Mio figlio Elia mi scopa davanti a mia sorella
di
AngelicaBellaWriter
genere
incesti
La prima cosa che Elia nota, quando lei entra in casa, sono le tette.
«Lei» è mia sorella.
Claudia. Due anni meno di me. Capelli biondi, pelle di latte, gambe lunghe da far bestemmiare un prete.
Entra col sorriso da brava ragazza. Gonna a fiori, maglietta attillata, senza reggiseno. I capezzoli si stampano contro il cotone come due inviti a peccare.
Elia la guarda.
Non finge nemmeno.
Io lo vedo.
Lo sento.
Il suo cazzo pulsa già nei pantaloni.
A tavola si ride. Claudia racconta stronzate, Elia la ascolta col sorriso tirato.
Gli occhi però sono altrove. Fissi sulle labbra di lei. Sul petto che rimbalza mentre parla. Sulle gambe accavallate lentamente, senza pudore.
Mi avvicino. Gli appoggio una mano sulla coscia sotto il tavolo.
È duro.
Duro come un palo.
«Ti piace, eh?» sussurro.
Lui non risponde. Mi guarda. Mi sfida.
«Voglio farmela» dice.
Una parte di me dovrebbe incazzarsi.
Invece mi bagno.
Claudia dorme nella stanza accanto.
Io mi sveglio con la figa in fiamme.
Vado in cucina. Elia è già lì. In boxer.
Il cazzo in mano.
Lo sta toccando. Davanti alla porta socchiusa della camera di mia sorella.
«Che cazzo fai?»
«La stavo solo guardando. Dorme con le gambe aperte. Senza mutande.»
Mi avvicino.
Lo tocco.
È durissimo.
Lucido.
«Vuoi venire pensando a lei?»
«Voglio venire dentro di lei.»
Mi inginocchio.
Gli prendo il cazzo in bocca.
Lo succhio con violenza.
«Pensa a lei, allora. Pensa a scoparla. A spaccarle la figa.»
Lui geme.
Mi spinge la testa giù, fino a strozzarmi.
«Immagina che sia lei. La tua troietta di cognata.»
Io vengo solo a pronunciarlo.
Il giorno dopo faccio di peggio.
Aspetto che Claudia sia in doccia.
La porta è aperta.
Mi siedo sul bordo del letto.
«Entra» dico a Elia.
Ci infiliamo in bagno.
Lei canta, ignara.
Il vapore ci avvolge.
Elia si spoglia.
Ha il cazzo che scoppia.
«Scopami qui. Davanti a lei. Fallo piano.»
Mi piego contro il muro.
Lui mi entra dentro.
Io spingo i gemiti. Voglio che ci senta.
Claudia apre la tenda.
Ci vede.
Rimane lì.
Non scappa.
Non grida.
Ci guarda.
Elia si blocca.
«Continua» dico.
«Falle vedere come si scopa una puttana.»
E lui continua.
Mi scopa forte.
Claudia ci guarda.
Poi infila una mano tra le gambe.
Si tocca.
Si bagna.
Gode.
«Ti piace guardare tua sorella che si fa spaccare?» le chiedo.
Lei geme.
«Sì.»
Elia sbotta.
Mi riempie.
Mi sborra dentro con rabbia.
Claudia viene subito dopo.
Le gambe che tremano.
I denti che mordono il labbro.
Dopo, restiamo zitti.
Siamo nudi.
Sporchi.
Complici.
Claudia si avvicina.
Mi bacia sulle labbra.
Poi guarda Elia.
«Ora tocca a me.»
«Lei» è mia sorella.
Claudia. Due anni meno di me. Capelli biondi, pelle di latte, gambe lunghe da far bestemmiare un prete.
Entra col sorriso da brava ragazza. Gonna a fiori, maglietta attillata, senza reggiseno. I capezzoli si stampano contro il cotone come due inviti a peccare.
Elia la guarda.
Non finge nemmeno.
Io lo vedo.
Lo sento.
Il suo cazzo pulsa già nei pantaloni.
A tavola si ride. Claudia racconta stronzate, Elia la ascolta col sorriso tirato.
Gli occhi però sono altrove. Fissi sulle labbra di lei. Sul petto che rimbalza mentre parla. Sulle gambe accavallate lentamente, senza pudore.
Mi avvicino. Gli appoggio una mano sulla coscia sotto il tavolo.
È duro.
Duro come un palo.
«Ti piace, eh?» sussurro.
Lui non risponde. Mi guarda. Mi sfida.
«Voglio farmela» dice.
Una parte di me dovrebbe incazzarsi.
Invece mi bagno.
Claudia dorme nella stanza accanto.
Io mi sveglio con la figa in fiamme.
Vado in cucina. Elia è già lì. In boxer.
Il cazzo in mano.
Lo sta toccando. Davanti alla porta socchiusa della camera di mia sorella.
«Che cazzo fai?»
«La stavo solo guardando. Dorme con le gambe aperte. Senza mutande.»
Mi avvicino.
Lo tocco.
È durissimo.
Lucido.
«Vuoi venire pensando a lei?»
«Voglio venire dentro di lei.»
Mi inginocchio.
Gli prendo il cazzo in bocca.
Lo succhio con violenza.
«Pensa a lei, allora. Pensa a scoparla. A spaccarle la figa.»
Lui geme.
Mi spinge la testa giù, fino a strozzarmi.
«Immagina che sia lei. La tua troietta di cognata.»
Io vengo solo a pronunciarlo.
Il giorno dopo faccio di peggio.
Aspetto che Claudia sia in doccia.
La porta è aperta.
Mi siedo sul bordo del letto.
«Entra» dico a Elia.
Ci infiliamo in bagno.
Lei canta, ignara.
Il vapore ci avvolge.
Elia si spoglia.
Ha il cazzo che scoppia.
«Scopami qui. Davanti a lei. Fallo piano.»
Mi piego contro il muro.
Lui mi entra dentro.
Io spingo i gemiti. Voglio che ci senta.
Claudia apre la tenda.
Ci vede.
Rimane lì.
Non scappa.
Non grida.
Ci guarda.
Elia si blocca.
«Continua» dico.
«Falle vedere come si scopa una puttana.»
E lui continua.
Mi scopa forte.
Claudia ci guarda.
Poi infila una mano tra le gambe.
Si tocca.
Si bagna.
Gode.
«Ti piace guardare tua sorella che si fa spaccare?» le chiedo.
Lei geme.
«Sì.»
Elia sbotta.
Mi riempie.
Mi sborra dentro con rabbia.
Claudia viene subito dopo.
Le gambe che tremano.
I denti che mordono il labbro.
Dopo, restiamo zitti.
Siamo nudi.
Sporchi.
Complici.
Claudia si avvicina.
Mi bacia sulle labbra.
Poi guarda Elia.
«Ora tocca a me.»
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