Schiavo per amore. Nono episodio

di
genere
dominazione

Arrivato a casa, preparai una valigia mettendoci ovviamente alcune cose che mi servivano. Per quanto tempo sarei dovuto rimanere a casa di Diana? Questo era il vero mistero. Se fosse dipeso da me, la risposta sarebbe stata scontata. Per sempre. Si, sarei voluto stare per il resto della mia vita accanto alla bella Diana, alla donna che amavo ormai da tanto tempo, alla donna che desideravo in modo quasi ossessivo. Non era solo una questione di sesso. Oh,si, certo, avrei voluto fare l’amore con lei, ed avrei dato qualsiasi cosa pur di averla, ma desideravo baciarla di nuovo, toccarla, accarezzarle i capelli e poi il viso, scendere e sfiorarle i seni prosperosi che più volte aveva messo in bella mostra ai miei occhi. Si, il mio sogno era quello di viverle accanto, ma da solo, io e lei, e non certo a fare da spettatore alle sue scene di forza e di sesso con Alberto. Mi lasciai cadere sul letto, eccitato come un ragazzino al solo pensare a tutte queste cose. L’avrei avuta, prima o poi. Me l’aveva promesso ed ero convintissimo che lei avesse diversi difetti che, per inciso, ai miei occhi diventavano pregi, ma non quello di non mantenere una promessa. E, naturalmente, io non riuscivo a pensare a nulla se non a quella promessa. Il solito trillo del telefonino mi distolse dai miei pensieri erotici. Inutile sottolineare che era lei, Diana
“Cosa stai facendo?” Nemmeno un saluto, un . Eppure, al solo sentire la sua voce, il mio cuore iniziò a fare le bizze.
“ Sto sul letto, Diana. Mi sto riposando. Cinque minuti e poi prendo la macchina e vengo”
“ No, tranquillo. Mi sono svegliata adesso. Mi faccio una doccia e poi vado dal parrucchiere e dall’estetista, e poi, forse, a fare shopping. Non sarò di ritorno se non nel tardo pomeriggio. Dimmi un po’, avete parlato te e Alberto?”
“ Si, eccome se abbiamo parlato”
“ Bene. Quindi?”
“ Quindi lui sa che tu sai. ma non sa che tu lo fai per i soldi. Crede che tu lo stia facendo per lui o. al limite. per soddisfare le tue voglie dominanti”
“ Povero cocco. Non sa quello che lo aspetta”
“ Ascolta Diana. Lui è semplicemente cotto di te. Io credo che la strada tracciata sia quella giusta e devi continuare in questo modo. Non lo devi picchiare molto forte perché mi ha detto addirittura chiaramente che lui non vuole essere ammazzato di botte”
“ Ma va? E allora cosa vuole il porco? A me sembra invece che gli piaccia, eccome, visto che quando gli metto le mani addosso si ritrova con l’arnese dritto”
“ Sempre diretta, tu”
“ Ma piantala. Piuttosto, spiegami visto che stai diventando molto ferrato in queste faccende”
“ Sembra essere una situazione psicologica molto più complicata e credo che ieri, quando parlavamo in macchina, io abbia azzeccato tutto, ma adesso posso dire di avere la conferma considerando che è stato proprio lui ad ammetterlo. Da quello che ho capito parlandoci stamattina, lui ama sentire la potenza e la superiorità di una donna, ma non essere torturato da una come te che potrebbe spezzargli le ossa una ad una. Insomma, Diana, se lo picchi selvaggiamente, rischi di rovinare tutto, mentre se invece agisci come hai fatto finora, con un po’ di attenzione, lui si prostrerà ai tuoi piedi e farà quello che vuoi”
“ Beh, complimenti, sei stato un ottimo psicologo. Piuttosto, quando intendi che farà tutto quello che voglio, pensi che possiamo anche comprendere intestarmi le case e stracciare quel cazzo di contratto prematrimoniale?”
“ Questo non lo so proprio. Fino a che non hai ottenuto quello che tu vuoi, devi però comportarti esattamente come lui vorrebbe. Per cominciare, vacci più piano con gli schiaffi. Quel poveretto la mattina deve andare al lavoro, e non puo’ andarci con la faccia che assomiglia a quella di un pugile suonato”
“ Ehi, carino, me l’avevi consigliati tu gli schiaffi”
“ Si, ma tu hai delle armi improprie al posto delle mani”
Sentii la sua risata e proseguii. “Ascolta Diana, tu devi soprattutto minacciarlo, farlo tremare. E’ questo che, secondo me, lui desidera: aver paura della sua bella moglie più di quanto desideri essere pestato a sangue. Per quanto riguarda invece il tuo obiettivo, la minaccia deve essere quella di lasciarlo se non farà quello che tu vuoi. Come ti ho detto prima, lui è cotto, ha finalmente la sua padrona, e credo che farebbe qualunque cosa pur di non perderti. Non so se tu possa arrivare fino al punto di togliergli i soldi e stracciare quel contratto che tanto ti sta sulle palle, ma credo che tu debba seguire questa strada piuttosto che la violenza pura”
“ Insomma, devo minacciare di lasciarlo invece che minacciare di picchiarlo?”
“ No, Diana, una cosa non esclude l’altra. Puoi anche minacciare di picchiarlo. Da quello che mi è sembrato di comprendere, gli va il cervello in tilt quando ha paura, quando ha la sensazione di trovarsi di fronte una come te che, se vuole, lo ammazza di botte, ma non mi ha dato l’impressione di essere un masochista e godere delle percosse. Anzi, me l’ha detto chiaro in faccia. Tu devi soltanto fare un po’ di scena”
“ Scena un cazzo. Io gli meno per davvero, mica per finta”
“ Si brava, così corri il rischio di mandarlo all’ospedale e rovinare tutto” feci preoccupato. Poi cercai di proseguire immaginando cosa avrebbe potuto provare Alberto. “Insomma Diana, qualcosa per dimostrargli che sei davvero molto più forte di lui dovrai farla, su questo sono d’accordo. Lo ecciterà e, di conseguenza, sarà in condizioni psicologiche particolari”
“ Cosa intendi per condizioni psicologiche particolari?”
“ Intendo che tu apparirai ai suoi occhi come una specie di dea, ti adorerà e ti amerà ancora di più”
“ E quindi diventerà più facilmente influenzabile?”
“ Penso proprio di si” risposi.
“ Molto bene. E spero proprio che vada tutto ok. Non è proprio nelle mie intenzioni fare per tanto tempo quello che lui vuole. E poi, quando avrò quello che voglio...” La minaccia non era nemmeno tanto velata. Quando Diana sarebbe entrata in possesso di ciò che voleva, l’avrebbe probabilmente lasciato. Almeno così pensavo in quel momento
“ Lo farai stasera?” le chiesi
“ Credo proprio di sì”
“ Non esci? E’ sabato sera”
“ E allora? Sono o non sono la padrona? Non mi va di uscire e mi divertirò di più stando a casa a sottomettere il mio amato maritino”
Rimanemmo per qualche istante in silenzio e poi proseguii con un filo di voce.“ Diana...”
“ Che c’è Paolo?”
“ Perché non mi raggiungi? Io ti amo e ti desidero e voglio stare con te”
“ Voglio? Tu a me non lo dici. Sono io che deciderò quando e come tu potrai fare l’amore con me. Te l’ho promesso, ma non ora. Adesso vai a farti una doccia gelata. Ti aspetto in villa alle 19 in punto”
“ E se io non venissi? Se io una volta tanto non volessi fare tutto quello che mi ordini?”
“ Se tu non venissi? Ma e’ semplice, tesoro. Per prima cosa verrei a casa tua e sarei costretta a usare le maniere forti. Quanto pensi che ci possa mettere a convincerti con la forza? Pochi secondi, credimi. Senza contare che potresti anche dimenticarti di fare l’amore con me. Vuoi correre questo rischio?”
“ No, Diana. Correrei forse il rischio di prendere le botte da te, ma non quello di non poterti mai avere. Ti amo troppo” Non potevo vederla ma me la stavo immaginando, tronfia e sicura di sé stessa, come al solito
“ Bene. Allora alle 19. Un minuto più tardi e stasera avrò due schiavi da picchiare. E uno non sarà nemmeno consenziente”
Il clic non mi diede nemmeno il tempo di replicare. E poi, cosa avrei dovuto replicare? Aveva ragione lei. Avrebbe avuto due schiavi. Ormai, potevo considerarmi anch’io con questo brutto epiteto, e la cosa non mi faceva certo onore. Mi alzai dal letto e mi diressi verso il bagno. Dovevo davvero farmi davvero una doccia gelata visto che il solo pensiero di Diana mi aveva procurato una notevole eccitazione. Maledetto me e maledetto l’amore che provavo per lei.

Suonai il campanello della villa di Diana. Stranamente, non venne nessuno ad aprirmi per diversi secondi. Eppure, Maria e Josè erano lestissimi quando si trattava di aprire la porta. Provai a suonare di nuovo e stavolta sentii la voce inconfondibile di Diana
“ Eccomi, sto arrivando”
Diana che veniva ad aprire la porta? Strano! Strano almeno per le abitudini che vigevano in quella villa e, probabilmente, in tutte le case dei ricchi dove era la servitù ad occuparsi di questa incombenza. Sentivo distintamente il ticchettio dei tacchi di Diana che si avvicinava, e pregustavo la visione che sarebbe stata, come sua abitudine, mozzafiato. E finalmente aprì. No, non era possibile descriverla. Da dove avrei potuto cominciare? La mia faccia fece avanti e indietro un paio di volte per ammirare quella figura maestosa, mentre la mia bocca rimase aperta per lo stupore
“ Quando avrai finito di stare sulla porta con la bocca aperta, entra” Come un automa feci quello che Diana mi aveva detto. Feci alcuni metri completamente imbambolato continuando ad osservarla fino a che lei si fermò sorridendo, fece un giretto su sé stessa e proseguì “Beh, insomma, di qualcosa, dimmi che mi trovi bella e sensuale, oppure debbo prendere questo silenzio per un complimento?”
Deglutii nervosamente. “Credo che definirti sensuale non sia proprio il termine esatto” riuscii finalmente a dire
“ Ah no? E quale sarebbe il temine giusto?”
“ Credo che tu sia la donna più eccitante e più arrapante che io abbia mai visto”
Diana scoppiò a ridere. “E ti credo. In vita tua hai conosciuto al massimo due o tre ragazzette scialbe. Che le vorresti confrontare con me?”
“ Noooo. E quando mai?” La differenza tra Diana e la più bella ragazza che avevo avuto, era praticamente improponibile, naturalmente a favore della meravigliosa creatura che mi si proponeva dinanzi. La guardai sospirando. Definirla bella non rendeva l’idea, e forse nemmeno sarebbe stato l’aggettivo giusto. Di donne più belle forse in giro qualcuna se ne poteva trovare, forse qualcuna con i lineamenti più dolci e rassicuranti, con i modi di fare più femminili. Ma cos’era esattamente la femminilità? Si potevano definire femminili soltanto quelle donne dolci e tenere che avevano gesti lievi e suadenti, oppure anche quelle come Diana che avevano una bellezza ostentata, modi duri e a volte brutali, e un modo di porsi estremamente autoritario? Di sicuro, vederla in quel modo mi aveva fatto venire una grossa eccitazione sessuale, e quindi la mia risposta, la mia personale visione, era quella di trovarmi faccia a faccia con la donna più eccitante, più arrapante, ma anche più femminile che io avessi mai incontrato. Tutto in lei era appositamente studiato per eccitare il povero maschio che avesse avuto la fortuna o la sventura di incontrarla. L’abbigliamento, innanzi tutto. Il vestito era blu cobalto e definirlo corto e aderente non rendeva l’idea. Sembrava le fosse stato cucito addosso e, probabilmente, era stato studiato per una donna di altezza media ma, indosso a quella valchiria di oltre un metro e ottanta, riusciva a coprire quasi niente e il sedere era praticamente visibile, considerando che, o non portava l’intimo, o indossava un perizoma. Un metro e ottanta? No. Con quei tacchi era immensa. Quanto diavolo erano alti? Forse addirittura superavano la quindicina di centimetri col risultato che io, già abitualmente a disagio di fronte a lei, riuscivo ad arrivarle a malapena all’altezza delle spalle. Si trattava di décolleté azzurre come il vestito, o forse erano trampoli sui quali Diana sembrava essere stranamente a suo agio, e inutile sottolineare come i tacchi fossero a spillo. Le osservai poi i seni, già abitualmente molto prosperosi che però stavolta erano immensi. O forse era il vestito che li facevano sembrare tali. E poi il viso. Aveva sempre avuto un bel viso, Diana, forse un po’ troppo spigoloso, ma dai lineamenti comunque che rasentavano la perfezione, con quegli occhi azzurri che lei sosteneva fossero un regalo di un bisnonno nordico e che, in quel momento, vedevo ancora più bello, merito probabilmente della visione d’insieme in quanto Diana mi aveva abituato da sempre a un trucco molto pesante e al rossetto rosso che sembrava essere quasi una sua divisa d’ordinanza. Era insomma nel suo stile, ma quella sera tutto risaltava in maniera ancora più prepotentemente vistosa. Dopo essermi riempito gli occhi di tanta magnificenza, cercai di tornare sereno e fui aiutato dal tono scanzonato di Diana
“ E così, sono arrapante, eh Paolo?”
“ Si, Diana, Dio quanto lo sei. Ma Alberto e la servitù?”
“ Maria e Josè li ho mandati nella dependance, e Alberto l’ho mandato a fare la spesa. Gli ho detto che stasera deve cucinare lui e lo stronzo mi ha guardata con ammirazione. “Si padrona” “Vado subito, padrona”. E poi, quando sono rimasta da sola, mi sono vestita in questo modo con un paio di quelle cosette che ho comprato su internet e che oggi pomeriggio sono arrivate. Ho praticamente svaligiato quel sito e ho speso una fortuna, ma credo di aver fatto la scelta giusta. E comunque si tratta di una ditta seria. Avevano detto 24 ore e sono stati di parola. Tu che dici, ho fatto bene?”
“ Credo che tu abbia fatto benissimo. Stasera Alberto non avrà scampo e farà esattamente quello che tu vorrai”
“ Vedremo, perché se non accetta le mie richieste, io lo mollo all’istante. Non mi metto a fare la padrona per soddisfare le sue brame senza esserlo veramente”
“ Accetterà tutto, ne sono convinto. Tu rappresenti il sogno di una vita per lui”
Si avvicinò verso di me. Il suo profumo era intenso, quasi da capogiro. Istintivamente, indietreggiai di un passo
“ E per te cosa rappresento, Paolo?”
“ Sei la donna che amo” dissi semplicemente.
Diana afferrò le mie mani. La sua stretta era forte ma non mi dava dolore e, sapendo quanto fossero forti le sue mani, avevo capito che voleva soltanto bloccarmi e io non reagii. Dovette abbassare il suo volto notevolmente per arrivare a far combaciare le nostre bocche e per baciarmi. Era impossibile descrivere cosa io provassi. Mi lasciò le mani per afferrarmi da dietro la nuca, quasi per spingermi a ridosso del suo volto, e io le gettai le braccia al collo, felice di poter baciare di nuovo la donna che amavo. Lei contraccambiò con lo stesso ardore mentre la mia erezione premeva sul suo corpo. Diana staccò le sue labbra dalle mie e fece scivolare sorridendo la sua mano dentro i miei pantaloni verso il mio pene
“ Però... Hai capito il mio amico Paolo. E mica stai messo male là sotto”
“ Ti desidero, Diana” le sussurrai
“ Lo sento, ma adesso devi accontentarti di questo” mi rispose massaggiando il mio cazzo per alcuni secondi, fino al momento in cui eiaculai potentemente. Non potevo resisterle. Non ne ero in grado
“ Mi dispiace, Diana, non so cosa mi è preso. Sei cosi’ bella” mi scusai ma lei invece mi sorrise estraendo la mano sporca del mio seme dai miei pantaloni, avvicinandola poi alla mia bocca
“ Lecca!” mi ordino’ seccamente.
Scossi la testa. “Mi fa schifo. Perché devo farlo?”
“ Perché te lo ordino io e perché posso costringerti con la forza a farlo. Non mi sembra che tu abbia molta scelta. Lo fai con le buone o con le cattive?”
Malgrado questa minaccia, rimasi con la bocca chiusa e cio’ provocò la reazione di Diana. Con la mano pulita afferrò il mio polso e poi lo strinse procurandomi un dolore lancinante
“ Ahia, ti prego, Diana, me lo spezzi” mugolai.
Lei mi osservò dall’alto scuotendo la testa
“ Quando imparerai che se ti dico di fare una cosa devi farla e stare zitto?”
Aveva ragione, non avevo scelta. Lei mi mise le sue dita sporche del mio sperma nella bocca e succhiai tutto ripulendole. Terminata l’opera, feci la faccia un po’ schifata mentre lei lasciò andare il mio polso
“ Piantala. E’ tutta roba tua. Oh, spero che a letto duri un po’ di più. Appena te l’ho toccato, te ne sei venuto come una fontana”
“ Te l’ho detto prima. Sei bella e ti desidero da una vita. Era normale che mi eccitassi”
“ E già. A quanto pare, sono proprio irresistibile”
“ Si, lo sei. Hai sempre saputo di esserlo”
“ Sarei bugiarda se lo negassi, ma forse nemmeno io sapevo di poter fare quest’effetto, e devo dire che è molto piacevole. Adesso ascoltami bene, Paolo. Come ti ho detto prima, fra una mezz’ora dovrebbe tornare Alberto e ora so che lui mi cadrà ai piedi. Se non hai resistito tu, figuriamoci se può resistere uno come lui”
“ Farai sesso con lui?” le chiesi nella speranza che mi rispondesse negativamente
“ Se non accetta le mie richieste credo proprio che andrà in bianco, ma se invece le accetterà, me lo scoperò e lo farò impazzire. Gli farò capire cosa perderebbe se me ne dovessi andare. Sono bella, sono vestita come a lui piace, sono forte, ho tutto quello che lui desidera, non è cosi’?”
“ Si, è esattamente così.”
“ Bene. Il cerchio stasera si chiude. Quando io avrò tutto quello che ho richiesto, io e te faremo l’amore, e potrai considerare questo bacio come l’antipasto”
“ E poi, Diana? Cosa succederà poi. Io e te faremo coppia?”
“ Sai la verità? Ancora non ho deciso. E’ troppo bello quello che sto vivendo, e non credo che riuscirei a vivere una vita normale di coppia. Potrei anche tenermi Alberto. Ai miei comodi, però”
“ E io? A me non pensi?”
Diana si riavvicinò a me e mi afferrò per la nuca con la mano pulita e, ancora una volta, la sua presa era ferrea. Mi sentivo completamente nelle mani di quella donna, da ogni punto di vista. Mi baciò di nuovo, mentre le mie mani scivolavano sul suo corpo così forte e armonioso
“ Deciderò cosa fare di te in seguito,” disse quando terminammo di baciarci “E qualunque decisione io prenderò tu la rispetterai, non è cosi’ Paolo?”
“ Si amore mio. Qualunque tua decisione”
Diana sorrise. “Lo sapevo. Ora vai a prepararti, e poi aiuterai Alberto nel preparare la cena. Voglio che lo aiuti a servirmi”
“ Ma io non ho gli istinti di Alberto” obiettai “Io non amo mettermi al servizio di una donna ed essere picchiato e punito”
“ Sei sicuro? Beh, forse non hai gli istinti di Alberto, ma lo farai comunque, se vuoi avere una speranza di restare in qualche modo con me alla fine di tutta questa faccenda. E poi Alberto non è capace nemmeno di prepararsi un caffè mentre tu sei in grado di preparare una cena commestibile” mi rispose e, senza darmi modo di controbattere, la vidi allontanarsi sculettando con quel suo abito che le fasciava il corpo in modo strepitoso, e con quei tacchi talmente alti che sarebbe stato impossibile per chiunque poterci camminare con quella facilità. E poi, cosa avrei dovuto controbattere? Non avevo gli istinti di Alberto, ma avrei fatto qualsiasi cosa lei avesse voluto. Qualsiasi. E forse, quello non era semplicemente amore, ma qualcosa di ancora più grande.

Fine nono episodio. Per commentare questo racconto, inviate una mail a
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scritto il
2025-05-29
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