Orgia in famiglia per Luciana
di
Marcela1979
genere
incesti
Appena metto piede in salotto, capisco subito perché sono qui. Gli sguardi sono lame che mi spogliano: Mio zio Luca, Mio cugino Fabio, Mio fratello Marco, e mio marito che li guarda, già mezzo duro, compiaciuto e geloso insieme. Sento la figa che pulsa, il calore che sale. Mi piace questa sensazione di carne esposta, la gonna che si alza appena mi siedo, la camicetta che lascia intravedere i capezzoli tesi sotto il pizzo nero. So cosa vogliono. E io voglio sentirmi presa, voglio essere la loro puttana.
Mio zio Luca mi si piazza davanti, il sorriso bastardo.
«Guarda che cosce, ragazzi… vien voglia di aprirla qui sul tavolo.»
Mio cugino Fabio non aspetta altro, si inginocchia, mi spalanca le gambe, mi sfila le mutandine con uno strappo secco. L’aria fresca mi fa tremare le cosce, ma sono già bagnata. Mio zio Luca mi tocca, mi affonda subito due dita, le muove forte, non perde tempo a farmi abituare. Mio fratello Marco alle mie spalle, mi sbottona la camicetta, mi sfila il reggiseno e mi morde un capezzolo, tirandolo coi denti finché mi scappa un urlo.
Mi godo tutto.
Le mani di mio cugino Fabio che mi allargano, la lingua di mio zio Luca che mi lecca la figa sbavando, mio fratello Marco che mi stringe le tette come se volesse romperle. Mio marito si tocca guardandomi: gli occhi gli brillano, la mano che scorre sul cazzo duro fuori dai pantaloni.
La bocca mi si apre da sola quando mio fratello Marco mi mette il cazzo sulle labbra, lo sento pulsare, duro, gonfio, lo prendo in gola. Mio cugino Fabio mi tiene la testa ferma, spinge più a fondo, mi soffoca. Mi cola la saliva dal mento, la figa che batte, il culo che si muove da solo.
Mio zio Luca, intanto, mi scopa con la lingua, mi allarga con forza, mi succhia tutta.
«Guardate che troia felice, ragazzi…», grugnisce.
Mi scappa un mugolio impastato di piacere e voglia.
Mio cugino Fabio mi fa alzare, mi piega sul divano, mi schiaccia la testa sul cuscino. Sento il cazzo che mi spinge dentro di colpo, senza pietà, mi fa male ma godo. Mio fratello Marco davanti a me, mi riempie la bocca, me lo sbatte in gola, mi tiene per i capelli. Sento le mani ovunque, le bocche che mi mordono i fianchi, i seni che vengono succhiati e maltrattati. Non c’è respiro, solo urla, risate, insulti.
«Prendi tutto, troia, fammi vedere quanto godi!»
Mi sento usare, e questo mi manda fuori di testa. Sono la loro puttana, la bocca, la figa, il culo: tutto a disposizione. Uno mi schiaffeggia il culo, l’altro mi pizzica i capezzoli finché non piango. Il piacere si mischia al dolore, la testa mi gira, la pelle che brucia. Sento la sborra calda che mi riempie, che mi schizza sulla faccia, sui seni, mi impasta i capelli.
Mi inginocchiano sul tappeto, le cosce larghe, il cazzo ancora in bocca. Me lo faccio scorrere sulle labbra, sporca di saliva e sperma, li guardo negli occhi e li sfido a farmi ancora più loro. Non ho più paura di niente. Voglio solo essere scopata, riempita, sporcata da tutti.
Non c’è più tempo per i convenevoli. Sento le mani che mi ribaltano, mi fanno inginocchiare sul divano, le ginocchia che affondano nel velluto, il culo in aria, la figa già spalancata, sbavante. Mio cugino Fabio si piazza dietro di me, mi infila il cazzo con forza, un colpo solo, deciso, e mi fa urlare di piacere e rabbia. Mi tiene stretta per i fianchi, mi spinge, mi riempie tutta.
Mio zio Luca davanti, il cazzo già duro e pesante sulle mie labbra. Lo prendo in bocca, sento il sapore di pelle calda e sudore, lo succhio a fondo, affamata, mentre mio cugino Fabio mi scopa senza rallentare, le palle che sbattono sulle mie cosce. Mio fratello Marco, intanto, si siede di fianco, mi tira i capelli, mi spalanca la bocca ancora di più, ride, mi insulta:
«Guarda che bocchinara sei diventata. Fai vedere quanto ti piace, troia.»
Il piacere si confonde al dolore, la gola che brucia, la figa che pulsa. Mio cugino Fabio mi schiaffeggia il culo con forza, sento la pelle che scotta, il suono secco che fa ridere gli altri. Mi inondano di parolacce, risate, dita che entrano ovunque. Mio zio Luca mi scivola in gola, mi riempie fino a farmi tossire, ma non smetto, lo voglio tutto.
Mio cugino Fabio viene dentro di me con un grugnito. Sento la sborra calda che mi riempie, che cola lungo le cosce. Lui si sposta, Mio fratello Marco prende il suo posto, mi entra dentro di botto, mi allarga, mi sbatte senza pietà. Mi prendo tutto, mi lascio distruggere.
Mio zio Luca mi tiene la testa, mi scopa la bocca, mi fa ingoiare ogni goccia.
Mio marito mi guarda, il cazzo in mano, la faccia da pazzo, eccitato come non l’ho mai visto.
«Ti piace essere la puttana di tutti?», mi urla.
Annuisco, con il cazzo in bocca, la figa che brucia, la pelle bagnata di sudore e liquidi.
Quando mio fratello Marco sbotta, mi schizza dentro, mi lascia aperta, mio zio Luca mi prende subito: mi scopa ancora la bocca, poi si inginocchia dietro, mi sputa sul buco del culo, mi infila le dita e poi il cazzo, lento, pesante, mi dilata, mi fa gemere come un’animale.
Mi tiene ferma, mi scopa il culo forte, non molla mai. Gli altri guardano, urlano, si toccano.
«Guarda che cagna, la vedi quanto gode a farsi sfondate tutte le aperture?», dice mio cugino Fabio, la voce roca.
Mio zio Luca viene, mi riempie il culo, sento il calore che mi scoppia dentro, mi strappa un orgasmo che mi piega la schiena, la testa che si svuota.
Cado di lato, esausta, il fiato corto, la faccia sporca di saliva, sudore e sborra.
Mio marito si avvicina, mi prende per la nuca, mi spalanca la bocca e mi riempie ancora. Lo prendo tutto, mi sento la loro, non c’è più Luciana, solo carne, umori, voglia.
Rimango così, stesa, la pelle segnata dalle loro mani, la figa che pulsa ancora, il culo che brucia e la bocca impastata. E so che non è ancora finita.
Mi lecco le labbra, li guardo a uno a uno, e li voglio ancora.
Sono a terra, il corpo che trema ancora, le cosce sporche di tutto, il respiro rotto. Sento i loro passi intorno, sento che nessuno ha davvero finito. Mio zio Luca si avvicina per primo, mi afferra per i capelli, mi solleva la testa come fossi una bambola.
«Non avrai mica finito, eh?», mi sibila all’orecchio, il cazzo già mezzo duro, gonfio di sangue e rabbia.
Mi ritrovo di nuovo in ginocchio sul tappeto, la bocca spalancata, le labbra gonfie, il viso impastato di sperma e sudore. Mio cugino Fabio mi si piazza davanti, mi infila il cazzo tra i denti, mi tiene la testa con entrambe le mani.
«Ripulisci tutto, troia. Sei qui per questo.»
Sento il sapore acre, mi cola la saliva, lo prendo in gola senza fiatare, senza pensare. Gli altri mi circondano, mi sfiorano, si toccano, mi osservano godere.
Mio fratello Marco alle mie spalle mi allarga le chiappe, sento la lingua che mi scivola lungo il solco, mi lecca senza vergogna, mi riaccende.
Il mio corpo non risponde più ai pensieri, solo alla voglia. Sento il piacere che riparte, crudo, disperato.
Mio marito mi si mette davanti, mi schiaffeggia la faccia con il cazzo, ride.
«Guarda che spettacolo, ragazzi. Questa è la mia donna.»
E loro applaudono, ridono, mi insultano, mi svergognano, e io lo voglio. Lo voglio più di tutto.
Mio cugino Fabio mi solleva di peso, mi ribalta sul divano, mi apre in due, mi infila il cazzo con una violenza che non è più gentilezza, ma fame.
Mi tiene le gambe larghe, affonda, mi sbrana. Mio fratello Marco si inginocchia, mi prende la bocca, mi scopre i denti, si fa succhiare mentre mio cugino Fabio mi distrugge la fica.
Mio zio Luca li guarda, si tocca, poi viene dietro, mi sputa sul buco, mi infila un dito, poi due, poi il cazzo, tutto in un colpo.
Urlo, gemo, mi mordo le labbra. Il dolore e il piacere si confondono, mi fanno perdere i sensi.
Quando vengono, uno dopo l’altro, mi sento riempita da tutto: sborra che cola, schiaffi, risate, fiato pesante. Sento le mani che mi stringono i fianchi, la testa che viene tirata indietro, la bocca sempre piena. Sento la carne che pulsa, che si arrende, che si offre ancora e ancora.
Alla fine, resto lì, buttata sul tappeto, le gambe spalancate, la pelle arrossata di morsi e dita, la bocca che sa di loro, la fica che pulsa ancora, la testa vuota.
Li guardo a uno a uno, il corpo stanco e disfatto, ma con dentro ancora un sorriso sporco, felice.
Li ho avuti tutti, e tutti mi hanno avuta.
E non mi vergogno.
Non torno indietro.
Questa sono io, questa notte sono stata solo carne, urla, sudore, sborra e piacere.
E domani, quando mi guarderò allo specchio, vorrò ricordare ogni istante.
Mio zio Luca mi si piazza davanti, il sorriso bastardo.
«Guarda che cosce, ragazzi… vien voglia di aprirla qui sul tavolo.»
Mio cugino Fabio non aspetta altro, si inginocchia, mi spalanca le gambe, mi sfila le mutandine con uno strappo secco. L’aria fresca mi fa tremare le cosce, ma sono già bagnata. Mio zio Luca mi tocca, mi affonda subito due dita, le muove forte, non perde tempo a farmi abituare. Mio fratello Marco alle mie spalle, mi sbottona la camicetta, mi sfila il reggiseno e mi morde un capezzolo, tirandolo coi denti finché mi scappa un urlo.
Mi godo tutto.
Le mani di mio cugino Fabio che mi allargano, la lingua di mio zio Luca che mi lecca la figa sbavando, mio fratello Marco che mi stringe le tette come se volesse romperle. Mio marito si tocca guardandomi: gli occhi gli brillano, la mano che scorre sul cazzo duro fuori dai pantaloni.
La bocca mi si apre da sola quando mio fratello Marco mi mette il cazzo sulle labbra, lo sento pulsare, duro, gonfio, lo prendo in gola. Mio cugino Fabio mi tiene la testa ferma, spinge più a fondo, mi soffoca. Mi cola la saliva dal mento, la figa che batte, il culo che si muove da solo.
Mio zio Luca, intanto, mi scopa con la lingua, mi allarga con forza, mi succhia tutta.
«Guardate che troia felice, ragazzi…», grugnisce.
Mi scappa un mugolio impastato di piacere e voglia.
Mio cugino Fabio mi fa alzare, mi piega sul divano, mi schiaccia la testa sul cuscino. Sento il cazzo che mi spinge dentro di colpo, senza pietà, mi fa male ma godo. Mio fratello Marco davanti a me, mi riempie la bocca, me lo sbatte in gola, mi tiene per i capelli. Sento le mani ovunque, le bocche che mi mordono i fianchi, i seni che vengono succhiati e maltrattati. Non c’è respiro, solo urla, risate, insulti.
«Prendi tutto, troia, fammi vedere quanto godi!»
Mi sento usare, e questo mi manda fuori di testa. Sono la loro puttana, la bocca, la figa, il culo: tutto a disposizione. Uno mi schiaffeggia il culo, l’altro mi pizzica i capezzoli finché non piango. Il piacere si mischia al dolore, la testa mi gira, la pelle che brucia. Sento la sborra calda che mi riempie, che mi schizza sulla faccia, sui seni, mi impasta i capelli.
Mi inginocchiano sul tappeto, le cosce larghe, il cazzo ancora in bocca. Me lo faccio scorrere sulle labbra, sporca di saliva e sperma, li guardo negli occhi e li sfido a farmi ancora più loro. Non ho più paura di niente. Voglio solo essere scopata, riempita, sporcata da tutti.
Non c’è più tempo per i convenevoli. Sento le mani che mi ribaltano, mi fanno inginocchiare sul divano, le ginocchia che affondano nel velluto, il culo in aria, la figa già spalancata, sbavante. Mio cugino Fabio si piazza dietro di me, mi infila il cazzo con forza, un colpo solo, deciso, e mi fa urlare di piacere e rabbia. Mi tiene stretta per i fianchi, mi spinge, mi riempie tutta.
Mio zio Luca davanti, il cazzo già duro e pesante sulle mie labbra. Lo prendo in bocca, sento il sapore di pelle calda e sudore, lo succhio a fondo, affamata, mentre mio cugino Fabio mi scopa senza rallentare, le palle che sbattono sulle mie cosce. Mio fratello Marco, intanto, si siede di fianco, mi tira i capelli, mi spalanca la bocca ancora di più, ride, mi insulta:
«Guarda che bocchinara sei diventata. Fai vedere quanto ti piace, troia.»
Il piacere si confonde al dolore, la gola che brucia, la figa che pulsa. Mio cugino Fabio mi schiaffeggia il culo con forza, sento la pelle che scotta, il suono secco che fa ridere gli altri. Mi inondano di parolacce, risate, dita che entrano ovunque. Mio zio Luca mi scivola in gola, mi riempie fino a farmi tossire, ma non smetto, lo voglio tutto.
Mio cugino Fabio viene dentro di me con un grugnito. Sento la sborra calda che mi riempie, che cola lungo le cosce. Lui si sposta, Mio fratello Marco prende il suo posto, mi entra dentro di botto, mi allarga, mi sbatte senza pietà. Mi prendo tutto, mi lascio distruggere.
Mio zio Luca mi tiene la testa, mi scopa la bocca, mi fa ingoiare ogni goccia.
Mio marito mi guarda, il cazzo in mano, la faccia da pazzo, eccitato come non l’ho mai visto.
«Ti piace essere la puttana di tutti?», mi urla.
Annuisco, con il cazzo in bocca, la figa che brucia, la pelle bagnata di sudore e liquidi.
Quando mio fratello Marco sbotta, mi schizza dentro, mi lascia aperta, mio zio Luca mi prende subito: mi scopa ancora la bocca, poi si inginocchia dietro, mi sputa sul buco del culo, mi infila le dita e poi il cazzo, lento, pesante, mi dilata, mi fa gemere come un’animale.
Mi tiene ferma, mi scopa il culo forte, non molla mai. Gli altri guardano, urlano, si toccano.
«Guarda che cagna, la vedi quanto gode a farsi sfondate tutte le aperture?», dice mio cugino Fabio, la voce roca.
Mio zio Luca viene, mi riempie il culo, sento il calore che mi scoppia dentro, mi strappa un orgasmo che mi piega la schiena, la testa che si svuota.
Cado di lato, esausta, il fiato corto, la faccia sporca di saliva, sudore e sborra.
Mio marito si avvicina, mi prende per la nuca, mi spalanca la bocca e mi riempie ancora. Lo prendo tutto, mi sento la loro, non c’è più Luciana, solo carne, umori, voglia.
Rimango così, stesa, la pelle segnata dalle loro mani, la figa che pulsa ancora, il culo che brucia e la bocca impastata. E so che non è ancora finita.
Mi lecco le labbra, li guardo a uno a uno, e li voglio ancora.
Sono a terra, il corpo che trema ancora, le cosce sporche di tutto, il respiro rotto. Sento i loro passi intorno, sento che nessuno ha davvero finito. Mio zio Luca si avvicina per primo, mi afferra per i capelli, mi solleva la testa come fossi una bambola.
«Non avrai mica finito, eh?», mi sibila all’orecchio, il cazzo già mezzo duro, gonfio di sangue e rabbia.
Mi ritrovo di nuovo in ginocchio sul tappeto, la bocca spalancata, le labbra gonfie, il viso impastato di sperma e sudore. Mio cugino Fabio mi si piazza davanti, mi infila il cazzo tra i denti, mi tiene la testa con entrambe le mani.
«Ripulisci tutto, troia. Sei qui per questo.»
Sento il sapore acre, mi cola la saliva, lo prendo in gola senza fiatare, senza pensare. Gli altri mi circondano, mi sfiorano, si toccano, mi osservano godere.
Mio fratello Marco alle mie spalle mi allarga le chiappe, sento la lingua che mi scivola lungo il solco, mi lecca senza vergogna, mi riaccende.
Il mio corpo non risponde più ai pensieri, solo alla voglia. Sento il piacere che riparte, crudo, disperato.
Mio marito mi si mette davanti, mi schiaffeggia la faccia con il cazzo, ride.
«Guarda che spettacolo, ragazzi. Questa è la mia donna.»
E loro applaudono, ridono, mi insultano, mi svergognano, e io lo voglio. Lo voglio più di tutto.
Mio cugino Fabio mi solleva di peso, mi ribalta sul divano, mi apre in due, mi infila il cazzo con una violenza che non è più gentilezza, ma fame.
Mi tiene le gambe larghe, affonda, mi sbrana. Mio fratello Marco si inginocchia, mi prende la bocca, mi scopre i denti, si fa succhiare mentre mio cugino Fabio mi distrugge la fica.
Mio zio Luca li guarda, si tocca, poi viene dietro, mi sputa sul buco, mi infila un dito, poi due, poi il cazzo, tutto in un colpo.
Urlo, gemo, mi mordo le labbra. Il dolore e il piacere si confondono, mi fanno perdere i sensi.
Quando vengono, uno dopo l’altro, mi sento riempita da tutto: sborra che cola, schiaffi, risate, fiato pesante. Sento le mani che mi stringono i fianchi, la testa che viene tirata indietro, la bocca sempre piena. Sento la carne che pulsa, che si arrende, che si offre ancora e ancora.
Alla fine, resto lì, buttata sul tappeto, le gambe spalancate, la pelle arrossata di morsi e dita, la bocca che sa di loro, la fica che pulsa ancora, la testa vuota.
Li guardo a uno a uno, il corpo stanco e disfatto, ma con dentro ancora un sorriso sporco, felice.
Li ho avuti tutti, e tutti mi hanno avuta.
E non mi vergogno.
Non torno indietro.
Questa sono io, questa notte sono stata solo carne, urla, sudore, sborra e piacere.
E domani, quando mi guarderò allo specchio, vorrò ricordare ogni istante.
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