Un pranzo a lieto fine 2
di
Marcolino63
genere
etero
Vi ringrazio per il successo del mio primo racconto erotico e mi accingo a raccontarvi il seguito della prima storia fra me e Barbie (la chiamo così per la sua somiglianza alla nota bambolina).
Ancora incredulo di quando accaduto la osservavo tuffarsi ed emergere dal mare dal quale nuotando emergeva a tratti il suo splendido culetto sodo e leggermente aperto tale da mostrare anche da dietro, la sua splendida fichetta depilata.
Finito il bagno, servito anche per eliminare tutta la sborra che gli avevo riversato sul volto e sui capelli, tornò verso di me lentamente e sorridente e li notai per la prima volta che proprio sopra il suo clitoride, appena visibile, aveva un ciuffetto di pelo biondo rasato a forma di cuore.
Senza alcun imbarazzo (lei sposata) mi disse “non credere di cavartela senza aver soddisfatto anche me” prendendo posizione sopra di me in un bel 69 e iniziando ad accarezzare e baciare il mio uccello già semirigido per la situazione e strusciando i suoi turgidi capezzoli sul mio ventre.
Quella sensazione la ricordo indelebilmente ancora oggi, avere avanti ai miei occhi e a mia disposizione la sua fichetta semiaperta per l’eccitazione, dalla quale emergeva il suo clitoride ben pronunciato come le sue piccole labbra e soprattutto le sue toniche natiche fra le quali si distingueva appena il suo piccolino roseo ano, era una visione celestiale.
Sentivo le sue mani, mentre con la sua bocca ricominciava a leccarmi e succhiarmi l’uccello, accarezzarmi le palle scendendo fino al mio buchino stimolandolo e penetrandomelo con un ditino. Questa sensazione, per me nuova, mi fece ulteriormente eccitare annullando quel poco di pudore che ancora albergava in me.
Iiziai ad allargarle le piccole labra, intravedendo il suo interno roseo e umido, e iniziai a leccare il suo interno energicamente assaporando un gusto a me nuovo, fra salmastro e dolciastro, molto gradevole penetrando con la lingua la sua vagina. Poi mi dedicai al suo clitoride, che era emerso in tutto il suo splendore, leccandolo e mordicchiandolo fino a farla gemere per l’eccitazione. Naturalmente non tralasciai di stuzzicarle anche il suo buchino e notai che questo gli provocò il suo primo intenso orgasmo. Mi fece capire che gradiva molto essere stimolata anche lì ed allora presi coraggio iniziando a massaggiarli le natiche allargandogliele in modo da fargli leggermente allargare il suo buchino serrato e sicuramente fino ad allora poco usato.
Premetto che il sesso anale, oltre a piacermi, lo avevo praticato molto con una mia patner precedente che mi aveva inizializzato spiegandomi come renderlo particolarmente gradevole.
Mi feci coraggio, non sapendo come avesse reagito, e infilandomi l’indice in bocca e dopo averlo insalivato per bene, iniziai a massaggiare il suo buchino iniziando a dargli dei piccoli colpetti penetrandolo leggermente.
La sensazione che ebbi era del tutto diversa rispetto alle pracedenti (donne che praticavano il sesso anale con regolarità) nella quale l’ano una volta stimolato si rilassava facendosi penetrare con facilità, trovandolo invece ancora molto stretto.
Non avendo avuto dinieghi, iniziai comunque ad inserirlo lentamente leccandogli contemporaneamente il buchino ed insalivandoglielo per bene.
Dopo un pò tale operazione ebbe successo provocando il suo rilassamento e consentendomi di inserirlo fino il fondo senza troppo sforzo ne dolore. Iniziai a muoverlo tirandolo fuori e rimetterlo dentro più volte, notando come risposta una sua evidente eccitazione essendo la sua fichetta diventata grondande di umori.
Oramai al colmo dell’eccitazione ed inumidendo anche il secondo dito dei suoi stessi umori, iniziai a penetrarla con non poca difficoltà fermandomi quando sentivo il suo ano stringersi e lei lamentarsi senza però impedirmi di andare oltre.
Ero riuscito, aiutato anche dalle sue mani che aprivano le sue natiche, pian piano ad inserire fino in fondo ambedue le dita e tirandole fuori notai che il buchino rimaneva aperto per qualche secondo segno che era ben rilassato.
Oramai anche il mio uccello era pronto e ben insalivato dal suo pompino profondo e lei venuta a sdraiarsi di fianco mi sussurrò “non l’ho mai fatto, ma mi piacetebbe provarlo con te... fai piano” baciandomi calorosamente.
Le risposi, “alla fine sarà molto gradevole vedrai, comunque sono pronto a fermarmi appena lo vorrai”. Lei si posizionò sdraiata con la pancia a terra dicendomi di essere pronta.
Avere lì davanti a mia disposizione quel culetto che avevo più volte ammirato dentro i suoi pantaloni molto attillati, mi diede la forza di sdraiarmi sopra di lei e strofinando il mio uccello fra le sue labbra bagnatissime, appoggiai la mia cappella sul suo buchino che, ben lubrificato dalla mia saliva, la fece entrare accompagnata da un suo lamento.
Mi fermai per qualche secondo, in quanto l’ano si era contratto per il dolore, poi ricominciai a spingerlo dentro, i lamenti non cessarono, ma cominciarono a cambiare di tono, segno che cominciava a provare piacere. Iniziai ad alternare la penetrazione tirandolo fuori ed ogni volta che rientravo andava sempre più a fondo arrivando a toccarle le natiche con il bacino.
Fu allora che, con mia sormpresa, si mise a pecora ed aprendosi le natiche che mostrarono i suo ano sorprendentemete dilato, mi disse con tono perentorio, “completa quello che hai cominciato”. Lo spettacolo mi toglieva il fiato ero al colmo dell’eccitazione, le montai sopra e con un sol colpo la penetrai fino alle palle.
Lei emise un grido secco dicendomi “ti avevo detto piano, comunque mi piace sentirlo tutto dentro .... e se vuoi puoi anche venirmi dentro”. Questo mi fece scatenare iniziando a penetrarla a ritmo sempre maggiore incurante dei suoi gemiti e iniziando a massaggiarle con decisione contemporaneamente il clitoride diventato durissimo. Andammo avanti per un pò e i gemiti erano diventate frasi incitanti a non smettere fino a quando sentii le sue gambe tremare ed il suo ano contrarsi ritmicamente in un orgasmo molto forte. Questo provoco quasi contemporaneamente il mio orgasmo riempendogli il pancino con fiotti energici e caldi.
Lo tirai fuori mentre lei rimase semiparalizzata restando lì a pecora con l’ano semiaperto dal quale fuoriusciva la sborra ancora densa e bianca che colano lungo la sua fica unendosi poi ai suoi umori e gocciolando sulla sabbia.
Lo spettacolo era eccezzionale e furtivamente, con la scusa dei fazzolettini, tirai fuori dal borsello il mio cel per scattargli una foto, lei pur accorgendosi della mia manovra non solo non me lo impedì, ma mi disse”fammi un video così lo vedo anch’io”. Non persi tempo nel timore che lei cambissse posizione ed invece lei con una sonora scorreggina tiro fuori l’ultima quantità ancora presente nel suo pancino.
Scoppiammo a ridere entrambi e dopo esserci baciati ed coccolati a lungo ci rivestimmo e per rivedere insieme il video del quale volle anche lei una copia insegnandomi a nasconderlo una cartella protetta (inutile dirvi che lo conservo ancora).
Tenendoci per mano tornammo in auto discutendo sull’opportunità di continuare la nostra relazione essendo ambedue sposati. Ma questa è un’altra storia......
Ancora incredulo di quando accaduto la osservavo tuffarsi ed emergere dal mare dal quale nuotando emergeva a tratti il suo splendido culetto sodo e leggermente aperto tale da mostrare anche da dietro, la sua splendida fichetta depilata.
Finito il bagno, servito anche per eliminare tutta la sborra che gli avevo riversato sul volto e sui capelli, tornò verso di me lentamente e sorridente e li notai per la prima volta che proprio sopra il suo clitoride, appena visibile, aveva un ciuffetto di pelo biondo rasato a forma di cuore.
Senza alcun imbarazzo (lei sposata) mi disse “non credere di cavartela senza aver soddisfatto anche me” prendendo posizione sopra di me in un bel 69 e iniziando ad accarezzare e baciare il mio uccello già semirigido per la situazione e strusciando i suoi turgidi capezzoli sul mio ventre.
Quella sensazione la ricordo indelebilmente ancora oggi, avere avanti ai miei occhi e a mia disposizione la sua fichetta semiaperta per l’eccitazione, dalla quale emergeva il suo clitoride ben pronunciato come le sue piccole labbra e soprattutto le sue toniche natiche fra le quali si distingueva appena il suo piccolino roseo ano, era una visione celestiale.
Sentivo le sue mani, mentre con la sua bocca ricominciava a leccarmi e succhiarmi l’uccello, accarezzarmi le palle scendendo fino al mio buchino stimolandolo e penetrandomelo con un ditino. Questa sensazione, per me nuova, mi fece ulteriormente eccitare annullando quel poco di pudore che ancora albergava in me.
Iiziai ad allargarle le piccole labra, intravedendo il suo interno roseo e umido, e iniziai a leccare il suo interno energicamente assaporando un gusto a me nuovo, fra salmastro e dolciastro, molto gradevole penetrando con la lingua la sua vagina. Poi mi dedicai al suo clitoride, che era emerso in tutto il suo splendore, leccandolo e mordicchiandolo fino a farla gemere per l’eccitazione. Naturalmente non tralasciai di stuzzicarle anche il suo buchino e notai che questo gli provocò il suo primo intenso orgasmo. Mi fece capire che gradiva molto essere stimolata anche lì ed allora presi coraggio iniziando a massaggiarli le natiche allargandogliele in modo da fargli leggermente allargare il suo buchino serrato e sicuramente fino ad allora poco usato.
Premetto che il sesso anale, oltre a piacermi, lo avevo praticato molto con una mia patner precedente che mi aveva inizializzato spiegandomi come renderlo particolarmente gradevole.
Mi feci coraggio, non sapendo come avesse reagito, e infilandomi l’indice in bocca e dopo averlo insalivato per bene, iniziai a massaggiare il suo buchino iniziando a dargli dei piccoli colpetti penetrandolo leggermente.
La sensazione che ebbi era del tutto diversa rispetto alle pracedenti (donne che praticavano il sesso anale con regolarità) nella quale l’ano una volta stimolato si rilassava facendosi penetrare con facilità, trovandolo invece ancora molto stretto.
Non avendo avuto dinieghi, iniziai comunque ad inserirlo lentamente leccandogli contemporaneamente il buchino ed insalivandoglielo per bene.
Dopo un pò tale operazione ebbe successo provocando il suo rilassamento e consentendomi di inserirlo fino il fondo senza troppo sforzo ne dolore. Iniziai a muoverlo tirandolo fuori e rimetterlo dentro più volte, notando come risposta una sua evidente eccitazione essendo la sua fichetta diventata grondande di umori.
Oramai al colmo dell’eccitazione ed inumidendo anche il secondo dito dei suoi stessi umori, iniziai a penetrarla con non poca difficoltà fermandomi quando sentivo il suo ano stringersi e lei lamentarsi senza però impedirmi di andare oltre.
Ero riuscito, aiutato anche dalle sue mani che aprivano le sue natiche, pian piano ad inserire fino in fondo ambedue le dita e tirandole fuori notai che il buchino rimaneva aperto per qualche secondo segno che era ben rilassato.
Oramai anche il mio uccello era pronto e ben insalivato dal suo pompino profondo e lei venuta a sdraiarsi di fianco mi sussurrò “non l’ho mai fatto, ma mi piacetebbe provarlo con te... fai piano” baciandomi calorosamente.
Le risposi, “alla fine sarà molto gradevole vedrai, comunque sono pronto a fermarmi appena lo vorrai”. Lei si posizionò sdraiata con la pancia a terra dicendomi di essere pronta.
Avere lì davanti a mia disposizione quel culetto che avevo più volte ammirato dentro i suoi pantaloni molto attillati, mi diede la forza di sdraiarmi sopra di lei e strofinando il mio uccello fra le sue labbra bagnatissime, appoggiai la mia cappella sul suo buchino che, ben lubrificato dalla mia saliva, la fece entrare accompagnata da un suo lamento.
Mi fermai per qualche secondo, in quanto l’ano si era contratto per il dolore, poi ricominciai a spingerlo dentro, i lamenti non cessarono, ma cominciarono a cambiare di tono, segno che cominciava a provare piacere. Iniziai ad alternare la penetrazione tirandolo fuori ed ogni volta che rientravo andava sempre più a fondo arrivando a toccarle le natiche con il bacino.
Fu allora che, con mia sormpresa, si mise a pecora ed aprendosi le natiche che mostrarono i suo ano sorprendentemete dilato, mi disse con tono perentorio, “completa quello che hai cominciato”. Lo spettacolo mi toglieva il fiato ero al colmo dell’eccitazione, le montai sopra e con un sol colpo la penetrai fino alle palle.
Lei emise un grido secco dicendomi “ti avevo detto piano, comunque mi piace sentirlo tutto dentro .... e se vuoi puoi anche venirmi dentro”. Questo mi fece scatenare iniziando a penetrarla a ritmo sempre maggiore incurante dei suoi gemiti e iniziando a massaggiarle con decisione contemporaneamente il clitoride diventato durissimo. Andammo avanti per un pò e i gemiti erano diventate frasi incitanti a non smettere fino a quando sentii le sue gambe tremare ed il suo ano contrarsi ritmicamente in un orgasmo molto forte. Questo provoco quasi contemporaneamente il mio orgasmo riempendogli il pancino con fiotti energici e caldi.
Lo tirai fuori mentre lei rimase semiparalizzata restando lì a pecora con l’ano semiaperto dal quale fuoriusciva la sborra ancora densa e bianca che colano lungo la sua fica unendosi poi ai suoi umori e gocciolando sulla sabbia.
Lo spettacolo era eccezzionale e furtivamente, con la scusa dei fazzolettini, tirai fuori dal borsello il mio cel per scattargli una foto, lei pur accorgendosi della mia manovra non solo non me lo impedì, ma mi disse”fammi un video così lo vedo anch’io”. Non persi tempo nel timore che lei cambissse posizione ed invece lei con una sonora scorreggina tiro fuori l’ultima quantità ancora presente nel suo pancino.
Scoppiammo a ridere entrambi e dopo esserci baciati ed coccolati a lungo ci rivestimmo e per rivedere insieme il video del quale volle anche lei una copia insegnandomi a nasconderlo una cartella protetta (inutile dirvi che lo conservo ancora).
Tenendoci per mano tornammo in auto discutendo sull’opportunità di continuare la nostra relazione essendo ambedue sposati. Ma questa è un’altra storia......
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