L'attesa

di
genere
sentimentali

L'ultimo sole della giornata proiettava sul pavimento i colori dei vetri i cui disegni contribuivano a caratterizzare la biblioteca.
Una parte della luce illuminava il libro appoggiato sul broccato che ricopriva il tavolino.
Dalle pagine spuntava il segnalibro di pergamena che le era stato regalato recentemente, perché potesse indicare la pagina che per ultima aveva ospitato i suoi pensieri.
La donna prese il libro, se lo strinse al petto per quella breve distanza che la separava dalla poltrona sulla quale si sedette, giovando della luce della lampada ad olio posta lì accanto.
Aprì il libro cercando i suoi pensieri.
Alle prime letture, giorni addietro, la copertina era di sola carta spessa e le pagine scritte con un carattere freddo.
Più leggeva, più il libro mutava e, con esso, i suoi pensieri.
La copertina divenne prima di cartone spesso e, poi, di pelle.
Le pagine, inizialmente bianche accecanti, assunsero, col loro progredire, una colorazione più tenue, riposante ma, soprattutto, che rispecchiava la sua anima.
I freddi caratteri della stampa assunsero lentamente il colore dell'inchiostro che, con le sue imperfezioni, dona carattere ai caratteri.
La prima volta che aveva aperto quel libro, giorni addietro, si era stupita del fatto che ad un certo punto le pagine non erano più scritte. Solo col progredire nella lettura si accorse che le parole riempivano gli spazi vuoti anticipando su carta i suoi pensieri, nei quali ella si ritrovava e che, avvolgendola, la proiettavano verso il suo Signore, verso i suoi pensieri ed il suo sentire.
Più leggeva e più le pagine si riempivano di sensazioni dell'Uomo che occupava la sua anima.
Si accorse che per un certo tempo non aveva più sentito i rumori provenienti dalla strada.
Ciò che attirò la sua attenzione non fu un rumore ma il suo cessare, quello tipico della carrozza che si ferma e degli zoccoli dei cavalli che interrompono il loro scontro sulla pietra della strada.
La portiera si chiuse dopo essere stata aperta. Fu il suo sbattere che definitivamente la riscosse richiamandola dai suoi pensieri.
Riconobbe i passi e sapeva che la prossima chiusura sarebbe stata quella del portone di casa, al piano sotto.
Nella lettura aveva tenuto in mano il segnalibro che le era stato regalato ed al quale affidò nuovamente il compito di ricordare il punto in cui i suoi pensieri avevano interrotto la loro corsa.
Il libro era tornato sul tavolino.
I muri delle scale amplificavano il suono costante di chi le percorre in salita.
La poltrona di pelle, illuminata dalla calda luce della lampada, ospitava sulla sua seduta il capo della donna, mentre le ginocchia di lei erano posate a terra con la gonna sollevata quel tanto da lasciare vedere la pelle nuda delle sue lunghe gambe.
Stava aspettando.
di
scritto il
2024-12-31
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