Papà scopami! 6°|- Inculami papà!
di
Andrea inc
genere
incesti
Quella postura con la figlia prona sotto di lui nell'atto incestuoso di possederla sessualmente, sino a poche ore prima era impensabile per i suoi principi morali e per la sua funzione di padre coerente col suo ruolo di educatore.
In altri momenti, seppure neanche immaginabili, avrebbe avuto delle remore e forse, si sarebbe sentito il peggiore papà del mondo: Un mostro!
Si sarebbe davvero sentito un mostro pervertito degno delle più severe punizioni morali e sociali.
In quel momento invece, stava vivendo quel gesto, i suoni e le parole che lo accompagnavano, come un dono inaspettato dal destino al quale peraltro, non aveva mai creduto.
Quel cambiamento di atteggiamento nei confronti di quella situazione così estrema, era quasi sicuramente dovuto al fatto che la figlia, oltre che avere le forme, il profumo e la pelle assai simili a quelli della moglie quando da giovani fidanzati facevano l'amore, ne aveva i comportamenti e le parole, seppure diverse a causa delle diverse circostanze, erano pronunciate con la stessa passione e lo stesso tono della voce: 'Scopami papà.. amore, scopami.. fammi godere e godi anche tu del corpo di tua figlia'!
'Scopami Dario.. scopami amore.. fammi godere e godimi anche tu dentro.. fammi impazzire!'
Gli gridava la moglie quando facevano l'amore scuotendo le membra in preda ad un coinvolgente tremore qualunque fosse il loro modo di accoppiarsi e la posizione assunta in quel momento di lussuria sfrenata.
Ecco! In quel momento la figlia era davvero uguale alla madre e nei momenti in cui la cavalcava ad occhi chiusi, aveva davvero la sensazione che stesse facendo l'amore con la moglie.
Col trascorrere di quei minuti di godimento sublime, la figlia non si risparmiava e, con movimenti rapidi (Come aveva appreso dai racconti della mamma e come l'aveva vista fare coi suoi amanti) cambiava postura ponendosi sopra di lui per cavalcarlo come una giumenta o ponendosi prona per offrirsi al suo stallone.
-Papà.. leccami la rosellina segreta nascosta tra le chiappe.. leccamela ed aprimela con le dita che poi ti voglio dentro e se non mi è stato possibile regalarti la mia verginità, voglio che tu prenda il mio culo che ho conservato gelosamente per te.-
Quelle parole, quella richiesta così simili a quelli della mamma che da fidanzati non essendo più vergine, gli aveva detto prima di farsi inculare, l'avevano ingrifato in modo parossistico rendendogli il cazzo gonfio e livido al limite dell'esplosione.
Le parole, il tono della voce impastata dalla libidine e quella postura prona sotto di lui nell'atto incestuoso di sodomizzarla sverginandole lo sfintere anale, avevano risvegliato in lui gli stessi pensieri di quando se l'era trovata sotto offrendosi completamente alla sua virilità incestuosa.
A quel punto, sfilandosi dalla fica, le si era inginocchiato dietro e dopo averla ben leccata ed umettata con la saliva, aveva cominciato ad allargarla prima con un dito, poi due ed infine tre e quando lei, lo aveva finalmente implorato di montarla, lui si era sollevato sulle ginocchia e tenendola stretta per i fianchi, l'aveva puntata e poi penetrata con una spinta potente e profonda che le aveva strappato un lancinante grido di dolore.
In quell'istante, insensibile al dolore della figlia, gli era balenato nella mente, l'immagine del cane che monta la sua cagna.
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In altri momenti, seppure neanche immaginabili, avrebbe avuto delle remore e forse, si sarebbe sentito il peggiore papà del mondo: Un mostro!
Si sarebbe davvero sentito un mostro pervertito degno delle più severe punizioni morali e sociali.
In quel momento invece, stava vivendo quel gesto, i suoni e le parole che lo accompagnavano, come un dono inaspettato dal destino al quale peraltro, non aveva mai creduto.
Quel cambiamento di atteggiamento nei confronti di quella situazione così estrema, era quasi sicuramente dovuto al fatto che la figlia, oltre che avere le forme, il profumo e la pelle assai simili a quelli della moglie quando da giovani fidanzati facevano l'amore, ne aveva i comportamenti e le parole, seppure diverse a causa delle diverse circostanze, erano pronunciate con la stessa passione e lo stesso tono della voce: 'Scopami papà.. amore, scopami.. fammi godere e godi anche tu del corpo di tua figlia'!
'Scopami Dario.. scopami amore.. fammi godere e godimi anche tu dentro.. fammi impazzire!'
Gli gridava la moglie quando facevano l'amore scuotendo le membra in preda ad un coinvolgente tremore qualunque fosse il loro modo di accoppiarsi e la posizione assunta in quel momento di lussuria sfrenata.
Ecco! In quel momento la figlia era davvero uguale alla madre e nei momenti in cui la cavalcava ad occhi chiusi, aveva davvero la sensazione che stesse facendo l'amore con la moglie.
Col trascorrere di quei minuti di godimento sublime, la figlia non si risparmiava e, con movimenti rapidi (Come aveva appreso dai racconti della mamma e come l'aveva vista fare coi suoi amanti) cambiava postura ponendosi sopra di lui per cavalcarlo come una giumenta o ponendosi prona per offrirsi al suo stallone.
-Papà.. leccami la rosellina segreta nascosta tra le chiappe.. leccamela ed aprimela con le dita che poi ti voglio dentro e se non mi è stato possibile regalarti la mia verginità, voglio che tu prenda il mio culo che ho conservato gelosamente per te.-
Quelle parole, quella richiesta così simili a quelli della mamma che da fidanzati non essendo più vergine, gli aveva detto prima di farsi inculare, l'avevano ingrifato in modo parossistico rendendogli il cazzo gonfio e livido al limite dell'esplosione.
Le parole, il tono della voce impastata dalla libidine e quella postura prona sotto di lui nell'atto incestuoso di sodomizzarla sverginandole lo sfintere anale, avevano risvegliato in lui gli stessi pensieri di quando se l'era trovata sotto offrendosi completamente alla sua virilità incestuosa.
A quel punto, sfilandosi dalla fica, le si era inginocchiato dietro e dopo averla ben leccata ed umettata con la saliva, aveva cominciato ad allargarla prima con un dito, poi due ed infine tre e quando lei, lo aveva finalmente implorato di montarla, lui si era sollevato sulle ginocchia e tenendola stretta per i fianchi, l'aveva puntata e poi penetrata con una spinta potente e profonda che le aveva strappato un lancinante grido di dolore.
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