Binario 7
di
G.I.B
genere
etero
"Binario 7"
Il treno per Venezia partì con un sussulto, lasciandosi alle spalle la stazione di Milano sotto un cielo d’acciaio. In carrozza 5, posto 12A, sedeva Clara, una donna dal portamento sicuro, capelli raccolti in uno chignon impeccabile e un trench color sabbia che lasciava intravedere una camicetta di seta color vino.
Di fronte a lei, al 12B, si accomodò un ragazzo con lo zaino ancora sulle spalle e lo sguardo curioso. Aveva poco più di vent’anni, jeans stropicciati e un libro di Calvino tra le mani. Clara lo osservò con un sorriso appena accennato, mentre lui, colto di sorpresa, arrossì leggermente.
“Ti piace Calvino” chiese lei, con voce bassa, quasi sensuale.
“Molto. Anche a lei? ”rispose il giovane.
“ Si, molto anche a me “ rispose Clara.
Il treno correva veloce tra campi e colline, e le parole si fecero più leggere, più intime. Parlarono di viaggi, di sogni, di libri e di desideri. Le ginocchia si sfiorarono per caso, poi per scelta. Un gioco di sguardi, un bicchiere di vino dal vagone bar, e il tempo sembrava sospeso.
Clara si sentiva inspiegabilmente attratta da quel giovane che sarebbe potuto essere suo figlio.
Guardò a destra, verso gli altri passeggeri seduti. Tutti dormivano beatamente.
Si sfilò una scarpa ed iniziò a strofinare il suo curato piede sulla gamba del giovane, salendo sempre di più, arrivando ad appoggiarlo sul sedile in mezzo alle gambe di Dario. Così si chiamava il giovane.
Lui la guardò per un istante dritta negli occhi, spostandosi poi con il bacino contro il suo piede.
Clara sentì il sesso del giovane a contatto con l’alluce e si eccitò.
Cominciò a muoverlo sul sesso di Dario, sentendo che si faceva sempre più duro.
Lui le toccò il piede con la sua mano calda e Clara fu attraversata da un brivido lungo tutta la sua schiena.
“ Che sto facendo “ disse a se stessa, sentendosi calda e umida fra le gambe.
Quando il treno rallentò all’altezza di Verona, Clara si alzò. “Vieni” disse, con naturalezza.
Lui esitò solo un istante, poi la seguì lungo il corridoio stretto, fino alla porta del compartimento vuoto in fondo alla carrozza.
La porta si chiuse con un clic. Il mondo restò fuori.
Come una vera esperta di seduzione, la bella Clara si alzò la gonna e sfilò le mutandine, mettendosi appoggiata ad un sedile.
“Fammi tua” disse con voce calda e vogliosa.
Il tempo sembrò fermarsi, mentre veniva posseduta dal giovane e dotato uomo, che con ritmo lento ma deciso, la portò a raggiungere un intenso orgasmo.
“Ohhh siiii siii, siii” urlò Clara.
I gemiti di piacere di lui e di lei si sovrapponevano in quella carrozza vuota.
“Siii siii siiii…” gridò Dario, venendo copiosamente dentro Clara.
Quando tornarono ai loro posti, il treno era già oltre Padova. Clara sistemò il colletto della camicetta con grazia, lui riprese il libro, ma non lesse una parola.
“Venezia sarà ancora più bella, adesso” disse lei, guardando il riflesso del tramonto sul finestrino e sentendosi il ventre appesantito dal seme del giovane.
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