Cassandra e le due donne - 2
di
Stemmy
genere
saffico
Dopo qualche momento passato a riprendere fiato, ancora tremante per l'intensità di ciò che avevo appena vissuto, Paola e Marika hanno iniziato a muoversi di nuovo. C'era qualcosa di ipnotico nel modo in cui si coordinavano senza bisogno di parole, come se avessero fatto questo balletto molte volte prima.
Paola si è spostata, appoggiandosi contro la spalliera del letto con le gambe aperte, sostituendo Marika nella posizione in cui ero appoggiata prima. Il suo corpo nudo era magnifico, curve generose, pelle luminosa, occhi che mi fissavano con un'aspettativa carica di desiderio.
"Adesso tocca a te," ha detto con voce roca, accarezzandomi il viso. "Voglio sentire la tua bocca su di me."
Mi sono inginocchiata davanti a lei, il mio cuore che batteva forte per l'eccitazione mista al nervosismo. Volevo ricambiare il piacere che mi aveva dato, volevo farla sentire come mi aveva fatto sentire lei.
Mi sono avvicinata lentamente, le mie mani che si posavano sulle sue cosce aperte. Erano calde e morbide sotto i miei palmi. Quando la mia lingua ha toccato per la prima volta il suo clitoride, Paola ha emesso un gemito profondo che mi ha incoraggiata a continuare.
Ho iniziato a esplorarla con la bocca, assaggiandola, imparando cosa la faceva reagire. Ogni suo sussulto, ogni gemito diventava la mia guida.
Ma poi ho sentito Marika muoversi dietro di me. Si è posizionata proprio davanti alle mie parti intime, il suo viso vicinissimo a dove ero ancora sensibilissima. Le sue mani hanno accarezzato l'interno delle mie cosce prima di iniziare a toccarmi con entrambe, dita che esploravano, che premevano, che entravano.
Il piacere è montato di nuovo dentro di me, inaspettato e travolgente. Ero in ginocchio, la bocca impegnata su Paola, mentre Marika mi portava ancora una volta verso vette che non credevo di poter raggiungere così presto.
Sentivo il respiro caldo di Marika contro la mia pelle bagnata, le sue dita che lavoravano con precisione esperta. Era troppo, era perfetto, era impossibile concentrarsi su una cosa sola quando ogni parte di me era in fiamme.
Eppure, in mezzo a tutto questo piacere travolgente, la mia mente vagava in territori inaspettati. Mentre la mia lingua continuava a esplorare Paola, mentre le mani di Marika mi portavano ancora una volta verso l'abisso del piacere, ho realizzato qualcosa di profondo.
Mi sentivo completamente alla loro mercé, non solo fisicamente, ma in un modo molto più intimo. Loro due si muovevano come un'unica entità, mi conoscevano già meglio di quanto io conoscessi me stessa. E io... io volevo far parte di questo. Non solo per una notte, non solo per questo momento di estasi.
Voglio essere loro, pensavo mentre Paola gemeva sotto la mia bocca. Voglio appartenere a questa dinamica perfetta che hanno creato.
Non era solo desiderio carnale, anche se quello c'era, eccome. Era qualcosa di più profondo. Vedevo come si guardavano tra loro anche mentre mi davano piacere, come si sincronizzavano senza bisogno di parole. Volevo essere parte di quella connessione, non solo una visitatrice occasionale nel loro letto.
Le dita di Marika hanno premuto più forte ed io ho sussultato contro Paola, il mio corpo rispondeva automaticamente ai loro tocchi, ma la mia mente era già più avanti, immaginando altre notti come questa, immaginando di imparare i loro ritmi, i loro desideri, fino a diventare parte integrante del loro mondo.
Prendetemi, pensavo mentre il piacere saliva ancora. Fatemi vostra. Non lasciatemi andare via.
Era folle pensare così dopo una sola serata, lo sapevo. Eppure, mentre mi trovavo lì, distesa tra loro, consumata da loro, completamente vulnerabile, non riuscivo a immaginare di tornare alla mia vita di prima, alla solitudine, alla normalità.
Poi Marika ha cambiato ritmo. Le sue dita sono affondate dentro di me, riempendomi completamente mentre l'altra mano continuava ad accarezzare il clitoride con movimenti circolari precisi e inesorabili.
"Guarda quanto sei bagnata per noi," ha sussurrato Marika, la sua voce calda contro la mia pelle. "Il tuo corpo ci desidera così tanto, vero?"
Ho emesso un gemito forte contro Paola, incapace di rispondere, incapace di fare altro che arrendermi a quello che mi stava facendo.
"Sei così stretta," ha continuato Marika, le sue dita che si muovevano dentro di me con movimenti lenti e profondi. "Così perfetta. Mi piace sentirti tremare così."
Le sue parole erano come benzina sul fuoco. Ogni frase aumentava il mio piacere, mi spingeva sempre più vicino al limite.
"Voglio sentirti venire di nuovo," ha mormorato, aumentando il ritmo. "Voglio che ti lasci andare completamente mentre Paola gode sotto la tua lingua. Sei così bella quando perdi il controllo, Cassandra."
La combinazione del suo tocco esperto e delle sue parole sporche e sensuali era devastante. Il piacere cresceva, si accumulava, diventava insostenibile.
"Vieni per me," ha ordinato Marika, la voce ferma ma carica di desiderio. "Adesso."
E io non ho potuto fare altro che obbedire. L'orgasmo mi ha travolto ancora una volta, ancora più potente del precedente. Ho urlato contro il corpo di Paola, il mio intero essere che si frantumava in mille pezzi mentre le dita di Marika continuavano il loro lavoro implacabile, prolungando ogni ondata di estasi fino a quando non sono rimasta senza fiato, senza forze, completamente svuotata.
Il mio corpo tremava incontrollabilmente mentre cercavo ancora di dare piacere a Paola, la mia bocca che lavorava automaticamente anche mentre la mia mente era persa nel vortice del mio stesso piacere.
"Non ti fermare," ha ordinato Marika, leggendo la mia esitazione. "Continua a leccarla mentre io ti scopo. Voglio che tu faccia venire Paola mentre ti prendo completamente."
La crudezza delle sue parole mi ha fatto sussultare. Non c'era più dolcezza, solo puro dominio.
"Guarda quanto sei obbediente," ha continuato, le dita che pompavano dentro di me senza pietà. "Così brava a fare quello che ti dico. Ti piace essere usata da noi due, vero?"
Un altro gemito forte contro Paola, incapace di rispondere ma confermando ogni sua parola con la mia sottomissione totale.
"Rispondimi," ha comandato Marika, pizzicando il mio clitoride tra le dita. "Dimmelo mentre continui a leccare. Ti piace essere la nostra?"
"Sì," sono riuscita a sussurrare tra un movimento della lingua e l'altro, la voce rotta dal desiderio. "Sì, mi piace."
"Brava ragazza," ha mormorato con soddisfazione, ricompensandomi con movimenti ancora più profondi. "Adesso falla venire. Voglio sentire Paola gridare il tuo nome”.
Ho intensificato i miei sforzi su Paola, la lingua che lavorava con rinnovata determinazione nonostante la stanchezza. Volevo obbedire a Marika, volevo sentire Paola perdere il controllo sotto di me.
Non ci è voluto molto. Il corpo di Paola si è teso, le sue mani che si aggrappavano alla spalliera del letto mentre il piacere la travolgeva. "Cassandra!" ha gridato il mio nome, proprio come Marika aveva ordinato, il suo corpo che tremava mentre l'orgasmo la attraversava in ondate potenti.
Finalmente, la mia lingua esausta ha potuto riposare. Mi sono accasciata, completamente svuotata, mentre ci riorganizzavamo sul letto.
Sono finita sulla schiena, il petto che ancora si sollevava con respiri affannosi. Paola e Marika si sono sdraiate ai miei lati, entrambe rivolte verso di me, i loro corpi nudi che premevano contro il mio. L'atmosfera era cambiata, non più frenetica, ma intimamente carica.
"Non mi è mai capitato niente del genere," ho confessato, la voce ancora roca. "È la prima volta che il sesso è così... appagante. Così intenso."
Marika ha sorriso, accarezzandomi dolcemente il viso. "Sei stata meravigliosa. Così reattiva, così disponibile."
"Ti è piaciuto essere comandata?" ha chiesto con un tono più serio, i suoi occhi che studiavano la mia reazione.
"Sì," ho ammesso senza esitazione. "Mi è piaciuto moltissimo."
C'è stato un momento di silenzio carico di significato. Poi Marika ha scambiato uno sguardo con Paola prima di rivolgersi di nuovo a me.
"Ti piacerebbe frequentarci in modo continuativo, Cassandra?" ha domandato, la sua mano che tracciava linee pigre sul mio stomaco. "Non solo per una notte."
Il mio cuore ha accelerato. Era esattamente ciò che avevo desiderato, ciò a cui avevo pensato mentre ero lì in mezzo a loro.
"Sì," ho sussurrato. "Lo vorrei davvero."
Marika ha annuito, come se avesse già saputo quale sarebbe stata la mia risposta. "Allora devi sapere qualcosa su di noi. Io non sono semplicemente la fidanzata di Paola, sono la sua Mistress. E Paola è la mia sottomessa, fedele e devota."
Ho girato lo sguardo verso Paola, che ha sorriso con dolcezza. "È vero. Appartengo a Marika completamente."
"E stasera," ha continuato Marika, gli occhi fissi nei miei, "abbiamo visto qualcosa in te. Qualcosa che ci ha fatto pensare che potresti essere perfetta per entrare nella nostra dinamica. Ma solo se è quello che vuoi davvero."
Il mio respiro si è bloccato. Non era solo sesso occasionale, mi stavano offrendo qualcosa di molto più profondo.
Ho preso un momento per riflettere, il mio cuore che batteva forte mentre processavo le loro parole. Una parte di me voleva dire sì immediatamente, senza pensarci. Ma un'altra parte, quella più razionale, aveva bisogno di capire.
"Cosa significa esattamente... essere sottomessa?" ho chiesto, la voce incerta ma curiosa. "Io vorrei rivivere quello che ho provato stasera, questo è certo. È stato incredibile. Ma cosa comporterebbe entrare nella vostra dinamica?"
Marika ha annuito con approvazione, come se la mia domanda fosse segno di intelligenza piuttosto che esitazione. "È giusto che tu lo chieda. Essere sottomessa non significa solo godere, anche se quello è sicuramente parte del piacere."
Si è sollevata leggermente sul gomito, lo sguardo serio ma gentile. "Significa affidarmi il controllo. Significa che io decido quando, come e dove ti daremo piacere. Significa seguire le mie regole, rispettare i miei limiti e quelli che stabiliremo insieme."
Paola è intervenuta dolcemente, la sua mano che accarezzava il mio braccio. "Significa anche fiducia totale. Io mi fido di Marika completamente, so che non mi farà mai del male, che rispetterà sempre i miei confini. La sottomissione non è debolezza, è un dono che fai a qualcuno."
"Avresti limiti e una safe word," ha continuato Marika. "Se qualcosa non ti piace o ti mette a disagio, basta dirlo e ci fermiamo immediatamente. La sottomissione è consensuale, sempre. Ma dentro quei confini, il controllo sarebbe mio."
Ho deglutito, pensando a come mi ero sentita sotto il loro comando stasera, quanto mi ero sentita libera proprio nel cedere il controllo.
"E cosa succederebbe se dicessi sì?" ho chiesto piano. "Come funzionerebbe praticamente?"
"Ci vedremmo regolarmente," ha risposto Marika. "Esploreremmo i tuoi desideri, i tuoi limiti. Ti insegnerei come essere una buona sottomessa. E sì, godresti moltissimo, te lo prometto. Forse anche più di stasera, quando imparerai davvero ad arrenderti completamente."
Il suo tocco è diventato più possessivo. "Ma devi volerlo davvero, Cassandra. Non solo per il piacere fisico, ma per tutto ciò che comporta."
stemmy75@gmail.com
Paola si è spostata, appoggiandosi contro la spalliera del letto con le gambe aperte, sostituendo Marika nella posizione in cui ero appoggiata prima. Il suo corpo nudo era magnifico, curve generose, pelle luminosa, occhi che mi fissavano con un'aspettativa carica di desiderio.
"Adesso tocca a te," ha detto con voce roca, accarezzandomi il viso. "Voglio sentire la tua bocca su di me."
Mi sono inginocchiata davanti a lei, il mio cuore che batteva forte per l'eccitazione mista al nervosismo. Volevo ricambiare il piacere che mi aveva dato, volevo farla sentire come mi aveva fatto sentire lei.
Mi sono avvicinata lentamente, le mie mani che si posavano sulle sue cosce aperte. Erano calde e morbide sotto i miei palmi. Quando la mia lingua ha toccato per la prima volta il suo clitoride, Paola ha emesso un gemito profondo che mi ha incoraggiata a continuare.
Ho iniziato a esplorarla con la bocca, assaggiandola, imparando cosa la faceva reagire. Ogni suo sussulto, ogni gemito diventava la mia guida.
Ma poi ho sentito Marika muoversi dietro di me. Si è posizionata proprio davanti alle mie parti intime, il suo viso vicinissimo a dove ero ancora sensibilissima. Le sue mani hanno accarezzato l'interno delle mie cosce prima di iniziare a toccarmi con entrambe, dita che esploravano, che premevano, che entravano.
Il piacere è montato di nuovo dentro di me, inaspettato e travolgente. Ero in ginocchio, la bocca impegnata su Paola, mentre Marika mi portava ancora una volta verso vette che non credevo di poter raggiungere così presto.
Sentivo il respiro caldo di Marika contro la mia pelle bagnata, le sue dita che lavoravano con precisione esperta. Era troppo, era perfetto, era impossibile concentrarsi su una cosa sola quando ogni parte di me era in fiamme.
Eppure, in mezzo a tutto questo piacere travolgente, la mia mente vagava in territori inaspettati. Mentre la mia lingua continuava a esplorare Paola, mentre le mani di Marika mi portavano ancora una volta verso l'abisso del piacere, ho realizzato qualcosa di profondo.
Mi sentivo completamente alla loro mercé, non solo fisicamente, ma in un modo molto più intimo. Loro due si muovevano come un'unica entità, mi conoscevano già meglio di quanto io conoscessi me stessa. E io... io volevo far parte di questo. Non solo per una notte, non solo per questo momento di estasi.
Voglio essere loro, pensavo mentre Paola gemeva sotto la mia bocca. Voglio appartenere a questa dinamica perfetta che hanno creato.
Non era solo desiderio carnale, anche se quello c'era, eccome. Era qualcosa di più profondo. Vedevo come si guardavano tra loro anche mentre mi davano piacere, come si sincronizzavano senza bisogno di parole. Volevo essere parte di quella connessione, non solo una visitatrice occasionale nel loro letto.
Le dita di Marika hanno premuto più forte ed io ho sussultato contro Paola, il mio corpo rispondeva automaticamente ai loro tocchi, ma la mia mente era già più avanti, immaginando altre notti come questa, immaginando di imparare i loro ritmi, i loro desideri, fino a diventare parte integrante del loro mondo.
Prendetemi, pensavo mentre il piacere saliva ancora. Fatemi vostra. Non lasciatemi andare via.
Era folle pensare così dopo una sola serata, lo sapevo. Eppure, mentre mi trovavo lì, distesa tra loro, consumata da loro, completamente vulnerabile, non riuscivo a immaginare di tornare alla mia vita di prima, alla solitudine, alla normalità.
Poi Marika ha cambiato ritmo. Le sue dita sono affondate dentro di me, riempendomi completamente mentre l'altra mano continuava ad accarezzare il clitoride con movimenti circolari precisi e inesorabili.
"Guarda quanto sei bagnata per noi," ha sussurrato Marika, la sua voce calda contro la mia pelle. "Il tuo corpo ci desidera così tanto, vero?"
Ho emesso un gemito forte contro Paola, incapace di rispondere, incapace di fare altro che arrendermi a quello che mi stava facendo.
"Sei così stretta," ha continuato Marika, le sue dita che si muovevano dentro di me con movimenti lenti e profondi. "Così perfetta. Mi piace sentirti tremare così."
Le sue parole erano come benzina sul fuoco. Ogni frase aumentava il mio piacere, mi spingeva sempre più vicino al limite.
"Voglio sentirti venire di nuovo," ha mormorato, aumentando il ritmo. "Voglio che ti lasci andare completamente mentre Paola gode sotto la tua lingua. Sei così bella quando perdi il controllo, Cassandra."
La combinazione del suo tocco esperto e delle sue parole sporche e sensuali era devastante. Il piacere cresceva, si accumulava, diventava insostenibile.
"Vieni per me," ha ordinato Marika, la voce ferma ma carica di desiderio. "Adesso."
E io non ho potuto fare altro che obbedire. L'orgasmo mi ha travolto ancora una volta, ancora più potente del precedente. Ho urlato contro il corpo di Paola, il mio intero essere che si frantumava in mille pezzi mentre le dita di Marika continuavano il loro lavoro implacabile, prolungando ogni ondata di estasi fino a quando non sono rimasta senza fiato, senza forze, completamente svuotata.
Il mio corpo tremava incontrollabilmente mentre cercavo ancora di dare piacere a Paola, la mia bocca che lavorava automaticamente anche mentre la mia mente era persa nel vortice del mio stesso piacere.
"Non ti fermare," ha ordinato Marika, leggendo la mia esitazione. "Continua a leccarla mentre io ti scopo. Voglio che tu faccia venire Paola mentre ti prendo completamente."
La crudezza delle sue parole mi ha fatto sussultare. Non c'era più dolcezza, solo puro dominio.
"Guarda quanto sei obbediente," ha continuato, le dita che pompavano dentro di me senza pietà. "Così brava a fare quello che ti dico. Ti piace essere usata da noi due, vero?"
Un altro gemito forte contro Paola, incapace di rispondere ma confermando ogni sua parola con la mia sottomissione totale.
"Rispondimi," ha comandato Marika, pizzicando il mio clitoride tra le dita. "Dimmelo mentre continui a leccare. Ti piace essere la nostra?"
"Sì," sono riuscita a sussurrare tra un movimento della lingua e l'altro, la voce rotta dal desiderio. "Sì, mi piace."
"Brava ragazza," ha mormorato con soddisfazione, ricompensandomi con movimenti ancora più profondi. "Adesso falla venire. Voglio sentire Paola gridare il tuo nome”.
Ho intensificato i miei sforzi su Paola, la lingua che lavorava con rinnovata determinazione nonostante la stanchezza. Volevo obbedire a Marika, volevo sentire Paola perdere il controllo sotto di me.
Non ci è voluto molto. Il corpo di Paola si è teso, le sue mani che si aggrappavano alla spalliera del letto mentre il piacere la travolgeva. "Cassandra!" ha gridato il mio nome, proprio come Marika aveva ordinato, il suo corpo che tremava mentre l'orgasmo la attraversava in ondate potenti.
Finalmente, la mia lingua esausta ha potuto riposare. Mi sono accasciata, completamente svuotata, mentre ci riorganizzavamo sul letto.
Sono finita sulla schiena, il petto che ancora si sollevava con respiri affannosi. Paola e Marika si sono sdraiate ai miei lati, entrambe rivolte verso di me, i loro corpi nudi che premevano contro il mio. L'atmosfera era cambiata, non più frenetica, ma intimamente carica.
"Non mi è mai capitato niente del genere," ho confessato, la voce ancora roca. "È la prima volta che il sesso è così... appagante. Così intenso."
Marika ha sorriso, accarezzandomi dolcemente il viso. "Sei stata meravigliosa. Così reattiva, così disponibile."
"Ti è piaciuto essere comandata?" ha chiesto con un tono più serio, i suoi occhi che studiavano la mia reazione.
"Sì," ho ammesso senza esitazione. "Mi è piaciuto moltissimo."
C'è stato un momento di silenzio carico di significato. Poi Marika ha scambiato uno sguardo con Paola prima di rivolgersi di nuovo a me.
"Ti piacerebbe frequentarci in modo continuativo, Cassandra?" ha domandato, la sua mano che tracciava linee pigre sul mio stomaco. "Non solo per una notte."
Il mio cuore ha accelerato. Era esattamente ciò che avevo desiderato, ciò a cui avevo pensato mentre ero lì in mezzo a loro.
"Sì," ho sussurrato. "Lo vorrei davvero."
Marika ha annuito, come se avesse già saputo quale sarebbe stata la mia risposta. "Allora devi sapere qualcosa su di noi. Io non sono semplicemente la fidanzata di Paola, sono la sua Mistress. E Paola è la mia sottomessa, fedele e devota."
Ho girato lo sguardo verso Paola, che ha sorriso con dolcezza. "È vero. Appartengo a Marika completamente."
"E stasera," ha continuato Marika, gli occhi fissi nei miei, "abbiamo visto qualcosa in te. Qualcosa che ci ha fatto pensare che potresti essere perfetta per entrare nella nostra dinamica. Ma solo se è quello che vuoi davvero."
Il mio respiro si è bloccato. Non era solo sesso occasionale, mi stavano offrendo qualcosa di molto più profondo.
Ho preso un momento per riflettere, il mio cuore che batteva forte mentre processavo le loro parole. Una parte di me voleva dire sì immediatamente, senza pensarci. Ma un'altra parte, quella più razionale, aveva bisogno di capire.
"Cosa significa esattamente... essere sottomessa?" ho chiesto, la voce incerta ma curiosa. "Io vorrei rivivere quello che ho provato stasera, questo è certo. È stato incredibile. Ma cosa comporterebbe entrare nella vostra dinamica?"
Marika ha annuito con approvazione, come se la mia domanda fosse segno di intelligenza piuttosto che esitazione. "È giusto che tu lo chieda. Essere sottomessa non significa solo godere, anche se quello è sicuramente parte del piacere."
Si è sollevata leggermente sul gomito, lo sguardo serio ma gentile. "Significa affidarmi il controllo. Significa che io decido quando, come e dove ti daremo piacere. Significa seguire le mie regole, rispettare i miei limiti e quelli che stabiliremo insieme."
Paola è intervenuta dolcemente, la sua mano che accarezzava il mio braccio. "Significa anche fiducia totale. Io mi fido di Marika completamente, so che non mi farà mai del male, che rispetterà sempre i miei confini. La sottomissione non è debolezza, è un dono che fai a qualcuno."
"Avresti limiti e una safe word," ha continuato Marika. "Se qualcosa non ti piace o ti mette a disagio, basta dirlo e ci fermiamo immediatamente. La sottomissione è consensuale, sempre. Ma dentro quei confini, il controllo sarebbe mio."
Ho deglutito, pensando a come mi ero sentita sotto il loro comando stasera, quanto mi ero sentita libera proprio nel cedere il controllo.
"E cosa succederebbe se dicessi sì?" ho chiesto piano. "Come funzionerebbe praticamente?"
"Ci vedremmo regolarmente," ha risposto Marika. "Esploreremmo i tuoi desideri, i tuoi limiti. Ti insegnerei come essere una buona sottomessa. E sì, godresti moltissimo, te lo prometto. Forse anche più di stasera, quando imparerai davvero ad arrenderti completamente."
Il suo tocco è diventato più possessivo. "Ma devi volerlo davvero, Cassandra. Non solo per il piacere fisico, ma per tutto ciò che comporta."
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