Pigmei - commercio di schiave (parte 8)

di
genere
sadomaso

Paradossalmente, l’odore tipico della stalla, cosa insolita per ricchi e nobili che mandano in quei locali gli stallieri, ebbe l’effetto di eccitare Chanel ed Antonio.
Quest’ultimo aveva voluto portare personalmente le schiave nel luogo dove avrebbero trascorso la notte.
Quell’uomo era sempre piaciuto a Chanel. Non si erano frequentati moltissimo in quanto, oltre ad essere italiano e distante da Parigi, benché molto ricco, non era nobile.
Tuttavia ogni volta aveva provato una forte attrazione verso di lui, anche se la differenza di età, ma soprattutto di classe sociale, era notevole.
Le sembrava anche di avere ricevuto sguardi interessati, occhi che si soffermavano sulla curva dei fianchi e sui seni.
La rivoluzione, lo sconvolgimento del ruolo della nobiltà, la sua nuova vita, avevano ridotto quelle distanze che, non scritte, prima c’erano e pesavano tra loro.
Era evidente l’eccitazione di quell’uomo nel calpestare e frustare le giovani ragazze. Antonio aveva usato le cameriere, ma mai ricorso a quelle attività che trovava eccitantissime.
Chanel aveva voluto stare sola con lui mentre portava quegli oggetti di proprietà nella stalla.
La catena che univa la mano di Antonio ai collari della schiave era utile solo al piacere dell’uomo, in quanto non sarebbero certo fuggite.
Era evidente l’eccitazione nel tenere in mano il guinzaglio e farsi seguire da due giovani nude, incatenate.
Appena entrati nella stalla, i Padroni quasi non sentirono l’odore tipico del locale che, anzi, ebbe l’effetto di amplificare il piacere che derivava dal contesto.
Le schiave vennero fatte stendere sul ventre, vicine tra loro. Il collare di ferro venne chiuso con un lucchetto ai due anelli infissi nel pavimento.
Le ragazze non avevano modo di alzare nemmeno il collo poiché non c’era catena tra collare e anello nel pavimento. Avrebbero potuto girare il collo perché il collare non era strettissimo, ma nulla di più.
Avevano gambe e braccia libere ma era una libertà inutile.
L’eccitazione di Antonio era sempre più evidente ed allungò la mano verso il seno di Chanel mentre le due schiave erano incatenate a terra ai loro piedi.
La donna non oppose resistenza.
Da tanto tempo l’orgasmo le era procurato dalla lingua delle schiave. Le mancava il cazzo, duro, forte, dentro di lei che la scopava con vigore.
Per maggiore eccitazione, mentre le accarezzava le natiche dopo avere alzato il vestito, Antonio pose una scarpa sul viso di Francesca, o di Monica, a lui non interessavano i nomi, erano solo corpi umani in schiavitù.
Schiacciò sul pavimento sporco fino a sentire il lamento.
Anche Chanel era eccitata, bagnata, già pronta per accogliere il cazzo duro di quell’uomo che le era sempre piaciuto.
Lo allontanò con una mano lasciando agli occhi la comunicazione del suo desiderio.
L’allontanamento le serviva solo per salire in piedi su una schiava, che lei sapeva essere Francesca, e piegarsi in avanti.
Le mani arrivavano giuste giuste al muro e le consentivano di stare piegata in offerta all’uomo.
Ad Antonio, per ridurre la distanza ed andare a scoparla, non restò altro che salire in piedi sull’altra schiava, con le scarpe, traendo ulteriore piacere dal dolore procurato col suo peso.
Alzò il vestito della donna tenendosi ai fianchi di lei per conservare l’equilibrio divenuto instabile stando in piedi su un corpo umano.
La trovò già pronta per accoglierlo, duro e forte.
Iniziò a scoparla e scoprì il piacere sadico di procurare dolore mentre prova piacere. Si spostò col peso per dare maggior dolore alla bestia sotto i suoi piedi mentre scopava con vigore quella giovane donna, nobile, bella, calda e bagnata.
Furono fortemente eccitanti e contribuirono al loro orgasmo i lamenti degli animali sotto di loro, il pensiero di quelle ragazze stese sul pavimento di una stalla il cui odore entrava nelle narici e che per loro sarebbe stata l’unica aria respirabile durante la notte mentre i Padroni, terminato il piacere fisico, sarebbero andati in locali puliti e profumati.
Le godette nella figa, non riuscendo ad uscire, tanto e tale era lo sconvolgimento dei sensi e del piacere, anche invitato da lei a scoparla fino in fondo e a farle sentire dentro di lei la prova del suo forte piacere.
Prima di uscire dalla stalla, Antonio non resistette a scrollarsi il cazzo per far cadere le ultime gocce di sperma sulla testa della schiava che teneva sotto il suo piede e sulla quale si pulì la suola delle scarpe, più per piacere che per inutile utilità.
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scritto il
2024-05-26
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