la tua mano. — La prende e la controlla. Osserva le nocche arrossate e un po' ferite. — Ti fa male?
Rispondo di no con un “Mmmh.”
I miei amici si mettono a discutere con Oronzo. Partono insulti, spintoni. Altra gente si aggrega e li dividono. Una pattuglia dei carabinieri si ferma davanti al bar. Oronzo si defila e sparisce tra la folla. I carabinieri parlano con i miei amici e alcuni passanti. Uno dei carabinieri mi raggiunge e mi fa alcune domande un po' svogliato. Alla fine capisce che è stato solo un alterco e va via.
Guardo mia cugina. Lei mi fa un sorrisetto. Non so perché, ma me la vorrei scopare seduta stante. E di brutto anche.
Il mio amico stasera ha portato la sua ex, nonché attuale fidanzata. Li osservo mentre parlano con gli altri. Anzi, mentre lui lo fa. Lei si tiene sulle sue, ma non ha motivo per esserlo. La conosciamo da anni. Forse si sente a disagio e incolpa per lui. Ne avrebbe ben donde. L’ha cornificato un milione di volte con il suo amico di infanzia. E credo che continuerà a farlo. Lei è un po' come la mia ex assistente. È ossessionata dal suo amico, ma non può starci insieme. Quindi si accontenta di farci l’amore.
Sinceramente non capisco perché è tornata con lui. Per non restare sola? Poco probabile. Ha una fila di uomini che le vanno dietro. E se devo essere sincero, il mio amico non è bello quanto lei. Anzi, direi bruttino. Quindi non so perché lei continui a mettersi con lui.
Il mio cellulare squilla. Lo pesco dalla tasca dei pantaloni e guardo lo schermo. È mia cugina. Dico agli altri che devo rispondere e mi faccio largo tra la calca di gente che affolla il bar e la musica dance sparata a tutto volume.
Esco dal locale e mi siedo su una panchina. Porto il cellulare all'orecchio. — Sì?
— Dove sei?
— Al Bar. Al Destiny.
— Ti raggiungo.
— Aspetta…
Riaggancia.
Fisso interdetto lo schermo del cellulare per un po’. Mi alzo. Perché sta vendendo da me? Non ha senso. Sta male? È successo qualcosa?
Mi risiedo e aspetto una decina di minuti, i veicoli che sfrecciano lungo la strada, il marciapiede gremito di persone, la musica dance che giunge dal bar.
Un taxi si ferma quasi davanti a me. Sarah scende dall’auto e mi raggiunge. Non sembra stare male. — Ehi — dice.
— Ehi. Tutto bene?
Si siede accanto a me. — L’ho fatto.
— Fatto cosa?
— Oronzo. L’ho mollato.
— Ah, beh… Brava.
Mia cugina si acciglia perplessa. — Non sei felice per me?
— Sì, certo, ma… Insomma, così di punto in bianco? Ieri sei venuta da me in lacrime e…
Abbassa lo sguardo. — Avevi ragione. Ho sbagliato.
— Su cosa?
— Su Oronzo. Mi ha usata. Non ci teneva a me. Ero solo… una scopata.
Mi acciglio. — Una scopata? Te l’ha detto lui?
Annuisce. Non risponde.
— Beh, è una testa di cazzo. Non dargli troppo peso. Certa gente è meglio perderla che averla vicina.
Alza gli occhi su di me con un sorriso. — Grazie.
— Per cosa?
— Per avermi ascoltata, per essere qui.
Sorrido. — Lo sai che ci sarò sempre. — Merda, che cazzo ho appena detto? Se l'avesse sentito Ilaria, mi avrebbe fatto a pezzi.
Sarah posa una mano sulla mia, mi fissa. Uno sguardo intenso, pieno di parole non dette. Che diavolo succede? Perché mi sta guardando così?
Distolgo lo sguardo verso la strada. — Vuoi venire dentro? Ti presento ai miei amici. Alcuni li conosci già. Sono venuti come me alla trattoria. Le cene di lavoro. Hai presente?
Mi fa un altro sorriso. C'è qualcosa in quelle labbra. Qualcosa che potrebbe distruggermi. — No, grazie. Voglio restare qui.
Restiamo in silenzio a lungo.
Non so cosa dire. La mia mente è un turbinio di pensieri senza senso. E il mio pene è duro come il marmo e pulsa dal desiderio. Voglio fare l'amore con mia cugina. No, voglio scoparla. Voglio distruggerla sessualmente. Che cazzo ho che non va?
Sarah posa la testa sulla mia spalla. — So a cosa stai pensando.
— Eh? Cosa?
— Anche per me è così.
— Non ti seguo.
Smorza un sorrisetto. — Non fingere di non sapere. Lo vorrei anch’io. Adesso.
— Non so di cosa parli.
Mi osserva con un sorriso e si volta a guardare la strada.
Restiamo in silenzio per un pezzo. Vorrei restare così per sempre. Io e mia cugina. No, no, no, che cazzo sto dicendo? Sto insieme a Ilaria. Non posso avere quei pensieri. Non è giusto. Io amo davvero Ilaria, ma anche mia cugina. Vorrei tirare un lungo sospiro. Mi trattengo.
— Sarah — dice una voce maschile alle nostre spalle.
Ci voltiamo.
È Oronzo. Ci guarda in modo turbato e confuso. Pensa che stiamo insieme? E poi che diavolo ci fa qui? Non l’ho mai visto da queste parti. Ha seguito Sarah? È quel tipo di uomo?
Mia cugina lo fissa in malo modo. — Che ci fai qui?! Mi hai seguita?
Lui fa il giro della panchina e si ferma accanto a lei. — Ti ho chiamato un casino di volte. Perché non mi hai risposto?
— Non voglio più vederti — dice Sarah con tono acido.
— Perché? Cosa ho fatto!?
Lei incrocia le braccia sul petto. — Hai anche il coraggio di dirmi cosa hai fatto?
Oronzo mi guarda. — Puoi lasciarci da soli?
Non rispondo. Sposto lo sguardo su mia cugina per decidere cosa fare.
Lei mi guarda, poi si volta verso il suo ex. — Vattene! Abbiamo chiuso.
— Ma io…
— Ti ho detto di andartene!
— Ma io voglio stare con te! Ti amo!
Merda, mi sembra di risentirmi con Ilaria. Solo che io lo penso veramente.
Sarah lo fissa carica di rabbia. — Per te ero solo una scopata! Parole tue! Quindi vai a fare in culo!
Gli occhi di Oronzo si iniettano di sangue. — Sei una puttana!
— Ehi! — urlo. — Bada a come parli. È mia cugina.
Sarah mi guarda un po' sorpresa.
Lui fa un sorrisetto divertito, lo sguardo spiritato. — Perché? Non è così?! Non è una troia!? Una pompinara di…
Scatto in piedi e gli sferro un pugno in faccia. Lui indietreggia stordito e urta la schiena contro il tronco di un albero.
Gli punto il dito, il viso rosso dalla rabbia. — Ripetilo un’altra volta e ti ammazzo!
Alcuni passanti si avvicinano incuriositi.
Sarah si alza e mi blocca con il corpo. — Fermo! Non ne vale la pena.
Oronzo abbozza un sorrisetto, il labbro spaccato e sanguinante. Si avvicina verso di me per colpirmi, ma tre uomini gli bloccano la strada. Lui agita la mano verso di me, la faccia stravolta dalla rabbia. — Vieni qui se hai la palle! Ti spacco la faccia, stronzo!
Mi agito tra le braccia di mia cugina. — Chi hai chiamato stronzo!?
I miei amici mi raggiungono e mi allontanano con la forza fino alla fine della via. Ho le mani che mi tremano. Voglio ammazzarlo. I miei amici mi dicono di calmarmi, ma non ci riesco. Sono troppo su di giri, troppo incazzato. Faccio avanti e indietro per un pezzo. Alla fine mi siedo su uno scalino di una casa.
Mia cugina si siede accanto a me. — Calmati, ok?
Non rispondo, lo sguardo fisso sul pavimento.
I miei amici dicono a Sarah di badare a me e ritornano davanti al bar. Oronzo è ancora lì che discute con gli altri. Stringo la mano a pugno per il nervoso, serro la mascella.
Mia cugina mi prende il viso con le mani e mi costringe a guardarla negli occhi. — Non guardarlo. Guarda me, ok? — Mi sorride. — Fammi vedere la tua mano. — La prende e la controlla. Osserva le nocche arrossate e un po' ferite. — Ti fa male?
Rispondo di no con un “Mmmh.”
I miei amici si mettono a discutere con Oronzo. Partono insulti, spintoni. Altra gente si aggrega e li dividono. Una pattuglia dei carabinieri si ferma davanti al bar. Oronzo si defila e sparisce tra la folla. I carabinieri parlano con i miei amici e alcuni passanti. Uno dei carabinieri mi raggiunge e mi fa alcune domande un po' svogliato. Alla fine capisce che è stato solo un alterco e va via.
Guardo mia cugina. Lei mi fa un sorrisetto. Non so perché, ma me la vorrei scopare seduta stante. E di brutto anche.
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