Donne straniere si amano

di
genere
saffico

Petali irregolari, consistenza carnosa, sfumature rossastre e violacee fanno da vigili ancelle al piccolo bocciolo, apice di piacere e sensazioni ottenebranti.
Attenti alfieri di un percorso profondo che su sentieri umidi e profumati conduce al ventre di una donna in attesa.
Tempo di baci, di rispettose carezze: una lingua in timida attesa, una richiesta di intimità e reciproca donazione. Penetrazione ossequiosa e lenta, la mia lingua serpeggia vivace sulla tua vulva prima di lasciare spazio a dita pietose.
Sondo la tua intimità, inoltrandomi nelle tue soffici mucose. Superfici bagnate e delicate gemono umori di donna, gravidi di sentori femminili, di eccitazione e desiderio.
I tuoi gemiti mi confermano il dedito apprezzamento delle mie carezze. Raccolgo i tuoi sospiri, mitigandoli con la mia lingua che cerca contatto con la tua, mentre le nostre salive si mescolano.
Le dita sul mio seno, appendici nevralgiche con cui misurare il tuo piacere e modulare l'intensità delle mie carezze penetranti.
Le tue unghie mi torturano dolcemente i capezzoli quando approfondisco le mie carezze nell'altro del tuo ventre.
E quando ti tocco il clitoride, tu, involontariamente mi mordi un labbro, facendolo sanguinare.
Contrazioni involontarie, governate dalle mie dita che si introducono dentro di te, assecondando i tuoi respiri, ricercando i tuoi punti sensibili.
Appendici attente per mappare le superfici del tuo corpo mentre si abbandona al piacere che solo una donna può regalare a un'altra donna.
Il sapore del mio sangue satura le sensazioni voluttuose che si scambiano le nostre lingue, mentre, occhi chiusi, continuano il nostro dialogo interraziale.
Miscela di sapori e di culture, mentre cerco di portarti all'orgasmo, quando sento le tue mani che mi strizzano i seni, mi stringono sulla schiena, affondano sul mio sedere e cercano l'ingresso umido che, tra le mie cosce, aspetta te, per unire i tuoi gemiti ai miei lamenti.
di
scritto il
2024-12-08
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