Visita al museo
di
Petulka
genere
fantascienza
Petra aveva sempre nutrito una profonda ammirazione per il Museo di Storia Naturale, un luogo che, con le sue collezioni di fossili e reperti antichi, le evocava ricordi di avventure infantili e sogni a occhi aperti. Quella sera, tuttavia, non era lì per una semplice visita. Doveva completare un rapporto di ricerca entro l'alba, e il tempo a sua disposizione stava per scadere. Mentre l'ultimo impiegato del museo spegneva le luci e chiudeva le porte, Petra si ritrovò sola in un labirinto di sale deserte, i corridoi avvolti in un silenzio tombale che sembrava inghiottirla.
Il silenzio fu rotto da un sibilo lontano, un suono simile al fruscio di metallo su pietra che le fece rizzare i capelli sulla nuca. Le ombre iniziarono a muoversi, danzando come creature viventi, e Petra comprese con un misto di terrore ed eccitazione che non era più sola. I gargoyle incisi sulle pareti presero vita, staccandosi dalla roccia con un grido rauco, le loro ali di pietra che sbattevano sollevando polvere e detriti. Contemporaneamente, gli animali preistorici esposti nelle teche di vetro cominciarono a muoversi, i loro occhi antichi che brillavano di una luce fosforescente, come carboni ardenti.
Il primo a raggiungerla fu un Allosauro, il suo collo lungo e muscoloso che si avvolse intorno al corpo di Petra come una serpe. La lingua bifida del rettile le sfiorò il collo, un tocco freddo e umido che la fece rabbrividire. Petra sentì il respiro pesante dell'animale sulla pelle, un odore muschiato che mescolava decomposizione e feromoni primordiali. Le fauci dell'Allosauro si aprirono, rivelando zanne giallastre che sfiorarono il suo orecchio prima di morderle il lobo con una delicatezza letale. Il sangue colò caldo lungo il collo, ma Petra non urlò; un misto di terrore e adrenalina le annebbiava i sensi, facendole accelerare il battito del cuore fino a un ritmo frenetico.
Mentre l'Allosauro la teneva ferma, un Ankylosaurus si avvicinò, la sua coda armata di spine che scivolò tra le gambe di Petra. La pressione delle piastre ossee le solleticò il sesso, facendola gemere nonostante il terrore. Le sue spalle vennero sollevate da artigli di pietra, due gargoyle che la immobilizzarono a cavalcioni di un altare di marmo, il corpo nudo esposto all’aria gelida del museo. I volti mostruosi dei gargoyle si avvicinarono, bocche di pietra che la leccarono, lingue ruvide che le succhiavano i capezzoli fino a farli indurire in picchi dolorosamente sensibili.
Un Brontosauro si avvicinò con passo pesante, la sua testa gigantesca che si abbassò per leccarle i capelli, la saliva densa che le scivolò tra i seni. La lingua del Brontosauro le sfiorò il ventre, scendendo sempre più in basso, fino a scivolare tra le sue pieghe. Petra gridò, un suono strozzato tra piacere e sgomento, mentre il rettile la penetrava con la lingua, spingendo con forza inarrestabile. Gli artigli dei gargoyle la tennero ferma, le mani di pietra che le strizzavano i seni, torcendoli fino a farla ansimare.
Intanto, un Pteranodonte sbatté le ali sopra di lei, il suo becco affilato che le sfiorava la pelle, lasciando segni rossi e dolorosi. Petra sentiva il suo corpo tendersi e rilassarsi, ogni muscolo contratto per lo sforzo e l'eccitazione. La sala del museo era riempita dai suoni dei suoi gemiti, dei ruggiti delle bestie e del fruscio delle ali di pietra dei gargoyle. Ogni tocco, ogni carezza, era intensificato dalla consapevolezza che stava vivendo qualcosa di unico e proibito.
Il tempo sembrò fermarsi mentre Petra veniva posseduta ancora e ancora, il suo corpo esaurito ma desideroso di altro. Il tirannosauro, con la sua forza bruta, la prese da dietro, le sue zampe potenti che la tenevano ferma mentre la penetrava con spinte violente. Il triceratopo, nel frattempo, le leccava il seno, i suoi denti affilati che sfioravano la pelle delicata, causando un misto di dolore e piacere.
I gargoyle, con le loro ali di pietra, la sollevarono in aria, tenendola sospesa mentre la penetravano con le loro membra di pietra, ogni spinta accompagnata da un grido di dolore e piacere. Petra sentiva il suo corpo tendersi e rilassarsi, ogni muscolo contratto per lo sforzo e l'eccitazione. La sala del museo era riempita dai suoni dei suoi gemiti, dei ruggiti delle bestie e del fruscio delle ali di pietra dei gargoyle.
Quando finalmente l'alba spuntò, gli animali preistorici e i gargoyle tornarono alle loro forme inanimate, lasciando Petra sola nel museo, il corpo dolorante ma soddisfatto. Si alzò, le gambe tremanti, e si diresse verso l'uscita, sapendo che quella notte avrebbe portato con sé un segreto oscuro e potente. Ogni passo era una sofferenza, il suo corpo segnato dalle esperienze della notte. Ma c'era anche un senso di soddisfazione, di aver vissuto qualcosa di così intenso e proibito. Petra uscì dal museo, i primi raggi del sole che illuminavano il suo viso, portando con sé il ricordo di una notte che non avrebbe mai dimenticato.
Il silenzio fu rotto da un sibilo lontano, un suono simile al fruscio di metallo su pietra che le fece rizzare i capelli sulla nuca. Le ombre iniziarono a muoversi, danzando come creature viventi, e Petra comprese con un misto di terrore ed eccitazione che non era più sola. I gargoyle incisi sulle pareti presero vita, staccandosi dalla roccia con un grido rauco, le loro ali di pietra che sbattevano sollevando polvere e detriti. Contemporaneamente, gli animali preistorici esposti nelle teche di vetro cominciarono a muoversi, i loro occhi antichi che brillavano di una luce fosforescente, come carboni ardenti.
Il primo a raggiungerla fu un Allosauro, il suo collo lungo e muscoloso che si avvolse intorno al corpo di Petra come una serpe. La lingua bifida del rettile le sfiorò il collo, un tocco freddo e umido che la fece rabbrividire. Petra sentì il respiro pesante dell'animale sulla pelle, un odore muschiato che mescolava decomposizione e feromoni primordiali. Le fauci dell'Allosauro si aprirono, rivelando zanne giallastre che sfiorarono il suo orecchio prima di morderle il lobo con una delicatezza letale. Il sangue colò caldo lungo il collo, ma Petra non urlò; un misto di terrore e adrenalina le annebbiava i sensi, facendole accelerare il battito del cuore fino a un ritmo frenetico.
Mentre l'Allosauro la teneva ferma, un Ankylosaurus si avvicinò, la sua coda armata di spine che scivolò tra le gambe di Petra. La pressione delle piastre ossee le solleticò il sesso, facendola gemere nonostante il terrore. Le sue spalle vennero sollevate da artigli di pietra, due gargoyle che la immobilizzarono a cavalcioni di un altare di marmo, il corpo nudo esposto all’aria gelida del museo. I volti mostruosi dei gargoyle si avvicinarono, bocche di pietra che la leccarono, lingue ruvide che le succhiavano i capezzoli fino a farli indurire in picchi dolorosamente sensibili.
Un Brontosauro si avvicinò con passo pesante, la sua testa gigantesca che si abbassò per leccarle i capelli, la saliva densa che le scivolò tra i seni. La lingua del Brontosauro le sfiorò il ventre, scendendo sempre più in basso, fino a scivolare tra le sue pieghe. Petra gridò, un suono strozzato tra piacere e sgomento, mentre il rettile la penetrava con la lingua, spingendo con forza inarrestabile. Gli artigli dei gargoyle la tennero ferma, le mani di pietra che le strizzavano i seni, torcendoli fino a farla ansimare.
Intanto, un Pteranodonte sbatté le ali sopra di lei, il suo becco affilato che le sfiorava la pelle, lasciando segni rossi e dolorosi. Petra sentiva il suo corpo tendersi e rilassarsi, ogni muscolo contratto per lo sforzo e l'eccitazione. La sala del museo era riempita dai suoni dei suoi gemiti, dei ruggiti delle bestie e del fruscio delle ali di pietra dei gargoyle. Ogni tocco, ogni carezza, era intensificato dalla consapevolezza che stava vivendo qualcosa di unico e proibito.
Il tempo sembrò fermarsi mentre Petra veniva posseduta ancora e ancora, il suo corpo esaurito ma desideroso di altro. Il tirannosauro, con la sua forza bruta, la prese da dietro, le sue zampe potenti che la tenevano ferma mentre la penetrava con spinte violente. Il triceratopo, nel frattempo, le leccava il seno, i suoi denti affilati che sfioravano la pelle delicata, causando un misto di dolore e piacere.
I gargoyle, con le loro ali di pietra, la sollevarono in aria, tenendola sospesa mentre la penetravano con le loro membra di pietra, ogni spinta accompagnata da un grido di dolore e piacere. Petra sentiva il suo corpo tendersi e rilassarsi, ogni muscolo contratto per lo sforzo e l'eccitazione. La sala del museo era riempita dai suoni dei suoi gemiti, dei ruggiti delle bestie e del fruscio delle ali di pietra dei gargoyle.
Quando finalmente l'alba spuntò, gli animali preistorici e i gargoyle tornarono alle loro forme inanimate, lasciando Petra sola nel museo, il corpo dolorante ma soddisfatto. Si alzò, le gambe tremanti, e si diresse verso l'uscita, sapendo che quella notte avrebbe portato con sé un segreto oscuro e potente. Ogni passo era una sofferenza, il suo corpo segnato dalle esperienze della notte. Ma c'era anche un senso di soddisfazione, di aver vissuto qualcosa di così intenso e proibito. Petra uscì dal museo, i primi raggi del sole che illuminavano il suo viso, portando con sé il ricordo di una notte che non avrebbe mai dimenticato.
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