Sono una splendida prostituta
di
Maktero
genere
dominazione
Come ogni sera mia sorella mi porta sulla strada dove mi prostituirò.
Non soffro per questa mia condizione, non sono stata costretta, ma la accetto perchè mi piace.
Si mi piace prostituirmi e lo dico con orgoglio.
Non sò se questo dipende dalla mia natura sottommessa, dalla mia necessità di sesso, sesso e sempre sesso che infiamma la mia mente.
Fatto stà che come ogni sera mitrovo a battere su una strada contentadi farlo e di esserci.
Sono sempre vestita con abiti succinti ed appariscenti per attirare i clienti.
E sono sempre scalza; perchè sono una feticista dei piedi, e da quando ero ragazzina non ho più indossato scarpe o tantomeno calzini.
Godo a vivere scalza, e soprattutto nella mia professione mifà sentire più umile e disponibile per i clienti.
Ah, sempre parlando di me sono maschio, ho il cazzo; un cazzo che serve solamente a chi mi richiede di utilizzarlo dietro pagamento.
Come dicevo all'inizio mia sorella, che è la mia padrona e la mia magnaccia, mi ha mollata sulla strada per farmi fare il mio mestiere di puttana.
Il mio cazzo si eccita a sentire il fresco e ruvido sentore dell'asfalto sulle mie piante dei piedi.
Mi sento eccita per questa sensazione che mi stimola ad accontentare tutti quegli stronzi di clienti che abuseranno della mia bocca e del mio culo.
La serata si svolge come di consueto; vengo abbordata da autisti e camionisti
Vogliono godere dal potere della mia bocca e del mio culo.
Io mi offro senza problemi anche agli esseri più osceni, sporchi e disgutosi.
Mi piace ridurmi così; quando il cliente me lo permette mi masturbo per godere insieme a lui mentre mi prende in bocca o nel culo.
Quando il cliente non mi permette di godere lo faccio dopo, in solitario, masturbandomi nascosta da un cespuglio al lato della strada.
Quandoarrival'alba ed io ho accontentatato decine di stronzi, arriva mia sorella, la mia magnifica magnaccia a prendermi.
Quando arriva la vedo come un raggio di sole che viene a trascinarmi via da quella mia sottomisione.
La prima cosa che fa è di farsi dare i soldi che ho guadagnato vendendo il mio culo per tutta la notte.
La seconda cosa che fà è di contarli.
Quasi sempre sono pochi per le sue apettative.
Sò cosa vuol dire; sarò punita per non essere stata una brava puttana.
Da puttana, sottomessa e masochista accetto la falsità di quel gioco che comporterà delle dolorose punizioni.
Mia sorella mi porta a casa e falsamente scontenta della cifra che ho raccolto mi porta nel "giardino delle punizioni" come lo chiama lei.
Per farmi capire chedevo lavorare meglio.
Sono eccitata da tutta questa finzione che mi porterà a soffrire dopo essere stata umiliata prostituendomi.
Mia sorella organizza la solita punizione.
Nel cortilleto della nostra casa c'è un pavimento costituito da ghiaia.
Scalza, come piace a me, vengo messa in piedi su quella ghiaia; quei ruvidi ciottoli feriscono felicemente le piante dei miei piedi.
Mia sorella mi lega le braccia ad una sbarra in alto, mentre i miei piedi insistono su quei dolorosi ciottoli.
Vengo abbandonata lì a sofrire ed a godere; sono sfinita dopo una nottata di prostituzione; ma godo per il dolore ai piedi.
Le due sensazioni si confondono e passo ore con il cazzo eretto, soffrendo e godendo del mio stato.
Non soffro per questa mia condizione, non sono stata costretta, ma la accetto perchè mi piace.
Si mi piace prostituirmi e lo dico con orgoglio.
Non sò se questo dipende dalla mia natura sottommessa, dalla mia necessità di sesso, sesso e sempre sesso che infiamma la mia mente.
Fatto stà che come ogni sera mitrovo a battere su una strada contentadi farlo e di esserci.
Sono sempre vestita con abiti succinti ed appariscenti per attirare i clienti.
E sono sempre scalza; perchè sono una feticista dei piedi, e da quando ero ragazzina non ho più indossato scarpe o tantomeno calzini.
Godo a vivere scalza, e soprattutto nella mia professione mifà sentire più umile e disponibile per i clienti.
Ah, sempre parlando di me sono maschio, ho il cazzo; un cazzo che serve solamente a chi mi richiede di utilizzarlo dietro pagamento.
Come dicevo all'inizio mia sorella, che è la mia padrona e la mia magnaccia, mi ha mollata sulla strada per farmi fare il mio mestiere di puttana.
Il mio cazzo si eccita a sentire il fresco e ruvido sentore dell'asfalto sulle mie piante dei piedi.
Mi sento eccita per questa sensazione che mi stimola ad accontentare tutti quegli stronzi di clienti che abuseranno della mia bocca e del mio culo.
La serata si svolge come di consueto; vengo abbordata da autisti e camionisti
Vogliono godere dal potere della mia bocca e del mio culo.
Io mi offro senza problemi anche agli esseri più osceni, sporchi e disgutosi.
Mi piace ridurmi così; quando il cliente me lo permette mi masturbo per godere insieme a lui mentre mi prende in bocca o nel culo.
Quando il cliente non mi permette di godere lo faccio dopo, in solitario, masturbandomi nascosta da un cespuglio al lato della strada.
Quandoarrival'alba ed io ho accontentatato decine di stronzi, arriva mia sorella, la mia magnifica magnaccia a prendermi.
Quando arriva la vedo come un raggio di sole che viene a trascinarmi via da quella mia sottomisione.
La prima cosa che fa è di farsi dare i soldi che ho guadagnato vendendo il mio culo per tutta la notte.
La seconda cosa che fà è di contarli.
Quasi sempre sono pochi per le sue apettative.
Sò cosa vuol dire; sarò punita per non essere stata una brava puttana.
Da puttana, sottomessa e masochista accetto la falsità di quel gioco che comporterà delle dolorose punizioni.
Mia sorella mi porta a casa e falsamente scontenta della cifra che ho raccolto mi porta nel "giardino delle punizioni" come lo chiama lei.
Per farmi capire chedevo lavorare meglio.
Sono eccitata da tutta questa finzione che mi porterà a soffrire dopo essere stata umiliata prostituendomi.
Mia sorella organizza la solita punizione.
Nel cortilleto della nostra casa c'è un pavimento costituito da ghiaia.
Scalza, come piace a me, vengo messa in piedi su quella ghiaia; quei ruvidi ciottoli feriscono felicemente le piante dei miei piedi.
Mia sorella mi lega le braccia ad una sbarra in alto, mentre i miei piedi insistono su quei dolorosi ciottoli.
Vengo abbandonata lì a sofrire ed a godere; sono sfinita dopo una nottata di prostituzione; ma godo per il dolore ai piedi.
Le due sensazioni si confondono e passo ore con il cazzo eretto, soffrendo e godendo del mio stato.
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