Sweet nineteen

Scritto da , il 2022-07-12, genere etero

Tu dici: - Mi piacerebbe rivederti.
Io dico: - Ma ci siamo rivisti!
Tu dici: - Intendevo... rivederci spesso.
Io dico: - Ho molto da studiare, ho tre esami prima delle vacanze.
Tu dici: - Come mai tutti a luglio?
Io dico: - A giugno ho avuto un'otite che me ne ha fatti saltare due.
Tu dici: - Povera.
Mi accarezzi una guancia, so che cerchi il contatto, sorrido.
Io penso: "Chissà come cazzo dev'essere un'otite ad avercela sul serio".

Tu dici: - Prendiamocene un altro, ti va?
Io dico: - Mi piacerebbe, ma non posso alzarmi tardi domani.
Io penso: "Se fossi in te mi accompagnerei a casa e schizzerei via più in fretta che posso".

Tu dici: - Sei così bella che dovrei baciarti.
Io dico: - Non sono abituata a baciare i miei amici.
Io penso: "Se lo facessi ora che sono brilla avresti una chance".
Tu dici: - Mi piaci, sei la ragazza più dolce che abbia mai conosciuto.
Io dico: - Dai, adesso esageri…

Tu vorresti restare a parlare in macchina tutta la notte, magari pomiciare. Io vorrei che corressi via a cento all’ora. Io non vorrei farti del male. Non capisco perché ma sei l'ultima persona cui vorrei fare del male. Ma sento che te ne farai da solo.

Io penso: "Non me n'è mai fregata una mazza di non fare del male a qualcuno".
Io penso: "Forse si cambia dopo che qualcuno ti ha fatto del male".
Io penso: "Fanculo".
Io dico: - Dai, vado. Buonanotte.
Tu dici: - Ti rompo se ti richiamo?
Io dico: - Non mi rompi, ma guarda che con me ti scotti.
Tu dici: - Non mi spaventano le scottature.

Apro il portone pensando che, senza la tua corte e quella mezza dichiarazione, un pompino te l’avrei potuto fare e poi amici come prima.
Richiudo il portone ricordando a me stessa niente-più-storie e che non devo incoraggiarti. Che il mio motto è "nessun dolore".
Chiamo l’ascensore canticchiando Giorgia e chiedendomi perché con te, chissà come mai, mi viene da fare la gatta.
Spingo il bottone del mio piano ripromettendomi di chiamare il mio scopamico domani.
Mi masturbo a letto pensando al bocchino che non ti ho fatto.

Tu scrivi: - Che fai?
Io scrivo: - Finito di correre. Ora casa, doccia e riprendo a studiare.
Tu scrivi: - A quest’ora? Non ti va di uscire?
Io scrivo: - Devo finire tutti gli esercizi!

Il mio scopamico dice: - Chi era?
Io dico: - Un rompipalle che mi tampina.
La mano che non regge il telefono regge il suo cazzo. Mi chino, tengo a bada i capelli, apro la bocca e glielo succhio.
Io dico: - Ora voglio essere scopata.
Il mio scopamico dice: - Succhia.
Lo succhio like there's no tomorrow.
Io penso: “Non c’è bisogno di un altro cuore infranto”.
Io penso: “E' tanto bello così...”.
Io penso: "I sentimenti rovinano tutto".
Io penso: “Non posso impedirgli di soffrire”.
Il mio scopamico dice: - Devo tornare a casa questo fine settimana.
Io dico: - Peccato, i miei non ci sono e potevamo dormire insieme.
Io penso: “Cazzo, fanculo!”.
Il mio scopamico spinge più velocemente la mia testa su e giù.
Io penso: "Così, più veloce che puoi".
Soffoco, sbavo e mi calo i jeans.
Soffoco, sbavo e me la struscio.
Il mio scopamico sborra e continua a spingere.
Soffoco, sbavo e faccio la spuma.
Il mio scopamico dice: - Quanto cazzo sei troia.
Mi sollevo, colo sperma dal mento alla maglietta e mi sditalino.
Gli tremo davanti il mio orgasmo.

Tu scrivi: - Adoro il tuo sorriso.
Tu scrivi: - Anzi no, adoro tutto di te.
Tu scrivi: - Quando finisci questi esami del cazzo ti porto a ballare al mare.
Tu scrivi: - Non posso smettere di guardare la foto dove tu bevi il mojito.
Leggo ma non rispondo.
Leggo ma non me ne frega un cazzo.
Sento ancora nella vagina il mio scopamico che spinge.
Entro in macchina e mi dico che stasera mi si è svuotato dentro tre volte.
Metto in moto e mi dico che oggi ne aveva proprio tanta.
Guardo l'ora sul telefono e mi dico che ho tenuto svegli i suoi coinquilini davvero fino a tardi, stavolta.

Tu scrivi: - Al chiodo anche stasera?
Io scrivo: - Per forza.
Tu scrivi: - Mi farai impazzire.
Io scrivo: - Perché?
Tu scrivi: - Perché io penso a te e tu a me non pensi mai.
Io scrivo: - Non è vero.
Tu scrivi: - Qualche volta fatti sentire anche tu.
Io scrivo: - Quando studio non riesco a fare altro, me lo dicono tutti.
Tu scrivi: - Se non dovessi studiare usciresti con me?
Io scrivo: - Sì, molto volentieri.
Io penso: "Cazzo, perché gli ho risposto così?".
Io scrivo: - Visto che mi hai dato sòla, almeno un pompino te lo fai fare prima di partire?
Il mio trombamico scrive: - Anche più di un pompino.
Io scrivo: - Wow! Non ci speravo.
Il mio trombamico scrive: - Passa, dai, ché stasera siamo soli.
Io scrivo: - Corro.
Tu scrivi: - Sicura che non vuoi uscire?
Io scrivo: - Sicura, facciamo un'altra volta, dai.

Il mio trombamico dice: - Sei messa bene con il programma?
Annuisco e faccio "mh mh".
Prendo aria e lecco i testicoli.
Io dico: - Cazzo, mi esce dalle orecchie st'esame, lo so a memoria.
Il mio trombamico mi mette la mano dietro la testa e mi rispinge giù sul suo cazzo.
Io penso: "Bravo, da bastardo, più forte che puoi".
Il mio trombamico mi tiene per la coda dei capelli facendo yo-yo con la mia testa.
Io penso: "Me lo dirà, stasera, che sono troia?".

Il mio trombamico dice: - E che fai nel weekend se non studi?
Io dico: - Pensavo di passarlo con te, nudi, testa di cazzo.
Io dico: - Qualcosa farò.

Il mio trombamico mi lecca fica e culo mentre mi appoggio a una consolle.
Il mio trombamico dice: - Me lo dai?
Io dico: - No, mi hai fatto male quella volta.
Mi trascina in cucina e mi mette a novanta sul tavolo.
Lo seguo ed eseguo ridacchiando istericamente.
Mi si fa sul tavolo, in un tripudio di stoviglie che tintinnano nel cassetto.
Io dico: - Così! Così! Più forte!
Io dico... nulla, non ce la faccio a parlare. Posso a malapena ansimare.
Io penso: "Distruggimi, vai più duro che puoi".

Io penso: "Chi cazzo è adesso?".
Chiudo il laptop.
Tu dici: - Sono io! Mi fai salire cinque minuti? Solo un saluto!
Ti lascio entrare.
Io penso: "Perché non mi sono inventata una scusa?".
Io penso: "Vieni su più veloce che puoi".

Guardo allo specchio la canotta rosa e i pantaloncini Adidas inguinali con tanto di tre strisce per lato.
Guardo una mezza chiappa che spunta fuori.
Guardo e mi dico "cazzo, sono nuda".
Guardo e mi chiedo "non sarà troppo?".
Guardo dallo spioncino.

Apro la porta.
Ti lascio entrare.
Insieme a te, in casa entra il mio animale.

Tu dici: - Ciao, volevo vederti... scusa se ti disturbo, resto poco.
Allunghi le labbra per un bacio.
Ti offro la guancia.
Io dico: - Mi fa piacere fare una pausa.
Io penso: "Cazzo, proprio ora?".
Tu dici: - Studiavi?
Io dico: - Indovina? Ahahahah, certo che studiavo. Cioè, giro per casa ripetendo a mente.
Tu dici: - Come sei messa? Quando ce l'hai?
Io dico: - Lunedì, devo ancora finire il programma.
Il mio angelo custode mi ricorda all'orecchio le bugie che ti ho raccontato.
Io dico: - Per non parlare degli altri due...
Tu dici: - Ti serve una mano a ripetere?
Io dico: - Non penso che ci capiresti molto.
Io dico: - Vieni, siediti, ti offro qualcosa? Non c'è molto, Coca Cola, ghiacciolo, cornetto Algida...

Ti metto anche la scorza di limone oltre al ghiaccio.
Mi siedo accanto a te sul divano.
Ti sorrido come se fossi davvero contenta di vederti.
Tu bevi guardandomi il petto sperando che si intraveda qualcosa.
Io succhio il ghiacciolo evitando una volta tanto di simulare un pompino.
Io dico: - Ma tu la tesi quando la dai?
Tu dici: - A settembre.
Io dico: - Su cosa è?
Tu dici: - Sulla prima costituzione spagnola.
Io dico: - Mi piacerebbe leggerla.
Io penso: "Annalì, sei scema?".
Tu dici: - Magari, così mi correggi l'italiano.
Io dico: - Non credere che sia tanto brava.

Mi guardi le gambe.
Guardi molto a lungo le mie gambe.
Le richiudo e ci infilo le mani in mezzo.
Ti guardo e ti sorrido.
Io dico: - Ti piacciono le mie gambe?
Tu dici: - Sono bellissime.
Tu dici: - Ma non mi piacciono solo quelle.
Tu dici: - Sei bellissima tu, tutta.
Io dico: - Dai, non esagerare.
Sorrido compiaciuta.
Io dico: - Cos'altro ti piace?
Mi domando "ma perché sto facendo la gatta?".
Tu dici: - Sei dolcissima, sei la dolcezza in persona.
Io dico: - Cosa ti fa pensare che sia tanto dolce?
Io penso: "Chiedilo in modo un po' più smielato e ti viene il diabete".
Tu dici: - Si vede, si sente.
Tu dici: - Hai un viso bellissimo, occhi bellissimi. Non avresti bisogno di truccarti.
Io dico: - Veramente mi trucco pochissimo e quasi mai.
Tu dici: - Appunto.
Ti avvicini al mio viso.
Tu dici: - Sai che i tuoi occhi hanno un colore leggermente diverso tra loro?
Io dico: - Non me l'hanno mai detto.
Ti avvicini di più al mio viso.
Tu dici: - Sarà la luce, fammi vedere meglio, uno sembra più blu dell’altro.
Sento il tuo respiro sulla faccia, sul mio naso. Sai di Coca Cola.
Io penso: "La fai un po' troppo lunga".
Tu dici: - A me sembrano diversi.
Io penso: “Se non si decide vado a prendere un’altra Coca e la finiamo qua”.

Metti una mano sulla mia guancia.
Tu dici: - Ti dispiace che sono qui?
Io dico: - Per niente.
Tu dici: - Mi piaci tanto.
Ti sorrido, guardo in basso.
Avvicini le tue labbra alle mie.

Accetto le labbra sulle labbra.
Il mio animale ride: - E' chiaro che non ti basta mai.
Le punte delle lingue si-toccano-in-un-tenero-titilla-tongue.
Lo facciamo a lungo e delicatamente.
Lo facciamo guardandoci negli occhi.
Lo facciamo come due innamorati che si dicono “non posso stare senza di te”.
Schiudo le labbra.
Accetto la lingua in bocca.
Ti lascio entrare.
Attorcigli la tua lingua alla mia.
Me la risucchi.
Mi stringi per le braccia.
Mi risucchi il labbro inferiore.
Mi guardi negli occhi.
Tu dici: - Dio Annalisa, quanto sei dolce.
Io dico: - Davvero, non sono dolce.
Ti guardo negli occhi.
Tu dici: - Lo sei, si vede, si vede anche da come baci.
Io dico: - Devo tornare a studiare...
Mi baci ancora.
Ti attendo con le labbra semiaperte.
Ti lascio entrare.

Mi accarezzi i capelli.
Passi una mano sul mio braccio.
Ti accarezzo la guancia e le tempie.
Mi baci inclinando la testa ora a destra ora a sinistra.
Io assecondo i tuoi movimenti.

Tu infili una mano sotto la canotta e mi accarezzi un seno.
Io dico: - Hai le mani lunghe…
Tu dici: - Che belle tette che hai.
Io penso: "Cosa non direbbe...".
Mi baci a lungo.
Mi lascio baciare a lungo.
Le mie tette si lasciano accarezzare.

Io dico: - No, lì no.
Tu dici: - Dai…
Io dico: - No...
Allargo un po' le cosce.
Io penso: "Dovresti correre via più veloce che puoi".
Io penso: "Oppure farmi vedere di cosa sei capace".
Io dico: - No, dai...
Allargo di più le cosce.
Io penso: "Potresti esserlo tu il mio animale, anche se non ci credo molto".
Tieni la mano sul cavallo dei miei shorts.
Tieni la mano sulla tovaglia di un tavolino da bar come quando ci piove sopra.
Io dico: - No, smettila...
Ti lecco il collo.
Guardo tra le tue gambe.
Io penso: "Questo è molto interessante".
Mi rialzi la canotta fin sopra le tette.
Io dico: - No, fermati...
Giochi con i miei capezzoli arrapati.
Provi a infilare la mano dentro i miei shorts.
Ti blocco la mano.
Premi alla cieca e becchi esattamente il grilletto.
Sobbalzo e respiro a fatica.
Mi metti la lingua nell'orecchio.
Ti pieghi a succhiarmi una tetta.
Io dico: - No, basta.
Ti metto la mano sul pacco.
Io penso: "Ma non gli fa male quando è così?".

Eludi la barriera dei miei shorts infilando un dito di lato.
Ti sbottono i bermuda.
Accarezzi con il dito il mio perizoma.
Ti tiro giù la zip.
Bypassi il perizoma con il dito.
Mi faccio indietro con il sedere.
Ti sfuggo.
Ti accarezzo là dove sei ragazzo con il palmo della mano.
Mi chino su di te.
Guardo la sagoma costretta di lato sotto un paio di terribili mutande.
Io penso: "Cazzo se sei ben messo".
Te lo libero.
Annuso odore di maschio.
Io penso: "Sono una ninfomane del cazzo in bocca".

Te lo impugno.
Spingi impercettibilmente il bacino.
Ti lascio entrare.
Esali un respiro forte.
Ti succhio piano la cappella.
Tu sospiri: - Annalisa...
Ti insalivo il fucile con la lingua.
Mi accarezzi piano i capelli.
Io penso: "Ora glielo prendo tutto".
Spalanco le fauci.
Cerco l'angolazione.
Scivolo giù un po' alla volta.
Spingi ancora il bacino, un po' meno impercettibilmente.
Mi strizzi una tetta.
Passi un'unghia sulla parte di schiena che la canotta lascia scoperta.
Io penso: "Cazzo se è grosso...".
Te lo ingoio piano piano.
Te lo sento oltre le tonsille.
Io penso: "Quanto cazzo sono brava...".
Tu rantoli: - Per Dio...

Io dico: - Aspetta.
Mi allungo sul divano.
Ti faccio un cenno.
Io dico: - Così, vieni qui.
Distesa sul Natuzzi che sa ancora di fabbrica. Con la testa penzoloni fuori dal bracciolo. Guardo il mondo alla rovescia. Tiro fuori la lingua e lecco coglioni e manico. Apro la bocca e aspetto.

Ti lascio entrare.

Affondi piano.
Capisci che puoi affondare di più.
Affondi fino a dove arrivi.
Io rantolo.

Tu dici: - Cazzo, Annalisa...
Io dico... nulla, non posso parlare. Posso a malapena respirare, gorgogliare, sbavare.
Io penso: “Chissà se vede il suo cazzo che mi gonfia la gola”.
Io penso: “Spingi più veloce che puoi, scopami la gola”.
Mi eccito tantissimo e metto una mano nei pantaloncini.
Tu dici: - Ommadonnamia.
Mi sditalino e mi do piacere cercando di non soffocare.
Tu dici: - Sborro! Sborro!
Fai per sfilarlo.
Non mi scompongo di un millimetro.
Ti blocco con le mani dietro le cosce e attendo ciò che è giusto e necessario.
Io penso: "Ma davvero devo dirtelo io che puoi venirmi in bocca?".
Mi spruzzi talmente nel profondo che quasi non sento il tuo sapore.
Ti trattengo ancora dall’allontanarti perché voglio succhiare quel che resta del tuo sapore.

Mi gira la testa.
Mi alzo di scatto a sedere e mi gira ancora di più la testa.
Vieni a sederti accanto a me.
Io dico: - Vado a prendere da bere.
Tu dici: - No, aspetta.
Mi tiri a te e mi baci.
La mia bocca ha il sapore del tuo sperma e tu la baci.
Io penso: "Questo è ben fatto ".
Mi baci con più passione e mi stendi ancora sul divano.
Tu dici: - Voglio farlo io.
Mi afferri gli shorts per sfilarmeli.
Io dico: - No...
Sollevo un po' il sedere.
Me li abbassi a metà coscia.
Guardi la macchia sulle mie mutandine.
Guardi molto intensamente la macchia sulle mie mutandine.
Mi sfili le mutandine.
Io dico: - No, basta...
Mi allarghi con delicatezza le ginocchia.
Mi lascio allargare le ginocchia.
Io dico: - No, ti prego...
Ti abbassi tra le mie cosce.
Me la lecchi.
Io miagolo: - No... no...
Ti tengo ferma la testa tra le mie gambe.
Io penso: "Il mio scopamico lecca meglio".
Mi contorco sotto i tuoi colpi di lingua.
Spalanco oscena le gambe.
Risali baciandomi verso la mia bocca.
Posi la lingua sulle mie labbra.
Sento il mio sapore.
Ti lascio entrare.
Sento la pressione del tuo cazzo sul mio ventre.
Io dico: - No, davvero.
Tu dici: - Annalisa, ti amo.
Ti metto una mano sul petto.
Io dico: - Fermati, fermati.
Ti impongo di fermarti.
Mi divincolo.
Svicolo sotto di te.
Rotolo sul pavimento a chiappe nude.
La mia fica gocciola sul rovere sbiancato.
Io ansimo: - Basta.
Tu dici: - Perché?
Io dico: - Non voglio.
Tu dici: - Scusa, ho esagerato.
Io dico: - No, non hai esagerato.
Tu dici: - Annalisa, sei il mio sogno.
Io dico: - Tu non sei il mio.

Stefi scrive: - Passiamo alle sette, ci porta mio padre.
Io scrivo: - Poveraccio.
Stefi scrive: - Se l’è cercata.
Rispondo con un pollice alzato.
Mi siedo sul bidet e mi lavo con l'acqua fredda.
Io penso: "Che mi metto stasera?".
Io penso: “Potrei osare il vestito con le frange”.
Io penso: "Forse non è il caso di girare mezza nuda con le tende aperte".

Mamma scrive: - Tutto ok tesoro?
Io scrivo: - Tutto ok, voi?
Mamma scrive: - Si sta benissimo, che fai stasera?
Io scrivo: - Andiamo a un evento a Fregene, ci porta il padre di Stefi.
Mamma scrive: - State attente. Tornate con lui?
Io scrivo: - Sì, forse dormo da Stefi.
Mamma scrive: - Bene, salutami la bionda.
Io scrivo: - Sono bionda anche io, mamma.
Mamma scrive: - Tu sei cucciola.

Torno davanti al computer e ricarico il video che stavo guardando.
Io penso: "Peccato che sia in verticale".
Vedo distintamente il cazzo del ragazzo che gonfia la gola della sua fidanzata.
Io penso: "Sei una grande, io facevo fatica a respirare".
Ricordo te che esclami "cazzo, Annalisa".
Io penso: "Non avevo mai fatto prima una cosa del genere".
Vedo il ragazzo che mette a quattro zampe la sua ragazza.
Io penso: "Sei bellissima con i capelli così corti".
Io penso: "Vorrei avere le tue tette".
Vedo il ragazzo che cerca la posizione giusta per penetrarla.
Vedo la smorfia di dolore sul viso della ragazza.
Ascolto il lamento della ragazza.
Vedo il sorriso della ragazza.
Vedo la ragazza che si volta sorridendo verso il suo ragazzo.
Io penso: "Com’è che non le fa male?".
Il ragazzo dice: - Where is my cock?
La ragazza miagola: - In my asshole daddy...
Io penso: "Ma perché cazzo lo chiama daddy? Avranno la stessa età!".
Mi incazzo e smetto di masturbarmi.

Io penso: "Mi piacerebbe darlo a qualcuno in modo totalmente insensato, sulla spiaggia".
Ricordo Stefania che dice "la prima volta mi ha fatto molto male, poi non tanto".
Io penso: “Però è molto animal”.
Ricordo Stefania che dice "non lo devi fare per forza".
Ricordo me che le dico “non lo farò mai più”.
Io penso: "L'animale va domato".

Tu scrivi: - Ti prego, perdonami, ti amo davvero.
Io penso: “Cazzo, arrenditi, fallo per te”.
Io scrivo: - Non sono incazzata.
Tu scrivi: - Voglio rivederti.
Io scrivo: - No.
Tu scrivi: - Ma perché?
Io scrivo: - Te l’ho detto, abbiamo fatto un errore.
Tu scrivi: - E’ stato il pomeriggio più bello della mia vita.
Io scrivo: - Hai avuto quello che volevi.
Tu scrivi: - Non è vero, perché dici così?
Tu scrivi.
Io non rispondo.
Tu scrivi.
Io non rispondo più.
Tu telefoni.
Io silenzio la suoneria.
Io penso: "Te l'avevo detto che ti bruciavi".

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