Myrna cap 28
di
Miss Serena
genere
dominazione
Comunico a tutti i miei lettori, che per una “vacanza lavorativa” non pubblicherò nulla per un paio di settimane, e ci rivedremo quindi lunedì 8 giugno, dato che lascio i miei racconti sempre ad inizio settimana.
Ovviamente siete liberi di lasciare i vostri commenti, anche quelli negativi che ci possono sempre stare.
Serena
All’inizio la mia carriera di Mistress fu a tratti anche bizzarra, non avendo un posto tutto mio dove portare gli slaves, ma soprattutto non essendo ancora in grado di capire cosa volessero realmente, e non solo nelle loro fantasie.
Da Keya avevo imparato che per essere una vera Mistress non dovevo realizzare i loro sogni, ma fargli fare ciò che più odiavano, e che per un sottomesso l’orgasmo è un premio difficile da raggiungere. Inoltre, anche se non avevo ancora un mio Dungeon, cercavo sempre e comunque la massima precisione in tutto ciò che facevo, e dovendo spesso improvvisare tutto ciò non era certo semplice.
Fra gli slaves quelli di difficile decifrazione c’era quel maiale di Paul, che mi tempestava di messaggi per diventare un mio schiavo, nonostante ben sapesse che non potevo accettare tutti i suoi limiti. Com'era prevedibile alla fine fu lui a cedere, dicendomi che avrebbe eseguito ogni mio ordine pur di farsi sottomettere da quella che considerava la miglior Mistress della metropoli, non volendo avere a che fare con la mia maestra.
"La prego Padrona accetterò ogni sua condizione, ma mi faccia entrare nel suo Dungeon come suo fedele servitore."
"Va bene ma prima andremo a comprare qualcosa di nuovo, e sia chiaro che il conto lo paghi tu." gli risposi prendendo la mia pochette e buttandolo quasi fuori di casa.
La mia destinazione era un sexy shop del quale ero divenuta abituale cliente, se non altro perché aveva una gran bella sezione dedicata al Bdsm, e una volta entrati feci subito capire a Paul che lo avrei umiliato in tutti i modi possibili ed immaginabili.
"Ludwing amico mio." dissi al proprietario che ben conoscevo "Oggi mi serve qualcosa di veramente bello da usare con questa nullità di uomo. Mi servono un flogger e un gran cazzo da poter legare allo strap-on per potergli rompere il culo, ma direi d'iniziare con un bel plug perché il porco ce l'ha ancora vuoto."
Ludwing ci condusse in una piccola saletta dove teneva il meglio per la dominazione, mostrandomi subito alcuni cunei anali per far sì che ne scegliessi almeno uno. Paul ci venne dietro con lo sguardo basso, ormai rassegnato a non avere più alcuna dignità in mia presenza.
"Questo è davvero bellino." dissi prendendo in mano un plug in silicone di media grandezza "Tu abbassati pantaloni e mutande e poi piegati in avanti, così vediamo come ti sta."
"Qui Padrona ?" mi chiese quasi incredulo del mio ordine.
"Certo deficiente e vedi di non fare più domande idiote o sai come finisce."
Paul ubbidì al mio ordine sotto lo sguardo divertito di Ludwing, e non disse nulla neanche quando l'infilai senza alcuna delicatezza il plug nel retto.
"Secondo me sembra nato per stare dentro il tuo culo di merda. Adesso risistemati che andiamo a prendere gli altri giochini, e tu Ludwing inizia a fare il conto."
Trovavo molto appagante insultare Paul in presenza di un altro uomo, che ovviamente stava al gioco se non altro perché si divertiva anche lui, usando soprattutto l’appellativo cazzetto nonostante non sapesse le dimensioni del suo pene.
Paul da parte sua rispondeva quando proprio doveva farlo a monosillabi, e senza mai alzare lo sguardo dal pavimento, chiaro segnale della sua sottomissione sia a Ludwing che a me.
Ci recammo quindi nel reparto fruste dove scelsi un classico flogger coi flagellanti fatti da larghe strisce di velluto, per andare infine a scegliere l’ultimo oggetto della piccola lista.
“Ludwing te lo dico subito, non farmi vedere falli strani o troppo piccoli. Voglio qualcosa di classico e che il porco senta quando glielo sbatto dentro il culo.”
“Se permetti ti suggerisco uno di questi.” mi rispose il proprietario davanti ad una vetrina di falli molto realistici di dimensioni diverse “La grandezza la devi scegliere tu, anche se il penultimo è quello che, secondo me, si usa ancora bene pur essendo piuttosto grande.”
Effettivamente si trattava di un membro di circa venticinque centimetri di lunghezza, e più di cinque o sei di diametro, ma quel che più mi colpì fu la naturalezza del materiale che lo faceva sentire quasi vero al contatto con la pelle.
“Mi hai convinta prendo anche questo, ora metti tutto in una busta e fai pagare il conto al mio prossimo schiavo.”
Paul pagò tutto quanto per poi mettere via gli acquisti e portarmi in un garage che stava svuotando, di cui doveva ancora decidere cosa fare.
“Potresti affittarlo a me.” gli dissi comprendendo subito che sarebbe stato l’ideale per renderlo il mio Dungeon “Ovviamente ti pago il giusto affitto, e oggi i giochi sono gratis.”
“Va bene Padrona, tanto per me poco importa chi lo usa, basta che ci vediamo nei prossimi giorni per il contratto.”
“Certamente adesso però spogliati e fammi vedere se c’è qualcosa di utile.”
Accesi prima delle candele che poggiai su un polveroso scaffale in lamiera; quindi, vidi dei ganci fissati al muro che sembravano stare lì apposta per poterci legare un uomo. Presi quindi delle manette e le usai per bloccare i polsi dello schiavo al muro, il quale aveva sempre il suo bel plug nel didietro.
“Dimmi ti ecciterebbe vedermi con un vero uomo, non un buono a nulla come te, intendo un vero maschio ?” gli chiesi non avendo una precisa idea su come iniziare la mia prestazione.
“Sinceramente non lo so.” mi rispose un po’ stupito “Insomma non sono un guardone ma vedere due persone che scopano è sempre eccitante.”
“Non ho detto due persone qualsiasi, ma io con un bell’uomo che mi fa godere come deve godere una donna.” gli dissi alzandomi il vestito sino quasi a scoprirmi il sedere “Un uomo che non solo abbia un gran cazzo ma che lo sappia usare bene, e che non duri poco come te.”
Continuai a parlare di come un vero maschio alfa sappia far godere una donna, dandogli sempre le spalle e giocando col bordo del vestito sino a quando non lo portai alla vita, lasciando in bella vista il mio perizoma nero. Presi quindi una sedia e la sistemai davanti a lui prima di poggiarci le chiappe sopra, allargando poi il più possibile le gambe, davanti al suo sguardo quasi incredulo, con la mazza che svettava fin troppo per i miei gusti.
“Sai è davvero tanto che non mi faccio una scopata come si deve.” gli dissi infilandomi una mano dentro il perizoma “E’ che mi capitano sempre mezzi uomini come te, e mai veri maschi che sappiano farmi godere come piace a me.”
Pian piano iniziai a spogliarmi senza mai smettere di toccarmi il seno, ma soprattutto la passera, scoprendo che mi eccitava anche il solo pensiero di farlo davanti ad un uomo legato. Quando fui del tutto nuda, m’alzai per mettermi davanti a lui e continuare a masturbarmi con sempre più ardore, arrivando ad infilarmi tre dita fra le gambe per poi fargliele odorare mentre lo insultavo.
“Vedi cazzetto uno come te può solo leccarmela, anzi dovresti essere onorato che te lo lasci fare, e del resto se sei legato ad un muro è perché sei tutto tranne che un vero uomo, non è vero cazzetto ?”
“Sì Padrona è come dice lei.” mi rispose lasciando per un attimo le dita che gli avevo messo in bocca.
“Ho davvero voglia di sentirmi la fica piena, quindi prenderò il cazzo che ho preso per te, tanto a te non dispiace se lo uso prima io, giusto ?”
“No Padrona è giusto che lei goda come meglio crede.”
Le sue parole erano fin troppo dettate dal suo ruolo che altro, se non altro perché stava quasi sbavando per come era eccitato.
Dopo aver preso il fallo dal sacchetto, andai a rimettermi sulla sedia, ma questa volta sistemandomi carponi in modo che mi potesse ben vedere il sedere. Con un po’ di difficoltà data dall’equilibrio precario, feci scivolare la mazza finta dentro la mia passera, per poi iniziare a gemere dal piacere.
“Mm non sarà vero ma è sempre un gran cazzo ! Dimmi schiavo vorresti esser tu ad usarlo o preferisci leccarmi mentre faccio da sola ?”
“Vorrei leccarla, ma se lo desidera posso usarlo io.”
A quel punto non mi rimase che liberargli i polsi, e chinarmi subito dopo contro il muro per riprendere a masturbarmi col fallo.
“Allora leccami il culo, e mi raccomando fallo con devozione, dentro voglio sentire la tua lingua, non le dita.”
Paul s’inginocchio dietro di me, e dopo avermi aperto delicatamente le chiappe con le mani, iniziò a leccarmi il buchetto, per poi penetrarlo con la lingua, mandandomi quasi in estasi. Il mio godere era quasi assoluto, un misto dato dal puro piacere materiale procurato sia dal fallo che dalla sua lingua, unito a quello mentale nel sapere che un uomo era di fatto sotto il mio totale dominio, e che il suo unico pensiero era ubbidirmi.
Lasciai che il piacere mi portasse via con sé, senza badare in alcun modo a quello che poteva provare il mio schiavo, pur sapendo che ben presto avrei dovuto occuparmi di lui. Fu quello forse il mio primo vero orgasmo da Mistress, anche se non volli rendere in alcun modo partecipare Paul, né fargli capire quanto avessi goduto.
“Allora cazzetto credo sia giunto il momento di dedicarmi a te, quindi alzati e faccia la muro.” gli ordinai senza mezzi termini.
Lui fu ben felice di mettersi quasi al mio posto, un po’ meno quando presi il nuovo flogger per colpirlo sulle chiappe.
“Sai cosa odio ? Vedere uno come te col cazzo duro. E mi fa incazzare ancor di più il sapere che godi mentre ti frusto, e che quindi dovrò vedere quell’oscenità che hai fra le gambe svettare dura anche se non potrai farci nulla.”
“Non è colpa mia Padrona, non sono in grado di controllare il mio pene sino a questo punto.” mi rispose cercando una stupida giustificazione.
“Sai cosa ci faccio con le tue inutili parole ? Un bel niente ora girati e vediamo se con la cera riesco a farti abbassare il tuo cazzo di merda.”
Una volta che Paul si mise con la faccia rivota verso di me, feci scendere la cera di una candela sul petto, costringendolo a serrare i denti, ma non ottenendo nessun risultato per l’erezione, che non scemava in alcun modo. Anche rovesciandogli la cera di una seconda candela quasi sul ventre non ebbi nessun risultato degno di nota, anzi mi parve che in lui l’eccitazione salisse ancora un po’.
“Sei proprio uno stronzo !” esclamai quasi inferocita “Sposta quel tavolo contro il muro e poi piegati sopra, vediamo se sfondato il culo continui ad essere così irrispettoso nei miei confronti !”
Mentre lui eseguiva il mio ordine, io sistemai il fallo nell’imbragatura dello strap-on, che poi indossai facendo attenzione di stringere bene le cinghie messe all’altezza dell’inguine.
Vedendolo messo in posizione mi ricordai che non gli avevo mai tolto il plug dall’ano, e che certamente era anche quello a provocargli l’erezione, ma volli fare finta di nulla ed andare avanti come se nulla fosse.
“Adesso ti tolgo questo giochino che spero sia servito ad aprirti bene il culo, perché è chiaro che ti sfonderò come meglio credo, e questo tu già lo sai, non è vero ?” gli domandai togliendoli il plug dall’ano.
“Sì Padrona e non aspetto altro che essere la sua bambola; quindi, faccia di me ciò che crede.”
Feci cadere un po’ di saliva sulla punta del fallo, che poi puntai dritta sul suo ano, dove entrò quasi senza difficoltà. A quel punto non ci fu neanche bisogno di afferrarmi a lui, ma solo di spingere con tutta la mia forza, facendo così entrare più di metà del fallo nel suo retto.
“Ah così mi spacca in due !” urlò cercando la mia pietà.
“Taci troia che non sei altro, tanto lo so che stai godendo perché dentro sei solo una puttana da inculare e nulla più. E sia chiaro che da oggi ogni volta che entrerai qui dentro ti romperò il culo con cazzi sempre più grandi, e quando avrò finito con quelli t’infilerò una mano nel culo fosse solo per il gusto di sfondartelo, hai capito troia ?”
“Sì Padrona come vuole lei.” mi rispose a denti stretti.
Continuai a scoparlo sino ad esaurire le mie forze, insultandolo senza sosta, e picchiandolo ogni tanto sulle chiappe quando spingevo più piano per riprendere fiato. Ripresi a godere questa volta solo del suo dolore, tanto da arrivare alla soglia di un nuovo orgasmo, che però non ebbi perché mi ritrovai senza più alcuna energia.
“Siccome sei stato bravo meriti un premio.” gli dissi andando a rimettermi sulla sedia “Inginocchiati ai miei piedi e leccane uno mentre ti fai una sega. Voglio che tu venga su uno di loro e che dopo lo pulisci delle tue schifezze, sono stata chiara ?”
“Sì Padrona e grazie per far godere anche me.” mi rispose quasi buttandosi ai miei piedi.
Paul eseguì i miei ordini anche se impiegò meno d’un minuto per venire, ma poi leccò il suo stesso orgasmo sino a toglierne ogni traccia dalla mia estremità.
“Rivestiti e vattene, io devo pensare a come rendere questo posto un vero Dungeon. Per il resto ti chiamo io domani per il contratto d’affitto.” gli dissi mentre cercavo il mio intimo.
“Va bene Padrona, se desidera posso metterla in contatto con un mio amico per eventuali lavori, e anche se non è uno slave come me saprà farle un buon prezzo.”
“Grazie Paul allora a domani.”
Lui impiegò poco tempo per rivestirsi e lasciarmi quindi da sola, in quello che sarebbe diventato il mio Dungeon. Iniziai a pensare a come sistemare la mia attrezzatura, e in particolar modo a quella che avrei dovuto comprare, dato che quello era un passo importante nella mia carriera da Mistress, e volevo pianificarlo in ogni dettaglio.
Per commenti : miss.serenasdx@yahoo.com
(quelli volgari saranno subito cestinati)
Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/
Ovviamente siete liberi di lasciare i vostri commenti, anche quelli negativi che ci possono sempre stare.
Serena
All’inizio la mia carriera di Mistress fu a tratti anche bizzarra, non avendo un posto tutto mio dove portare gli slaves, ma soprattutto non essendo ancora in grado di capire cosa volessero realmente, e non solo nelle loro fantasie.
Da Keya avevo imparato che per essere una vera Mistress non dovevo realizzare i loro sogni, ma fargli fare ciò che più odiavano, e che per un sottomesso l’orgasmo è un premio difficile da raggiungere. Inoltre, anche se non avevo ancora un mio Dungeon, cercavo sempre e comunque la massima precisione in tutto ciò che facevo, e dovendo spesso improvvisare tutto ciò non era certo semplice.
Fra gli slaves quelli di difficile decifrazione c’era quel maiale di Paul, che mi tempestava di messaggi per diventare un mio schiavo, nonostante ben sapesse che non potevo accettare tutti i suoi limiti. Com'era prevedibile alla fine fu lui a cedere, dicendomi che avrebbe eseguito ogni mio ordine pur di farsi sottomettere da quella che considerava la miglior Mistress della metropoli, non volendo avere a che fare con la mia maestra.
"La prego Padrona accetterò ogni sua condizione, ma mi faccia entrare nel suo Dungeon come suo fedele servitore."
"Va bene ma prima andremo a comprare qualcosa di nuovo, e sia chiaro che il conto lo paghi tu." gli risposi prendendo la mia pochette e buttandolo quasi fuori di casa.
La mia destinazione era un sexy shop del quale ero divenuta abituale cliente, se non altro perché aveva una gran bella sezione dedicata al Bdsm, e una volta entrati feci subito capire a Paul che lo avrei umiliato in tutti i modi possibili ed immaginabili.
"Ludwing amico mio." dissi al proprietario che ben conoscevo "Oggi mi serve qualcosa di veramente bello da usare con questa nullità di uomo. Mi servono un flogger e un gran cazzo da poter legare allo strap-on per potergli rompere il culo, ma direi d'iniziare con un bel plug perché il porco ce l'ha ancora vuoto."
Ludwing ci condusse in una piccola saletta dove teneva il meglio per la dominazione, mostrandomi subito alcuni cunei anali per far sì che ne scegliessi almeno uno. Paul ci venne dietro con lo sguardo basso, ormai rassegnato a non avere più alcuna dignità in mia presenza.
"Questo è davvero bellino." dissi prendendo in mano un plug in silicone di media grandezza "Tu abbassati pantaloni e mutande e poi piegati in avanti, così vediamo come ti sta."
"Qui Padrona ?" mi chiese quasi incredulo del mio ordine.
"Certo deficiente e vedi di non fare più domande idiote o sai come finisce."
Paul ubbidì al mio ordine sotto lo sguardo divertito di Ludwing, e non disse nulla neanche quando l'infilai senza alcuna delicatezza il plug nel retto.
"Secondo me sembra nato per stare dentro il tuo culo di merda. Adesso risistemati che andiamo a prendere gli altri giochini, e tu Ludwing inizia a fare il conto."
Trovavo molto appagante insultare Paul in presenza di un altro uomo, che ovviamente stava al gioco se non altro perché si divertiva anche lui, usando soprattutto l’appellativo cazzetto nonostante non sapesse le dimensioni del suo pene.
Paul da parte sua rispondeva quando proprio doveva farlo a monosillabi, e senza mai alzare lo sguardo dal pavimento, chiaro segnale della sua sottomissione sia a Ludwing che a me.
Ci recammo quindi nel reparto fruste dove scelsi un classico flogger coi flagellanti fatti da larghe strisce di velluto, per andare infine a scegliere l’ultimo oggetto della piccola lista.
“Ludwing te lo dico subito, non farmi vedere falli strani o troppo piccoli. Voglio qualcosa di classico e che il porco senta quando glielo sbatto dentro il culo.”
“Se permetti ti suggerisco uno di questi.” mi rispose il proprietario davanti ad una vetrina di falli molto realistici di dimensioni diverse “La grandezza la devi scegliere tu, anche se il penultimo è quello che, secondo me, si usa ancora bene pur essendo piuttosto grande.”
Effettivamente si trattava di un membro di circa venticinque centimetri di lunghezza, e più di cinque o sei di diametro, ma quel che più mi colpì fu la naturalezza del materiale che lo faceva sentire quasi vero al contatto con la pelle.
“Mi hai convinta prendo anche questo, ora metti tutto in una busta e fai pagare il conto al mio prossimo schiavo.”
Paul pagò tutto quanto per poi mettere via gli acquisti e portarmi in un garage che stava svuotando, di cui doveva ancora decidere cosa fare.
“Potresti affittarlo a me.” gli dissi comprendendo subito che sarebbe stato l’ideale per renderlo il mio Dungeon “Ovviamente ti pago il giusto affitto, e oggi i giochi sono gratis.”
“Va bene Padrona, tanto per me poco importa chi lo usa, basta che ci vediamo nei prossimi giorni per il contratto.”
“Certamente adesso però spogliati e fammi vedere se c’è qualcosa di utile.”
Accesi prima delle candele che poggiai su un polveroso scaffale in lamiera; quindi, vidi dei ganci fissati al muro che sembravano stare lì apposta per poterci legare un uomo. Presi quindi delle manette e le usai per bloccare i polsi dello schiavo al muro, il quale aveva sempre il suo bel plug nel didietro.
“Dimmi ti ecciterebbe vedermi con un vero uomo, non un buono a nulla come te, intendo un vero maschio ?” gli chiesi non avendo una precisa idea su come iniziare la mia prestazione.
“Sinceramente non lo so.” mi rispose un po’ stupito “Insomma non sono un guardone ma vedere due persone che scopano è sempre eccitante.”
“Non ho detto due persone qualsiasi, ma io con un bell’uomo che mi fa godere come deve godere una donna.” gli dissi alzandomi il vestito sino quasi a scoprirmi il sedere “Un uomo che non solo abbia un gran cazzo ma che lo sappia usare bene, e che non duri poco come te.”
Continuai a parlare di come un vero maschio alfa sappia far godere una donna, dandogli sempre le spalle e giocando col bordo del vestito sino a quando non lo portai alla vita, lasciando in bella vista il mio perizoma nero. Presi quindi una sedia e la sistemai davanti a lui prima di poggiarci le chiappe sopra, allargando poi il più possibile le gambe, davanti al suo sguardo quasi incredulo, con la mazza che svettava fin troppo per i miei gusti.
“Sai è davvero tanto che non mi faccio una scopata come si deve.” gli dissi infilandomi una mano dentro il perizoma “E’ che mi capitano sempre mezzi uomini come te, e mai veri maschi che sappiano farmi godere come piace a me.”
Pian piano iniziai a spogliarmi senza mai smettere di toccarmi il seno, ma soprattutto la passera, scoprendo che mi eccitava anche il solo pensiero di farlo davanti ad un uomo legato. Quando fui del tutto nuda, m’alzai per mettermi davanti a lui e continuare a masturbarmi con sempre più ardore, arrivando ad infilarmi tre dita fra le gambe per poi fargliele odorare mentre lo insultavo.
“Vedi cazzetto uno come te può solo leccarmela, anzi dovresti essere onorato che te lo lasci fare, e del resto se sei legato ad un muro è perché sei tutto tranne che un vero uomo, non è vero cazzetto ?”
“Sì Padrona è come dice lei.” mi rispose lasciando per un attimo le dita che gli avevo messo in bocca.
“Ho davvero voglia di sentirmi la fica piena, quindi prenderò il cazzo che ho preso per te, tanto a te non dispiace se lo uso prima io, giusto ?”
“No Padrona è giusto che lei goda come meglio crede.”
Le sue parole erano fin troppo dettate dal suo ruolo che altro, se non altro perché stava quasi sbavando per come era eccitato.
Dopo aver preso il fallo dal sacchetto, andai a rimettermi sulla sedia, ma questa volta sistemandomi carponi in modo che mi potesse ben vedere il sedere. Con un po’ di difficoltà data dall’equilibrio precario, feci scivolare la mazza finta dentro la mia passera, per poi iniziare a gemere dal piacere.
“Mm non sarà vero ma è sempre un gran cazzo ! Dimmi schiavo vorresti esser tu ad usarlo o preferisci leccarmi mentre faccio da sola ?”
“Vorrei leccarla, ma se lo desidera posso usarlo io.”
A quel punto non mi rimase che liberargli i polsi, e chinarmi subito dopo contro il muro per riprendere a masturbarmi col fallo.
“Allora leccami il culo, e mi raccomando fallo con devozione, dentro voglio sentire la tua lingua, non le dita.”
Paul s’inginocchio dietro di me, e dopo avermi aperto delicatamente le chiappe con le mani, iniziò a leccarmi il buchetto, per poi penetrarlo con la lingua, mandandomi quasi in estasi. Il mio godere era quasi assoluto, un misto dato dal puro piacere materiale procurato sia dal fallo che dalla sua lingua, unito a quello mentale nel sapere che un uomo era di fatto sotto il mio totale dominio, e che il suo unico pensiero era ubbidirmi.
Lasciai che il piacere mi portasse via con sé, senza badare in alcun modo a quello che poteva provare il mio schiavo, pur sapendo che ben presto avrei dovuto occuparmi di lui. Fu quello forse il mio primo vero orgasmo da Mistress, anche se non volli rendere in alcun modo partecipare Paul, né fargli capire quanto avessi goduto.
“Allora cazzetto credo sia giunto il momento di dedicarmi a te, quindi alzati e faccia la muro.” gli ordinai senza mezzi termini.
Lui fu ben felice di mettersi quasi al mio posto, un po’ meno quando presi il nuovo flogger per colpirlo sulle chiappe.
“Sai cosa odio ? Vedere uno come te col cazzo duro. E mi fa incazzare ancor di più il sapere che godi mentre ti frusto, e che quindi dovrò vedere quell’oscenità che hai fra le gambe svettare dura anche se non potrai farci nulla.”
“Non è colpa mia Padrona, non sono in grado di controllare il mio pene sino a questo punto.” mi rispose cercando una stupida giustificazione.
“Sai cosa ci faccio con le tue inutili parole ? Un bel niente ora girati e vediamo se con la cera riesco a farti abbassare il tuo cazzo di merda.”
Una volta che Paul si mise con la faccia rivota verso di me, feci scendere la cera di una candela sul petto, costringendolo a serrare i denti, ma non ottenendo nessun risultato per l’erezione, che non scemava in alcun modo. Anche rovesciandogli la cera di una seconda candela quasi sul ventre non ebbi nessun risultato degno di nota, anzi mi parve che in lui l’eccitazione salisse ancora un po’.
“Sei proprio uno stronzo !” esclamai quasi inferocita “Sposta quel tavolo contro il muro e poi piegati sopra, vediamo se sfondato il culo continui ad essere così irrispettoso nei miei confronti !”
Mentre lui eseguiva il mio ordine, io sistemai il fallo nell’imbragatura dello strap-on, che poi indossai facendo attenzione di stringere bene le cinghie messe all’altezza dell’inguine.
Vedendolo messo in posizione mi ricordai che non gli avevo mai tolto il plug dall’ano, e che certamente era anche quello a provocargli l’erezione, ma volli fare finta di nulla ed andare avanti come se nulla fosse.
“Adesso ti tolgo questo giochino che spero sia servito ad aprirti bene il culo, perché è chiaro che ti sfonderò come meglio credo, e questo tu già lo sai, non è vero ?” gli domandai togliendoli il plug dall’ano.
“Sì Padrona e non aspetto altro che essere la sua bambola; quindi, faccia di me ciò che crede.”
Feci cadere un po’ di saliva sulla punta del fallo, che poi puntai dritta sul suo ano, dove entrò quasi senza difficoltà. A quel punto non ci fu neanche bisogno di afferrarmi a lui, ma solo di spingere con tutta la mia forza, facendo così entrare più di metà del fallo nel suo retto.
“Ah così mi spacca in due !” urlò cercando la mia pietà.
“Taci troia che non sei altro, tanto lo so che stai godendo perché dentro sei solo una puttana da inculare e nulla più. E sia chiaro che da oggi ogni volta che entrerai qui dentro ti romperò il culo con cazzi sempre più grandi, e quando avrò finito con quelli t’infilerò una mano nel culo fosse solo per il gusto di sfondartelo, hai capito troia ?”
“Sì Padrona come vuole lei.” mi rispose a denti stretti.
Continuai a scoparlo sino ad esaurire le mie forze, insultandolo senza sosta, e picchiandolo ogni tanto sulle chiappe quando spingevo più piano per riprendere fiato. Ripresi a godere questa volta solo del suo dolore, tanto da arrivare alla soglia di un nuovo orgasmo, che però non ebbi perché mi ritrovai senza più alcuna energia.
“Siccome sei stato bravo meriti un premio.” gli dissi andando a rimettermi sulla sedia “Inginocchiati ai miei piedi e leccane uno mentre ti fai una sega. Voglio che tu venga su uno di loro e che dopo lo pulisci delle tue schifezze, sono stata chiara ?”
“Sì Padrona e grazie per far godere anche me.” mi rispose quasi buttandosi ai miei piedi.
Paul eseguì i miei ordini anche se impiegò meno d’un minuto per venire, ma poi leccò il suo stesso orgasmo sino a toglierne ogni traccia dalla mia estremità.
“Rivestiti e vattene, io devo pensare a come rendere questo posto un vero Dungeon. Per il resto ti chiamo io domani per il contratto d’affitto.” gli dissi mentre cercavo il mio intimo.
“Va bene Padrona, se desidera posso metterla in contatto con un mio amico per eventuali lavori, e anche se non è uno slave come me saprà farle un buon prezzo.”
“Grazie Paul allora a domani.”
Lui impiegò poco tempo per rivestirsi e lasciarmi quindi da sola, in quello che sarebbe diventato il mio Dungeon. Iniziai a pensare a come sistemare la mia attrezzatura, e in particolar modo a quella che avrei dovuto comprare, dato che quello era un passo importante nella mia carriera da Mistress, e volevo pianificarlo in ogni dettaglio.
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