Al terminal
di
Sophos
genere
tradimenti
Ore 22:15, stazione dei pullman, seduto in macchina ad aspettare l'arrivo di quello partito da Catania che è però molto in ritardo e continuerà a tardare chissà per quanto tempo a causa di un incidente stradale lungo il percorso che ha già bloccato il traffico da più di mezz'ora.
Tengo i contatti con la persona che vi viaggia sopra attraverso whatsapp per essere sempre aggiornato sulla situazione, ma nel frattempo, per diletto ed interesse, scrollo su alcuni titoli di quotidiani on line.
Il delitto di Garlasco è a quanto pare la notizia che più occupa l'interesse dei giornalisti, ancor più dei principali conflitti in giro per il nostro, purtroppo, vituperato globo terracqueo.
Accendo una sigaretta ed alzo gli occhi dal cellulare. Dalla mia posizione - molto più defilata rispetto alla pensilina di arrivo tutta illuminata - vedo che in giro ci sono pochissime persone, ma numerose automobili che, sparse per tutto il parcheggio, sono lì ferme; alcune delle quali con dentro i loro conducenti in attesa come me.
“Buonasera”, improvviso ed inaspettato è stato l'arrivo di una voce femminile dal lato passeggero, “mi scusi, potrebbe farmi accendere?”.
Una donna di non più di quarantacinque anni, leggermente piegata in avanti per poter meglio parlare attraverso il finestrino aperto, un seno prosperoso che a stento è trattenuto da un reggiseno dai bordi in pizzo nero sotto una t-shirt a V scollatissima. Castana, capelli lunghi raccolti in uno chignon con mollettone bianco, viso leggermente truccato e molto carino.
Premesso che la richiesta puoi o potrebbe farmi accendere? fatta da una donna mi ha sempre creato ilarità ed un certo grado di eccitazione a prescindere, anche in questo caso ho sorriso: "Salve, certo, prego si accomodi pure, mi faccia compagnia”.
“Non voglio disturbarla, ho visto che stava al telefono”.
“Non si preoccupi, stavo solo ingannando l'attesa”.
Apre lo sportello ed entra in auto. Indossa dei leggings neri e delle scarpe da tennis bianche.
“Mi scuso ancora, ma non sono riuscita a trovare un accendino, poi ho visto che stava fumando e ho pensato di approfittare della sua gentilezza”.
Nel frattempo che il mio accendino dava fuoco alla sigaretta che la signora già teneva fra le dita quando è entrata in auto e che adesso ha messo tra le labbra carnose e rosse, la mia mente cerca freneticamente risposta a delle domande: perché non ha utilizzato l'accendisigari della sua auto? Perché è entrata nella mia automobile senza alcun problema e, anzi, lo ha fatto con l'evidente desiderio di immergersi completamente in una situazione potenzialmente pericolosa? Perché adesso, con fare sensuale, ha accavallato le gambe sul mio sedile ed osserva con occhi ammiccanti il mio sorriso malizioso a lei dedicato?
Non importano le risposte, ma carpe diem.
“Possiamo darci del tu? Mi chiamo Davide, piacere”, porgendole la mano libera dalla sigaretta.
“Io Daniela, piacere mio”, porgendomi la mano libera dalla sigaretta.
“Sei in attesa del pullman da Catania anche tu?”.
“Purtroppo si, aspetto mia figlia che torna dall'università per il fine settimana. Non era mai capitato un ritardo del genere e chissà quando arriveranno; saranno tutti stanchi e stressati, poveretti”.
“Beh, sfortunati loro per il grave contrattempo, ma fortunato io ad aver incontrato una bella donna come te”.
“Sei un adulatore seriale forse? Ahahah”.
“No no, sono un semplice maschio con ottimi gusti e mi piacciono le femmine sensuali e calde”.
“Mi vedi così sensuale nonostante sia uscita di casa in fretta e furia senza darmi una sistemata perché mio marito, stronzo e per di più cornuto, mi ha avvertita all'ultimo minuto di avere una delle sue pseudo cene di lavoro, facendomi incazzare come una bestia? E dovrei crederci?”.
“Si, sono un tipo molto sincero oltre che voglioso”.
“Eh dimmi, sono proprio curiosa, cosa farebbe un maschio voglioso come te ad una femmina calda come me?”.
“Fossero in una situazione simile alla nostra, prima di tutto poggerebbe la mano sulla sua gamba, proprio come sto facendo adesso con te, carezzandola con lentezza e desiderio dal ginocchio fino alla coscia. Si fermerebbe qualche attimo a guardarla negli occhi per osservare l'effetto che le fa; appurato che le aggrada, farebbe scivolare la mano verso il centro, sperando che nel frattempo lei scavalli le gambe. Si, proprio come stai facendo tu adesso Daniela, esatto. E, quindi, visto che non troverebbe alcuna opposizione, la accarezzerebbe voglioso tra le cosce trovandola calda, molto calda direi”.
Mi afferra il polso e mi conduce nel movimento tra le cosce, le mie dita affondano nei leggings trovandola morbida e bagnata; non indossa intimo la troia.
Il suo capo si reclina sul poggiatesta, la sua bocca si dischiude per emettere gemiti sospirati, profondi ed intensi.
Apro la patta dei pantaloni ed il cazzo quasi in pieno tiro trova la libertà desiderata; lei lo nota e, allungando la mano sinistra, lo prende e lo inizia a masturbare.
La mia mano si infila invece nei leggings, ha la fica fradicia. Indice e medio la penetrano fino in fondo per poi iniziare un dentro e fuori sempre più deciso, sempre più veloce, sempre più intenso.
Si sta godendo la mia penetrazione talmente tanto che la sua mano stringe forte il cazzo senza più muoverlo; e da quella stretta sempre più marcata capisco che sta per venire, non si controlla più.
Arriva esplosivo l'orgasmo che la prende ed avvinghia, porta lesta la mano alla bocca per soffocare il grido di piacere che le sfugge intenso.
Le dita escono dalla vagina, ma la mano rimane dentro i leggings a massaggiare la vulva e la clitoride.
“Oh Dio, è stato stupendo” - col fiato ancora corto - “chissà cosa penserai di me adesso”.
“Non cambio mica opinione su di te adesso, sei sempre una femmina sensuale e calda; ma se vuoi che ti consideri anche ammaliante, seducente ed erotica, prendimelo in bocca, ti sta aspettando sull'attenti, ahahah”.
“Porco! Lo sento ch'è duro, ce l'ho ancora stretto nella mano, eh”.
Estrae con dolcezza la mia mano dai leggings, si posiziona comoda su un fianco, abbassa lentamente la testa, tira fuori la lingua guardandomi negli occhi e poi si avventa sulla cappella; la avvolge, la lecca, la succhia.
Sa bene come fare i pompini questa donna, ha capacità, passione e molta esperienza.
Scende lungo l'asta fino a farmi sentire le tonsille con il prepuzio e lo fa variandone a dovere il ritmo e la profondità.
La mia mano destra si insinua nella scollatura, si infila nel reggiseno di pizzo e palpa il grosso seno e lo denuda quel tanto che basta per consentirmi di titillare il turgido capezzolo e stringerlo tra pollice ed indice.
Le piace e tanto. Emette gemiti più intensi il cui suono viene smorzato dall'ingombro del mio cazzo nella sua bocca, più palpo con decisione e stringo con forza, più lei aumenta la velocità del pompino.
Mi contraggo, grugnisco, sa benissimo che sto per venire; appoggio la mano sinistra sullo chignon e spingo. Lei non si oppone.
Ho il via libera per sborrarle in gola e lo faccio senza più esitare. La mia eccitazione esplode abbondante trovando casa in quella bocca accogliente e calda.
Daniela ingoia, la sento deglutire; ma non contenta lo lecca anche dalla base alla cappella, più e più volte, raccogliendo ogni goccia del mio sperma ed ingoiandola.
Si solleva, mi guarda, passa voluttuosamente il polpastrello sulle labbra e poi lo succhia facendo pure lo schiocco con la lingua: “Hai proprio un buon sapore Davide, è stato un ottimo sostituto alla mia cena mancata”.
Ci guardiamo ed iniziamo a ridere, io col cazzo fuori che si sta piegando su un lato; lei con mezza tetta fuori dal reggiseno.
Prende il suo cellulare da sopra il cruscotto, lo osserva e poi mi dice: “credo arriveranno tra poco, mia figlia mi ha scritto più di mezz'ora fa che sono ripartiti”.
Controllo anch'io il mio whatsapp: “confermo”.
Ci siamo dati una sistematina, abbiamo usato delle salviettine imbevute che ho sempre nel cassetto portaoggetti: “grazie per avermi fatto accendere Davide, è stato bello”.
“Grazie a te per avermi fatto compagnia Daniela, il tempo è trascorso veloce e piacevole”.
Mi ruba un bacio veloce dalle labbra, apre lo sportello ed esce.
La seguo con gli occhi sullo specchietto retrovisore mentre si allontana verso la sua auto, parcheggiata poco distante dalla mia, anch'essa defilata rispetto a tutte le altre; volutamente? Probabilmente si! Ma ringrazio in ogni caso la buona sorte ed il marito cornuto che l'aveva fatta incazzare.
Tengo i contatti con la persona che vi viaggia sopra attraverso whatsapp per essere sempre aggiornato sulla situazione, ma nel frattempo, per diletto ed interesse, scrollo su alcuni titoli di quotidiani on line.
Il delitto di Garlasco è a quanto pare la notizia che più occupa l'interesse dei giornalisti, ancor più dei principali conflitti in giro per il nostro, purtroppo, vituperato globo terracqueo.
Accendo una sigaretta ed alzo gli occhi dal cellulare. Dalla mia posizione - molto più defilata rispetto alla pensilina di arrivo tutta illuminata - vedo che in giro ci sono pochissime persone, ma numerose automobili che, sparse per tutto il parcheggio, sono lì ferme; alcune delle quali con dentro i loro conducenti in attesa come me.
“Buonasera”, improvviso ed inaspettato è stato l'arrivo di una voce femminile dal lato passeggero, “mi scusi, potrebbe farmi accendere?”.
Una donna di non più di quarantacinque anni, leggermente piegata in avanti per poter meglio parlare attraverso il finestrino aperto, un seno prosperoso che a stento è trattenuto da un reggiseno dai bordi in pizzo nero sotto una t-shirt a V scollatissima. Castana, capelli lunghi raccolti in uno chignon con mollettone bianco, viso leggermente truccato e molto carino.
Premesso che la richiesta puoi o potrebbe farmi accendere? fatta da una donna mi ha sempre creato ilarità ed un certo grado di eccitazione a prescindere, anche in questo caso ho sorriso: "Salve, certo, prego si accomodi pure, mi faccia compagnia”.
“Non voglio disturbarla, ho visto che stava al telefono”.
“Non si preoccupi, stavo solo ingannando l'attesa”.
Apre lo sportello ed entra in auto. Indossa dei leggings neri e delle scarpe da tennis bianche.
“Mi scuso ancora, ma non sono riuscita a trovare un accendino, poi ho visto che stava fumando e ho pensato di approfittare della sua gentilezza”.
Nel frattempo che il mio accendino dava fuoco alla sigaretta che la signora già teneva fra le dita quando è entrata in auto e che adesso ha messo tra le labbra carnose e rosse, la mia mente cerca freneticamente risposta a delle domande: perché non ha utilizzato l'accendisigari della sua auto? Perché è entrata nella mia automobile senza alcun problema e, anzi, lo ha fatto con l'evidente desiderio di immergersi completamente in una situazione potenzialmente pericolosa? Perché adesso, con fare sensuale, ha accavallato le gambe sul mio sedile ed osserva con occhi ammiccanti il mio sorriso malizioso a lei dedicato?
Non importano le risposte, ma carpe diem.
“Possiamo darci del tu? Mi chiamo Davide, piacere”, porgendole la mano libera dalla sigaretta.
“Io Daniela, piacere mio”, porgendomi la mano libera dalla sigaretta.
“Sei in attesa del pullman da Catania anche tu?”.
“Purtroppo si, aspetto mia figlia che torna dall'università per il fine settimana. Non era mai capitato un ritardo del genere e chissà quando arriveranno; saranno tutti stanchi e stressati, poveretti”.
“Beh, sfortunati loro per il grave contrattempo, ma fortunato io ad aver incontrato una bella donna come te”.
“Sei un adulatore seriale forse? Ahahah”.
“No no, sono un semplice maschio con ottimi gusti e mi piacciono le femmine sensuali e calde”.
“Mi vedi così sensuale nonostante sia uscita di casa in fretta e furia senza darmi una sistemata perché mio marito, stronzo e per di più cornuto, mi ha avvertita all'ultimo minuto di avere una delle sue pseudo cene di lavoro, facendomi incazzare come una bestia? E dovrei crederci?”.
“Si, sono un tipo molto sincero oltre che voglioso”.
“Eh dimmi, sono proprio curiosa, cosa farebbe un maschio voglioso come te ad una femmina calda come me?”.
“Fossero in una situazione simile alla nostra, prima di tutto poggerebbe la mano sulla sua gamba, proprio come sto facendo adesso con te, carezzandola con lentezza e desiderio dal ginocchio fino alla coscia. Si fermerebbe qualche attimo a guardarla negli occhi per osservare l'effetto che le fa; appurato che le aggrada, farebbe scivolare la mano verso il centro, sperando che nel frattempo lei scavalli le gambe. Si, proprio come stai facendo tu adesso Daniela, esatto. E, quindi, visto che non troverebbe alcuna opposizione, la accarezzerebbe voglioso tra le cosce trovandola calda, molto calda direi”.
Mi afferra il polso e mi conduce nel movimento tra le cosce, le mie dita affondano nei leggings trovandola morbida e bagnata; non indossa intimo la troia.
Il suo capo si reclina sul poggiatesta, la sua bocca si dischiude per emettere gemiti sospirati, profondi ed intensi.
Apro la patta dei pantaloni ed il cazzo quasi in pieno tiro trova la libertà desiderata; lei lo nota e, allungando la mano sinistra, lo prende e lo inizia a masturbare.
La mia mano si infila invece nei leggings, ha la fica fradicia. Indice e medio la penetrano fino in fondo per poi iniziare un dentro e fuori sempre più deciso, sempre più veloce, sempre più intenso.
Si sta godendo la mia penetrazione talmente tanto che la sua mano stringe forte il cazzo senza più muoverlo; e da quella stretta sempre più marcata capisco che sta per venire, non si controlla più.
Arriva esplosivo l'orgasmo che la prende ed avvinghia, porta lesta la mano alla bocca per soffocare il grido di piacere che le sfugge intenso.
Le dita escono dalla vagina, ma la mano rimane dentro i leggings a massaggiare la vulva e la clitoride.
“Oh Dio, è stato stupendo” - col fiato ancora corto - “chissà cosa penserai di me adesso”.
“Non cambio mica opinione su di te adesso, sei sempre una femmina sensuale e calda; ma se vuoi che ti consideri anche ammaliante, seducente ed erotica, prendimelo in bocca, ti sta aspettando sull'attenti, ahahah”.
“Porco! Lo sento ch'è duro, ce l'ho ancora stretto nella mano, eh”.
Estrae con dolcezza la mia mano dai leggings, si posiziona comoda su un fianco, abbassa lentamente la testa, tira fuori la lingua guardandomi negli occhi e poi si avventa sulla cappella; la avvolge, la lecca, la succhia.
Sa bene come fare i pompini questa donna, ha capacità, passione e molta esperienza.
Scende lungo l'asta fino a farmi sentire le tonsille con il prepuzio e lo fa variandone a dovere il ritmo e la profondità.
La mia mano destra si insinua nella scollatura, si infila nel reggiseno di pizzo e palpa il grosso seno e lo denuda quel tanto che basta per consentirmi di titillare il turgido capezzolo e stringerlo tra pollice ed indice.
Le piace e tanto. Emette gemiti più intensi il cui suono viene smorzato dall'ingombro del mio cazzo nella sua bocca, più palpo con decisione e stringo con forza, più lei aumenta la velocità del pompino.
Mi contraggo, grugnisco, sa benissimo che sto per venire; appoggio la mano sinistra sullo chignon e spingo. Lei non si oppone.
Ho il via libera per sborrarle in gola e lo faccio senza più esitare. La mia eccitazione esplode abbondante trovando casa in quella bocca accogliente e calda.
Daniela ingoia, la sento deglutire; ma non contenta lo lecca anche dalla base alla cappella, più e più volte, raccogliendo ogni goccia del mio sperma ed ingoiandola.
Si solleva, mi guarda, passa voluttuosamente il polpastrello sulle labbra e poi lo succhia facendo pure lo schiocco con la lingua: “Hai proprio un buon sapore Davide, è stato un ottimo sostituto alla mia cena mancata”.
Ci guardiamo ed iniziamo a ridere, io col cazzo fuori che si sta piegando su un lato; lei con mezza tetta fuori dal reggiseno.
Prende il suo cellulare da sopra il cruscotto, lo osserva e poi mi dice: “credo arriveranno tra poco, mia figlia mi ha scritto più di mezz'ora fa che sono ripartiti”.
Controllo anch'io il mio whatsapp: “confermo”.
Ci siamo dati una sistematina, abbiamo usato delle salviettine imbevute che ho sempre nel cassetto portaoggetti: “grazie per avermi fatto accendere Davide, è stato bello”.
“Grazie a te per avermi fatto compagnia Daniela, il tempo è trascorso veloce e piacevole”.
Mi ruba un bacio veloce dalle labbra, apre lo sportello ed esce.
La seguo con gli occhi sullo specchietto retrovisore mentre si allontana verso la sua auto, parcheggiata poco distante dalla mia, anch'essa defilata rispetto a tutte le altre; volutamente? Probabilmente si! Ma ringrazio in ogni caso la buona sorte ed il marito cornuto che l'aveva fatta incazzare.
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Commenti dei lettori al racconto erotico