Room service

Scritto da , il 2022-12-28, genere etero

Bum-bum, due colpi sullo stipite della porta del salotto: "Room service!". Lui ridacchia dal divano, io faccio il mio ingresso con in mano un vassoietto su cui campeggia il suo negroni di bentornato-a-casa e indossando il suo regalo di Natale. Effetto complessivo: troiacameriera.

I regali ce li siamo scambiati la sera del ventiquattro a casa dei miei e, come d'accordo, sarebbe dovuto finire tutto lì. Invece, quando siamo rientrati, c'era sto sacchetto che campeggiava sotto l'albero: "Allora sei una carogna...". Ecco perché quando eravamo usciti mi aveva mandata a prendere la macchina, non perché all'ultimo aveva deciso di mettersi la giacca. Nessun dubbio su cosa fosse - non aveva nemmeno cambiato lo shopper - e pochi dubbi anche sul “come” fosse, visto il suo gusto nel regalarmi lingerie da zoccola. Si applica, devo riconoscere, fa ricerche anche più approfondite delle mie. Stavolta però ha preso una mezza toppa: un body. Vabbè, non penso di averglielo mai detto, anche se il fatto che non ne possieda nemmeno uno qualcosa avrebbe dovuto suggerirgli, ma io non li sopporto tanto. Se dico che la toppa è "mezza" però c'è un motivo: la parte di sopra è in pizzo nero, con uno scollo profondissimo, ma tutto sommato normale; la parte di sotto è... niente, la filosofia è una sola, "open". Un trionfo di laccetti che non coprono nulla di ciò che dovrebbero coprire. Il filo interdentale è più pudico, credetemi. Non sono particolarmente attratta da questo tipo di intimo. Minimal sì, ma così mi sembra troppo cervellotico e anche un po' da porno shop. Invece li vendono tranquillamente, eh? Anche marchi di un certo prestigio. Il mio, sono andata a controllare online, non costa neanche tanto. Riconosco che, con un capo come questo, se devi scappare a fare pipì la praticità è massima. Ma non credo che una se lo compri, o che glielo regalino, per questo. Il sexy-messaggio è impossibile da equivocare: totale e immediata "fruibilità" di chi lo indossa. Quando gli ho detto che sarebbe venuto bene per Capodanno mi ha risposto "no, per Capodanno ti regalo altro, anche peggio". Non ho idea di cosa intenda per "peggio", se non regalarmi direttamente un pacchetto vuoto. Potrebbe essere un'idea-risparmio.

Comunque, dato che me lo ha regalato, immagino che lo voglia vedere con me dentro. Come ogni volta del resto. Non mi stupisce che non me l'abbia chiesto subito, non lo fa sempre, forse però ci è rimasto un po' male che non l'abbia ancora indossato di mia iniziativa.

E quindi, ecco spiegato l'ingresso della troiacameriera in salotto per una delle nostre liturgie domestiche preferite: l'aperitivo+bocchino. Non è che lo facciamo sempre-sempre, perché le abitudini finiscono per stufare. Però lo facciamo abbastanza, è una consuetudine intima, è un misto di piacere-relax che gradisco regalargli. Senza tralasciare il fatto che a me non dispiace per nulla. Tuttavia, se devo proprio dirla tutta, lo faccio più per lui che per me. E non è che lo debba fare necessariamente vestita da zoccola, anzi. Semmai a volte arrivo direttamente senza nulla addosso; molto spesso, al contrario, vestita così come sono. Però, stavolta, l'occasione di mettere su qualcosa di particolare c'era.

Domanda e risposta condensate in un tacito scambio di sguardi: "come mi sta?", "proprio niente male". Bene, posso porgergli il bicchiere, appoggiare il vassoietto sul divano e inginocchiarmi tra le sue gambe. Cuccia, quality-time, casa.

Talmente "casa" che, come fa di solito, si sporge per darmi il suo bacetto d'avvio. Eh no, amore, mi fai troia e mò te becchi la troia. I baci dopo. Tanti-tanti-tanti ma dopo. Adesso daje cor pompino. Confesso che me l'ero preparata.

Quindi, per l'appunto, pompino. Partenza blanda, considerata la componente relax dell'operazione, anche se lo trovo già mezzo duro. O meglio, lo vedo mentre lo sbottono e tiro giù la zip, ne saggio pure la consistenza con il palmo della mano. È vero che nella disciplina "velocità erettile" potrebbe iscriversi alle olimpiadi, ma a quanto capisco la sorpresa deve proprio essergli piaciuta. A me piace invece ciò che trovo sotto i boxer: visione, odore, sapore. Sapore che non è quello che si porta appresso dalla giornata. Credo che non lo ringrazierò mai abbastanza per questa che, statisticamente parlando, deve essere una sua abitudine, non una coincidenza. Non può essere che lui se lo lavi e ogni volta io, zac!, glielo succhio. Eddai... Semmai sarà una speranza che nutre ad ogni suo ritorno a casa. Però, ve l'ho detto, non ne facciamo un rito quotidiano, sennò lo consumiamo. Il rito, intendo.

Però... però. Però tiriamoli giù un po' di più questi pantaloni e questi boxer, ok? Deve essere una cosa-fatta-bene, e la cosa-fatta-bene comprende anche le palle. Anche perché a me piace proprio leccare le palle. Sono sconcia e volgare? Sì, sono sconcia e volgare, esserlo è un'altra cosa che mi piace, in certi momenti: "Che bel cazzo che hai, amore mio, e che razza di coglioni". Diciamo la verità: dirlo è eccitante, censurarsi è un'idiozia. Poi, fate come volete, io un suggerimento ve l'ho dato.

A differenza di (quasi) tutte le altre volte, tuttavia, la mia idea è quella di portarlo alle soglie del delirio. Un passo prima, non dopo. Diciamo... il penultimo affondo, il penultimo prenderglielo-tutto-in-bocca. Perché se lo porto all'ultimo-ultimo lui mi afferra la testa e comincia a scoparmela, e a quel punto c'è poco da fare. Non che non sia bello, intendiamoci, ma ho altri programmi. Penserete che sia facile, ma non è così, non c'è un protocollo, certe cose bisogna capirle all'istante. Ci vuole del talento anche in questo e fa tutto parte del pacchetto saper-fare-i-bocchini-advanced.

Fermarsi, tirarsi su sbavando, prendere aria, massaggiare un'altra volta cazzo e testicoli con il palmo della mano. Stavolta scivolando sulla saliva senza l'ingombro di lana e cotone.

- Visto il periodo di festività, il servizio offre anche altre opportunità, signore, è libero di approfittarne.

Me l'ero preparata più o meno così anche questa, ma non ce l'ho fatta. Primo, perché mi sono dimenticata. Secondo, perché l'ha capito lo stesso. Non so se l'abbia capito proprio lui piuttosto che il suo cazzo, ma l'ha capito. Ai maschi arriva talmente tanto sangue da quelle parti che il dubbio che laggiù si trasferiscano anche le capacità cognitive è forte. Una cosa però non me la sono dimenticata:

- Sul tavolo.

Perché un po' di tempo fa ne abbiamo parlato qui, su Disqus, e mi sa che è da allora che ci penso. Ora mi sembra il momento giusto, il momento di essere messa a novanta e usata come se fossi io il suo regalino. Sto sbroccando decisamente più di quanto avessi previsto, ma non direi che è merito del body. Per quanto riguarda lui, non saprei. Gliel'ho chiesto ma non ha risposto. Ha cominciato così forte da lasciarmi senza fiato. Sissignore, fottuta e pure sfottuta: "Vedo che il regalo t'è piaciuto". "A te, invece...", gli ho balbettato quando sono riuscita a parlare. Poi stop alle ironie e via alle solite oscenità. Anche poche, direi, dopo un po' non ero più in grado di articolare altro.

E poi... no, niente. Poi basta. Mi si è fatta ed è stato bello come al solito, fine. Non c'è molto altro da dire. In questo raccontuccio non troverete nessuna morale, nessuna riflessione ulteriore, nessuno spunto filosofico. Niente di niente. È solo che, oltre a essere troia, sono pure un'oca vanitosa e volevo parlarvi di uno dei regali che ho ricevuto a Natale. Bye.

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