Tutti quei ragazzi (e quelle ragazze) - Annoiarsi

di
genere
etero

Bobbie, o come diavolo si scrive: un magnifico esemplare dal pelo rossiccio che se ne sta accoccolato accanto alla sedia del suo umano di riferimento.

Samuel: non è un cane e nemmeno il padrone del cane, ma aiutatemi a dire "carino". Anzi, meglio: "carriiino, adooorooo", come le deficienti di Ponte Milvio. Alto alto e con quei capelli fuori moda e il ciuffo che gli spazzola gli occhi. E poi dovreste vederlo in spiaggia: no, niente a che vedere con un palestrato, ma fisico asciutto e due belle spalle. Stasera la canotta dei Chicago Bulls le evidenzia, scommetto che lo sa e la mette apposta. Ha uno sguardo dolce, è un bel contrasto. Non parla tantissimo, soprattutto non parla a vanvera, ma quando lo fa ti affetta.

Lorella, la ragazza di Sam: molto graziosa, una valangata scomposta di riccioli scuri sulle spalle e gli occhi vispi. Un po' bassina, d'accordo, ma pure lei dovreste vederla in costume da bagno, quelle sì che sono tette! E anche se il lato B non è paragonabile a quello della sottoscritta, vi assicuro che se la cava. Sorridente, simpatica, non dico che vorrei diventarci amica intima ma qui è una delle migliori. Come Sam, non è una chiacchierona, tuttavia non è nemmeno muta. E non l’ho mai sentita parlare male di qualcuno. I suoi genitori non vogliono che esca tutte le sere, non glielo permettono. Non li conosco, so a malapena che faccia abbiano ma devono essere degli stronzi col botto. Eppure, se non ci fossero bisognerebbe inventarli.

Isella: una del gruppo, esteticamente senza infamia e senza lode. No, va bene, il mio ruolo di narratrice mi impone una certa obiettività. Abbastanza carina, senza esagerare, magari un po' ridicola con le sue arie da posh in canotta e infradito. A pelle non mi sta simpatica, avverto in lei una certa dose di malignità. Stasera poi, che è venuta a sedersi accanto a me, la sopporto proprio poco.

Tutti gli altri: il gruppo, numero variabile da sei a dieci, credo - non li ho mai contati bene, sporadicamente si aggiunge qualcuno- età dai sedici ai ventidue-ventitre, diciamo, non chiedo i documenti. Ragazze e ragazzi, né simpatici né antipatici, tendenti all'anonimo, a volte appallanti, a volte divertenti, non è che abbiamo tanto da dirci ma il tempo bisogna pur farlo passare. Di buono hanno che, tra i maschi, non c’è nessuno che ci prova, nessuno che mi costringa a fargli capire “ascolta, bello, sei inadeguato”. Cosa che vale per ognuno di loro a parte Sam, che però è già noleggiato. Ogni tanto, se proprio mi capita, lancio qualche battuta per dare ad intendere che il mio standard è molto alto.

Sì, un po' mi annoio, stasera come le altre sere. Sempre meglio che restare a casa, comunque. Ho portato pure i libri del prossimo esame e il MacBook, ma dei primi non ne ho aperto manco mezzo e il Mac lo accendo giusto ogni tanto per vedere qualche video porno su uno schermo un po' più grande di quello del telefono. È un periodo che mi riconosco nelle ragazze che succhiano e dicono al proprio lui "spegni quel coso". Se dessero loro retta, tuttavia, i video non ci sarebbero. Quindi sono contenta che i loro boys le ignorino. Io finora sono sempre riuscita a farmi dare retta. Ma il futuro è in agguato.

Mi manca Felix, il mio scopamico. Mi manca più la parte "amico" che la parte "scopa", perché con lui mi diverto anche le rare volte in cui non facciamo sesso. Del resto, ormai non è l'unico con cui faccio sesso. Perché non dovrei? Sabato scorso sono tornata a Roma per una festa di compleanno e sono finita nel letto di uno che ho conosciuto lì. Non era quello con cui progettavo di finire a letto, ok, però wow, first time ever, una cosa da brividi. E non ho nemmeno dormito tanto. Credo che mi capiate se vi dico che ci ripenso spesso. Già, però ora quello che mi manca è Felix. E va bene, lo riconosco, mi mancano anche le nostre evoluzioni sul suo letto, maaa... Ecco, troviamo una via di mezzo che renda la cosa più credibile: in questo momento vorrei soprattutto addormentarmi con la testa sul suo petto e svegliarmi domattina senza dovere scappare via, come ho fatto domenica scorsa. Non è questione di sentimento, è che qui mi annoio, ve l'ho detto, e vorrei essere coccolata. O anche coccolare: "buongiorno, no, non sono la mignotta di questa notte, sono la nuova cameriera, non ti muovere che ti porto il caffè a letto". Purtroppo, Felix in questi giorni si gode il villone degli ancora più stronzi genitori di quella stronza della sua ragazza, quella che viene sempre prima di me. Ogni tanto mi manda porno messaggi, ogni tanto mi chiede foto, nudini. D'accordo, tutte cose su cui mi posso anche sparare un ditale, ma mi sarei anche rotta un po' le palle. Chissà che direbbe se sapesse che scopo con altri, sarebbe geloso, ne sono convinta.

Sam e Lorella si alzano e salutano, qualcuno fa una delle solite battute, tipo: "Ma com'è che ve ne andate sempre prima? Mica è tardi". Seguono risatine. Ormai Sam c'è abituato, Lorella forse un po' meno. Mi astraggo, prendo il telefono e apro Whatsapp. Di colpo, quando meno me lo aspetto, Isella decide che finalmente è arrivata l’ora di farmi capire perché mi sta tanto sul cazzo.

- A chi scrivi? - mormora dopo essersi protesa verso il mio orecchio.
- Una mia amica - le dico senza altri dettagli.
- Ieri sera eri tu con Sam? - domanda ancora.
- Io? - rispondo - ma dove?
- Sulla spiaggia - insiste - c'era un ragazzo che sicuramente era Sam, e una ragazza con lui che gli... sì, insomma...
- Si chiama pompino, se ho capito bene - replico.
- Come fai a saperlo?
- La ragazza era per caso inginocchiata?
- Sì.
- E allora... devo farti il disegnino? Comunque no, non ero io.
- Sembravi proprio tu.
- Hai visto male.

Mi arriva la zaffata di una Mary Jane appena accesa, dimensioni notevoli, una delle poche cose per cui vale la pena tirare tardi con loro. A volte qualcuno prepara dei veri e propri blunt e allora è una festa. Il bar chiude, noi mettiamo giù le sedie accatastate e ci sbrachiamo a guardare il mare di notte e a sparare stronzate. I gestori lo sanno e non ci dicono nulla, tanto ognuno di noi ha consumato almeno una cosa. Io per esempio, stasera, non ho fatto in tempo a restituire il mio bicchiere di mojito scolato fino all'ultima goccia, ghiaccio compreso. Apro a forbice le dita per accogliere il bengala.

- Chissà come ci rimarrebbe Lorella se lo sapesse... - continua Isella mentre aspiro più forte che posso.
- Non credo che lo saprà mai... - rispondo dopo avere trattenuto il fumo (lo faccio, anche se mi hanno spiegato che è una cazzata).
- Chi può dirlo? - fa Isella prendendo il cannone che le sto passando.
- Chissà come ci rimarrebbero i tuoi a sapere che fai le due a spippolare... - le dico.

Alzo il telefono e le faccio una foto. Bella foto, tra l'altro: vengono perfettamente sia lei che ciò che tiene tra le mani mentre aspira, e anche il rosso della brace è proprio un bel rosso. Ma non è quel lampo di odio purissimo che vedo nei suoi occhi a farmi voltare verso gli altri, l'avrei fatto comunque, l'avrei ignorata comunque: "Daje raga, che famo? Namo pure noi?". Dio che noia, certe volte vorrei che i miei impedissero anche a me di uscire tutte le sere, perché da sola proprio non ce la faccio a restare a casa.

**********

Ogni notte la stessa cosa, più o meno tra le quattro e le cinque: mi sveglio e vado a chiudere la finestra perché sento freddo. Ne approfitto per mettermi la canotta e i pantaloncini, mia madre rompe il cazzo se mi becca a dormire nuda come piace a me. Prima però mi appoggio un po' alla finestra a guardare il mare e il riflesso della luna sull'acqua. Quasi sempre ne approfitto per toccarmi un po'. Non è detto che arrivi fino in fondo, anzi. Stanotte però mi sa che è la volta buona, anche ieri notte lo è stata. Ieri notte perché non mi ero lavata i denti apposta, stanotte per le parole di Isella. Mi eccita un po' sapere che ci ha visti, sia pure da lontano. Mi eccito molto più di un po', invece, a immaginare che lei fosse proprio lì, a due passi. "Lo vedi come lo ingoio tutto? Lo vedi come diventa scemo? Scommetto che tu non sei capace".

Lo so che nei racconti zozzi c'è gente che lo scrive per giustificare le situazioni più improbabili, ma credetemi se vi dico che non so proprio come io e Sam ci siamo ritrovati da soli, lontani dagli altri, su quella spiaggia chilometrica. Eravamo andati a ballare tutti insieme, mi ero addirittura divertita. "Facciamoci un giro, ti va?", mi sono tolta le Converse e l'ho seguito sulla sabbia. Ha cominciato lui a cercare il contatto fisico, giocando con la coda dei miei capelli e ronzandomi il dito intorno al naso come se volesse imitare una mosca. Eravamo euforici e anche un po' brilli, non troppo. Da una parte mi rendevo conto benissimo che quel gioco cretino aveva altre finalità, dall'altra non lo ritenevo possibile e, in definitiva, non me ne fregava un cazzo. Fatto sta che ci ho messo del mio: dopo avere cercato di schiaffeggiarlo, quel dito, l'ho azzannato e lui se l'è lasciato azzannare. Mi giocherei qualsiasi cosa che, se non l'avessi fatto, non sarebbe successo niente. Non l'ho morso a lungo, l'ho succhiato. Ma solo un po' e solo in punta. Stavamo ridendo come scemi, all'improvviso ci siamo guardati negli occhi e abbiamo smesso di ridere. Ha iniziato a muovere il dito piano, avanti e indietro, e l'ho lasciato fare. Peggio, ho partecipato. I miei movimenti con la testa, i risucchi, la mia lingua: in tutto e per tutto la simulazione di un bocchino, il bacio era distante non più di cinque centimetri. È stato a quel punto che ho avvertito il crampetto e che le mutandine hanno iniziato a bagnarsi di qualcosa che non era più solo sudore. Gli ho chiesto ridacchiando se fosse fidanzato solo le sere in cui i genitori lasciavano uscire Lorella. Ha bypassato la domanda e mi ha tirata a sé, mi ha baciata. Un bacio molto lungo ma non pornografico, appassionato più che passionale. "Dovremmo smetterla", gli ho sussurrato sulle labbra anche se ero io stessa la prima a non crederci. "Mi piaci, lo sai?". Ridendo, ho risposto "non mi pare di essere la sola a piacerti...". "Ho semplicemente detto che mi piaci, a te piace una persona alla volta?", "lo sai cosa voglio dire”, "ma no, è diverso".

Se sei una che intende dargli il pacco, o anche soltanto fare un po' di tira e molla, o se addirittura vuoi strappargli la promessa di scegliere te al posto dell’altra, è ovvio che gliela fai pagare, è ovvio che lo inchiodi con un "perché è diverso?" o cose di questo tipo. In realtà io pensavo a tutt'altro. Pensavo: cosa aspetti a schiaffarmi la lingua in bocca e a farmi tacere, cosa aspetti a infilarmi la mano negli shorts? Ma poiché lo vedevo un po' indeciso sono stata io a schiudere le labbra. Baciami, strusciami, pomiciami. Non sei niente male e io ho pure un po' di voglia. Afferrami per le chiappe e fatti sentire. Lo capirò da sola quando è il momento di metterti una mano tra le gambe e inginocchiarmi sulla sabbia.

Sam ha un pisello particolare, lungo e sottile, quando è duro la punta curva verso il basso, come quella di una canna da pesca. Perdonate il paragone, ma di meglio non mi viene. Ieri notte, dopo essere tornata a casa, mi sentivo molto orgogliosa della mia bravura. Mentre mi sgrillettavo immaginavo di rivolgere a Lorella lo stesso pensiero che un minuto fa ho dedicato a quella stronza di Isella. Verso Lorella tuttavia non avevo nessun astio. Semmai, mi figuravo noi tre in una situazione un po' eccitante, scandalosa, da gara. Tipo pompino-contest: "Tu non ce la fai a fargli questo, vero? Mi sa che non gliel'hanno proprio mai fatto. Lo vedi che faccia ha? Mi fa morire più di quanto stia morendo lui".

Adesso invece, alle quattro e mezza, mi domando come deve essere prenderlo dentro, non solo in gola. Lungo molto più del dito con cui mi sto infilzando. Lo penso dietro di me, che mi possiede a novanta mentre me ne sto appoggiata a questa finestra. Ma è un’immagine che dura poco poco perché, estremamente più vivido e concreto, irrompe il ricordo di una delle ultime che mi sono fatta con il mio scopamico prima delle vacanze. Anche quella a notte fonda, come ora, dopo avere fumato l'ultima sigaretta e dopo che mi ero rivestita per tornare a casa: raptus. Solo che davanti a me non c'era il mare, come dalla finestra della mia camera, ma il mercato dell'Esquilino, e che il cazzo di Felix è completamente diverso da quello di Sam e mi piace di più, meno lungo ma più grosso e pieno. Se ci penso ci vado in fissa, sia con il ricordo del suo cazzo che con il ricordo di quella scopata: quando mi ha presa in quel modo mi sono sentita riempire tanto tanto tanto, e sì che ci avevamo dato dentro. Ciac ciac ciac delle cosce sulle chiappe. Mi sono sentita strillare nella notte. Mi sono sentita implorare "no!" quando mi ha detto "dai, fattelo mettere nel culo".

Ci piazzo anche questo, nel mio ditale. So di avere un culo da competizione, ma non avrei mai pensato di ricevere tante richieste. Il mio ex e Felix se lo sono preso. Come dicono alla Sorbona: me l'hanno aperto. Direi che può bastare. Anzi, basta di sicuro, senza il condizionale. Tuttavia l'idea mi eccita da morire, mi ha sempre terrorizzata e mandata ai matti allo stesso tempo. Ho voglia di Felix, dello scopamico stanotte mi manca decisamente la parte “scopa”, la mia fantasia è che se fosse qui adesso glielo darei. Ma è solo una fantasia.

Il fresco della notte mi ha indurito i capezzoli, l'eccitazione li ha resi proprio due sassolini. Supplicano "hai una mano libera, che cazzo ci devi fare? Massacraci!". Li massacro, li metto al posto loro e gli insegno a vivere, poi mi butto sul letto e il dito lubrificato di me lo infilo dietro, con l'altra mano mi sgrilletto. Bye bye capezzoli. Quando faccio così vuol dire che sono bella carica, quando faccio così vuol dire che può succedere qualsiasi cosa. Tipo infilarmi un oggetto nella vagina, cosa che è proprio rara rara rara. Il manico della spazzola è di legno, non grande, un po’ freddo, ma a scaldarlo ci penso io. L'orgasmo arriva prima del previsto, molto intenso, molto più del solito. Mi fa scalciare e mordere il cuscino. E adesso buonanotte, o quel che ne resta. Ah no, devo mettermi canotta e pantaloncini. È una vitaccia.

**********

Sono andata a cercarli, li becco che escono dall'acqua. "Ehi, stasera ci siete tutti e due, vero?". È il mio compleanno, porto pure la torta, auguri e bacetti gocciolanti. "Credo proprio di sì", dice Lorella. È entusiasta. Impossibile non notare come cambi il suo sorriso mentre si strizza i capelli e guarda Sam. Mi va proprio di festeggiare ma è chiaro che, dopo, la festa la farà Sam a lei. Però dai, non potevo proprio fare altrimenti. Santo cielo, come sono carini insieme. Un ragazzo un po’ figlio di puttana e la figlia di due integralisti cattolici, è proprio vero che Dio li fa e poi li accoppia...

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- Ho bevuto troppo, se lascio la macchina qui mi accompagni tu?

Sam fa cenno di sì. Dalle due-tre occhiate clandestine che ci siamo scambiati penso proprio che, prima di riportarmi a casa, si fermerà da qualche parte. In questo momento sarebbe divertente passare accanto a Isella e agitare con discrezione il telefono nel quale conservo la foto di lei mentre si fa un maxicannone, ma queste cose accadono solo nelle serie tv. E Dio, sì, quanto mi andrebbe di chiederle "voi venì a da' 'n'occhiata pure stasera, Isè? Ché poi magari torni a casa e... zup!". Peccato non essere sole. Vabbè, mi basta il sorrisino che le rivolgo, mi basta la sua faccia.

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Aspetta, appoggiamoci a sto muretto che mi fumo una sigaretta, prima. Non vorrai che te la fumi in macchina, vero? Io non fumo mai in macchina. In quella di mio padre, poi... ma nemmeno nella tua, dai, poi puzza tutto. Sì, certo, è chiaro che ho trovato una scusa per restare da soli, non ti andava? E sì, ok, la scusa l'ho trovata io ma quello che mi abbassa la spallina sei tu! Quello che mi tira fuori una tetta e ci gioca sei tu! E sei sempre tu che mi accarezzi le chiappe e ti accorgi che sono già bagnata. Ufff... piano con quel dito. D'accordo che è buio, ma sei sicuro che qui non ci vede nessuno? Baciami, fammi soffocare i gemiti nella tua bocca. Dimmi ancora "sei bella, Annalì". Anche tu, fra. Sei sicuro di volere solo un pompino? Parliamone. Mi piace tirarmi i capezzoli, sai? Però a un certo punto mi fermo, ho paura di farmi male. Cioè, paura no, più che altro oltre un certo punto non riesco ad andare. Ma quando te lo fa un ragazzo un po' brusco e imbranato, uno che pensa che siano di gommapiuma, beh, vorresti che anche lui non andasse oltre un certo punto, ma lo fa. E mi piace anche di più. Fa male, ma mi piace di più. Fammelo, fammelo ancora. Fammi tremare così.

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- Ho voglia di succhiartelo adesso.
- Meglio di no, ché s'ammazzamo.
- Esagerato... dove mi porti?
- In un posto.
- Che posto?
- Mo lo vedi.

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È carino anche quando fa quell'espressione imbarazzata. Anzi, forse è ancora più carino.

- È qui che tu e Lori venite, vero? Dai, non fare quella faccia, lo sanno tutti!
- Tu però non dirlo a nessuno.
- Dai, siamo abbastanza intimi, no? E poi so mantenere un segreto.
- Sì, è qui.
- Sempre più discreto della spiaggia... lo sai che quella notte Isella ci ha visti?
- Davvero? - mi fa allarmato.
- Tranquillo, ho risolto.
- E come l'hai convinta? Quella 'n se tiene 'n cecio 'n bocca!
- Non l'ho convinta, l'ho ricattata ahahahah!
- Come?
- Lascia stare, ti va di fare un giochetto?
- Ti va di farne uno a te?

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È molto buio, della luna è rimasta solo una falcetta. Contrariamente al solito, non mi sono svegliata per chiudere la finestra. Contrariamente al solito, non sono nuda. Sono tornata molto tardi, non mi sono proprio messa a letto, ho ancora il vestitino a fiori con cui ero uscita ieri sera. Dovrò lavarlo di nascosto, senza che mamma si insospettisca, che cazzo mi inventerò? Ci penseremo. Appoggiata sui gomiti al davanzale della finestra, guardo la massa scura del mare. Faccio pensieri osceni e inconcludenti. Nonostante questo non mi masturbo, non mi va, mi fa anche un po' male. Lo farò nei prossimi giorni, ripensandoci. Uh se lo farò, ci potete scommettere.

Intanto cerco di inquadrare Sam dentro una definizione, ma non ci riesco. Me ne viene più di una e nessuna è completamente adatta: dolce, ingenuo, irresponsabile. No, irresponsabile no, meglio dire inconsapevole. Timido fin quasi a sembrare un coglione, ma allo stesso tempo sfacciato. E anche sorpreso, sì. Mi viene da sorridere quando penso alla sua sorpresa: davvero fai sempre sta faccia deragliata quando ti fanno un pompino? Ma daiiii! Noooooo! Così sei ancora più cariiinoooo!

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Ok, prima di Lorella solo una sega da un'altra ragazza, e allora? Mica c'è da vergognarsi. Pure io ci sono arrivata grandicella, eh? Guarda che ho scopato per la prima volta pochi mesi fa, altre cose sì, scopato mai. E sì, certo, tra le "altre cose" soprattutto quella che ti ho fatto adesso e l'altra sera, ahahahahah. Brava, eh? Ma no, ma quale schifo. Vuoi dire che lei non... Ah, ok, no. Scusa non volevo essere indiscreta, cose vostre. Però, se è così, mi fa sempre piacere essere stata la "prima volta" di qualcuno. Toglimi una curiosità: l'altra notte, sulla spiaggia, quando ci hai provato... eddai, sì che ci hai provato, mica ho cominciato io! Cosa ti aspettavi? Una pomiciata? Una sega? Un pompino swallowingless? Oppure mi volevi proprio scopare?

- Mi volevi scopare, Sam?
- Non lo so cosa volevo fare, giuro, però mi piacevi da morire.
- Invece adesso no, eh?
- Ahahahah ma no… è che non mi aspettavo che mi facessi “quello”.
- Te l'ho fatto anche poco fa e posso sempre fartene un altro, ci ho preso gusto ahahahah.
- Aspetta, te l'ho detto, vorrei fare una cosa.

Riconosco che la sua idea era molto meglio della mia. Il mio giochetto era più terra terra: farmelo esplodere in faccia. Invece, la sua risposta al mio "cosa vuoi fare?" mi ha lasciata di sasso, non ce lo facevo così: "Ti va se ti riprendo mentre ti masturbi?".

Credo che non si renda conto di cosa significhi masturbarsi davanti a un ragazzo. Credo proprio che non capisca l'intimità della cosa. L'ho fatto per il mio ex, l'ho fatto per Felix, ma per uno che conosco appena, beh... D'accordo che qualcosina abbiamo combinato, ma non è lo stesso, per niente. E non è nemmeno per il video. Non mi piace essere ripresa, è vero, ma non è questo.

- Vuoi che arrivi in fondo? Cioè, insomma, devo venire?
- Se ti va sì.

Devo proprio essere submissive inside per chiedere istruzioni a uno come lui. E poi era assai facile a dirsi, molto meno facile a farsi. Non mi andava tanto di starglielo a spiegare. Certo, gli potevo dire "Sam, questa è una delle cose più segrete per una ragazza" e infatti gliel'ho detto. La sua richiesta però aveva eccitato a bestia il mio cervello, la sola idea di sbroccare davanti a lui che se ne stava lì con lo smartphone in mano mi faceva esplodere. Tuttavia, era vero che non sapevo assolutamente quale sarebbe stata la reazione del mio corpo, poteva volerci tanto. Devo avere qualcosa che non funziona: in quella situazione lì la cosa che mi preoccupava di più era il trascorrere del tempo: "Non è che hai il telefono quasi morto, vero?". Lo ripeto, sono strana.

Chissà perché di lui mi sono fidata. Io, che persino a Felix mando foto oscene sfocandomi il volto. Botta incontrollabile di esibizionismo? O era qualcosa di più?

- Poi il video me lo mandi, vero?

Il coraggio di chiedergli "mi mandi anche quello che hai fatto a Lorella?" però non ce l'ho avuto. Percheeé... perché non mi andava di tirare in mezzo Lorella, in fondo. Mi andava di tirare in mezzo lui, e di tirare in mezzo me quando vado con quelli come lui.

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Quante volte lo rivedrò sto video prima di stufarmi? Cazzo se sono figa in questa penombra, cazzo se sono troia: schiena appoggiata al cruscotto, gambe spalancate e piedi incastrati sotto i poggiatesta. Non è la prima volta che lo fai, vero? Troppo studiata la scenografia. I sedili tirati tutti avanti, il suo "mettiti così", il suo "io vado dietro", il suo "dai, prima togliti tutto". Beh, mi eccitava molto anche il semplice eseguire le sue piccole direttive, ma in quest'ultimo caso mi sono opposta. Perché avevo immaginato un inizio del video molto più hot, o molto più da zoccola, se volete. Nulla che lui non sapesse già, ma mi era venuto in mente che sarebbe stato bello che se lo inchiodasse nella memoria: ogni volta che vedrà questo video, ogni volta che ci si sparerà una sega, dovrà ricordarsi che tutto questo è accaduto perché in fondo l'ho voluto io per prima, anche se l'idea è stata sua. Se lo farà vedere a un suo amico dovrà dirgli "guarda che puttana questa mia amica". E quindi il vestito non me lo sono tolto, ma ho abbassato le spalline e tirato fuori le tette. E alzato la gonna. Ehi, avvicina la fotocamera alla mia pussy, please: "Non ti eri accorto che me le ero tolte? ti piace?". Il sorriso con cui ha risposto al mio sorriso mi ha detto che la variazione al copione è stata gradita. Ma di una cosa un po' mi sono vergognata.

Strusciare la mano tra le cosce, aprirsela e passarci un dito in mezzo, sussultare al contatto con il grilletto: "Ti piace la mia fica? Me la leccheresti?". Strizzarsi le tette, strapazzarle: "Lo sai che vogliono essere morse, mangiate?". Mentre fissavo il telefono, mentre mi riscaldavo, non potevo evitare di figurarmi Lorella al mio posto: i suoi ricci sparsi, il sorriso che fa quando guarda Sam, il suo seno stupendo tutto per lui. Ecco, di questo mi vergognavo. Di non essere capace di evitare di pensare a lei, che lo fa perché è innamorata. Mentre io lo faccio perché sono una troia, lo sono sempre stata e sempre lo sarò. E mi piace anche esserlo, tra l’altro. Eppure in quel momento mi sembrava di essere più che altro una ladra. Molto molto strano.

Anche ad occhi chiusi, chiunque riconoscerebbe la mia voce. Persino quando certe cose le piagnucolo: "Lo sai? Quelli che mi piacciono di più sono i ragazzi fidanzati, fanno quello che devono fare e poi non rompono il cazzo. Hanno una ragazza e poi hanno me, la troia. Non te l'aspettavi, vero? Ti piacerebbe chiamarmi puttana lucidacazzi? Sì che sono la tua puttana, dimmelo dimmelo dimmelo. Stasera sono la tua puttana. Se me lo dici vengo, ti allago il sedile, guarda come sono bagnata, ascolta. Dimmelo per favore, ti prego. Tirati fuori il cazzo, è durissimo vero? Fammelo vedere".

Non è riuscito mai, nemmeno una volta, a dirmelo. Timidezza? Danni collaterali del politically correct? Però almeno è stato bravo a tenere fermo il telefono. Beh, più o meno bravo diciamo. Peccato che nel video non ci sia la faccia che ha fatto quando ha perso la testa, quella dovrò inchiodarmela nella memoria. E peccato pure che i suoi schizzi se li siano divisi il mio vestito e il poggiatesta tranne uno, quando lo sperma è planato proprio sopra la tetta. E lui a momenti collassava mentre ce lo spalmavo sopra.

"Non spegnere, aspetta, devo dirti una cosa... ora mi dai il cazzo, vero? Cioè, possiamo scopare?".

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Il messaggio di Sam è arrivato... quando? Tre ore fa? Ha dormito davvero poco, il ragazzo. Sento un brivido a leggere il suo nome sul display. Essere ancora mezza rincoglionita dal sonno aiuta a non visualizzare per intero la preview. Chiudo gli occhi, adesso non voglio leggerlo, me lo pregusto per dopo. Cominciava con la parola "davvero". Ecco, devo "davvero" sbrigarmi a lavare il vestito intanto che in casa c'è solo nonna. E devo “davvero” trovare una giustificazione per questo segno che ho sulla caviglia. Mi dimenavo troppo, dirò che ho sbattuto...

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Sono tre giorni che penso a quel messaggio. Soprattutto a vederli adesso, che ridono tra di loro come se fossero soli al mondo. A guardarla, Lorella, sembra che quando sta con lui tutti gli altri intorno scompaiano. Sono contenta della risposta che gli ho dato. Orgogliosa, direi. Sì Sam, “davvero” mi piace fare roba con i ragazzi fidanzati.

"L'hai visto che troia sono, no? Ma basta adesso, non voglio che Lorella se ne accorga, è stata una cosa tra me e te, lei non c'entra niente, non sarebbe giusto e non voglio che ci vada di mezzo. Sono stata bene, ma è stata solo una volta. Cancella la chat".

Piccola bugia, ma a fin di bene. Non è del tutto vero che Lorella non c'entri proprio niente, dato che ho pensato a lei mentre Sam faceva il video. Dato che poi ho pensato "ora scopami come non hai mai scopato lei". Vabbè, sono un po' competitiva, l'ho detto tante volte. Però non ce l'ho mai avuta realmente con le altre... ok, a parte quella con cui stava il mio ex, ma è diverso, e poi un’altra. Tutte le altre, giuro, mai. Men che meno Lorella. Sono persino contenta di avergli insegnato qualcosa, a Sam. Chissà se la sera dopo l'ha portata in campagna e l'hanno fatto, o se lo faranno stasera. Stanno per salutare e andarsene, glielo leggo negli occhi a tutti e due. Non è difficile, Sam, basta aprire lo sportello e dirle "vieni”, la pieghi sul cofano e via. Farebbe qualsiasi cosa, te lo garantisco. È innamorata, si vede, ti vuole nella sua vita e stasera ti vuole dentro di sé. Lascia perdere i giochetti, i video e le cazzate. Ti sta per dare qualcosa che, tanto per dire, io non sono in grado di dare né a te né a nessun altro.

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Stanotte non mi va di mettere le cuffiette e di guardare il video. E a dirla tutta non mi va nemmeno di masturbarmi, anche se mi sto languidamente toccando. Eppure sto pensando intensamente al sesso, proprio così. Al modo in cui Sam ha reso concreto il mio "ora mi dai il cazzo?" in un "ti do il cazzo finché non esplodi". Non l'ha davvero detto, ma l'ha fatto. Ingenuo e imbranato, d'accordo, ma con resistenza e capacità di recupero notevoli. Farlo in aperta campagna ti toglie molte inibizioni, mi sa. Gesù, cosa sono stata capace di dirgli.

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Adesso che Tiziana è guarita, penso proprio che accetterò il suo invito in Sardegna. Però devo trovare il biglietto. Costerà un botto ma, da questo punto di vista, non credo che papà si possa lamentare. Tre o quattro giorni, forse cinque. Non di più perché sua madre è tanto carina con me ma non la sopporto, un’altra bigotta. Sarà sempre meglio di qui, comunque. Dio che noia sti giorni, ste serate, non ce la faccio più.

D'altro canto, finché sto qui il tempo bisogna pur farlo passare.

"Mi mandi la localizzazione?".
"Di che?".
"Del posto dove andiamo a scopare stanotte".
"Non avevi detto basta?".
"Vedremo, tu mandami la localizzazione".
"Non c'è bisogno, ci vediamo al distributore".
di
scritto il
2024-04-29
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