Come tutto ebbe inizio... Cap 8

di
genere
corna

Al mare insieme.


E cosi dopo 4 ore circa di viaggio arrivammo a Passoscuro.
Ovvie tutte le presentazioni di rito. Per i miei figli lei era zia Marisa. Baci e abbracci tra Marisa e Federica. Subito il cugino di Fede che ha una casa vicino a quella di Federica a farmi le battutine nel suo gergo romanesco.

"A maure'! Mazza che fregna! Ma 'ndo la tenevi sta topa?! Che te rode se ce provo?"

"No! Fai pure. Ma ti avverto che lei è cintura nera di karate e il marito di judo. Fa un po' te."

"Ah, no no! Allora sto bono, senno mi moje chi la sente."

"Ecco, bravo! È meglio! Cazzo! Ero geloso di Marisa."

I miei suoceri tornarono a Roma il 7 perché dovevano organizzarsi per andare insieme ai miei genitori e altri amici in val d'aosta a casa di un loro amico.
Loro sarebbero partiti il 17. Ci salutammo pensando che il giorno di ferragosto saremmo stati tutti insieme.
Passammo delle belle giornate. Ci si divertiva. La zia Marisa piaceva a tutti. Parlammo con Federica di tutti quelli che le facevano le avance o meglio che ci provavano. Poi tra di loro le vedevo confabulare. Chissà che cavolo si dicevano. Vabbè, poi chiedo a Marisa.
L'unica pecca era il sesso. Con mia moglie, solo un paio di seghe. Con Marisa non potevo, che palle!
Poi il 10 di agosto mia moglie mi dice: perché non porti Marisa a visitare la citta' domani?

Se Marisa vuole?

Perché no! Se i ragazzi vogliono, possono venire con noi?

No zia, grazie. Ma preferiremmo stare qui con gli amici.

Bello di papà, grazie. Tu si che sei sveglio.

L'indomani mattina, molto presto, partimmo direzione Roma. L'11 di agosto la strada era libera e con 40 minuti mi ritrovai dentro il parcheggio di villa borghese. Da li, passeggiata romantica in piazza di spagna, fontana di trevi, piazza navona, piazza venezia, colosseo. Poi in taxi per mezzo tour di Roma. Ed infine pensioncina imboscata per svuotare le palle. Usufruii di tutti i buchi di Marisa. Ricordo che le sborrai dentro 3 volte per quanto avevo voglia. Tornammo la sera alle 19 al mare e andammo a mangiare fuori.
Arrivò il 15 di agosto. Tutti al mare. I miei genitori, suoceri e il cugino di Fede con suoceri e genitori. Lasciammo le 5 donne ai fornelli e noi maschietti con i 5 bambini al mare. Tornammo verso mezzogiorno. Docce e via a pranzo. In tavola c'era di tutto pure l'immancabile pollo con i peperoni di mia suocera. Dopo pranzo le donne a chiacchierare tra loro e i maschietti anche. La sera, barbecue! Stavolta alla griglia c'erano i maschietti e le donne erano in attesa del pasto. In un momento in cui ero solo al barbecue mi si avvicinò mia madre:

"Mauro, mi raccomando, non fare cazzate!"

Me lo disse con quell' accento toscano che mi piaceva da morire.

"Mamma, di che stai parlando?"

"Sono tua madre! Agli altri puoi nascondere, a me no! Credi che io sia stupida? Ho visto lo sguardo di Marisa quando parla di te e vedo il tuo quando la guardi. Fate attenzione. Tu hai dei figli e una moglie."

"Mamma, stai tranquilla, ti stai sbagliando."

"Non mi prendere per il culo! Stai attento a quel che fai. "

E se ne ando'.

"Cazzo! Se ne era accorta! Spero non se ne siano accorte le altre."

Finita la cena i classici saluti di rito e ognuno a casa sua.
Il 19 partimmo da passoscuro per tornare a casa. Diedi la mia macchina a Federica. Se ti stanchi fai guidare Marisa. I ragazzi erano con loro. Io dietro di loro con la punto.
Altre 4 ore di viaggio e arrivammo a casa. I classici saluti di rito con Marisa e anche lei tornò a casa sua.

Il 24 sarebbero venuti i miei genitori a prendere i ragazzi per portarli con loro in montagna. I miei avevano una casetta in toscana, vicino il monte amiata, e avrebbero passato fino al rientro a scuola il resto delle vacanze con loro.

Mia moglie avrebbe passato l' ultima settimana in vacanza con Marisa al mare nel sirolo.
E io, ahime', il 23 di nuovo a lavoro.
Però, forse il sole o la voglia, quella settimana mia moglie me la diede tutte le sere. In più si stava anche lei superabbronzando al mare.
Una sera, uscita dalla doccia le dissi:

"Che bella abbronzatura che hai. Peccato vedere il bianco del costume. Non è affatto bello."

"Non ti piace!? Eppure a Passoscuro c'erano persone a cui sarei andata bene cosi."

"Beh, non è bello da vedersi e se c'erano persone a cui interessavi potevi anche fare come hai fatto col professore. A proposito! Ma come si chiama sto professore di ginnastica? "

Lei sbuffando disse: "Stefano, si chiama Stefano. Ormai è tardi per cambiare. Il prossimo anno provvederemo".

"Wow! Ti farai scopare da altri?! "

"Che cazzo hai capito?! Provvederemo per l'abbronzatura. Sempre il solito. Ma ti piacerebbe cosi tanto portare le corna?"

"Nella vita bisogna provare di tutto. Anche farsi scopare la moglie e magari con me presente."

"Questo te lo puoi scordare! Se dovesse accadere tu non ci sarai. Mi vergognerei troppo. E se poi io andassi a letto con un altro uomo e tu mi lasciassi?"

"Nooooo! Anzi, rafforzerebbe di più il nostro rapporto. A proposito di rapporto che ne pensi di un bel bocchino con il culo stasera?"

"Ancoraaaa! Se vuoi ti dò la micia, sennò ti vai a fare una sega. "

Niente non mollava. Però meglio la micia che niente. Mentre scopavamo quella sera iniziai a farle le battutine leggere all' inizio poi sempre più pesanti. All'orecchio le bisbigliavo:
"Dai, dillo che lo scoperesti Stefano?
Con quel bel cazzone che ha, confessa che glielo prenderesti in bocca?"

Lei ansimava e mugolava.

"Perche non dici che berresti tutta la sua sborra, confessa che lo faresti perché ti piace bere il suo liquido. Te lo faresti pure mettere in culo, dai dillo!"

Quando pensavo di aver perso le speranze...

"Aaahhhh! No, nel culo no! È troppo grande. Mi aprirebbe in due. Però nella micia potrei provare. Me la farei spaccare da quel malloppo di carne che ha in mezzo le gambe. Oooohhhh, siiiii! Me la farei rompere perché ha il cazzo bello, anzi bellissimo. A lui un bel bocchino lo farei e mi farei sparare in bocca tutta la sborra di quei coglioni immensi. Aaaahhhh! Che bel cazzo che ha! "

E vai, forse era fatta e poi con un aaahhhh godette!
Continuai a scoparla chiedendole cosa avrebbe fatto a quel cazzone di Stefano. Godette un' altra volta e poi finalmente sborrai pure io.
Ci mettemmo a parlare sul letto a bassavoce.

"Allora ti faresti sbattere da Stefano? "

"Uffa! Sei peggio di Clara. Anche lei mi dice sempre che dovrei dargliela. Godrebbe lui ma soprattutto io cin quel cazzo che ha. Lo sai che durante il sesso posso dire di si a tante situazioni ma poi, finito il momento particolare cadono tutti i pensieri cattivi. Poi fargli un pompino? Ma non ne sono capace. Il culo?
Ma se non mi entrerebbe nemmeno in bocca, figuriamoci nel culo."

"Pero glielo hai leccato e segato?"


"E non pensi sia diverso dal fargli un pompino e dargli il culo?"

"Ma dai raccontami quello che hai fatto?"

"Uffa!! Hai sentito quello che ho fatto e ancora oggi me ne pento."

Devi stare tranquilla, non preoccuparti, dai, dimmi.

"La sai la storia. La nostra discussione, te che non sei venuto a prendermi e lui che si è offerto ad accompagnarmi. Il caffe a casa sua e poi...
oddio, perdonami Mauro, ti chiedo scusa."

"Ma scherzi, non preoccuparti, anzi sono contento che tu goda sessualmente pure con altri."

"Davvero!"

"Certo! Non preoccuparti. Dai racconta!"

"Non so cosa mi sia successo quel giorno.
Non ho capito piu nulla. Mi ha baciata e io ci sono stata e poi in un momento mi sono trovata nuda davanti a lui.
Ma il peggio l'ho raggiunto quando m' ha messo il suo coso in mano e ho abbassato lo sguardo.
Era incredibilmente grosso e non era ancora duro."

"Grosso quanto?"

"Grosso mauro, veramente bello grosso. Sono rimasta imbambolata. Avevo la micia in fiamme. Voleva infilarmelo sul divano, ma quando ha appoggiato la cappellona sulla vulva e stava entrando ho trovato la forza per dirgli di no. Gli ho detto che non volevo tradirti e che non lo avrei lasciato a secco. Che lo avrei soddisfatto in altro modo. Cosi mi sono inginocchiata davanti a lui e ho cominciato a segarlo e a leccarlo. Ero come drogata vedendolo. Aveva un buco incredibile sulla cappella e i testicoli! Mai visti testicoli cosi su un uomo. Mi piaceva massaggiarli e baciarglieli. Tutto depilato era un piacere leccargli tutto. Non veniva mai e ormai era diventato veramente grosso. Continuavo a segarlo velocemente e ti confesso che l'ho pure succhiato mentre lo segavo. Avevo voglia di prenderlo tutto in bocca e in fica. Ma non volevo tradirti. Le mie mani avevano in mano quel cazzone cosi grande e quel buco sulla cappella. Bellissimo! Gli ho infilato la punta della lingua in quel buco e non me ne sono accorta. Mi ha letteralmente sparato in bocca. Due sghizzi potentissimi mi sono arrivati in bocca. Gli altri mi hanno impiastricciato il viso e i capelli. Ero piena in volto di sperma. Basta cosi per favore, non mi far ricordare e scusami ancora. Non accadrà più."

Si girò e si mise a dormire.

Vabbè il tempo passava. Marco tornò dal Brasile. Io e Marisa ci incontravamo ogni tanto in una casa della zia in un paese vicino. Fortuna che era una casetta fuori dalla strada principale.
La storia proseguiva. Marisa mi aveva confessato di essere molto innamorata di me e pure io mi ero accorto che provavo un sentimento forte per lei.
Parlavamo di Federica. Le dicevo che volevo la desse a qualcuno e che non ne ero geloso, anzi volevo che gli desse pure il culo e la bocca. Mentre di lei ero gelosissimo. Mi rodeva il solo sapere che la scopasse Marco, figuriamoci gli altri. Marisa mi disse che se io non avessi voluto che lei fosse andata con altri, avrebbe smesso. Ma non poteva smettere sennò Marco avrebbe capito qualcosa.
Che situazione!

E il tempo passava...
Arrivammo a Dicembre. Era il compleanno di Federica e di Marisa. Nate ambedue a dicembre. Una il 20 e l'altra il 18. Organizzammo un party a casa nostra con una sessantina di invitati il 19 dicembre anticipando quello di Fede. Bella serata! Quella sera conobbi il professore di ginnastica, il famoso Stefano, soprannominato ormai da noi 'cazzone'.
Era veramente una bestia di uomo. Due braccia muscolose, un torace da armadio. Alto penso piu o meno, intorno a 1.95.
Insomma se tanto mi dava tanto anche in mezzo le gambe doveva stare cosi.
Lo vedevo ogni tanto dialogare con mia moglie. Chissà cosa cazzo si diranno. Marisa mi si avvicinava e mi diceva che secondo lei presto avrei avuto un peso in più e che quasi quasi un pensierino a cazzone ce lo avrebbe fatto pure lei.

""Dici sul serio Marisa?"

"Alle corna o a cazzone? "

"Per le corna sarei felice. Per cazzone mi roderebbe il culo."

"Ti salterei addosso ora per baciarti, se potessi farlo. E per le corna ne sono certa."

"Pensi? "

"Sicurissima! Disse sorridendo. Noi ci si vede al solito posto martedi. Vieni carico!"

E via le vacanze natalizie e il capodanno 2000 insieme a Marco e Marisa. E intanto ogni tanto pure la Fede me la dava. Quando scopava, di rado, accettava tutto ciò che io le dicessi e credetemi non ero tenero. Il top penso di averlo raggiunto al mio compleanno, nel mese di marzo. Federica la sera dopo che i ragazzi si erano addormentati volle farmi un bel regalo. Io ero a letto e lei si presento' in reggicalze e calze rosse, scarpe rosse con tacco 12 credo. Erano altissime e senza plateau. Aveva un ciuffetto di pelo ben curato sopra la vulva e tutto il resto senza.
Si fece la coda ai capelli e mi disse di alzarmi e togliermi la mutanda. Si mise in ginocchio avanti a me e disse:
"solo per il tuo compleanno. Oggi sono la tua puttana. Voglio vedere quanto impiego per fartelo drizzare. Quando stai per venire tiralo fuori. "

Prese il cazzo in mano e poi in bocca, cominciando a succhiare segandomi. Non era Marisa, l'esperienza mancava, però era un inizio. Quasi quasi, dissi, le vengo in bocca. No, meglio di no, sennò si incazza. Sentivo il succhio molto forte, non era affatto male. Poi si fermò.

"Non ce la faccio più a succhiarlo. "

La presi e la misi a pecora sul letto. La cavalla aveva la fica fradicia. La infilai con facilità. Però in quella posizione il buco del culo mi chiamava. Lo tirai fuori dalla fica e alzai il tiro.
Appoggiai la cappella all'imbocco dell'ano.

"No, dai per favore al culo no!"

"Zitta, vacca! Hai detto di essere la mia puttana oggi!"

Lei stava zitta!

"Quindi da brava puttana lo prendi in culo."

Comincio a spingere e la cappella va dentro. Era stretto, cavolo se era stretto. Mi fermo sputo un paio di volte sull'asta vicino l'ano.
Poi una voce.

"Non ti fermare, spingi, dammelo tutto dentro. "

A quelle parole non c'ho visto più ho spinto e entra e esci arrivai a fine corsa toccandole le natiche col mio ventre.
Le usci un aaaahhhhh di dolore.

"Oddio, oddio, che male! Toglilo mauro, toglilo. Per favore, mi fa male."

Cercava di buttarsi in avanti per far uscire il cazzo dal culo, ma io la tenevo stretta per i fianchi e il mio uccello rimaneva tutto dentro.

"Hai detto che sei la mia puttana. Zitta e prendilo in culo, troia. Se ti fa male il mio, figuriamoci quello del tuo amante. Quel cazzone da toro ti deve rompere il culo e poi ti devi fare sborrare in bocca e tu devi inghiottire tutto."

Si girò! Sul volto le lacrime le avevano sciolto il rimmel che a sua volta stava macchiando le lenzuola.

"sditalinati e sopporta! Piano piano il culo si abitua. "

Lei iniziò con la mano a sditalinarsi.

"E allora zoccola, ti piace?"

"Siiiii, siiiii, mi piace! E allora porco, che fai? Ti fermi? Spingi, apri la strada per Stefano. Vuoi le corna e le corna avrai. Muoviti cornuto, inculami! "

Si piega di più e con la mano comincia a toccarmi le palle.

"Brava troia! Toccami le palle, vacca che non sei altro."

Stava diventando veramente brava. Mi sa che Marisa ha colpito. La inculai per una decina di minuti.

"Più forte, sbattimi più forte, siiii! Sono una puttana. Aaahhhh! Si, si, dai! Devi preparare la strada ai prossimi che verranno dopo di te."

"Sto venendo! Vuoi ti sborri nel culo o in bocca."


"Nel culo, nel culo. Riempimi come un bignè! E poi in bocca mi fa schifo."

"Troia, il mio ti fa schifo e quello del professore no."

"Aahhhhh!! È stato fortuito. Aaahhhh! "

Hai capito la troiona. Il mio le fa schifo! Partitorono 4 o 5 sghizzi che la riempirono dentro. Rimasi in lei per una ventina di secondi poi:
"mauro, mauro. Devo andare in bagno."
Si sfilo' il cazzo dal culo e con una mano che chiudeva l'ano corse in bagno a svuotarsi. Il mio uccello era pulito quindi forse era vuota. Menomale. Tornò in camera come era vestita prima. Si mise una mascherina e mi disse:

"vai a prendere la nikon."

"Foto! Wow. È un bel po che non ne faccio."

Andai in studio senza far rumore per non svegliare i ragazzi. Rientrai in camera e trovai lei sul letto a gambe aperte con dentro la fica un rullino.

"Che vuoi dire con questo?"

"È il tuo compleanno quindi le puoi fare col rullino ma non le far sviluppare qui. "

"Ok!! Ma è da 12."

"Accontentati! "

"Ok, vorrà dire che ne faremo altre senza."

Mi voltai e le feci credere di aver messo il suo ma in macchina in realtà c'era il mio da 36. Iniziai a scattare. Fatte le 12 mi fermai per farle vedere che lo avevo tolto e continuai facendo finta che fossero scatti senza rullino. Poi sul letto a parlare.

"Mauro, quest'anno a scuola stanno organizzando una vacanza studio a Londra. Il consiglio mi ha chiesto la disponibilità per 2 settimane a luglio, in base alle richieste."

"Ah, ok! Tanto i ragazzi quest' anno vanno in montagna dai miei e io lavoro. Con chi vai?"

"Con i ragazzi del 4° e con le prof......... . e il prof........... Sai, parliamo tutti inglese."

"Va bene, non ci sono problemi."

Già mi stavo godendo le scopate con Marisa.

"Peccato non venga Stefano. Avresti avuto l'occasione di provarlo."

"Ancoraaaaa!! Ti ho detto di no!"

"Peggio per te."

E tutti e 2 a dormire.

Al mattino mi alzo e vado in bagno e nel contenitore dei rifiuti c'erano due perette. La troia ieri sera voleva glielo mettessi nel culo. Ecco perché era pulito. Ci sperava! Hai capito la suora. Cominciavo a pensare che Marisa avesse ragione e che prima o poi la troiaggine di Federica sarebbe uscita fuori.
Il pomeriggio esco dal lavoro e vado a sviluppare il rullino.
Soliti complimenti da parte del ragazzo al bancone e del solito gruppetto di pensionati. Ormai le foto le guardavamo insieme e sinceramente ne ero contento. A volte entrava qualcuno e noi ci si imboscava dietro la tenda. Poi andavo a casa, scanner e foto sul sito che ormai aveva raggiunto le 15560 visualizzazioni.
Pensavo e immaginavo mia moglie pornodiva circondata da cazzi. Che bello sarebbe stato! Ormai pure io la stavo considerando una donna oggetto. Forse stavo esagerando però non riuscivo più a farne a meno.

E arrivò giugno e finirono le scuole. I ragazzi dai nonni paterni in montagna e noi a casa. Mia moglie aveva gli esami di maturità. Una sera di venerdì tornai a casa e lei non era ancora rientrata. Torno' alle 19.

"Ciao Mauro, scusa il ritardo."

"Tranquilla! Dove sei stata?"

"A far compere."

"Bene! "

"Domani vado al mare con Clara e Marisa se non ti crea problemi? "

"Ok! Dove andate?"

"Non lo so vediamo. Ti dispiace se rimaniamo a dormire da Clara cosi riandiamo il giorno seguente pure al mare?"

"No, no. Fate pure."

Fantastico! Occasione buona per andare al casino di caccia domani sera.



E giustamente parliamo di Clara.
Clara è una quarantenne bidella della scuola. Era piu bassa di Marisa però sinceramente ben proporzionata. Forse una seconda o terza di seno. Bei fianchi e culo a mandolino. Belle cosce! Stava sempre in minigonna. Riccia, rossa con le lentiggini. Sinceramente mi sarebbe piaciuto vederla in costume o perche' no, nuda! Sposata e separata dopo 10 anni. Senza figli. Pensare che a Fede diverse volte le aveva detto che una botta me l'avrebbe data, ma visto che era amica sua non ci avrebbe provato. Peccato!

Tornando a noi, il giorno seguente uscii dal lavoro e andai a casa. Presi la smart perché lei era andata con la punto e arrivai al casino verso le 18.00. Lasciai parcheggiata la vettura al solito posto dell'altra volta e andai tranquillamente verso il casino. Mi ero portato dietro tutte le foto di mia moglie dell' ultimo rullino. Non si sa mai, dissi tra me e me. Arrivai e notai che il grande buco all' angolo non c'era più. Chiuso con delle tavole. Entrai e chiesi 3 volte se c' era qualcuno. Nessuna risposta. Notai che le corde non erano più nei punti dove avevo legato Federica, segno evidente che qualcuno doveva pur averle tolte. Vero, era passato quasi un anno da quella incredibile serata. Al Centro della stanza ora c'era una specie di tavolo fatto con due tavole e delle gambe tenute alle stesse tavole con dei chiodi. Giusto lo spazio per mettere un piatto, non di più. Intorno a quella specie di tavolo c'erano 4 sedie. I soliti specchi da sarto e il comò. Entrai nell'altra stanza. A terra 4 materassi con delle coperte e un odore di legno vecchio, birra e spezie e cipolla. Dei travetti, forse sostegno per delle tavole che fungevano da supporti e un trave retto da 2 corde attaccate al soffitto con delle buste appese colme di cianfrusaglie. Collanine, fazzoletti e altre cazzate. Segno evidente che li qualcuno ci viveva. Che faccio? Aspetto? Si, aspetto, ma non dentro. Esco e mi metto a 50 metri di distanza.
Alle 20.15 decisi di andarmene e poi sentii delle voci in lontananza. Due persone si stavano avvicinando parlottolando tra di loro in una lingua a me incomprensibile. C' era ancora luce. Si vedevano bene ora. Erano due neri. Tutti e due alti intorno al 1.90m. Uno robusto e l'altro secco. Entrarono nel casino. Che faccio, pensai! Vado?! Potrebbe essere pericoloso. Vabbè! Ci provo. Piano piano mi avvicinai alla porta di ingresso e dissi:

"buonasera!"

Appena mi videro, terrorizzati cominciarono a blaterare frasi per me incomprensibili.

"Calma, calma! Mi capite? Non sono un poliziotto, tranquilli. Voglio solo parlare con voi."

Cosi cominciammo a chiacchierare. Venivano tutti e 2 dal Ghana. Quello robusto si chiamava Pascal. L'altro, il magro si chiamava Isaac. Entrambi erano in italia da circa 2 anni e vivevano nel casino da 15 mesi. Erano entrambi sposati nel loro paese di origine e non vedevano le mogli da 2 anni. Mi offrirono una lattina di birra. Chiesi loro da quanto tempo non scopassero. Entrambi mi dissero che da quando avevano lasciato le mogli a casa non avevano più visto una donna nuda a parte una sera di circa un anno fa.

"Cioè, spiegatemi? "

E mi spiegarono per filo e per segno quella serata passata con Fede al casino. Era lei la donna che avevano vista. Poi Isaac, guardandomi disse:

"Un momento, ma quello che faceva le foto eri tu?! "

Mi misi a ridere.

"Si, esatto! Ma dove vi siete nascosti quando siamo entrati."

"Siamo scappati dall'altra stanza. E siamo andati via."

Li guardai e gli dissi: "vi piacerebbe toccare una donna bianca nuda"?

"Non possiamo spendere. I soldi ci servono."

"Tranquilli, tutto gratis."

"Chi vive qui insieme a voi?"

"Ora nessuno, siamo soli. Ma fino ad un mese fa eravamo in 5."

"E allora forse possiamo fare qualcosa, ma dovete toccare uno per volta e stare zitti perché se ci dovesse scoprire sarebbero cazzi acidi. Poi vedremo lei cosa fa. Dovete attenervi a quello che vi dico io. Ok?"

Tiro fuori le foto di Federica dallo zainetto e gliele mostro. Rimangono sbigottiti.

"Chi è?"

"mia moglie che vuole giocare. La donna che avete visto quel giorno qui. Che ne pensate?"

Tutti e due all' unisono: "bella, molto bella! Bella fica e bello culo. Pure poppe stupende. Certo non è come donna negra, ma è bella. Facci capire, amigo. Tu fai toccare tua donna nuda a noi? "

"Esatto! Vi dispiace? No! Perfetto, allora è fatta. Datemi un cellulare e invio messaggio di quando si deve fare questa cosa. Mi raccomando: lavatevi."

"Ma noi scopare?" Continuando a vedere le foto.

"Vedremo! Dipende dai vostri cosi e dalla vostra salute."


Detto cosi Pascal si calò il pantaloncino. Non aveva mutanda. Mostrava un bell'arnese, non male, forse sui 12/13 cm moscio. Il secco tirò giù pure lui e non stava messo male neanche lui. Bello lungo pure da moscio. Tutto sommato non male anche se io mi aspettavo due cazzoni più grandi, ma nulla da dire. Forse avrei dovuto vederli in tiro, ma andava bene cosi per il momento.

"Avete il permesso di soggiorno?"

"Si!"

"Bene! Questa è la lista delle analisi che dovete fare e questi sono 300.000 lire. Quando avrete i risultati mi mandate sms che vengo a vederli."

Mi diedero il loro numero di cellulare e me ne tornai a casa aspettando domenica per il rientro di Fede.
Domenica sera torna.
Entra in zoccoli da mare e copricostume.

"Cavolo sei abbronzata. Non tanto ma sei arrossata. "

"Si, cosi ti piaccio?"

Si toglie il copricostume e sotto era nuda. Tutta leggermente arrossata. L'unica cosa pallida era un piccolo triangolino davanti al buco della vulva.
Si volta pure le natiche.
Le faccio un applauso.

"Era ora!"

"Ma che costume avevi? Ora mi racconti tutto. Voglio sapere. "

"Va bene!"

Continua...

di
scritto il
2025-02-03
3 . 9 K
visite
5 6
voti
valutazione
7.4
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Come tutto ebbe inizio... Cap 7

racconto sucessivo

Come tutto ebbe inizio... Cap 9
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.