Mio figlio Elia ci porta in una spiaggia nudista e ci fa scopare

di
genere
orge

Il sole picchia forte.
Il mare laggiù brilla come una lama.

Io, Elia e Claudia stiamo salendo tra le dune.
La spiaggia nudista è più avanti, oltre il sentiero.
Ma lui si ferma prima.

«Qui va bene» dice.
Non è una domanda.

Posa lo zaino. Tira fuori il telo.
Poi si gira verso di noi.

«Svestitevi. Tutto.»

Ci spogliamo in silenzio.
Io per prima.
Claudia subito dopo.

Due sorelle nude davanti allo stesso uomo.
Lo guardiamo con le cosce lucide e i capezzoli tesi.
Lui ci studia come si guardano due puttane d’allevamento.

«A terra. A quattro zampe. Faccia nella sabbia.»

Obbediamo.
Il caldo ci brucia la pelle.
La sabbia ci si incolla addosso.
E io… gocciolo.

Elia ci osserva.
Si sfila il costume.
Il cazzo è già duro.

Si avvicina a me.
Mi allarga le chiappe.
Mi sputa sul buco.
Lo preme con due dita.

«Sei pronta per oggi?»
«Sì…»
«Parla più forte.»
«Sì, voglio essere scopata.»

«Tutti devono sentire quanto sei troia.»

Poi va da Claudia.
Le infila un dito nella figa.
Un altro nel culo.

«Apri bene, puttanella. Tra poco ti scopano.»

Passa mezz’ora.

Due uomini appaiono tra le dune.
Nudi. Bruciati dal sole. Con il cazzo a penzoloni, già mezzo duro.

Elia li guarda.
«Volete divertirvi?»

Loro sorridono.
Si avvicinano.

Io tremo.
Claudia geme.

Elia ci prende per i capelli.
«Ringraziate.»

«Grazie» sussurro.
«Grazie» dice Claudia.

I due ci toccano.
Ci leccano.
Ci annusano.

Come animali.

Il primo mi prende.
Mi scopa da dietro.
Ha il cazzo grosso, grezzo, sudato.
Mi entra tutto, in un colpo.

«Che figa calda» dice.
«Tutta tua» risponde Elia.
«Riempila.»

Il secondo monta Claudia.
Le schiaffeggia il culo.
Le infila un dito in gola mentre la prende.
«Hai il buco stretto, troia.»
Lei gode.
Viene.
Trema.

Io gemo.
Mi mordo le labbra.
Mi strofino il clitoride contro la sabbia.
Vengo con un urlo.

Altri arrivano.
Tre.
Poi altri due.
Tutti nudi. Tutti eccitati.
Elia li accoglie.
«Usatele. Come volete.»

Siamo in ginocchio.
Le bocche aperte.
I buchi spalancati.

Una pioggia di cazzi.
Sulle labbra. Sulle tette. Nella figa.
Uno mi schizza sul viso.
Un altro mi viene in bocca.
Uno scopa Claudia nel culo mentre la fa leccare a me.

Siamo troie.
In pasto al branco.

E Elia… guarda.
Con il cazzo in mano.
Il padrone del nostro disonore.

Quando tutti hanno finito, siamo stese nella sabbia.
Gocciolanti. Sporche. Distrutte.
La pelle piena di sabbia e sborra.

Elia si avvicina.
Ci guarda.
Ci lecca piano tra le cosce.
«Così vi voglio. Finite. Vuote. E pronte a ricominciare.»

Claudia piange. Ma non è dolore.
Io tremo. Ma non voglio scappare.
Siamo sue.
E il mondo può guardare.
scritto il
2025-09-04
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