Sono Marcela, la tua padrona

di
genere
dominazione

Sul letto ci finiamo quasi senza accorgercene, corpi incollati, ancora sporchi e ansimanti. Mi butti sulla schiena, mi strappi le mutandine, le butti via come se fossero niente. Sento il materasso ruvido contro la pelle nuda, il fiato corto, il cuore che batte all’impazzata. Mi spalanchi le gambe senza nemmeno chiedere il permesso, e io te le offro senza pudore, voglio sentire la tua bocca ovunque.

Ti abbassi, ti infili tra le mie cosce, affondi il viso sulla fica bagnata. La tua lingua calda e ruvida mi scava, mi succhia, mi lecca piano e poi sempre più forte. Me la sento che si infila tra le labbra gonfie, che affonda in mezzo, che mi fa tremare e gemere senza nessuna vergogna. Le mani mi afferrano le cosce, me le apri ancora di più, mi tieni ferma, mi costringi a non scappare da quel piacere che mi divora.

Mi lecchi il clitoride con cattiveria, mi succhi, mi mordi piano. Sento la tua barba che mi graffia, il naso che affonda, la lingua che mi scopa, lenta e precisa, poi rapida, senza respiro. Mi mangi tutta, sputi, mi fai sentire una troia adorata, il tuo viso impiastricciato dei miei umori.

Gemo forte, ti tiro i capelli, ti premo la testa contro di me, ti voglio più dentro, più a fondo. Tu non ti fermi, anzi, ci godi a sentirmi contorcere, a farmi urlare senza ritegno. Mi lecchi dappertutto, mi infili le dita dentro, mi apri, mi strofini, mi sfinisci.

Il piacere sale, mi brucia, mi divora. Sento le gambe che si tendono, il corpo che si contrae, la voce che mi esce roca, spezzata. Vengo urlando, ti inondo la bocca, mi sporco, mi lascio andare a tutto quello che ho. Tu bevi, non ti fermi nemmeno quando tremo, continui a leccarmi, a succhiarmi tutta, a farmi godere fino all’ultimo brivido.

Quando finalmente mi lasci, sei sporco della mia voglia, mi guardi dal basso, con la bocca lucida, gli occhi feroci. Ti sorrido, sudata, spettinata, ancora calda di piacere, e ti sento di nuovo crescere contro la coscia.
scritto il
2025-11-22
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