Mio figlio Elia porta a casa la sua ragazza e ci chiede di addestrarla

di
genere
incesti

Era lunedì.
Faceva caldo.
Io e Claudia stavamo nude sul divano, con la figa che s’appiccicava alla pelle e il ricordo della sabbia ancora sotto le unghie.

Elia entrò.
Dietro di lui, una ragazza.
Venti, forse ventidue.
Occhi grandi, pelle liscia, jeans attillati e un’aria da vergine indecisa se scappare o inginocchiarsi.

«Si chiama Alice» disse Elia.
«È la mia ragazza.»
Pausa.
«E voglio che le insegniate tutto.»

Io e Claudia ci guardammo.
Non servivano parole.
Avevamo capito.

Lui ci stava dando un giocattolo nuovo.

Alice restava in piedi.
Mordeva il labbro.
Occhi bassi.

Elia le si avvicinò.
Le sfilò la maglietta.
Poi le mutandine.
Non le tolse il reggiseno.

«Guardate che tettine da porcellina inesperta» disse.
Poi a lei:
«Loro ti insegneranno. Tu farai tutto quello che dicono. Capito?»
Lei annuì.
Piano.
Ma lo fece.

«A terra» dissi io.
La spinsi in ginocchio.

Claudia si sedette sul divano.
Allargò le gambe.
La figa lucida, aperta.

«Leccala» ordinai.
Alice mi guardò.
Tremava.

«Se non lo fai tu, lo faccio io a te, e ti faccio venire piangendo.»

Allora si piegò.
Infilò la faccia tra le gambe di Claudia.
E cominciò a leccare.
Imprecisa. Timida.
Ma affamata.

«Più lingua, puttanella» gridò Claudia.
«Fammi brillare il clitoride.»

Elia si toccava guardando.
Il suo cazzo era duro come marmo.
Io me lo presi in bocca.
Mentre Alice leccava Claudia, io succhiavo lui.

Un concerto di bocche.
Un’orgia in tre tonalità.

Dopo dieci minuti, Alice ci guardava con gli occhi lucidi.
Aveva la bocca piena di figa.
Il mento bagnato.
Il respiro corto.

«Ti piace?» le chiesi.
Lei annuì.
«Vuoi di più?»
«Sì…»

Elia sorrise.
«Brava troietta. Adesso ti faccio vedere cos’è un vero cazzo.»

La stese a terra.
Le allargò le gambe.
Le sputò sulla figa.
Glielo infilò piano.
Poi fino in fondo.
Lei urlò.
Non di dolore.
Di sorpresa.
Di piacere.

«Hai la figa da bambola, lo sai?»
Alice si contorceva.
Lo stringeva.
Lo voleva tutto.

Claudia si inginocchiò.
Le mise la figa in faccia.
Alice la leccava mentre Elia la scopava.

Io dietro.
Mi infilavo le dita nel culo guardando.
Venivo in silenzio.

Dopo, Elia la fece inginocchiare.
Claudia davanti. Io dietro.
Lui in piedi.

«Leccatele il buco del culo mentre io ti vengo in bocca.»

Lo fece.
Come una brava allieva.
Come una puttana addestrata.
Lingua nel culo.
Gola aperta.
Sborra ovunque.

Quando finimmo, lei restò lì.
Nuda.
A terra.
Sporca.
Con le cosce che stillavano sperma.

«Domani ti voglio pronta per il doppio» disse Elia.
«E se non sei pronta… te lo infilo lo stesso.»

Lei sorrise.
«Voglio imparare tutto.»
scritto il
2025-09-04
2 . 2 K
visite
1 3
voti
valutazione
7
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.