Mio figlio Elia mi porta in un sexy shop

di
genere
incesti

Era domenica e pioveva a secchiate.
Elia guidava col finestrino abbassato, la sigaretta tra le dita e il solito ghigno sulle labbra.
«Dove andiamo?»
«A farti scegliere un regalo.»
«Che tipo di regalo?»
«Di quelli che si infilano, non si scartano.»

Parcheggia davanti a un sexy shop in periferia. Vetrine oscurate, insegna al neon: Lussuria & Latex.
Mi guarda.
«Vestiti da troia, entra da regina.»

Dentro, odore di plastica, cuoio e sesso stantio.
Manette. Gagball. Fruste. Plug anali che sembrano bottiglie di spumante.
Mi si bagna la figa solo a guardare.
Elia afferra un frustino. Me lo passa sulla coscia nuda.
«Ti ci voglio vedere legata a letto, con questo nel culo.»

Sorrido.
«Esagerato.»
«Siamo solo all’inizio.»

Compare una ragazza da dietro il bancone.
Vent’anni scarsi. Minigonna nera, reggiseno a vista, labbra rosse che sembrano appena uscite da un pompino.
«Serve aiuto?»
Elia la squadra.
«Ci servono tante cose. Tipo una tua opinione.»

Lei sorride.
«Su cosa?»
Elia mi prende per la vita. Mi spinge davanti a uno specchio.
Mi solleva la gonna.
Figa nuda.
Lei guarda.
Non dice nulla. Ma si morde il labbro.

«Ti piace?» chiede Elia.
La commessa annuisce.
«Molto.»

Non so come ci ritroviamo nel retrobottega.
Una stanza con un divano rosso, un tappeto sporco, e un grosso specchio sul soffitto.
Mi spogliano. Tutti e due.
Mi mettono a quattro zampe sul divano.

Elia mi sculaccia con il frustino.
La commessa mi slaccia il reggiseno e mi succhia i capezzoli.
Ha la lingua calda. Svelta.
Mi lecca, mi graffia, mi morde.

Elia intanto mi ficca un plug a forma di cuore nel culo.
«Guarda come lo prende» dice, fiero.
«Che troia» mormora lei.
«Aprile la figa.»

Lo fa.
Mi apre con due dita.
Elia scatta una foto.
«Questa me la stampo. Da mettere sul comodino.»

Poi è tutto un casino di corpi.

La commessa si toglie la maglietta. Ha le tette piccole, dure. Capezzoli da leccare per ore.
Si stende sotto di me.
Mi monta la lingua.
Mi divora la figa come se non mangiasse da giorni.
Le afferro i capelli. Mi muovo sul suo viso.

Elia si tocca.
Poi mi monta da dietro.
Mi infila tutto il cazzo mentre la lingua della ragazza mi scava.
Vengo in un minuto.
Ma non basta.

Mi sollevano.
Mi mettono tra loro due.
Mi scopano in bocca e in figa.
Io sono solo carne.
Calda. Aperta. Umida.

La ragazza mi fa leccare il suo clitoride mentre Elia mi riempie il culo.
«Strozza, troia. Succhiala bene.»
«Dammi la lingua, puttana.»

Lo faccio.
Con gusto.
Con rabbia.
Con fame.

Veniamo insieme.
Io sulle sue labbra.
Elia nel mio culo.
Lei sulla mia lingua.

Sporchi.
Sudati.
Euforici.

Mi vesto ancora tremando.
Elia paga il frustino, il plug, e due manette.
La commessa ci accompagna all’uscita.

«Tornate quando volete» dice.
«Sei in vendita anche tu?» chiedo.

Lei sorride.
«Solo per i clienti speciali.»
scritto il
2025-09-04
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