Un tavolo per tre
di
G.I.B
genere
trio
Il ristorante era un rifugio di velluto e luci dorate, nascosto tra le vie di Milano. Un luogo dove il tempo sembra rallentare, e ogni gesto diventa parte di una coreografia silenziosa.
Lei arrivò per ultima. I suoi tacchi risuonarono sul marmo, la gonna aderente disegnava curve che non passavano inosservate.
Al tavolo, due uomini la aspettavano. Marco, il suo collega di sempre, e Luca, il misterioso amico che lui aveva voluto presentarle.
“Finalmente, Clara” disse Marco, alzandosi. Luca si limitò a sorridere, con lo sguardo che percorreva il suo stupendo corpo formoso.
Si sedette tra loro, il profumo di ambra e pepe nero che si mescolava al vino appena versato. Le gambe accavallate, il ginocchio che sfiorava quello di Marco. Le dita di lei che giocherellavano con il bordo del bicchiere, mentre Luca le osservava le gambe. Silenzioso, fantasticava sulle sue calza autoreggenti nere, che si intravedevano sotto la gonna.
“Non pensavo che il tavolo per tre potesse essere così… interessante” disse lei, con un sorriso che lasciava spazio all’immaginazione dei due uomini.
La conversazione scivolò tra battute piccanti e sguardi maliziosi.
Marco parlava, ma lei ascoltava Luca. Luca taceva, ma lei lo sentiva.
Sotto il tavolo, la sua mano sfiorò quella di Marco, poi, con un movimento lento, si spostò verso Luca. Un tocco, un invito.
Il cameriere arrivò con il secondo. Nessuno lo notò.
“Mi piace quando gli uomini sanno aspettare”, disse lei, mentre il suo sguardo passava da uno all’altro. “Ma ancora di più quando sanno osare”.
Marco si schiarì la voce. Luca si avvicinò appena, il suo respiro vicino all’orecchio di lei. “ E tu? Sai solo provocare o anche osare?”.
Lei si voltò, il viso a un soffio dal suo.
“Io oso. Sempre”.
I gesti si fecero più espliciti, le parole più audaci. Quando Luca e Marco, le toccarono insieme le gambe, salendo fino a sfiorare le sue mutandine, lei con voce sensuale disse ”lo voglio, ma non qui”.
Nessuno dei tre aveva davvero cenato. Ma tutti avevano fame, una fame fatta di un istinto primordiale, di passione e lussuria.
Una fame che placarono un ora dopo, nell'appartamento di Luca, dove le urla di piacere di Clara, rimbombarono tra i muri della casa per quasi tutta la notte. Lei si concesse ad entrambi contemporaneamente, senza tabù, soddisfando i loro ed i suoi desideri più perversi e nascosti.
Nuda tra loro, si addormentò, sognando un nuovo e lussurioso giorno, un nuovo incontro a tre.
Lei arrivò per ultima. I suoi tacchi risuonarono sul marmo, la gonna aderente disegnava curve che non passavano inosservate.
Al tavolo, due uomini la aspettavano. Marco, il suo collega di sempre, e Luca, il misterioso amico che lui aveva voluto presentarle.
“Finalmente, Clara” disse Marco, alzandosi. Luca si limitò a sorridere, con lo sguardo che percorreva il suo stupendo corpo formoso.
Si sedette tra loro, il profumo di ambra e pepe nero che si mescolava al vino appena versato. Le gambe accavallate, il ginocchio che sfiorava quello di Marco. Le dita di lei che giocherellavano con il bordo del bicchiere, mentre Luca le osservava le gambe. Silenzioso, fantasticava sulle sue calza autoreggenti nere, che si intravedevano sotto la gonna.
“Non pensavo che il tavolo per tre potesse essere così… interessante” disse lei, con un sorriso che lasciava spazio all’immaginazione dei due uomini.
La conversazione scivolò tra battute piccanti e sguardi maliziosi.
Marco parlava, ma lei ascoltava Luca. Luca taceva, ma lei lo sentiva.
Sotto il tavolo, la sua mano sfiorò quella di Marco, poi, con un movimento lento, si spostò verso Luca. Un tocco, un invito.
Il cameriere arrivò con il secondo. Nessuno lo notò.
“Mi piace quando gli uomini sanno aspettare”, disse lei, mentre il suo sguardo passava da uno all’altro. “Ma ancora di più quando sanno osare”.
Marco si schiarì la voce. Luca si avvicinò appena, il suo respiro vicino all’orecchio di lei. “ E tu? Sai solo provocare o anche osare?”.
Lei si voltò, il viso a un soffio dal suo.
“Io oso. Sempre”.
I gesti si fecero più espliciti, le parole più audaci. Quando Luca e Marco, le toccarono insieme le gambe, salendo fino a sfiorare le sue mutandine, lei con voce sensuale disse ”lo voglio, ma non qui”.
Nessuno dei tre aveva davvero cenato. Ma tutti avevano fame, una fame fatta di un istinto primordiale, di passione e lussuria.
Una fame che placarono un ora dopo, nell'appartamento di Luca, dove le urla di piacere di Clara, rimbombarono tra i muri della casa per quasi tutta la notte. Lei si concesse ad entrambi contemporaneamente, senza tabù, soddisfando i loro ed i suoi desideri più perversi e nascosti.
Nuda tra loro, si addormentò, sognando un nuovo e lussurioso giorno, un nuovo incontro a tre.
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