La cura - cap.2
di
Petulka
genere
orge
Petra, con il corpo tremante e coperto di sudore, fu slegata dalla sedia e trascinata sul lettino operatorio. I medici, con sguardi famelici, la circondarono, pronti a soddisfare i loro desideri più osceni. Il dottor Robert, con un ghigno malvagio, le aprì le gambe con forza, esponendo la sua fica bagnata e il culo stretto.
"Oggi ti riempiamo tutta, puttana," disse, infilando due dita nel suo culo senza preavviso. Petra urlò, sentendo un dolore misto a piacere. "Sei pronta per prendere tre cazzi contemporaneamente?" chiese Elena, con un tono sadico.
Petra annuì, ansimando, mentre Luigi le leccava il clitoride con una lingua ruvida e insistente. Il direttore, con un cazzo enorme e venoso, si posizionò tra le sue gambe, pronto a penetrarla. "Ti sfondo il culo, puttana," disse, sputandole addosso e usando la saliva come lubrificante. Con una spinta potente, le infilò il cazzo nel culo, facendo urlare Petra di dolore e piacere.
Nel frattempo, Robert le spinse il cazzo in bocca, tenendole la testa ferma con entrambe le mani. "Succhia, troia," ordinò, pompando con forza. Petra sentiva il cazzo di Robert toccarle la gola mentre il direttore le sbatteva il culo con colpi violenti. Elena, non volendo essere da meno, le infilò un dildo vibrante nel vagino, regolando la velocità sulla massima intensità.
"Godi, Petra," sussurrò Elena all'orecchio, mordendole il lobo. "Senti come sei piena? Sei la nostra puttana personale." Petra annuì, incapace di parlare con il cazzo di Robert in gola. Sentiva ogni spinta, ogni colpo, ogni vibrazione del dildo. Il suo corpo era un campo di battaglia, e lei era il trofeo.
Il direttore aumentò il ritmo, sbattendo il cazzo nel culo di Petra con una forza brutale. "Prendi tutto, puttana," gridò, mentre il sudore gli colava dalla fronte. Robert, con il viso rosso e gli occhi fuori dalle orbite, pompava nella bocca di Petra, tenendole la testa ferma con una mano e torcendole un capezzolo con l'altra.
Elena, con un sorriso sadico, aumentò la velocità del dildo, facendo gemere Petra di piacere. "Vieni per noi, puttana," ordinò, mentre Petra sentiva l'orgasmo montare. Il suo corpo tremò, e lei riversò liquido dalla vagina, bagnando il lettino e i cazzi dei medici. L'orgasmo fu così intenso che perse il controllo della vescica, pisciando tra le gambe mentre i medici ridevano e continuavano a scoparla.
"Brava, puttana," disse Robert, tirando fuori il cazzo dalla bocca di Petra e venendo sul suo viso. Il direttore, con un ultimo colpo potente, venne nel culo di Petra, riempiendola di sperma caldo. Elena, non volendo essere da meno, estrasse il dildo e lo sostituì con il suo cazzo, venendo nel vagino di Petra con un gemito di piacere.
Petra, coperta di sperma, sudore e urina, crollò sul lettino, esaurita ma appagata. I medici, soddisfatti, si allontanarono, lasciandola sola con i suoi pensieri e il suo corpo dolorante. Sapeva che quella non era la fine, ma solo l'inizio di una vita di sesso estremo e senza limiti. E lei non vedeva l'ora di scoprire cosa l'aspettava.
"Ora sei nostra, puttana," disse il direttore, tornando nella stanza con un sorriso malvagio. "Sei pronta per la prossima sessione?" Petra annuì, ansimando, mentre il direttore le infilava un cazzo nel culo e Robert le sbatteva il cazzo in bocca.
La sessione successiva fu ancora più violenta e oscena. I medici la legarono a una croce di legno, con le gambe aperte e le mani legate dietro la schiena. Il direttore le infilò un cazzo nel culo, mentre Robert le sbatteva il cazzo in bocca. Elena, con un dildo vibrante, le stimolava il clitoride, facendo gemere Petra di piacere.
"Godi, puttana," sussurrò Elena all'orecchio, mordendole il lobo. "Senti come sei piena? Sei la nostra puttana personale." Petra annuì, incapace di parlare con il cazzo di Robert in gola. Sentiva ogni spinta, ogni colpo, ogni vibrazione del dildo. Il suo corpo era un campo di battaglia, e lei era il trofeo.
La sessione durò per ore, con i medici che si alternavano nel scoparla. Petra era un oggetto di piacere, un giocattolo da usare e abusare. Ma lei non si lamentava, anzi, godeva di ogni momento. Era una puttana, e sapeva di esserlo.
Alla fine della sessione, Petra era coperta di sperma, sudore e urina. I medici, soddisfatti, si allontanarono, lasciandola sola con i suoi pensieri e il suo corpo dolorante. Sapeva che quella non era la fine, ma solo l'inizio di una vita di sesso estremo e senza limiti. E lei non vedeva l'ora di scoprire cosa l'aspettava.
Petra, esaurita ma eccitata, si rese conto che il suo corpo era diventato un campo di battaglia per i desideri dei medici. Ogni incontro era una prova di resistenza e piacere, dove lei era sia vittima che protagonista. Il dolore e il piacere si intrecciavano in un vortice di sensazioni che la lasciavano senza fiato. Ogni orgasmo era un'onda di liberazione, un momento in cui il suo corpo prendeva il controllo, riversando liquido e urina in un'esplosione di piacere primitivo.
I medici, con i loro sguardi famelici e le mani esperte, la manipolavano come un oggetto, esplorando ogni angolo del suo corpo con una combinazione di brutalità e precisione. Le loro voci riempivano l'aria con ordini perentori e sussurri osceni, creando un'atmosfera di dominio e sottomissione.
Petra, legata e vulnerabile, si abbandonava completamente, sentendo ogni spinta, ogni colpo, ogni vibrazione del dildo come un'onda di piacere che la travolgeva. Il suo corpo era un campo di battaglia, e lei era il trofeo, un oggetto di desiderio e piacere per i medici che la possedevano con una feroce intensità.
Alla fine di ogni sessione, Petra era coperta di sperma, sudore e urina, esaurita ma appagata. I medici, soddisfatti, si allontanavano, lasciandola sola con i suoi pensieri e il suo corpo dolorante. Sapeva che quella non era la fine, ma solo l'inizio di una vita di sesso estremo e senza limiti. E lei non vedeva l'ora di scoprire cosa l'aspettava, pronta ad affrontare nuove prove e a esplorare i confini del piacere e della sottomissione.
"Oggi ti riempiamo tutta, puttana," disse, infilando due dita nel suo culo senza preavviso. Petra urlò, sentendo un dolore misto a piacere. "Sei pronta per prendere tre cazzi contemporaneamente?" chiese Elena, con un tono sadico.
Petra annuì, ansimando, mentre Luigi le leccava il clitoride con una lingua ruvida e insistente. Il direttore, con un cazzo enorme e venoso, si posizionò tra le sue gambe, pronto a penetrarla. "Ti sfondo il culo, puttana," disse, sputandole addosso e usando la saliva come lubrificante. Con una spinta potente, le infilò il cazzo nel culo, facendo urlare Petra di dolore e piacere.
Nel frattempo, Robert le spinse il cazzo in bocca, tenendole la testa ferma con entrambe le mani. "Succhia, troia," ordinò, pompando con forza. Petra sentiva il cazzo di Robert toccarle la gola mentre il direttore le sbatteva il culo con colpi violenti. Elena, non volendo essere da meno, le infilò un dildo vibrante nel vagino, regolando la velocità sulla massima intensità.
"Godi, Petra," sussurrò Elena all'orecchio, mordendole il lobo. "Senti come sei piena? Sei la nostra puttana personale." Petra annuì, incapace di parlare con il cazzo di Robert in gola. Sentiva ogni spinta, ogni colpo, ogni vibrazione del dildo. Il suo corpo era un campo di battaglia, e lei era il trofeo.
Il direttore aumentò il ritmo, sbattendo il cazzo nel culo di Petra con una forza brutale. "Prendi tutto, puttana," gridò, mentre il sudore gli colava dalla fronte. Robert, con il viso rosso e gli occhi fuori dalle orbite, pompava nella bocca di Petra, tenendole la testa ferma con una mano e torcendole un capezzolo con l'altra.
Elena, con un sorriso sadico, aumentò la velocità del dildo, facendo gemere Petra di piacere. "Vieni per noi, puttana," ordinò, mentre Petra sentiva l'orgasmo montare. Il suo corpo tremò, e lei riversò liquido dalla vagina, bagnando il lettino e i cazzi dei medici. L'orgasmo fu così intenso che perse il controllo della vescica, pisciando tra le gambe mentre i medici ridevano e continuavano a scoparla.
"Brava, puttana," disse Robert, tirando fuori il cazzo dalla bocca di Petra e venendo sul suo viso. Il direttore, con un ultimo colpo potente, venne nel culo di Petra, riempiendola di sperma caldo. Elena, non volendo essere da meno, estrasse il dildo e lo sostituì con il suo cazzo, venendo nel vagino di Petra con un gemito di piacere.
Petra, coperta di sperma, sudore e urina, crollò sul lettino, esaurita ma appagata. I medici, soddisfatti, si allontanarono, lasciandola sola con i suoi pensieri e il suo corpo dolorante. Sapeva che quella non era la fine, ma solo l'inizio di una vita di sesso estremo e senza limiti. E lei non vedeva l'ora di scoprire cosa l'aspettava.
"Ora sei nostra, puttana," disse il direttore, tornando nella stanza con un sorriso malvagio. "Sei pronta per la prossima sessione?" Petra annuì, ansimando, mentre il direttore le infilava un cazzo nel culo e Robert le sbatteva il cazzo in bocca.
La sessione successiva fu ancora più violenta e oscena. I medici la legarono a una croce di legno, con le gambe aperte e le mani legate dietro la schiena. Il direttore le infilò un cazzo nel culo, mentre Robert le sbatteva il cazzo in bocca. Elena, con un dildo vibrante, le stimolava il clitoride, facendo gemere Petra di piacere.
"Godi, puttana," sussurrò Elena all'orecchio, mordendole il lobo. "Senti come sei piena? Sei la nostra puttana personale." Petra annuì, incapace di parlare con il cazzo di Robert in gola. Sentiva ogni spinta, ogni colpo, ogni vibrazione del dildo. Il suo corpo era un campo di battaglia, e lei era il trofeo.
La sessione durò per ore, con i medici che si alternavano nel scoparla. Petra era un oggetto di piacere, un giocattolo da usare e abusare. Ma lei non si lamentava, anzi, godeva di ogni momento. Era una puttana, e sapeva di esserlo.
Alla fine della sessione, Petra era coperta di sperma, sudore e urina. I medici, soddisfatti, si allontanarono, lasciandola sola con i suoi pensieri e il suo corpo dolorante. Sapeva che quella non era la fine, ma solo l'inizio di una vita di sesso estremo e senza limiti. E lei non vedeva l'ora di scoprire cosa l'aspettava.
Petra, esaurita ma eccitata, si rese conto che il suo corpo era diventato un campo di battaglia per i desideri dei medici. Ogni incontro era una prova di resistenza e piacere, dove lei era sia vittima che protagonista. Il dolore e il piacere si intrecciavano in un vortice di sensazioni che la lasciavano senza fiato. Ogni orgasmo era un'onda di liberazione, un momento in cui il suo corpo prendeva il controllo, riversando liquido e urina in un'esplosione di piacere primitivo.
I medici, con i loro sguardi famelici e le mani esperte, la manipolavano come un oggetto, esplorando ogni angolo del suo corpo con una combinazione di brutalità e precisione. Le loro voci riempivano l'aria con ordini perentori e sussurri osceni, creando un'atmosfera di dominio e sottomissione.
Petra, legata e vulnerabile, si abbandonava completamente, sentendo ogni spinta, ogni colpo, ogni vibrazione del dildo come un'onda di piacere che la travolgeva. Il suo corpo era un campo di battaglia, e lei era il trofeo, un oggetto di desiderio e piacere per i medici che la possedevano con una feroce intensità.
Alla fine di ogni sessione, Petra era coperta di sperma, sudore e urina, esaurita ma appagata. I medici, soddisfatti, si allontanavano, lasciandola sola con i suoi pensieri e il suo corpo dolorante. Sapeva che quella non era la fine, ma solo l'inizio di una vita di sesso estremo e senza limiti. E lei non vedeva l'ora di scoprire cosa l'aspettava, pronta ad affrontare nuove prove e a esplorare i confini del piacere e della sottomissione.
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