Il gioco di Wendy 12
di
AngelicaBellaWriter
genere
dominazione
12. Appena chiudiamo la porta di casa, mio marito mi afferra per i capelli, mi spinge contro il muro. Il suo bacio è feroce, la sua lingua che invade la mia bocca, le sue mani che strappano il mio vestito, le mie cosce che si aprono senza nemmeno doverlo chiedere.
«Brava, Wendy… Sei stata perfetta…» grugnisce, i suoi denti che mi mordono il collo, la sua mano che scivola tra le mie gambe. «Hai visto la faccia di Elisa? Una troia ridotta a niente.»
«Sì… sì…» ansimo, il mio corpo che si inarca contro di lui, il calore che mi brucia tra le cosce, la sua mano che mi penetra con forza, le sue dita che affondano.
«E ora sei mia. Solo mia.»
Mi solleva, mi porta in salotto, mi spinge sul divano. Si abbassa i pantaloni, il suo cazzo già duro, teso, pulsante. Mi volto, mi piego, il culo alto, le natiche che si spalancano per lui.
«Prendimi… prendimi forte…» geme, la voce che trema di desiderio.
Non mi dà nemmeno il tempo di respirare. Spinge il cazzo dentro di me, affonda nella mia fica bagnata con forza, e io grido, il piacere che mi travolge. I suoi colpi sono violenti, il suo corpo che si abbatte su di me, le sue mani che mi stringono i fianchi.
«Ti piace, Wendy? Ti piace essere la mia troia?»
«Sì! Sì! Sono la tua troia! La tua troia…»
Lo sento aumentare il ritmo, i suoi gemiti che si fanno più profondi, il suo respiro che mi brucia sulla schiena.
Ma non mi basta. Non è abbastanza.
«Scopami… scopami anche il culo…» grido, le mani che afferrano i cuscini, il mio corpo che si muove per incontrare le sue spinte.
Lui ride, si ritira, mi sputa sulle natiche, le sue dita che mi aprono, che premono contro il mio sfintere.
«È questo che vuoi? Vuoi essere presa anche qui, come una vera puttana?»
«Sì! Sì! Prendimi… prendi tutto!»
Sento la pressione, la sua cappella che preme, e poi mi apre, mi penetra, il dolore che esplode per un istante, mescolato al piacere bruciante.
«Dio… sì… sì…» grido, la testa che si piega in avanti, i miei gemiti che riempiono la stanza.
Lui non ha pietà. Spinge forte, affonda sempre più a fondo, le sue mani che mi afferrano per i capelli, che mi costringono a guardare il nostro riflesso nello specchio.
«Guarda come godi, Wendy. Guarda come ti piace essere scopata in culo.»
I suoi colpi sono violenti, profondi. Ogni spinta mi fa gemere, mi fa contorcere. Le mie mani si stringono sui cuscini, le mie cosce tremano, il piacere che mi travolge.
«Dio… sì… sì… scopami…»
«Brava troia… brava…» geme, il suo cazzo che mi riempie, che mi possiede.
E poi sento il suo corpo che si tende, il suo grugnito profondo mentre viene, il suo seme che esplode dentro di me, che mi riempie.
Resta lì, affondato nel mio culo, il suo respiro caldo sul mio collo.
«Sei mia, Wendy. Mia e di chiunque io decida.»
E io sorrido, esausta, il mio corpo che ancora trema.
«Sì… sì… sono tua. Solo tua.»
Dopo avermi lasciata sul divano, il mio corpo ancora tremante, il seme che scivola lentamente tra le mie natiche, mio marito si riveste, si siede accanto a me e prende il telefono. Con calma, un sorriso crudele sulle labbra, seleziona il video di quella sera. Elisa, a quattro zampe, che prende il cazzo di Roberto nel culo mentre lecca il suo. Io che la bacio, la mia lingua che si intreccia con la sua. Il viso di mio marito che riprende tutto, il suo sguardo che brilla di potere.
Un tocco e il video vola verso il numero di Roberto.
«Vediamo quanto velocemente risponde» mormora mio marito, il suo braccio che si stende sullo schienale del divano, le dita che mi accarezzano i capelli.
Non passa nemmeno un minuto. Il telefono vibra.
Apre il messaggio. Una foto. Roberto, rilassato su una poltrona, un sorriso compiaciuto sul viso. E davanti a lui, in ginocchio, c’è Elisa. La sua bocca avvolge il suo cazzo, i suoi occhi chiusi, il viso arrossato.
Sotto la foto, una didascalia.
"Da domani sei tu il nuovo direttore di sede."
Mio marito ride, il suo sorriso si allarga, e la sua mano stringe i miei capelli, tirandomi verso di lui.
«Hai visto, Wendy? Tutto questo… è merito tuo.»
Mi mordo il labbro, il calore che si riaccende nel mio ventre.
«Allora dovresti ricompensarmi, non credi?»
Lui mi guarda, i suoi occhi che bruciano di desiderio.
«Oh, e come pensi che dovrei farlo?»
Scivolo giù dal divano, mi inginocchio davanti a lui, le mie mani che già slacciano la sua cintura.
«Lascia che ti mostri.»
E mentre lo prendo in bocca, mentre sento il suo cazzo che si indurisce tra le mie labbra, so che questo è solo l’inizio. Abbiamo Elisa. Abbiamo Roberto. E abbiamo il potere.
E io voglio sempre di più.
«Brava, Wendy… Sei stata perfetta…» grugnisce, i suoi denti che mi mordono il collo, la sua mano che scivola tra le mie gambe. «Hai visto la faccia di Elisa? Una troia ridotta a niente.»
«Sì… sì…» ansimo, il mio corpo che si inarca contro di lui, il calore che mi brucia tra le cosce, la sua mano che mi penetra con forza, le sue dita che affondano.
«E ora sei mia. Solo mia.»
Mi solleva, mi porta in salotto, mi spinge sul divano. Si abbassa i pantaloni, il suo cazzo già duro, teso, pulsante. Mi volto, mi piego, il culo alto, le natiche che si spalancano per lui.
«Prendimi… prendimi forte…» geme, la voce che trema di desiderio.
Non mi dà nemmeno il tempo di respirare. Spinge il cazzo dentro di me, affonda nella mia fica bagnata con forza, e io grido, il piacere che mi travolge. I suoi colpi sono violenti, il suo corpo che si abbatte su di me, le sue mani che mi stringono i fianchi.
«Ti piace, Wendy? Ti piace essere la mia troia?»
«Sì! Sì! Sono la tua troia! La tua troia…»
Lo sento aumentare il ritmo, i suoi gemiti che si fanno più profondi, il suo respiro che mi brucia sulla schiena.
Ma non mi basta. Non è abbastanza.
«Scopami… scopami anche il culo…» grido, le mani che afferrano i cuscini, il mio corpo che si muove per incontrare le sue spinte.
Lui ride, si ritira, mi sputa sulle natiche, le sue dita che mi aprono, che premono contro il mio sfintere.
«È questo che vuoi? Vuoi essere presa anche qui, come una vera puttana?»
«Sì! Sì! Prendimi… prendi tutto!»
Sento la pressione, la sua cappella che preme, e poi mi apre, mi penetra, il dolore che esplode per un istante, mescolato al piacere bruciante.
«Dio… sì… sì…» grido, la testa che si piega in avanti, i miei gemiti che riempiono la stanza.
Lui non ha pietà. Spinge forte, affonda sempre più a fondo, le sue mani che mi afferrano per i capelli, che mi costringono a guardare il nostro riflesso nello specchio.
«Guarda come godi, Wendy. Guarda come ti piace essere scopata in culo.»
I suoi colpi sono violenti, profondi. Ogni spinta mi fa gemere, mi fa contorcere. Le mie mani si stringono sui cuscini, le mie cosce tremano, il piacere che mi travolge.
«Dio… sì… sì… scopami…»
«Brava troia… brava…» geme, il suo cazzo che mi riempie, che mi possiede.
E poi sento il suo corpo che si tende, il suo grugnito profondo mentre viene, il suo seme che esplode dentro di me, che mi riempie.
Resta lì, affondato nel mio culo, il suo respiro caldo sul mio collo.
«Sei mia, Wendy. Mia e di chiunque io decida.»
E io sorrido, esausta, il mio corpo che ancora trema.
«Sì… sì… sono tua. Solo tua.»
Dopo avermi lasciata sul divano, il mio corpo ancora tremante, il seme che scivola lentamente tra le mie natiche, mio marito si riveste, si siede accanto a me e prende il telefono. Con calma, un sorriso crudele sulle labbra, seleziona il video di quella sera. Elisa, a quattro zampe, che prende il cazzo di Roberto nel culo mentre lecca il suo. Io che la bacio, la mia lingua che si intreccia con la sua. Il viso di mio marito che riprende tutto, il suo sguardo che brilla di potere.
Un tocco e il video vola verso il numero di Roberto.
«Vediamo quanto velocemente risponde» mormora mio marito, il suo braccio che si stende sullo schienale del divano, le dita che mi accarezzano i capelli.
Non passa nemmeno un minuto. Il telefono vibra.
Apre il messaggio. Una foto. Roberto, rilassato su una poltrona, un sorriso compiaciuto sul viso. E davanti a lui, in ginocchio, c’è Elisa. La sua bocca avvolge il suo cazzo, i suoi occhi chiusi, il viso arrossato.
Sotto la foto, una didascalia.
"Da domani sei tu il nuovo direttore di sede."
Mio marito ride, il suo sorriso si allarga, e la sua mano stringe i miei capelli, tirandomi verso di lui.
«Hai visto, Wendy? Tutto questo… è merito tuo.»
Mi mordo il labbro, il calore che si riaccende nel mio ventre.
«Allora dovresti ricompensarmi, non credi?»
Lui mi guarda, i suoi occhi che bruciano di desiderio.
«Oh, e come pensi che dovrei farlo?»
Scivolo giù dal divano, mi inginocchio davanti a lui, le mie mani che già slacciano la sua cintura.
«Lascia che ti mostri.»
E mentre lo prendo in bocca, mentre sento il suo cazzo che si indurisce tra le mie labbra, so che questo è solo l’inizio. Abbiamo Elisa. Abbiamo Roberto. E abbiamo il potere.
E io voglio sempre di più.
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