Il regalo di compleanno (parte 1)

di
genere
sadomaso

Matteo era seduto in poltrona, come sua moglie gli aveva chiesto di fare col sorriso tipico di chi sa cosa sta per accadere e non è ancora tempo di svelare il futuro imminente.
Sapeva che c’era qualcosa nell’aria, lo sentiva da qualche giorno, nonostante i tentativi poco convinti di Simona di nascondere la sua attività preparatoria.
Erano troppi gli anni di convivenza e, soprattutto, l’intesa e la complicità raggiunta. Lei non era mai stata brava ad agire di nascosto e, anzi, le dava piacere negare ciò che l’altro intuiva, sapendo che l’avrebbe lasciato sulle spine.
Il primo evento che lo aveva insospettito era consistito in una conversazione cui aveva assistito per caso e nella quale la moglie cercava di convincere il figlio ad allontanarsi per qualche giorno, con la scusa di andare a trovare i nonni e passare qualche giorno di vacanza.
Quell’anno il compleanno cadeva proprio il giorno di Pasquetta e, se non avesse ascoltato inavvertitamente, il viaggio del figlio a casa dei suoi genitori, al mare, non sarebbe certamente stato sospetto.
La cosa aveva iniziato a divertirlo. Non aveva dato modo di far intuire i suoi sospetti a Simona, cercando, così, di carpire il maggior numero di informazioni possibile. Era troppo curioso, ma anche attratto da quel gioco tra loro due.
Ogni indagine fu vana e, questa volta, la moglie era stata brava a tenere celata la sorpresa.
Quella sera Simona aveva creato una bellissima ambientazione e lo aveva fatto sedere sulla sua poltrona preferita. Con la complicità del buio esterno, aveva creato un’atmosfera elegante, con le luci delle solo abat-jour. In sala, doveva avrebbe trascorso il tempo dell’attesa, erano state sistemate candele rosse. Questo particolare iniziò a stimolare in Matteo la circolazione sanguigna e l’afflusso del sangue verso il basso ventre in quanto le candele di quel colore venivano usate quando facevano sesso, un sesso particolare, quello forte, quello che piaceva a loro e che li aveva fatti conoscere e riconoscere nel locale per incontri sadomaso tanti anni addietro.
Quella era l’illuminazione delle grandi occasioni, quando giocavano con qualcuno o qualcuna, fosse essa persona singola o altra coppia.
Dopo che venne fatto sedere, in stato di eccitazione ancora non trasformatasi in completo turgore del cazzo, Simona gli si presentò vestita o, meglio, svestita con indosso calze autoreggenti nere, col pizzo lavorato come piaceva a lui, scarpe con il tacco a spillo, sicuramente di 12 centimetri a vederli, corpetto nero, guanti, anch’esso neri fino al gomito e, in mano, uno scudiscio corto, quello utile negli spazi ristretti, quando il dominante è molto vicino alla vittima sottomessa.
Il cazzo gli si indurì improvvisamente, come se fosse stato girato un interruttore. Quella era la “tenuta” da Mistress, quella che metteva quando giocavano nei locali ad hoc o si incontravano con qualche giovane schiavo o schiava.
Lui era esclusivamente dominante, a differenza della moglie alla quale non spiaceva, ogni tanto ma solo col marito, ricoprire ruoli da schiava. Quindi quella mise e lo scudiscio dovevano essere per altra persona.
Finalmente aveva capito quale fosse il regalo di compleanno per i suoi cinquanta.
Fino a quella sera si era convinto che fosse un orologio. Aveva intuito qualcosa che avesse a che fare con il loro amico gioielliere al quale aveva cercato, inutilmente, di estorcere informazioni.
In quel momento, però, l’orologio era l’ultimo dei suoi pensieri, tutto concentrato sull’oggetto ancora mancante: la schiava con la quale avrebbero giocato assieme.
La tenuta di Simona lasciava intuire, anzi, ne dava la certezza, che non si sarebbe limitata ad essere mera osservatrice, come qualche volta era capitato.
La moglie, dopo averlo fatto accomodare sulla poltrona in pelle nera, si era allontanata, sculettando con quel culo da quarantenne che, quando la conobbe, lo aveva attirato da subito. Scherzava sempre sul fatto che la prima cosa che aveva notato di lei erano state quelle magnifiche chiappe sui fianchi stretti: “se ti ho sposata è stato grazie al tuo culo”.
Era seduto, in attesa, da un tempo che gli sembrava infinito.
Il campanile aveva iniziato a suonare le ore ma l’eccitazione non gli consentì di contare i rintocchi. Aveva anche iniziato a piovere e la cadenza regolare della pioggia gli dava la sensazione di maggior protezione di quell’ambiente caldo, anzi, scaldato a dovere per ciò che sarebbe accaduto.
Finalmente avvertì il rumore dei tacchi della moglie che si stava avvicinando. Doveva essere ancora nel lungo corridoio. Ogni tanto il suono spariva, evidentemente stava camminando sui tappeti. Poi ricompariva, ancora più vicino ma ancora fuori dalla portata degli occhi. Gli sembrava che fosse l’unico suono nell’ambiente. Non sentiva più nemmeno la pioggia, in trepidante attesa del suo regalo.
Realizzò che i tacchi erano solo due. Chissà perchè si aspettava che anche la schiava indossasse tacchi, magari altissimi, su scarpe scomode.
Si eccitò maggiormente quando pensò che il regalo avrebbe anche potuto arrivare a quattro zampe. Impazziva quando vedeva giovani schiave che camminavano come cagne, tenute al guinzaglio.
La bramosia gli fece anticipare nella mente l’immagine della moglie che entrava seguita da una giovane cagna. Sperava che fosse bionda. Lo facevano impazzire le schiave bionde.
Il suono era vicinissimo, dovevano essere appena dietro alla porta, superato l’ultimo tappeto.
Sentì il suono inconfondibile di una catena. Pensò che quel materiale costituisse il guinzaglio e l’eccitazione gli salì ancor di più.
Non sentì più nulla!!!
Eppure non avrebbero dovuto più esserci tappeti.
Quella stronza voleva tirarlo nero. Sicuramente si era fermata dietro alla porta per farlo attendere, dopo avere avuto cura di fare il giusto rumore coi tacchi, per essere sicura che quel suono gli avesse anticipato il loro arrivo e alimentato l’eccitazione.
Finalmente entrò e Matteo ebbe un ulteriore indurimento del cazzo che lo colpì alla bocca dello stomaco.
Cazzo quanto amava sua moglie che riusciva ancora a sorprenderlo nonostante i 16 anni di matrimonio.
La schiava era in piedi, alta e, soprattutto, giovane come a lui piacevano. Simona teneva in mano il guinzaglio nero attaccato all’anello di acciaio sul collare anch’esso nero, bello alto, spesso.
Le catene che aveva sentito univano i polsi e le caviglie.
La schiava era incappucciata e camminava seguendo il guinzaglio. Avrebbe dovuto attendere per conoscere il colore dei capelli.
In mano teneva un vassoio abbastanza grande, sul quale vi stava qualcosa che non poteva vedere perché coperto da un telo nero.
Simona si era fermata sulla porta per essere ammirata e per far sì che il marito potesse guardare ed eccitarsi per la scena che gli si era presentata agli occhi.
La donna si mosse e diede un piccolo strattone al guinzaglio. Portò la schiava davanti al marito guardandolo con quel fare complice e carico di promesse anticipatrici di piacere.
“In ginocchio, cagnetta”.
L’ordine secco fece abbassare le ginocchia a terra alla schiava che ebbe cura di tenere sollevato ed offerto il vassoio misteriosamente coperto.
La ragazza, come le era stato ordinato anticipatamente, si sedette sui talloni e, nonostante il cappuccio, si intuiva che avesse abbassato la testa.
Simona voleva divertirsi ancora con l'attesa curiosa del marito, ma anche con l’eccitazione di lui che traspariva dagli occhi.
Prima di dirgli di togliere il drappo dal vassoio diede un colpo con lo scudiscio sulla schiena della ragazza inginocchiata che doveva essere stata avvisata, in quanto si scompose per assorbire il colpo ma non abbastanza da far cadere l’oggetto misterioso.
“Ora puoi vedere una parte della sorpresa”.
Evidentemente non era solo la schiava la sorpresa. Doveva esserci qualcos’altro.
Tolse il drappo e gli comparve una scatola già aperta che conteneva l’orologio che tante volte si era fermato ad ammirare in vetrina.
La felicità di Matteo era paragonabile a quella di un bambino il giorno di Natale. Benché eccitato, distolse l’attenzione dalla schiava nuda davanti a lui e indossò subito il segnatempo, guardandolo in diverse angolazioni.
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2025-01-07
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