Spudorata

di
genere
saffico

Sono alla mia scrivania, concentrata su una serie di documenti che non sembrano mai finire, quando bussano piano alla porta del mio ufficio. Alzo lo sguardo e la vedo: lei. Quarantacinque anni portati con una grazia disarmante, i capelli raccolti in modo ordinato ma con qualche ciocca ribelle che incornicia il viso. Un completo semplice ma elegantissimo: pantaloni marroni che seguono con precisione le sue curve e una camicetta bianca leggermente sbottonata sul petto, da cui spunta un seno prosperoso che cattura inevitabilmente l’occhio.
Entra con sicurezza, portando con sé un profumo intenso, deciso ma femminile. Chiude la porta dietro di sé senza dire una parola, e per un istante l’ufficio sembra isolato dal mondo. Mi osserva con un sorriso appena accennato, uno di quelli che non hanno bisogno di spiegazioni.
chiede con una voce bassa, vellutata, che sembra fatta apposta per accarezzarmi.
Mi alzo appena dalla sedia, sorpresa ma anche irrimediabilmente attratta. I suoi occhi si posano su di me con una lentezza studiata, come se stesse valutando ogni dettaglio della mia persona. Poi si avvicina, un passo dopo l’altro, il suono dei tacchi che rimbalza sulle pareti e mi fa fremere.
Quando si china leggermente verso di me, la camicetta si apre appena, rivelando quel che già immaginavo e facendo salire il calore dentro di me. Le sue labbra sono vicinissime al mio orecchio quando mormora:

Il suo respiro caldo sulla mia pelle mi fa vibrare. Le sue dita sfiorano con naturalezza la mia mano appoggiata alla scrivania, un tocco leggero ma che porta con sé una promessa chiarissima: la sua voglia è tutta per me, qui e ora.
Lei, sempre con quel sorriso segreto, posa una cartelletta sulla mia scrivania. Non dice nulla, si limita a guardarmi, come se aspettasse una mia reazione. Io la apro distrattamente, pensando a documenti o relazioni da firmare… e resto senza fiato.
Dentro, piegate con cura, ci sono le sue mutandine. Un tessuto leggero, elegante, ancora tiepido del suo corpo. Un gesto così spudorato e raffinato insieme che mi lascia immobile, quasi incredula.
Alzo gli occhi verso di lei, e lei, con calma disarmante, si sporge un po’ più in avanti, facendo ondeggiare leggermente il seno sotto la camicetta sbottonata.
sussurra, con un lampo malizioso nello sguardo.
Il suo tono non ammette fraintendimenti. È un invito, un comando sottile, una provocazione irresistibile. Io sento il cuore battere più forte, le dita che tremano mentre accarezzo quel tessuto proibito, con la certezza che la distanza tra noi stia per sciogliersi in un attimo di pura passione.
Appena le mie dita sfiorano il tessuto delle sue mutandine, lei non aspetta oltre. Con un gesto lento ma deciso aggira la scrivania e mi raggiunge, avvicinandosi talmente tanto che posso sentire il calore del suo corpo. Mi fissa negli occhi, e in quel silenzio carico di tensione io non riesco a staccare lo sguardo dal suo seno che si muove appena sotto la camicetta.
La sua mano si posa sulla mia guancia, il tocco morbido e fermo al tempo stesso. Con l’altra mi prende il polso e guida le mie dita, ancora strette sul tessuto appena trovato nella cartelletta, facendole scivolare piano contro i suoi fianchi. È come se volesse farmi capire che ormai non ci sono più barriere.
mormora, le labbra a un passo dalle mie.
E senza aspettare risposta, le posa sulle mie con una naturalezza che mi toglie il respiro. È un bacio caldo, insistente, che in un attimo trasforma la stanza di lavoro in un rifugio proibito. Io mi lascio andare, stringendola a me, sentendo il suo seno premersi contro il mio petto, la stoffa della camicetta che non basta più a nascondere la sua voglia.
La sua mano scivola decisa sulla mia coscia, come se volesse già reclamarmi, mentre il suo corpo mi spinge delicatamente contro la scrivania, facendomi sentire tutta la forza del suo desiderio. La sua voce, appena spezzata dall’eccitazione, sussurra ancora:

Per un istante, mentre le sue labbra sfiorano le mie, dentro di me si accende una fitta di perplessità. La guardo, leggermente scossa, con il cuore che batte all’impazzata.
riesco appena a mormorare, con un filo di voce. Non ho mai reso pubblico quel lato della mia vita, nessuna allusione, nessun gesto che potesse tradirmi.
Lei sorride, un sorriso lento, sicuro, quasi trionfante. Il suo pollice accarezza la mia guancia mentre si avvicina di nuovo, con quello sguardo profondo che sembra leggermi dentro.

Quelle parole mi trapassano, lasciandomi senza difese. Tutta la mia prudenza crolla in un istante, sostituita da un’ondata di calore che mi travolge.
È allora, che la sua bocca torna a reclamare la mia, questa volta con più forza, più urgenza. Le sue mani si stringono sui miei fianchi, mi attirano contro di lei, e io sento chiaramente la promessa del suo corpo che vuole il mio, lì, subito, senza più esitazioni.
Non mi lascia il tempo di rispondere. Il suo bacio si fa più profondo, caldo, invadente, mentre le sue mani scivolano rapide sulla mia vita. In un attimo mi ritrovo spinta delicatamente ma con decisione contro la scrivania, la schiena che tocca il legno, i documenti che cadono a terra senza importanza.
Lei si piega su di me, e la camicetta bianca, sbottonata quanto basta, lascia intravedere la rotondità del suo seno che quasi mi sfiora il viso. Sento il suo respiro accelerato, il profumo del suo corpo che mi stordisce.
mormora, mentre con una mano mi stringe il polso contro il piano della scrivania, bloccandomi, e con l’altra scivola lenta lungo la mia coscia. Il gesto è deciso, possessivo, come se fosse naturale prendersi ciò che desidera.
Il contrasto tra la mia esitazione iniziale e la sua sicurezza assoluta mi fa tremare di eccitazione. La guardo dall’alto, con i capelli sciolti che le incorniciano il volto, e vedo negli occhi il lampo di chi non è disposta a lasciarmi scappare.
Il suo corpo si incolla al mio, il suo seno premuto forte contro di me, e io capisco che ormai non esiste più via di fuga. L’unica scelta che mi resta è arrendermi al suo desiderio. In fondo lo voglio, la voglio !
sussurra sul mio collo, lasciandovi cadere un bacio umido e rovente, mentre le sue dita risalgono sempre più in alto, senza più esitazioni.
Le sue dita non esitano più. Scivolano sicure, trovando la via con una naturalezza disarmante. Un’ondata di piacere mi attraversa, improvvisa e totale, come se avesse toccato il centro esatto della mia voglia repressa. Mi irrigidisco, un gemito soffocato mi sfugge dalle labbra mentre lei continua, lenta ma inesorabile, a muovere le dita dentro di me.
Il suo sguardo non lascia mai il mio, come se volesse vedermi cedere del tutto. E io lo faccio: mi lascio trascinare, il corpo che vibra sotto il suo tocco, il respiro spezzato che riempie l’ufficio silenzioso. Ogni suo movimento è un comando, ogni suo bacio sul collo una promessa di piacere ancora più grande.
Poi, quasi all’improvviso, un barlume di lucidità riaffiora. È come se uscissi da una trance: il cuore batte fortissimo, ma realizzo dove siamo, il rischio, la follia del momento. Con dolce fermezza le afferro il polso, fermando la sua mano ancora immersa dentro di me.
Lei mi guarda sorpresa, ma sorride. Un sorriso che non ha nulla di deluso: è la soddisfazione di chi sa che il gioco è appena iniziato. Si china ancora su di me, le labbra che sfiorano le mie con una leggerezza nuova, quasi complice.
mormoro, cercando di ritrovare fiato e voce,
Il suo sguardo brilla. Mi bacia piano, mordendomi appena il labbro, e risponde con un filo di voce rovente:

Poi si ricompone con una calma impressionante, come se nulla fosse successo, raccoglie la cartelletta vuota e si avvia verso la porta, lasciandomi lì, ancora tremante, con addosso il profumo della sua pelle e la certezza che il dopo-lavoro sarà un inferno di piacere.

stemmy75@gmail.com
di
scritto il
2025-09-24
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