La spugna magica

Scritto da , il 2022-10-31, genere masturbazione

“Ciao, Gatta. Ti è arrivato il pacco!”
“Proprio adesso. Ma tu sei toda loca, mi hermosa!”
“Dai, aprilo, resto in linea.”
“Jà, espera un ratito.”
Rumore di cartoni lacerati con furibonda curiosità.
“Jajajajaja!” Riprende la comunicazione all'altro capo dell'Europa.
“L'hai aperto?”
“Sì, ma... è una spugna!”
“Ma non una spugna qualunque. Hai visto da dove arriva?”
Alcuni secondi per ritrovare i pezzi dell'imballaggio.
“Congo?”
“Sì, è una spugna magica, trattata da stregoni dell'entroterra.”
“Ha ha ha! Ma va! Non ci arriva neanche, il Congo, al mare!”
“Ma sì, un pezzettino si allunga fino all'oceano. Senti, dai”, taglio corto io, “provala e poi mi dirai.”
“Stasera?”
“No, adesso. Vai subito a farti una doccia con questa spugna, marsch!”
La comunicazione telefonica si interrompe e mi immagino Flying Kitty che si spoglia, quelle belle forme piene e ubertose che si liberano dei vestiti, il suo corpo nudo che ondeggia mentre saltella verso il box doccia.

Una bella spugna naturale. Morbida, di consistenza particolare, le trabecolature irregolari su spazi disomogenei, il giallo caldo e avvolgente.
Colori tropicali, sentori equatoriali e un pizzico di magia imprevedibile.
L'acqua calda scorre sulla pelle della ragazza iberica. Flying alza le braccia per raccogliersi i capelli, ricevendo i flutti caldi sul volto. Le stille scorrono sul suo corpo, scivolano sui seni gocciolando in torrentelli dai capezzoli. Di dipanano sul suo ventre e convergono sui peli corti del pube, accarezzandole la vulva e ritrovando il loro percorso sulle cosce ben tornite.
La donna ancora sorride per la pazzia che si è impossessata della sua amante giapponese e prende la spugna appena arrivata dal sud Europa con un pacco “priority”.
La tasta tra le dita mentre si gira per ricevere il getto caldo sulla schiena, l'acqua le scorre sul sedere tondo e formoso.
'Bella spugna', pensa, e subito un sapone liquido alla lavanda provenzale si versa e si insinua nei meandri segreti del morbido essere marino.
La mano ora indirizza il corposo giallo lungo le ascelle, sul corpo e sui fianchi e l'aroma floreale si sprigiona tra i vapori caldi.
La carezza morbida si distende come velluto sulla pelle abbronzata, seguendo curve e insenature.
La sensazione di una mano delicata sulla superficie della gatta volante; polpastrelli leggeri sussurrano lievi tentazioni lungo le ascelle, il collo e il ventre.
Ma quando la spugna sfiora i seni del felino, prende vita la magia.
Una bocca sfiora i capezzoli tra i caldi veli d'acqua che scorrono in superficie, un paio di labbra che accarezzano e si perdono in lievi suzioni. Una bocca timida e rispettosa circonda le areole scure della hostess, vellutate seduzioni alternate a consistenti leccate inchiodano la spugna sulle tette bagnate e calde della micia.
Kitty si lascia scappare un sospiro di piacere dalle labbra socchiuse, chiude gli occhi e stringe la spugna al petto.
Piccoli baci si distribuiscono come una costellazione di tenerezze sui suoi seni, un arcipelago di umide stimolazioni picchietta le tette in percorsi imprevedibili dai capezzoli fino all'insenatura tra le mammelle.
Presto la gatta inizia a miagolare, le fusa si impongono sul rumore degli scrosci di acqua della doccia. Kitty muove la spugna da una tetta all'altra chiedendosi il perchè di un singolo regalo quando se ne sarebbero imposti due, giusto per non lasciare una tetta in fremente attesa, mentre l'altra subisce le dolci sevizie.
Una mano scivola tra le cosce, mentre l'eccitazione cresce sotto i piacevoli tormenti della spugna.
Dita che lisciano le cosce lungo le correnti di acqua calda, si allargano intorno alla vulva e, sfiorando le grandi labbra, si riuniscono sui peli corti e ben curati del pube.
E quella spugna che non la smette, che non vuole smettere e non può farlo.
“Demonio di una giapponese! Come diavolo hai trovato una spugna vudù su Amazon? Carajo!”
La lingua misteriosa continua a far strage di sensazione sulle tette diventate sensibilissime e la gatta non si trattiene più, in lamenti, sospiri e cigolii.
Un dito, poi due dita, si infilano tra le gambe ed entrano in un pertugio più caldo.
Le cosce si stringono su quella mano infilata tra le cosce, le ginocchia si piegano e Flying Kitty deve appoggiarsi con una mano alle piastrelle della doccia per non lasciarsi cadere.
Quando scivola e ristabilisce per miracolo un equilibrio diventato troppo precario, la micia si riprende un attimo da un obnubilamento che stava prendendo il sopravvento.
'Cuidado!” Si impone la gattina. Il respiro è affannoso. Un orgasmo solo con la stimolazione ai capezzoli non è esperienza di tutti i giorni.
La donna guarda la spugna con attenzione.
Una normalissima spugna, ferma, immobile.
Da dove venivano quelle decine di lingue che le leccavano i capezzoli? Quelle labbra che succhiavano? Quelle dita che tastavano, così delicate e vellutate?
La spugna sta lì, sotto il getto d'acqua, la schiuma odorosa si diffonde come amplificata di sentori di donna orientale eccitata, di aromi asiatici. Un odore che la gatta conosce molto bene.
Odore di figa giapponese.
Flying Kitty si concede un respiro profondo e poi, con circospezione, di mette la spugna tra le gambe.
Allarga le cosce per esporre le parti più sensibili della sua vulva vorace e lentamente ci appoggia la magica presenza.
Chiude le ginocchia, si appende al rubinetto della doccia, il getto d'acqua sui capelli, sul collo e sulla schiena.
Ed ecco che la tortura riprende, attesa e desiderata, concupita e ottenuta.
Delicate carezze prendono vita dalla spugna sui contorni della figa, dai peli e dalle cosce, dagli inguini e dal pube, e come serpiginosi torrenti si avvicinano, si inoltrano, come in un lento gorgo, verso le parti più sensibili e più interne.
Un vortice morbido si insedia sul clitoride, un frullio di lingua come il rapido batter d'ali di un colibrì, e suzioni sul pistillo, carezze bagnate per circondarlo e riverirlo.
E qualcosa si fa strada con circospezione tra le piccole labbra, le sposta con attenzione, le succhia e le rilascia per addentrarsi ancora più dentro.
Una stimolazione profonda e terebrante prende vita dentro la vagina felina.
Una presenza in movimento, ora interno, ora in uscita, ora ancora in lenta torsione a sfiorare il punto G per ritornare al vestibolo e infilarsi di nuovo spessa e profonda, liscia e rugosa; e in tutto questo via vai il tormento sul grilletto che non dà tregua.
Kitty geme, Kitty urla, non riesce a trattenere scricchiolii di eccitazione.
Si piegano le gambe e la micia cade sulle ginocchia; e ancora questa molteplice stimolazione non si ferma.
Solo quando sta per liberarsi un orgasmo incontenibile, il movimento della spugna tra le cosce si attenua, rallenta e lascia un intervallo per riprendere il respiro.
Ma la gatta serra di nuovo la spugna sulla passera, il respiro è affannoso, cerca una liberazione, ma questa ancora si attarda.
Una mano su una tetta, Kitty si prende un capezzolo tra le dita e lo stritola, lo torce, e la spugna riprende la sua ossessione.
Ancora qualcosa penetra, entra dentro, allarga e solleva, un nuovo fremito sul clitoride, una centrifuga esterna intorno al bocciolo, che si riverbera con un movimento vorticoso nell'intimità più profonda della gatta.
Flying appoggia la fronte al muro, con una mano si strizza il seno e con l'altra si serra la spugna tra le gambe, e al suo interno, in quella vulva percorsa da correnti torrentizie, giostrando tra i punti più sensibili, la magia fa strage di sensazioni.
Piange, urla, geme, la gatta, la chatte, la pussy, la micetta bagnata, la gatita, la neko, la 猫.
E poi sotto la calda pioggia, gli occhi chiusi, il respiro si strangola in un tempo indeterminato; le labbra aperte in un singhiozzo cristallizzato si sciolgono un urlo più forte e prolungato, liberato senza dissimulazione; una contrazione dei fianchi, del ventre e delle cosce, un lamento infinito, costellato da altre piccole urla, minuscoli strilli stridenti di donna in orgasmo, di femmina eccitata al massimo livello di sopportazione.
Flying Kitty atterra in pista fra le scosse dei fianchi; la sua vulva si protende, si spinge per essere penetrata, riempita nel colmo dell'eccitazione e la micia diventa molle e liquida sul fondo del box doccia, sotto il getto di acqua calda che continua ad avvolgerla e accarezzarla.
Svenuta, soporosa, obnubilata, confusa, il respiro lentamente ritorna ai valori fisiologici e la gatta si mette seduta sotto la doccia. La coda le si agita ancora, in lenti movimenti pendolari.
Una spugna giace lì, sul bordo del box. Una qualunque spugna gialla, naturale.
“Demonio de una chica japonesa, que me has echo?”

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