Mia cugina: Parte 21

di
genere
incesti

La sera stessa incontro i miei amici al bar. Ilaria non c’è. Strano. Lei è sempre presente. Forse non è venuta per colpa mia. Molto probabile. Alla fine abbiamo litigato per l'ennesima volta. Ormai non so più come farle capire che la amo.
Il mio amico che si lamenta sempre della sua ex dice che ci è tornato insieme. Ottimo. Ora non ci romperà più per tutta la serata.
Faccio vagare lo sguardo nel locale e ogni tanto mi fermo a guardare l’ingresso. Gente che entra ed esce tra la musica house. Ma di Ilaria nessuna traccia. Comincio a battere il piede per il nervoso, a tamburellare le dita sulla bottiglia di birra. I miei amici ignorano quanto sia irrequieto.
Resto con loro per circa un’ora, poi li saluto con una scusa banale e vado via. Non riesco a starmene fermo. Devo vedere Ilaria, accertarmi che stia bene.
Salgo in macchina e guido fino alla sua villa. Parcheggio dall’altra parte della strada e osservo il cancello. È così tranquillo da queste parti. Solo il fruscio del vento tra le foglie. Non si sente nient’altro.
Prendo il cellulare dalla tasca e scrivo un messaggio a Ilaria. — Sono fuori.
Aspetto un po'. Nessuna risposta.
La chiamo. Il suo cellulare squilla diverse volte finché rifiuta la chiamata. La richiamo quattro volte. Tutte rifiutate.
Scrivo un altro messaggio. — Voglio solo parlarti.
Nessuna risposta.
Sospiro, chiudo gli occhi e appoggio la testa sul sedile. Voglio vederla e chiarire tutto. L'immagine di mia cugina si palesa nella mia mente, il suo viso in lacrime. Perché è venuta da me? È stata la prima volta che mi ha cercato. E la mia ex assistente ha rovinato tutto.
Riapro gli occhi. Faccio per mettere in moto per andare via, ma mi fermo. Il cancello pedonale si apre. Ilaria lo richiude e si avvia verso la mia auto.
Scendo dalla macchina. — Ilaria…
Lei si ferma davanti a me. — Cosa vuoi?
— Volevo vederti.
Si limita a guardarmi senza espressione.
— Io… Ecco… Voglio dirti la verità d’ora in poi. Non voglio tenerti all’oscuro di niente.
Il suo sguardo si incuriosisce, ma rimane duro. — Sei qui per dirmi qualcosa?
— Mia cugina è venuta da me. Poche ore fa. C'era anche la mia ex assistente.
Ilaria distoglie lo sguardo delusa e irritata. — Prevedibile.
— Non è come pensi. Io… l’ho cacciata. Ho cacciata la mia ex assistente.
— E tua cugina?
Abbasso lo sguardo. — Beh… È venuta da me per… Non lo so. Credo volesse essere consolata. Era in lacrime e…
— Ti ha visto insieme a quella ragazzina, vero? — domanda con una punta di acidità. — Suppongo che sia scappata a gambe levate molto velocemente
— Sì, ma… Voglio dire, io…
Ilaria scuote la testa. — Sei venuto qui solo per dirmi questo?
— No. Volevo… No, voglio che restiamo insieme.
— Ricominci?
— Trasferisciti da me. Conviviamo.
I suoi occhi si sbarrano un poco sorpresi. — Stai scherzando? Perché dovrei venire da te? — Indica la sua villa con una mano e una smorfia divertita. — Non per vantarmi, ma questo posto è mille volte meglio del tuo appartamento.
— Ah… — dico quasi schifato — quindi è una questione di soldi? Scusa se non sono ricco sfondato quanto te.
Ilaria mi fissa intensamente. — Lo vedi che non capisci mai niente? Non è per quello.
— A me sembra così.
— Sei tu. È per colpa tua. Con te sarei disposta a vivere anche in un porcile, ma non voglio essere la seconda scelta di nessuno!
— Seconda scelta? Ma che cazzo dici!? Tu per me sei importante. Non immagini nemmeno quanto tu…
— Di nuovo queste frasi fatte — sbuffa seccata.
Mi giro dall’altra parte in preda alla rabbia e mi accarezzo il mento per il nervoso. — Ho capito. Qualunque cosa io dica per te sono tutte bugie o “frasi fatte.” — Poso una mano sul tettuccio della mia auto. — Io ti amo. Davvero. Ti amo così tanto che mi sto anche umiliando, ma a te non frega un cazzo! Continui a dire che…
Mi fa voltare e mi bacia.
L’allontano. — Questo cos’era?
Mi guarda intensamente. — Non lo so.
— Non lo sai?
Ilaria mi fissa negli occhi. — Te l’ho detto. Quando sono con te faccio cose che di solito non faccio mai. Divento una ragazzina. In questo momento ti odio e ti amo. Vorrei baciarti e cacciarti allo stesso tempo.
— Mi cacceresti davvero? — domando serio.
Distoglie lo sguardo verso la sua villa. — Non lo so.
Mi acciglio turbato. — Capisco…
Cala un silenzio pesante per un momento. Un cane abbaia in lontananza.
— Io non lo farei mai — dico un po' provato. — So soltanto che ti amo. Di questo ne sono più che sicuro.
Ilaria si volta a guardarmi. — Ma non ami solo me.
— Anche mia cugina.
— Adesso capisci perché non voglio essere la seconda scelta di nessuno? Voglio essere l’unica.
Appoggio la schiena sulla portiera della mia auto e guardo il cielo stellato. C'è la mezza luna. — Lo so, ma… Ora sono con te. Non sono andato da mia cugina. Quando l’ho vista piangere davanti a me, io… — Mi interrompo per un attimo. — Quello che voglio dire è che ora sono qui. Non da lei. Ho scelto di venire da te, di cercarti, di vederti. Non penso che questo… Insomma, non pensi che valga più di ogni parola?
Ilaria mi si avvicina con uno sguardo intenso, gli occhi fissi nei miei. — Sì…
La guardo un po' a disagio. — Quindi… Io ti amo, ma tu…
Mi bacia con passione, la lingua che cerca freneticamente la mia per un momento. Si stacca dal bacio, mi prende per mano e varchiamo il cancello pedonale della sua villa.
— Dove stiamo andando? — domando.
Non risponde.
Profumo di fiori, di terra bagnata. Ci sono un sacco di alberi e cespugli in fiori curati. Vista dall’esterno, la sua casa ha uno stile moderno con pareti di vetro. Entriamo dentro. Tappeti, tende e mobilio che valgono più del mio appartamento. Mi porta in camera sua e mi butta sul letto.
— Vuoi farlo? — chiedo un po' confuso.
Mi fissa con uno sguardo assatanato per un attimo, poi si spoglia. Fisso le sue tette, la vagina un po' depilata. Il mio pene diventa duro. Mi abbasso pantaloni e mutande e mi tolgo la maglietta.
Ilaria si stende accanto a me e comincia a baciarmi con la lingua mentre mi fa un lavoretto di mano. Calo la mia mano sulla sua vagina e inizio a massaggiare il clitoride in senso orario. Lei geme.
Mi metto sopra di lei e faccio scivolare il mio pene dentro la sua vagina bagnata. È caldissima. Torna a baciarmi con la lingua mentre la martello con i fianchi. Mi tira verso di sé e mi stringe in un abbraccio da cui è impossibile liberarsi.
— Trasferisciti tu… — ansima al mio orecchio.
— Cosa? Davvero…?
— Sì…
Aumento il ritmo. Sono troppo eccitato per ciò che ha detto. I colpi sul suo inguine risuonano nella stanza. Lei continua a gemere, a baciarmi. Poi mi sposta di lato e si mette a cavalcioni su di me. Comincia a muovere i fianchi mentre mi guarda per un po'.
La tiro a me, serro la sua schiena con le mie braccia e la bacio. Ilaria inizia a fremere per un attimo e si irrigidisce.
Le vengo dentro.
Lei si distende accanto a me, il dito che gioca con i peli del mio petto, la faccia sfatta, i capelli scompigliati. — Verrai a vivere qui?
— Sì, se per te va bene.
Restiamo in silenzio per un attimo.
— L’hai cacciata sul serio? — domanda, senza guardarmi. — La ragazzina. La tua ex assistente.
— Sì, ma… Non so se tornerà.
— Perché è così ossessionata da te?
— Non lo so. Non ha motivo di esserlo.
Mi guarda in silenzio per un momento. — E tua cugina?
— Sono qui.
— Lo so. Ma tua cugina? Non la ami ancora?
Dove vuole arrivare? Vuole rovinare tutto di nuovo? — Mia cugina… Lei…
Il dito di Ilaria smette di giocare con i miei peli. — Se non ci fosse, sarebbe tutto perfetto.
— Lo è già.
— No, non lo è.
— Ma sono qui. Sono venuto da te.
— Lo so, ma… — Mi fissa negli occhi. — Non sei interamente mio. Come ti sentiresti se io amassi un altro uomo a parte te?
Distolgo lo sguardo irato al solo pensiero. — Male. Davvero male.
— Anch'io mi sento così.
— Scusa…
Ilaria mi dà un bacio sul collo. — Cos’ha tua cugina più di me?
La guardo. — Niente. Proprio niente.
— Allora perché nei sei innamorato?
— Non lo so.
— Un motivo ci sarà.
— Non lo so. Davvero. Credo che tutto sia iniziato quando abbiamo iniziato a parlare. O meglio, quando io ho iniziato a parlarle.
Ilaria appoggia la testa sul mio petto. — Non quando avete l'amore?
— Non lo so. Non credo.
— Che mi dici di me? Ti sono piaciuta dalle superiori, ma… Sono stata io a fare la prima mossa.
— Dopo anni.
— Già, dopo anni. Molti anni.
Scende il silenzio per un attimo.
Accarezzo il viso di Ilaria. — Tu mi hai fatto innamorare di te. Non so come, ma lo hai fatto. Mi piacevi da anni. E lasciarti andare… No, non ci riuscirei mai. Ti amo e... Scusa, sono troppo egoista…
Ilaria mi ignora. — Anche tua cugina ti ha fatto innamorare di lei?
Non rispondo subito. — È diverso. Sono stato io a innamorarmene. Lei… Non lo so. Non so se sia davvero innamorata di me.
Altro silenzio.
— Perché tua cugina è venuta da te oggi? — chiede Ilaria.
— Per Oronzo. L’ha mollata, credo. Dovevano partire insieme per Miami, ma è tornata con la moglie.
— Prevedibile.
Smetto di accarezzarle il viso. — In che senso?
— È un uomo sposato. Senza offesa, ma tua cugina era un passatempo.
— Parli per esperienza?
— No, per logica. Un uomo sposato con figli non lascia sua moglie per un’altra.
— Beh, non sempre è così. Anzi, al giorno d’oggi ci si lascia per niente.
Solleva la testa dal mio petto e mi guarda. — Lo farai anche tu?
— Fare cosa?
— Lasciarmi.
— No, certo che no. Te l’ho detto anche prima. Sono troppo egoista. Tu… tu sei mia.
Mi sorride. Il suo primo sorriso dopo molto tempo. — Tua?
— Sì, mia.
— Anche tu. Ma tua cugina…
La bacio sulla fronte. Sorrido. — Ci siamo solo noi due qui. Solo noi due. E io ti amo. E non immagini quanto.
Mi bacia. Ricominciamo a fare l’amore.
scritto il
2025-06-24
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